Profili e Personaggi: i campioni della pesca al colpo sotto la lente di Natascia Baroni

Un mito per tutti i pescatori del Centro Italia, cresciuto lungo il Tevere di Roma.
Ama la musica e soprattutto il cantautore De Andre’.

Ha preso in mano la sua prima canna da pesca all’eta’ di 5 anni grazie a suo padre e la sua “palestra” è stata la foce del fiume Arrone. Amante della pesca in mare, soprattutto di spigole, ha iniziato a gareggiare nella pesca al colpo con la Cannisti Roma nel lontano 1982 , ha vinto tantissimo con la mitica Blue Marlin ed oggi insieme all’amico Stefano Cerrone, fa’ parte della Blue Marlin Ggianty, con la speranza di far avvicinare a questo meraviglioso sport tanti giovani.

Da qualche anno è anche il CT della nazionale di pesca al colpo veterani ,con cui ha vinto diverse medaglie, tra cui quella d’oro del mondiale in Bosnia, tenutosi lo scorso anno e ad agosto speriamo che lui e tutto il suo gruppo, riescano a ripetersi sul Tevere romano.

Buona lettura. Natascia Baroni.

NATASCIA B

Signori e Signore ecco a voi

Massimo Ardenti

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Massimo, quanti anni hai e dove sei nato?
Ho 55 anni e sono nato a Roma.

Segno zodiacale?
Capricorno.

Sposato con figli?
Divorziato con un figlio di 23 anni; ho una compagna da più di 20 anni.

Che lavoro svolgi attualmente?
Sono dipendente del Ministero della difesa.

Colore preferito?
Verde smeraldo.

Quale titolo di studio hai conseguito?
Licenza media.

Da buon romano qual’ è il tuo piatto tipico preferito?
Non sono particolarmente amante della cucina romana, adoro il pesce e tutto ciò che gli gira intorno :crostacei, molluschi ecc.

Ed il vino?
Mi piacciono molto i vini bianchi Siciliani: forti e fruttati tipo il Rapitala’.

Che auto possiedi e quella che vorresti possedere ?
Attualmente posseggo una 147 jtd. Mi piacciono molto le auto sportive con molto “motore”, non vado matto per i Suv che però sarebbero molto più indicati per la mia passione.

Ti piacciono gli animali?
Si molto, e sono molto curioso; pensa che quando andai in Argentina, sono corso dietro ad un grosso iguana che ci aveva traversato la strada con l’intento di poterlo osservare da vicino. Il problema fu’ che il rettile non gradi’ per niente il mio approccio con il conseguente ribaltamento della situazione: era lui che correva dietro me! Non amo affatto gli insetti ed ho la fobia dei calabroni.

Hai un attore/attrice preferita?
De Niro lo metto sopra a tutti, è bravissimo. …

Il film che guardi piu’ spesso?
Non ho film in particolare da ricordare ,ma non amo i “filmetti” o le “fiction” e tanto meno gli “ammazzatutti”. Una bella storia oppure fantascienza non troppo esagerata.

La tua musica preferita ed il tuo cantante preferito?
Musicalmente ritengo i Queen di Freddy Mercury ed i Pink Floyd due gruppi “irripetibili”, fantastici, e per quanto riguarda il cantante posso dire senza ombra di dubbio che De Andrè ha segnato la mia vita. Conosco a memoria TUTTE le sue opere ( non si possono definire canzoni) ed è sempre stato un mio riferimento, una guida. Mi ha insegnato nella vita, a valutare più aspetti possibili, anche quelli più “scomodi” o che non ci riguardano. Dentro di me “un faro”.

Una canzone che ti è rimasta nel cuore e perche’?
Meraviglioso cantata da Modugno.

Immagino seguirai il calcio: per quale squadra tifi?
Seguo solo gli eventi più importanti. Sono tifoso della Roma, senza eccessivo trasporto. …

E c’è un’atleta, anche di un altro sport, che ammiri in particolare?
Mi piace il tennis ed ero un tifosissimo di Mac Enroe, genio e sregolatezza ai massimi livelli.

Segui solo la pesca o riesci anche a praticare qualche altro hobby?
Purtroppo la pesca occupa pressoché la totalità del mio tempo libero, dico purtroppo perché vorrei condividere un hobby con la mia compagna ,ma la pesca come la vivo io non lascia spazio ad altro.

La parte piu’ bella di Roma che adori?
Trastevere ed il lungotevere adiacente. Non sono un amante della città ma quegli scorci, magari da sopra un ponte,di notte,tolgono il fiato.

