ANTONIO FUSCONI E IL PUNTO SULLA NAZIONALE SENIORES

ANTONIO FUSCONI ridotta

 

 

Sull’onda emotiva del risultato della Nazionale Seniores, dopo aver analizzato tecnicamente la trasferta croata con il C.T. Rudy Frigieri, ho voluto incontrare il Responsabile della Delegazione azzurra Antonio Fusconi per fare una analisi del effetto ” 26° posto” dall’ottica federale.

Fusconi ha dimostrato la solita disponibilità e non si è sottratto a nessuna delle mie domande, prendendo spunto per spaziare anche su argomenti di più ampio respiro e sul futuro prossimo della Rappresentativa Seniores.

 

 

Antonio, tu eri il Capo Delegazione al Mondiale croato. Con il C.T. Rudy Frigieri abbiamo già analizzato il lato tecnico dell’evento, a te chiedo cosa significa per la FIPSAS il nostro 26° posto…

“Credo che il risultato sia sotto gli occhi di tutti, è stato un risultato altamente negativo ed è difficile trovare qualche risvolto positivo in questa trasferta. Posso dirti però che l’impegno è stato massimo, da parte di tutti, ma comunque il bilancio è negativo. A nome del Comitato di Settore A.I. ho incontrato lo Staff Tecnico per un faccia a faccia chiarificatore su quello che é successo e, soprattutto, per capire come fare per evitare che eventi come questo si ripetano e tornare a vincere.”

 

In effetti, visto che il Mondiale del prossimo anno si disputerà a Radece, in Slovenia, ancora su di un fiume che conosciamo bene perché ha ospitato già altre rassegne iridate, lo spettro della Rep. Ceca e della Croazia potrebbero essere lì, incombenti…

“Si, nel 2015 il Mondiale sarà a Radece, dove abbiamo incontrato in altre occasioni delle difficoltà anche in condizioni normali, e vorremmo proprio fare il possibile per arrivare pronti e concentrati per affrontare qualsiasi evenienza, anche una eventuale piena del fiume.”

 

Come avrai avuto occasione di sentire e leggere, i commenti sulla trasferta non sono mancati. Qualcuno, come succede anche in altri sport, visto il risultato deludente chiede non solo la testa del C.T. ma anche dei vertici federali…

“Naturalmente ho letto i commenti di ogni genere su siti o altro, ma non posso pensare di dare troppo peso a commenti di persone che, nascondendosi spesso dietro nomi di fantasia, spara a zero e all’impazzata su tutto e tutti. Quello che posso rispondere, a coloro che hanno paragonato me o Maurizio Natucci a dirigenti di altre Federazioni come il calcio o altro, é che magari avessimo lo stesso trattamento economico, poiché in quel caso si parla di dirigenti professionisti e lautamente pagati mentre per quanto riguarda noi parliamo di volontari che, a volte, ci mettono anche del loro. Questo non significa che si sia autorizzati a fare le cose con poco impegno ma ci tengo a sottolineare la profonda differenza di condizione. D’altra parte, i risultati elettorali che ci hanno largamente legittimato anche nelle ultime elezioni, non ci permettono di tirarci indietro. Piuttosto dobbiamo trovare il modo di continuare a fare il nostro lavoro migliorandolo. Per le dimissioni del C.T. ti posso assicurare che non ci sono mai passate per la mente perchè riteniamo che il nostro Staff Tecnico, al di là degli errori che possono essere stati fatti in questa occasione, sia l’unico al momento in grado di gestire questa Nazionale, sia per qualità personali che per preparazione tecnica.