Riesci ad andare in vacanza qualche volta? E se si quali mete scegliete con la tua famiglia?
Quest’anno dopo tanto, appena tornato dal mondiale sono andato con Neli (questo è il nome della mia compagna) per una decina di giorni in Sicilia, ad Acitrezza. Bellissima, e poi ho apprezzato molto il carattere dei siciliani: gentili, aperti e cordiali. Sono stato molto bene!

C’è un altro paese oltre all’Italia che ti ha colpito in modo particolare e perche’?
Sogno di andare in Florida. Miami mi intriga da morire con i suoi eccessi di vita e le sue meravigliose spiaggie, il tutto a due passi dalle Everglades che sogno di visitare con un “hovercraft”(così credo si chiamino quelle barche spinte da quel grosso ventilatore a poppa).

Ed invece una meta dove un giorno sogni di poter andare?
Sicuramente l’Argentina mi è rimasta nel cuore, una dimensione per noi inimmaginabile, sia sotto il profilo geografico/ambientale che sotto il profilo sociale ed umano. Mi sono rimasti impresssi nei ricordi gli emigrati che la sera venivano a trovarmi per chiedermi dell’Italia.

Un proverbio romano che dici spesso?
Non credo che sia un proverbio Romano ma il mio motto è:” mai dire mai !“.

Una barzelletta romana?
Francesco entra in un alimentari per farsi un bel panino per pranzo. Dietro il bancone c’è un omone grosso e barbuto che gli dice: “Dimme more “ e lui :” Me fai un panino co la mortadella?” . L’omone prende in mano l’ultima parte di un filoncino e mostrandoglielo dice: “Te spacco er culetto?” e Francesco:” ……damme un pezzo de pizza va’.

Il tuo miglior pregio ed il peggior difetto?
Credo che un mio pregio sia quello di riflettere molto ed uno dei tanti miei difetti possa essere quello di riflettere troppo …..sono sicuramente troppo accentratore.

Cosa ti colpisce quando incontri una persona?
Sicuramente ciò che dice. Trovo che troppe persone si preoccupino esclusivamente di apparire, di autoreferenziarsi, senza ascoltare e soprattutto capire chi hanno di fronte. Sembra di essere al mercato rionale dove ognuno è preoccupato solo di venderti qualcosa; pochi ti chiedono cosa stai cercando. Personalmente, diffido della perfezione e non mi piace chi ti parla senza guardarti negli occhi.

Quale consiglio ti ritrovi piu’ spesso a dare agli altri?
Riallacciandomi a quello che ho detto poc’anzi, spesso mi trovo a dire: “ascolta, ascolta attentamente”.

C’è ancora un sogno chiuso nel cassetto?
Un sogno nel cassetto? Continuare a fare questa vita per altri 20 anni, o magari di più. Sono riuscito, almeno per ora, a conservare un entusiasmo quasi da adolescente. Ho sempre un progetto da sviluppare e quando vado a pescare è sempre una emozione.

E dopo aver conosciuto l’Ardenti come persona, conosciamo il pescatore: ti ricordi la tua prima uscita di pesca, a che eta’ e con chi?
Questo è un ricordo che mi accompagnerà tutta la vita. Quando avevo 5 anni mia sorella si fidanzo’ con colui che poi sarebbe diventato il marito. In estate ogni domenica, tempo permettendo, i fidanzatini se ne andavano al mare e mio padre, per non lasciarli da soli, come si conveniva a quei tempi, con la scusa che il mare mi faceva bene, mi mandava insieme a loro a fare il terzo incomodo. Così mio cognato mi regalò una canna da pesca e tutte le volte mi lasciava alla foce del fiume Arrone nei pressi di Focene ,mentre loro a qualche decina di metri di distanza potevano amoreggiare indisturbati. Pensa che la prima volta, mio cognato mi lasciò li’ tutto il giorno senza esca, con l’amo nudo dicendomi:” se hanno fame mangiano pure il ferro!” . Inutile dire che ogni volta che prendevo un’erba od un rametto il cuore mi andava in gola credendo di avere catturato qualcosa. Dopo un paio di giorni di cappotti, un pescatore del posto mi lasciò una scatola di tremolina e con la cattura del primo cefaletto il gioco era fatto….la passione era entrata nel sangue.

Ti accompagnano mai i tuoi familiari a pesca nelle gare o semplicemente quando vai a passare una giornata di relax?
Parliamo del 1963, avevo solo 5 anni e chiaramente le mie uscite erano subordinate al mio accompagnatore che generalmente era mio padre ,che due o tre anni dopo mi regalò una due pezzi in fibra di vetro insieme ad un mulinello. Per quei tempi una sciccheria. Ho pescato cavedani ed anguille a fondo con il fegato di pollo sulle banchine del Tevere cittadino ed aspettavo con ansia le vacanze estive per andare a Penna in Teverina (TR) ,che era il paese di origine dei miei genitori dove tra parenti e cugini avevo moltissime opportunità per andare a pescare in quel bellissimo tratto di Tevere, compreso tra Orte e Attigliano, che in seguito diventerà la mia palestra. Tutte le estati a seguire, fino a 20 anni, le intere vacanze scolastiche le trascorrevo lì, e poi, con il motorino a 14 anni…..puoi immaginare: tutti i giorni al fiume!

Con quale attrezzatura pescavi?
Nell’ ordine ho avuto fino a 7 anni una cannina palustre chiaramente fissa con cui catturavo cefaletti alla foce dell’Arrone, poi c’è stato il periodo della pesca a fondo con la due pezzi in vetro successivamente adattata allo spinning e finalmente a 15 anni insieme al motorino ho avuto la prima “bolognese”. Questo attrezzo ha segnato la mia crescita e tutt’ora quando pesco per diletto difficilmente uso altro.

Ogni tanto ci ritorni in questo luogo?
Ogni tanto riesco a tornare a Penna in Teverina, anche perché li’ ci sono i miei zii ed i miei cugini che rivedo sempre con molto piacere e ti dico che il primo pensiero è quello di andare sulle rive del Tevere che tanto bene conosco, anche senza pescare, l’importante è essere li. Sembra impossibile ma i luoghi dove pescavo sono rimasti pressoché uguali a 50 anni fa’, anche perché in quel tratto, il letto del fiume è caratterizzato da enormi massi che difficilmente possono cambiare posizione. Pensa che riconosco anche l’odore.

Come nasce l’Ardenti agonista e ci parli della tua prima gara di pesca e ti ricordi com’è andata a finire?
Per caso. Avevo 17 anni ed una domenica mattina, mentre uscivo di casa per andare a pescare, mio cugino Luciano (10 anni in piu’ di me), venne a pregarmi di partecipare ad una gara sul Tevere ad Attigliano, perché un suo compagno di squadra non poteva più partecipare. Mi disse :”tanto si pesca su quel tratto che conosci bene. ..” . Accettai, feci il primo assoluto e la cosa mi gratifico’ moltissimo. L’anno dopo, Albanesi Virgilio, titolare del mio negozio di fiducia a Roma “Centro pesca delfino”, mi propose di gareggiare con i ” Cannisti Romani”. Feci la prima gara federale a Ponte San Giovanni nell’ Eccellenza che si chiamava “a zone promisque”, c’era anche la Toscana, feci di nuovo il primo di zona con 7 kg. di barbi e cavedani. È inutile che ti spieghi altro.

Con quali societa’ hai gareggiato in tutti questi anni?
Ho iniziato, come ti dicevo, con i “Cannisti Romani” dove sono rimasto fino all’ 82 , poi sono passato allo Svasso fino all’87, fino al ‘89 con la Lenza Tiburtina ed infine nel ‘ 90 entro in Blue Marlin, dove concludo la mia carriera agonistica nel 2009. Nel 2010 costituisco la Ggianty, che risponde al desiderio di realizzare un progetto che punta esclusivamente su giovani, anche inesperti. Obiettivo sicuramente centrato ma con uno sforzo troppo elevato. Vista l’amicizia e la stima che mi lega a Cerrone ( presidente della Blue Marlin), ipotizziamo una fusione che probabilmente avrebbe risolto i problemi di ambedue i contesti. Il resto è il presente, quest’anno seguo il settore della pesca al colpo nella Blue Marlin Ggianty.

Tra inglese, roubasienne e canne fisse, quali prediligi?
Domanda a cui non posso rispondere, sono curiosissimo di tutte le tecniche. Spazio dal feeder al mort-manie’, ai black con il popper con la coda decentrata, davvero, non so rispondere.

Quante canne possiede l’Ardenti pescatore nel suo garage?
Impossibile contarle! Hai presente quando ti scappano i bigatti nella macchina? Quando li trovi dappertutto? Ecco a casa mia con le canne è così.