I risultati complessivi, comunque, sono stati negativi nelle ultime edizioni del Mondiale ma sono stati assolutamente positivi negli ultimi tre Europei, dove abbiamo vinto tre medaglie e oggi tutti sembrano dimenticarlo. L’aspetto che più mi dispiace, però, é la rabbia che si avverte in tanti commenti, è constatare come, in questi casi, emergano spesso anche dei rancori personali che offuscano una visione che dovrebbe essere più lucida. L’ho notato, ad esempio, in alcuni commenti di personaggi del calibro di Checco Casini, del quale posso anche comprendere le motivazioni di risentimento verso la Federazione, ma da cui ci si aspetterebbe una maggiore obiettività e meno rancore; essere un grande campione lo si dimostra anche con lo stile. In molti commenti vedo tanti buoni propositi, si parla di base e di migliorare l’agonismo partendo da lì ma poi alla fine si finisce sempre a parlare di Nazionali e Club Azzurri e per noi é difficile fare un consuntivo delle varie idee per raccoglierne gli spunti, le indicazioni. Del resto questo Settore ritiene che la promozione del nostro mondo agonistico non si debba fare attraverso la Nazionale o il Club Azzurro.”

 

Hai accennato al prossimo confronto del Settore con il C.T. e lo Staff Tecnico. Ad oggi, c’é accordo nel Settore su quello che sarà il futuro di questa conduzione tecnica?

“Non abbiamo avuto ancora un incontro come Settore per confrontarci su questo; certamente abbiamo fiducia in questo staff tecnico. In questi anni ci sono stati anche successi e soddisfazioni; abbiamo visto la crescita di alcuni giovani che sono entrati in Nazionale in diverse occasioni, parlo di Reverberi o di Gelli, dello stesso Fini, che partendo dal Club Azzurro è arrivato a vincere l’oro individuale, ancora Prandi piuttosto che la formazione che ha vinto l’Europeo nel 2012 con Ravaglia, Bruni, e gli altri componenti usciti dal Club Azzurro ecc. Voglio ripetere un concetto, questo Comitato di Settore non vuole fare attività di promozione con la Nazionale, la promozione va fatta in altri ambiti, con la Nazionale si deve ambire a vincere e per fare questo in Nazionale debbono andare gli atleti che lo Staff Tecnico ritiene i migliori del momento. Ripeto: la promozione all’agonismo non si deve fare con la Nazionale.”

 

Tu sei il Responsabile federale della Nazionale Seniores. Ti chiedo un tuo bilancio sul quinquennio di gestione Frigieri…

“Sono diventato Responsabile di questa Nazionale lo scorso anno, quando Maurizio Natucci, che ricopriva questo ruolo, é diventato Presidente del Settore Acque Interne. Questo quinquennio di Rudy Frigieri va visto in un contesto che parte da prima, dal 2008, quando lo inserii alla guida della Nazionale Under 18. Con le Nazionali giovanili Rudy ha fatto un ottimo lavoro, il percorso é stato certamente in crescita ed ha portato anche ad uno svecchiamento nell’ambito dei Capitani delle varie Selezioni; abbiamo inserito gente nuova cercando di valorizzare elementi nuovi. Certamente anche nel nostro sport si vive di cicli e può succedere che si possa arrivare ad una sorta di assuefazione ai risultati ed allo stress della competizione, perdendo parte degli stimoli; non mi sembra sia il caso di Frigieri, che vedo ancora molto grintoso ed affamato di successi. Lo percepisco dalla meticolosità che mette insieme al suo Staff nella preparazione della gara, lo vedo ancora molto agonista, e questo ci fa sperare che abbia ancora la grinta giusta. Come bilancio parliamo di due risultati negativi, perché quello dello scorso anno, in Polonia, non lo definirei negativo, visto che siamo arrivati sesti in un contesto di pesca difficilissimo, con nazioni come la Francia e l’Inghilterra che quel tipo di pesca la fanno spesso. Con questo non voglio accampare scuse, come il meteo che ha funestato l’edizione 2012 e quelle di quest’anno, perché quando cambiano le condizioni di pesca questo succede per tutti; piuttosto, al mutare delle condizioni si accompagna spesso la necessità di fare delle pesche che ci mettono in difficoltà perché non siamo abituati ad affrontarle. Parlando di quanto successo in Croazia quest’anno, io che ho assistito a tutta la settimana di prove ed ho visto l’evoluzione della situazione, posso confermarti che noi abbiamo avuto per tutti i giorni di prova gente delle altre squadre alle spalle che cercavano di capire come facessimo a prendere i pesci con quella regolarità. Lo stesso Van Schendel, CT dell’Olanda, alla cena di gala ci ha ringraziato pubblicamente, perché parte del loro risultato era frutto anche del confronto che ha avuto con l’Italia. Noi, probabilmente, siamo stati troppo belli da vedere e leziosi, ma abbiamo sbagliato l’impostazione delle gare. Fino al mercoledì io ero convinto di vincere il Mondiale, per come procedevano le cose; oggi, più deluso di me credo non ci sia nessuno!”