Abiti vicino al mare e sappiamo che spesso ci vai a pescare, raccontaci com’è l’Ardenti “acqua salata” e qual è il tuo pesce preferito?
Ho una barchetta con cui vado spesso al mare. Sono fortunato ad abitare a Roma e per giunta al versante sud/ovest che è quello della costa. La foce del Tevere è un ecosistema incredibile e tra le creature all’apice di questa catena c’è la spigola. Per me la spigola è la vera regina del mare. E’ sicuramente il pesce a cui ho dedicato più tempo, più notti, più attenzioni. Insomma adoro pescare le spigole.

C’è una tecnica che ancora ti è rimasta un po’ ostile negli anni?
No, caratterialmente se mi sento in difficoltà con una tecnica sono portato ad approfondirla (parliamo di tecniche per la pesca al colpo) ,ma sicuramente ci sarà qualcosa che mi riesce meglio, ed altre peggio, io però non so giudicarmi.

Il luogo piu’ bello dove hai gareggiato? Il campo gara piu’ bello per te?
Non ci ho gareggiato ma è come se lo avessi fatto. L’anno scorso , con la nazionale Master abbiamo gareggiato per il mondiale sul rio Mondego a Penacova in Portogallo. Un campo eccezionale, un albero al posto di ogni picchetto con la chioma alta che facesse ombra ma che non desse fastidio, macchina dietro le spalle, acqua limpida, iniziavi a pescare che l’acqua andava come un missile e col passare del tempo tendeva ad abbassarsi ed a rallentare. Praticamente iniziavi con 4 grammi a volare e finivi con 0.30, e dovevi prendere una 50na di bogas (lasche) con un ver de vase , un’ amino del 20 e l’elastico del 7. Pesci che di media facevano 50 gr. Pesci vitali che ti facevano uscire 2 metri e più di elastico. Regolarissimo, dal nº 1 al m°50 il più bravo vinceva su ogni picchetto.

Il campo gara piu’ bello per te in Italia?
In Italia se parliamo di bellezza credo che Peschiera non abbia eguali.

Ricordi il pesce piu’ grosso catturato in mare o in acqua dolce?
Ero con Cerrone, una leccia amia poco sotto i 20 kg.

Come ti allenavi di solito con la tua squadra?
Preparavamo ogni gara molto attentamente ma credo che la marcia in più ce la dava la preparazione “fuori stagione”. Infatti eravamo molto spesso a pescare sui campi più importanti. Solcavamo l’ Italia per lungo e per largo. Andavamo ad Ostellato a gennaio, trovavamo il canale ghiacciato e di corsa a Firenze. Non avevamo tregua.

Quale innesco altre al bigattino non deve mai mancare nella tua borsa?
Il mais.

A gennaio di solito organizzi al Lago Tre Denari, il trofeo “ Fouilles e Ver de vase”, pensi di riproporlo anche nel 2014?
Certamente, anche se quest’anno lo farò prima di Natale. La scorsa edizione a fine Gennaio era troppo freddo, si è pescato pochissimo.

Quando peschi segui piu’ l’istinto o la ragione?
Seguo molto le sensazioni ,ma devono inserirsi come un tassello di un mosaico nelle mie esperienze. Non faccio mai scelte del tipo “o la va o la spacca!”.

Quando usi le pasture in una gara ti affidi al prodotto commerciale o lo modifichi con ingredienti segreti?
Mi affido sempre ad un prodotto commerciale. Posso modificarlo solo se ritengo che sia importante accentuarne le caratteristiche meccaniche, ma generalmente non la tocco. Non credo che una pastura possa fare la differenza su di un’altra se è stata realizzata con le dovute maniere.

C’è una persona che nel mondo della pesca ammiri in particolare e perche’?
Ce ne sono tante, ammiro molto la sportività e l’entusiasmo. Ne dicessi una farei veramente un torto ad altre.

Hai gareggiato anche all’estero, c’è un campione che ti è rimasto nel cuore?
Hai mondiali del ‘94 a Nottingham durante le prove, vidi pescare all’inglese Kevin Ashurst. Conservo fotografato nella mia mente quel gesto tecnico perfetto, stendeva a 30 metri una lenza a scorrere lanciandola con il galleggiante a tre metri dalla canna. Sembrava che lanciasse una coda di topo. Il tutto con un brutto vento trasversale, sempre allo stesso punto e poi prendeva una pallina di fouilles incollato: sembrava una punizione di Maradona, il vento non poteva nulla, dopo una curva costante la pallina cadeva davanti al galleggiante. Uno spettacolo, un gigante!!

Hai vinto tantissime gare, ma qual’ è stata quella piu’ bella in assoluto?
Probabilmente la gara a Torino di “superselezioni” ,dove feci l’assoluto con 58 cavedani per un peso complessivo di 27, 400 kg. Pensa che gettai in acqua roba come 8 kg. di pastura unita a 16 kg. di terra di riviera, più 4 kg. e dico 4 kg. di lombrichi, una dozzina di barattoli di mais e 4 kg. di bigatti. In ogni modo feci una gara perfetta, almeno per le mie possibilità.

E quella piu’ deludente?
Gare deludenti no, ogni gara insegna qualcosa anche se chiaramente molte volte non sono andato bene, invece campionati deludenti si. Ad esempio, al primo club azzurro a cui ho partecipato, credo nel’ 90,finii 26º pari penalità con il 25º e praticamente i primi 25 venivano confermati nel club dell’anno successivo mentre dal 26º al 50º ne uscivano per fare posto ai 25 neo-promossi…puoi immaginare la delusione, il club era il mio sogno. Fortunatamente lo stesso anno, poco dopo, rientrai subito attraverso il camp. Italiano individuale.

Un tuo “vecchio” compagno di squadra con cui hai legato in modo particolare?
Cerrone, sicuramente.

Con la mitica Blue Marlin, negli anni ’80,hai fatto sfracelli, come ha fatto una squadra del sud a diventare campione d’Italia?
Ci siamo avvicinati all’obiettivo un poco alla volta, infatti poco prima siamo arrivati due volte terzi. Non avevamo nessun segreto diversamente da come pensavano alcuni. Pescavamo sempre insieme ed avevamo una condotta comune che discutevamo tra noi. Eravamo sempre in giro per l’Italia ed avevamo fame di nuove tecniche, di nuovi campi di gara. Consideriamo comunque, che eravamo 4 agonisti di indiscusso valore. Pensa che ad un Campionato Italiano individuale (era il 92′ o 93′)
arrivammo in tre in classifica generale al terzo ,quinto e settimo posto. Eravamo molto amici. L’ossatura di questa squadra è durata 20 anni. Un bel record.

Una dote che non deve mai mancare in un bravo pescatore?
L’umiltà.

Meglio la pesca di oggi o quella di 20/30 anni fa’?
L’unica differenza, secondo me, consiste nello sviluppo dei materiali. Per il resto mi ricordo cappotti e pescate misere anche trent’anni fa. Cambiano i pesci da pescare e logicamente cambiano le tecniche (vedi le bremes). Credo anche che ogni periodo abbia avuto i migliori agonisti e la migliore tecnologia a disposizione in rapporto al periodo stesso. E’ chiaro che le auto da corsa saranno sempre più veloci e performanti ,ma questo non significa che i piloti migliori siano solamente quelli attuali.

Cosa sarebbe Massimo Ardenti, senza la pesca?
Non so rispondere, sono talmente pieno di pesca che non riesco ad immaginarmi senza.

Com’è nata l’idea di creare e realizzare i tuoi famosi galleggianti GGianty?
E’ stata un po’ anche un’esigenza. Ho iniziato a pescare all’inglese da subito, ovvero non appena gli inglesi a Firenze diedero spettacolo con quelle cannine e quei galleggianti strani, io ero lì, a vedere. I primi galleggianti “all’inglese” che arrivarono in Italia non superavano i 10 gr. e puoi immaginare che ad Ostellato praticamente erano inutili. Ci furono gli anni successivi dove si vedevano galleggianti da bolognese modificati, dove al posto della penna c’era di tutto:vette in carbonio, cannucce di bibite, penne d’istrice o tondini di balsa. Ecco, nasce tutto da qui.

Ed oggi a parte questi ,produci anche qualche altro materiale per la pesca?
No, nemmeno produco più i galleggianti, dopo la parentesi commerciale, sono tornato a casa Tubertini: pesco con i suoi colori e materiali e sponsorizza la mia società. Mi trovo molto bene.

Sei un uomo simbolo per tantissimi giovani e non, ammirato in tutta Italia, ed ora sei anche CT della Nazionale di pesca al colpo Veterani, una bella soddisfazione?
Bella e grande! Cerco di ripagare la fiducia che mi è stata data con il massimo delle attenzioni, anche se con la passione che ho non devo sforzarmi più di tanto.