 

Scusa Antonio, stiamo entrando nell’ambito tecnico che volevo evitare ma la domanda é spontanea: il campo di gara è cambiato solo per noi?

“Certo che é cambiato per tutti ma io degli altri non posso preoccuparmi, io penso alla mia di Nazionale! Probabilmente gli altri o molti di loro, sono più abituati ad affrontare i cambiamenti di condizione e soprattutto queste condizioni…”

 

Tu vivi la Nazionale da dentro, direi intimamente, non solo da questi due anni in cui ne sei Responsabile ma anche da prima, visto che hai fatto parte delle spedizioni di tutti i Mondiali degli ultimi anni. Tu hai certamente un termometro molto reale degli umori interni al Team Italia, per cui ti chiedo se hai la percezione che sia cambiato qualcosa nel clima interno alla Squadra, tra gli agonisti ed il CT, tra gli agonisti fra loro, dopo Ostellato 2011? La collaborazione tanto decantata a quei tempi, c’è ancora?

“Dopo Ostellato 2011 abbiamo lasciato due grandi personaggi come Umberto Ballabeni e Stefano Defendi, che hanno accettato di restare nell’ambito federale come tecnici, per rinnovare il gruppo con l’inserimento di elementi più giovani. I Prandi, Reverberi, Giambrone, Premoli, Gelli ecc. rappresentano l’inizio di una politica di rinnovamento della Squadra nazionale, così come il cambiamento dei regolamenti che prevedono l’allargamento delle scelte tecniche ai primi classificati del Club Azzurro. Come squadra io oggi ho notato un maggior affiatamento rispetto al passato, e dopo il deludente risultato della Croazia, quando li ho chiamati ad uno scatto d’orgoglio e alla compattezza perché il momento grave richiedeva questo, ho notato in loro che il mio appello era superfluo, tanto li ho visti motivati e solidali, nonostante il dispiacere per il risultato ottenuto. Ci tengo a sottolineare che ho trovato una squadra. Voglio ribadire che gli errori fatti son stati errori di tutti, sono state valutazioni errate di tutta la squadra, non solo di chi ha impostato le gare, del resto l’esperienza dai nostro atleti é veramente grande per pensare che non abbiano responsabilità. Quando si perde, si perde tutti e non solo il Capitano, così come accade quando si vince.”

 

Uno degli argomenti che con frequenza esce dalle discussioni, non solo su questo risultato ma anche in generale parlando di Nazionale, è quello relativo alla presunta influenza degli sponsor sulla formazione della squadra. Vorrei che esprimessi la tua opinione al riguardo.

“Io ho iniziato a gareggiare agli inizi degli anni ’80 e mi ricordo che queste cose si sentivano già allora e le sento ancora oggi; sono teorie che si sentono parlando di calcio o altri sport e la pesca non fa eccezione. E non me ne meraviglio. Quando abbiamo intrapreso la strada delle scelte tecniche lo abbiamo fatto con l’obbiettivo di raggiungere dei risultati ed abbiamo dato al Capitano un margine più ampio di manovra per creare la Nazionale più competitiva, senza badare al marchio che ogni agonista poteva avere sulla maglietta. Se poi andiamo a vedere le classifiche del Club Azzurro dello scorso anno, a parte un agonista di grandissima esperienza come Michele Naro, gli altri sono tutti sponsorizzati da due sole aziende. E questo è un dato di fatto.”