Proprio lo scorso anno avete vinto i mondiali in Bosnia, ci racconti questa esperienza e come avete preparato questa importante gara che vi ha regalato due medaglie d’oro?
Certamente, e ti confesso che non è stata per niente facile. Le prove del primo giorno ci hanno confermato le indicazioni che avevamo avuto da prima: scardole a bolognese sulla sponda opposta, qualche cefalo e per il resto niente di significativo, compresa l’assenza del pesciolino. Ci siamo concentrati a sviluppare al meglio questa pesca anche perché il nostro Pagliari, fin dal primo giorno realizzava pescate di tutto rispetto, facendo così trasparire quelle che erano le sue reali intenzioni (sarà campione del mondo individuale oltre che per nazioni) ,mentre nel tratto dove provava la nazionale disabili (200 o 300 metri più a monte), l’unica pesca che sembrava garantire qualcosa era il pesciolino con canne fisse medie. Arriviamo a venerdì con i pesci di taglia drasticamente diminuiti ( i 4000 o 5000 punti dei primi giorni erano solo un ricordo) e con i pesciolini latitanti. Affrontiamo la gara del sabato con l’unica impostazione che ci aveva reso qualcosa: la bolognese. Ad eccezione di Pagliari, che vince il settore alla sua maniera, gli altri faticano moltissimo, due su tre faticano talmente tanto che vista la sterilità della pesca sono costretto a fargli fare la seconda parte della gara alla ricerca del pesciolino. Questo un po’ ci aiuta, e soprattutto ci rendiamo conto che se il pesce “grosso” è diminuito, il pesciolino, a forza di pasturare, è aumentato. Finisce la prima gara, 24 penalità, sono molte, ma i primi ne hanno solo 6 di meno. Si può ancora recuperare. Al briefing del sabato è deciso: si pesca il pesciolino. Ci si prepara scrupolosamente ed il resto lo conosci.

Qual’ è la dote che deve avere un buon CT?
Credo che la prima per importanza sia che devi essere credibile, non parlo solo di pesca, quando dici qualcosa deve avere un senso, devi essere chiaro, convincente, umile, devi ascoltare e fare da ponte tra di loro, devi mettere davanti sempre il gruppo ma devi avere rispetto delle loro caratteristiche individuali perché sono quelle che li hanno fatti giungere fino a li’, non devi imparare a pescare a nessuno, devi solo tirare fuori il meglio di loro ed evitare personalismi. Quando devi decidere per gli altri non è mai facile.
Massimo, ad agosto ci sara’ il mondiale master proprio nella tua citta’ Roma, sicuramente sara’ una bellissima festa, che emozione si prova a viverla in prima persona ?
Si Natascia, senza dubbio è una grossa emozione. Un campionato mondiale a Roma, gode del meraviglioso contorno della città e poi consentimi un passaggio: noi non utilizziamo un impianto sportivo o quant’altro, noi utilizziamo uno dei simboli che fanno di Roma la storia e la bellezza: il Tevere, tra i suoi ponti ed i suoi scorci unici. Insomma, un palcoscenico mozzafiato in un’area poi, dedicata proprio allo sport come il Foro Italico. Bellissimo!!

Sei contento di questa scelta del campo di gara, oppure preferivi che fosse organizzata altrove?
Ecco la domanda a cui non vorrei rispondere. Il mio incarico è essenzialmente tecnico e quindi al di là della” location ” ,devo tirar fuori dalla squadra il meglio di se stessa ,qualunque sia il campo gara. Condivido pienamente la scelta intesa come teatro della manifestazione, certo però che sotto il profilo tecnico, il Tevere è un campo gara che non ti offre alcuna garanzia di omogeneità. Sarà una gara difficilissima, piena di insidie e senza riferimenti alcuni. Ogni picchetto è un mondo a se ed il pesce non è affatto distribuito omogeneamente. Insomma, non c’è nulla che ti faccia ben sperare. Ma sarà così per tutti quindi….diamoci da fare!

Quali migliorie sono state apportate al Tevere romano?
La Federazione di Roma ha avuto un bel da fare. Roma è una città molto “burocratica” ed ottenere i permessi per questo e per quello non è stato facile. In ogni modo grazie alla determinazione di alcuni, il tratto in questione è praticamente irriconoscibile. Un’opera di pulizia imponente e per questo voglio ringraziare il presidente Guido Della Croce, Marcello Di Giuseppe, Pino Ercolani e tutti gli altri che si sono adoperati per la riuscita dell’evento. Sarà pure importante, approfittare di questa pulizia “straordinaria” per conservare e valorizzare questo campo gara. .

Come vi state preparando visto anche lo stage che avete fatto ai primi di luglio?
La preparazione a questa gara è molto complessa, perché il campo è diviso in due tronconi dalle caratteristiche completamente diverse. Ti dico solo, e non esagero, dovremo avere pronte lenze da 0, 20 a 80 gr. e ti ripeto che non esagero. Un grande lavoro che ovviamente non infonde insicurezza, c’è poco e di tutto.

Quali difficolta’ potrebbe evidenziare questo campo di gara?
La zona immediatamente a monte dello scivolo è quella più difficile come tecnica di pesca. Immagina che è praticamente cosparsa di incagli su tutte le postazioni, con variazioni di fondale oltre il metro nello stesso picchetto ed aggiungi che, almeno per ora, l’acqua corre come un missile e se “attacchi” un pesce può essere una placchetta di 100 gr. o un barbo di 3 kg. che ti “polverizza” un terminale dello 0, 20. Immagina, dicevo, che potresti capitare anche nell’altro troncone, quello a monte del nel “ponte della musica”, dove l’acqua va pianissimo e si pescano pesciotti, su fondali decisamente bassi, insomma.

Ed invece la sua caratteristica migliore?
Quello che c’è di buono ,è che è una pesca da “pescatore” con la P maiuscola! Acque calme e fondali puliti ed omogenei sono solo un ricordo, la corrente cambia direzione continuamente tanto che il “vela” che stai trattenendo si sposta di più o meno 70 cm. e sembra un ‘aquilone al vento. Molti penseranno che sto esagerando, ma ti assicuro che è così.

Credi che la pescata sia congeniale per voi?
Sara’ una pesca che è sicuramente parte del bagaglio tecnico della nostra nazionale, ma sarà così anche per gli altri. La generazione “Master” conosce bene i fiumi dove è il pescatore e non il garista ad avere la meglio, bisognerà aver un pizzico di fortuna nel sorteggio e poi al resto ci penseranno i miei “ragazzi”, che a prescindere dal risultato, so’ che daranno il massimo ed anche di più, come al solito, e con uno sforzo ancora in più, perché sanno bene che sarà molto dura.

So che sei orgogliosissimo della tua squadra, ti sentiresti di dare un pronostico ai nostri lettori di Match Fishing per questo mondiale?
Pronostici? Credo che nemmeno il più incallito degli scommettitori ne farebbe. Un picchetto “fucilato”, un sasso nel punto sbagliato che ad ogni barbo ti taglia il finale (Torri sabato 19 ne ha rotti 5 nel giro di 40 minuti e pensa che gli ultimi due hanno rotto lo 0, 20!), e poi non dimentichiamo il valore degli avversari. L’unico pronostico che azzecco con certezza è che ce la metteremo tutta.

Cosa ti manca ancora per realizzarti in questo mondo(pesca)?

Ho un progetto molto ambizioso. Vorrei completare un lavoro iniziato con Ggianty. Con l’aiuto della Blue Marlin vorrei continuare il lavoro iniziato con i giovani, secondo me è possibile. L’importante è poter offrirgli qualcosa in cambio, non parlo di sponsor ma di divertimento, di regole certe e di attenzioni. Un campo gara pescoso, un campionato a misura e qualche buon consiglio. Secondo me è possibile!!!

Sei d’accordo nella proposta di limitare le giornate di prova, per chi svolge il campionato italiano di societa’, in modo da aiutare anche le piu’ piccole?
Sicuro, mi sembra un’ottima idea.

Tanti giovani ti leggeranno in questo articolo: quale consiglio daresti loro?
Andate a pescare e, se non lo avete già fatto, iscrivetevi ad una buona società e andate . Iniziate con un campionato minore e fatevi imparare a pescare. Prendere i pesci è una cosa, saper pescare è un’altra.

A Roma ed in tutto il centro Italia, l’agonismo non è numericamente molto importante, cosa ci vorrebbe per farlo decollare?
Sicuramente serve un campo gara, servono acque in convenzione, questo è il problema numero uno. Ogni mattina c’è qualcuno crede di aver trovato la soluzione ma la realtà e che mancano le acque, manca un progetto e di conseguenza poche tessere , pochi pescatori e pochi agonisti.