Restando sull’argomento sponsor della Federazione, relativi alla pesca al colpo, vogliamo fare un po’ di chiarezza definendo quali prerogative hanno rispetto ad altri marchi del settore?

“Gli sponsor delle Nazionali per la pesca al colpo oggi sono tre: Colmic, Trabucco e Tubertini, in ordine alfabetico ma tutti possono sponsorizzare le Squadre nazionali, non vi è alcuna preclusione. In passato il pool degli sponsor era più numeroso, alcuni hanno interrotto la loro collaborazione, nel pieno rispetto delle norme che regolano queste cose. Ma il presunto occhio di riguardo che la Federazione o i suoi C.T. avrebbero nei confronti di atleti che vestono i marchi delle Aziende sponsor della Federazione é inverosimile e falso; vero è, invece, che ci sono Aziende che maggiormente investono nell’agonismo, anche tramite la ricerca di atleti di valore a cui far vestire il proprio marchio mentre altre Aziende fanno scelte commerciali e strategiche differenti e probabilmente per esse la sponsorizzazione della Nazionale non rientra in queste strategie o non interessa.”

 

Percentualmente, la sponsorizzazione delle Aziende quanto vale nel bilancio delle Nazionali? Quali sono i costi di questo apparato? Ti chiedo questo per capire se potrebbe avere un senso, naturalmente celato, di un eventuale atteggiamento “di favore” della Federazione rispetto ad un certo sponsor, oppure, vista l’entità tutto sommato modesta del contributo, questa ipotesi è inverosimile…

“Voglio premettere che questi soldi non vanno nel fondo dedicato al Settore Acque Interne ma vanno direttamente nel bilancio generale della Federazione, quindi seguono vie differenti. Quando venne costituito il pool le Aziende erano sei e oltre a quelle attuali c’erano anche Milo, Maver e Sarfix. Se ricordi, in occasione dei Giochi Mondiali della Pesca del 2011 sulle nostre divise campeggiavano i sei loghi che ti ho menzionato, proprio per dare soddisfazione alle Ditte che collaboravano in questo progetto e la cifra modesta dell’impegno economico voleva simboleggiare anche l’impegno morale di queste Aziende nel sostenere le Squadre nazionali. I bilanci dei vari Settori federali, comprese le Acque Interne, derivano dai fondi del CONI; sono, cioè, esclusivamente contributi che il CONI da alle varie Federazioni per le attività di alto livello. A questo proposito voglio chiarire anche un altro punto, perché al riguardo ho letto ogni genere di inesattezza, anche tendenziosa: quando le Nazionali vanno nelle varie parti del mondo per la loro attività, spendono fondi di provenienza CONI e non quelli derivanti dal tesseramento! I soldi del tesseramento, per circa la metà rimangono alle Associazioni Provinciali per le loro attività, l’altra metà arriva alla Sede nazionale, che li gestisce per attività come la gestione delle acque federali o convenzionate.”

 

Restando in termini prettamente economici, che sono buona parte di quelli che influenzano poi la politica federale: quanto vale, in soldi o rimborsi CONI, una medaglia di un Mondiale di pesca al colpo per la Federazione?

“Onestamente mi é difficile dirlo, non saprei. Posso dirti comunque che, da sempre, il CONI tiene nella massima considerazione i risultati sportivi delle sue Federazioni e la FIPSAS é certamente una delle più medagliate, anche perché ha vari settori e vari Campionati internazionali che si ripetono ogni anno. Noi del colpo, ad esempio, contribuiamo sensibilmente al bilancio globale, viste le varie Rappresentative che abbiamo e che, per fortuna, ci danno tanta soddisfazione, come anche quest’anno le Donne ed i Master, che anzi vorrei ringraziare anche da queste righe per gli ottimi risultati conseguiti; ma anche la squadra Diversamente Abili e le Nazionali giovanili negli anni scorsi ci hanno dato tante soddisfazioni. Poi nel Settore abbiamo la trota torrente che vince continuamente, lo spinning che mantiene uno standard molto elevato, il carp fishing, nel quale stiamo cercando di costruire un gruppo nuovo. Nella mosca abbiamo vinto. Voglio menzionare anche il Mare, che con la Presidenza di Gigli sta vivendo una nuova stagione organizzativa grazie alla sua esperienza in Acque Interne e al suo carisma, mentre sportivamente siamo fortissimi, a cominciare dalla canna da natante, alla canna da riva ecc.

E’ ovvio che le medaglie contano economicamente, proprio per le motivazioni legate al CONI cui ti accennavo prima: noi siamo la Federazione più titolata e una delle più numerose come tesserati e per questo il CONI ha un occhio di riguardo nei nostri confronti, anche economicamente.”

 

Parlando di costi, una domanda banale ma dovuta è: quanto costa mediamente un Mondiale o un Europeo?

“E’ una domanda alla quale é molto difficile rispondere, non per reticenza mia ma per una serie oggettiva di questioni che vanno dal costo della vita in una certa nazione, alla disponibilità o meno di esche e/o pasture specifiche, alla distanza dall’Italia ecc.

Posso farti alcuni esempi: lo scorso anno abbiamo fatto un Europeo in Serbia dove abbiamo speso 4.000 € di esche e pasture, perché ci voleva molto vers de vase e fouillis ed erano esche difficilissime da reperire, arrivavano da lontano, le abbiamo comprate in giro un po’ come capitava… Quest’anno la stessa voce di spesa è stata certamente più contenuta perché eravamo meglio organizzati localmente e, anche se abbiamo comunque usato il ver de vase, ci siamo attestati sui 3.000 € tra esche, terra, pasture ecc mentre abbiamo avuto spese di albergo veramente contenute perché i costi in Croazia sono più abbordabili e la distanza dall’Italia è relativa e non è stato necessario andare in aereo. In Belgio, al contrario, la spesa di albergo e vitto é stata molto più elevata, perché in quel Paese la vita é molto più cara ed i prezzi maggiori. In Croazia mangiavamo tutti, a pranzo, con 100 € circa, in altri posti ne occorrono 300. Il Portogallo, ad esempio, ha i costi maggiori nel viaggio per noi, poi albergo e mangiare costano veramente poco. Mediamente, e molto approssimativamente, possiamo comunque parlare di 10/15.000 € per una spedizione.”

 

Grazie della franchezza. Proprio per questo voglio chiederti se cifre di questa entità possono essere giustificabili per Nazionali di categorie che numericamente muovono numeri di praticanti tutto sommato molto più esigui rispetto ai Seniores…

“A mio avviso si. Non dobbiamo fermarci alla superficie della questione ma considerare anche l’aspetto politico e di immagine che la Federazione deve giustamente perseguire. Presentare e partecipare ad eventi mondiali con della Selezioni italiane in categorie considerate più “deboli” pone la Federazione in una certa ottica rispetto al CONI, che stanzia dei fondi appositamente per quelle categorie e per le manifestazioni dedicate ad esse. Non presentare delle Nazionali in alcune categorie, oltre che porre la Federazione in un ottica di scarsa sensibilità e possibile discriminazione verso quelle categorie, non le permetterebbe nemmeno di attingere ai fondi specifici e quindi il danno sarebbe doppio.”