Il Tevere a Roma è un fiume leggendario, ma per la pesca cosa offre?
Il Tevere cittadino è un fiume con delle caratteristiche estremamente etereogenee. Il suo corso comprende piane, rapide, erbai, correntoni e tutto ciò che in fiume può generare. Questo lo rende estremamente interessante sotto il profilo della pesca ed un po’ meno sotto il profilo agonistico. Sicuramente, la cattura più interessante attualmente è il barbo europeo. Si è insediato molto bene soprattutto nella zona nord (Flaminio). Poi ci sono cavedani, carpe, carassi, breme, gardon, triotti; sono diminuiti moltissimo i cefali, però di pesci ce ne sono.

Ci indichi alcuni posti da “colpo sicuro” per pescare a colpo ed a feeder?
Tutto il tratto della sponda sinistra appena a valle delle rapide di ponte Milvio ed il tratto a valle dello stadio Olimpico detto “lo scivolo”. Non pescate sottile!!!

A feeder lo scorso anno due agonisti ,che in quel periodo erano nella tua societa’ hanno vinto l’International feeder ad Umbertide, come vedi l’esplosione di questa tecnica?
Ritengo che il feeder sia la tecnica che più possa avvicinare il ragazzo alla pesca. Se acquistiamo una attrezzatura economica, canna piu ‘mulinello ,più un paio di pasturatori, ami e filo ,non arriviamo a spendere 100 €; ed il bello è che con questa attrezzatura si catturano una montagna di pesci. E poi, come tutte le tecniche se la approfondisci, ti accorgi che dietro c’è un mondo. Nella Blue Marlin alcuni agonisti sono transitati al feeder, stanchi dei costi eccessivi del colpo e dei magri bottini, tra questi lo scorso anno c’erano Andrea Balduini che insieme a Longo vincono l’International Feeder di Umbertide. Un gran bel risultato, bravi!!

In Olanda la tutela dell’ambiente è insegnata come educazione civica nelle scuole, in Francia una volta all’anno la federazione pesca organizza la giornata nazionale della pesca aperta gratuitamente a tutte le famiglie, in Italia cosa faresti se avessi il potere di decidere qualcosa per rilanciare la pesca come sport popolare?
Il rispetto per l’ambiente è alla base dell’educazione. Bella domanda….magari sapessi rispondere. Ci sono sicuramente persone che ne sanno più di me. Credo, in ogni modo, che si debba comunque partire dai giovani, dai ragazzi. Credo molto in una scuola di pesca, in un corso estivo; a Roma ci sono molte strutture che andrebbero benissimo. Sono convinto che funzionerebbe, ma servono persone, risorse. Nel mio piccolo ci provo, la Ggianty è nata così ma non è facile.

Sicuramente nella tua vita hai tolto molti giorni alla tua famiglia per la pesca, pensi che ne sia valsa la pena?
Non credo che ci sia uno sport o chiamalo come vuoi per cui valga la pena togliere molti giorni alla famiglia. Bisognerebbe trovare un equilibrio ma l’agonismo non vive di equilibri, vive di eccessi e per giunta ha bisogno anche di una preparazione incredibile. Gran parte della mia vita l’ho dedicata alla pesca e la pesca ha sicuramente corrisposto questo amore .

Ti senti di ringraziare qualcuno in particolare?
La Federazione per la fiducia e le opportunità; Tubertini che mi supporta con i suoi materiali e la Blue Marlin nella persona di Stefano Cerrone, perché siamo amici e so che non perde occasione per sostenermi.

Grazie mille Massimo, è stato un vero piacere poterti intervistare.
Grazie a te.

PALMARES:
ECCELLENZA CENTRO:
1987 ORO con lo SVASSO
1988 ORO con la LENZA TIBURTINA
8 ori a squadre con la Blue Marlin
3 volte vince la classifica individuale dell’Eccellenza Centro
2002-2003 1° nella classifica del Rendimento Centro
TROFEO 6 NAZIONI:
ARGENTO ( Lussemburgo)
ORO (Volturno- Italia)
BRONZO (Svizzera)
NAZIONALE:
1995 BRONZO A SQUADRE (Finlandia)
DAL 2010 E’ IL CT DELLA SQUADRA NAZIONALE “MASTER” DI PESCA AL COLPO CON CUI HA VINTO:
2010 BRONZO (Belgio)
2011 ORO (Firenze)
2012 ARGENTO ( Portogallo)
2013 ORO ( Bosnia)

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PODIO MASTER

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