 

Tocchiamo un altro argomento che torna con regolarità quando si parla di Nazionale: l’entità numerica delle spedizioni Azzurre e, ancora, i costi che tante persone al seguito procurano alle casse federali…

“Ho toccato questo argomento con il Presidente del Settore, Natucci, proprio di recente. Uno dei paletti che da sempre ci siamo dati era proprio quello di non portare mai al seguito della Nazionale una persona in più di quelle necessarie. Forse ora, vista la nostra necessità di vincere, é giunto il momento invece di portarne anche due in più di quelle indispensabili, proprio per avere il massimo potenziale possibile per centrare il risultato. Leggo a volte di questo quando si parla di Nazionale ma, anche in questo caso, si parla senza cognizione di causa, perché chi é al seguito della Nazionale ha, sempre, un compito ben preciso e non viene mai per fare il turista. Ti faccio un esempio per chiarirmi: in Croazia siamo andati con 6 atleti, 3 componenti lo Staff Tecnico, due persone chiamiamole “di supporto”, che si sono adoperate per una serie infinta di operazioni logistiche fondamentali come guidare i pulmini con tutte le attrezzature da e per l’Italia e nei vari spostamenti ogni giorno, preparare tutte le pasture, terre, ghiaia indispensabili per le prove e le gare (non dimentichiamo che quest’anno è andata bene perché eravamo a 600 km. dall’Italia ma, in altre occasioni, bisogna andare in Belgio, in Portogallo, in Rep. Ceca, quindi si macinano anche migliaia di chilometri alla volta! Quest’anno, in Belgio, questi “supporti” setacciavano 150 kg di terra al giorno, ad esempio…); ancora, della spedizione fa parte un Delegato federale (responsabile della trasferta) e, per finire, un dipendente della Federazione, che ha la funzione amministrativa della trasferta. Con questo sfido chiunque a dire che ci sono persone che vengono a fare una vacanza con la Nazionale. Se si vedono, in alcune foto, altre persone che gravitano attorno al gruppo, sono sempre persone che vengono a spese loro e per loro conto. Vorrei che questo fosse chiaro. Una delle operazioni fondamentali, durante le prove, è proprio verificare cosa stanno facendo le altre Nazionali, segnatamente le più forti; capita sempre, in alcuni giorni, che i due Vice Capitani spariscano delle mattinate intere proprio perché vanno in visione delle altre squadre, apposta per capire cosa e come lo stanno facendo, se fanno delle prove diverse dalle nostre, con quali risultati. Sono operazioni fondamentali e anche se quest’anno non hanno portato i risultati sperati, queste sono persone spesso determinanti. Questo per dire che siamo al minimo indispensabile per cercare di ottenere dei risultati positivi; mi piacerebbe poterne portare qualcuno in più. Quest’anno lo abbiamo fatto nel Mondiale Master e Disabili di Roma, dove alle due Nazionali é stato aggiunto un componente agonista in più che ha potuto fare esperienza e dare supporto logistico durante le prove.”

 

Approfitto dell’argomento Capitani che hai toccato per una domanda di tipo organizzativo: esiste una qualche forma di coordinamento tra i Capitani delle nostra varie Rappresentative Master, Donne, Giovani e, se no, non ritieni che sarebbe auspicabile anche come scambio di informazioni tecniche?

“Al momento non esiste nulla di questo, almeno in modo strutturato, ma anche questo è un nostro obiettivo, arrivare cioè ad una forma di collaborazione tecnica che porti ad una crescita collettiva di tutti i C.T. delle varie categorie, con uno scambio continuo e costante di informazioni, superando anche eventuali antipatie o rancori personali che potrebbero esserci.

Nel chiudere questa intervista vorrei dirti che le valutazioni che stiamo facendo in questi giorni, a Mondiale finito, porteranno sicuramente a dei cambiamenti. Questo è stato fatto per le Nazionali giovanili e per i Diversamente Abili, così come già a partire del prossimo anno sono cambiate le regole per l’accesso alla Nazionale femminile. Per i Seniores stiamo affrontando un confronto interno serio e profondo per non lasciare nulla al caso e apportare quelle modifiche, sia in termini di scelte che di gestione, che ci permettano di raggiungere anche al Mondiale gli ottimi risultati ottenuti negli ultimi Campionati Europei.”

 

Angelo Borgatti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *