CLUB AZZURRO SENIORES: la parola a Thomas Busatto e Gianni Lazzeretti.

Infine, dopo le interviste agli Stoppers,sono riuscita anche a sentire coloro che sono arrivati nel Club Azzurro dietro al grande atleta della Lenza Emiliana Tubertini, Giuliano Prandi.

Anche queste sono state sei gare tirate fino alla fine,con fortissimi agonisti sempre pronti a non mollare mai,pur di aggiudicarsi un posto in Nazionale !

Questa volta è il turno di due garisti che da anni fanno parlare di loro,nei vari campionati e che finalmente dopo tanti sacrifici hanno raggiunto un sogno: quello di entrare nel giro della Nazionale Seniores 2015.

Con queste interviste,oltre a chiedere le solite domande di rito sulla pescata, dove ci svelano tutto su come hanno affrontato il Mincio a Peschiera, ve li faccio conoscere anche un po’ meglio sotto il profilo personale.

Li ringrazio e faccio ad entrambi un grosso in bocca al lupo!!

Natascia

c_a_-20141

Thomas Busatto – RIVER CLUB PADOVA Tubertini

Busattoaaaaa

Thomas, la scorsa settimana come hai scritto su facebook, hai finito 40 anni e non potevi farti un regalo piu’ bello di questo: arrivare secondo nel Club Azzurro dietro ad un fortissimo Prandi e conquistare un posto nella Nazionale Seriores di pesca al colpo 2015!

Ma ad inizio di questo campionato quali erano i tuoi traguardi?

Il traguardo che mi ero prefissato quest’anno, era semplicemente quello di riuscire a restare nel Club Azzurro anche per il 2015 e di divertirmi magari imparando qualcosa da persone come lo stesso Prandi.

Vorrei farti conoscere un po’ meglio ai nostri lettori: che lavoro svolgi?

Sono laureato in Biologia e faccio l’ittiologo delle acque interne come libero professionista. In pratica elaboro le Carte Ittiche per le Provincie e preparo i regolamenti provinciali sulla pesca. Oltre a ciò mi interesso di Valutazioni di Incidenza Ambientale, progetti di tutela della fauna ittica come lo Storione Cobice, la Tinca e l’Anguilla, monitoraggi e recuperi di pesce, analisi chimiche/fisiche delle acque sia pubbliche che private ed ultimamente mi interesso per la gestione dei laghetti di pesca sportiva, andando in giro per gli allevamenti, al fine di procurare pesci per carpodromi e carassodromi. La visione dei pesci da immettere in questi bacini prima del carico nei camion è molto importante e anche la scelta dei periodi per i ripopolamenti deve essere ben valutata.

Quanti anni sono che pratichi questo sport?

Ho cominciato che ero un bambino, praticamente faccio gare da 34 anni. Un bel po’ di tempo!

Chi ti ha messo in mano la prima canna da pesca?

La prima volta che sono andato a pescare era con mio padre, quando avevo 4 anni. Lui ha iniziato a fare gare in di pesca in quel periodo ed io ho cominciato ad andare con lui.

E come ti sei avvicinato al mondo delle gare?

E’ sempre stato mio padre, che quando ho compiuto 6 anni mi ha iscritto ad una gara provinciale di Venezia nella categoria dei “Pierini” e da allora non ho più smesso.

Oggi fai parte di una squadra molto forte la River Club Padova, ma sei stato tesserato anche con altre societa’?

Si, in passato sono stato tesserato con altre società, tutte di Venezia. Sai Natascia,  molti non lo sanno ma io sono di Venezia. Ho iniziato con la Maernese e successivamente con La Riviera del Brenta, poi CCJesolo, Lenza Sandonatese e Cannisti Sandonatesi, con la quale ho partecipando alla finale del Campionato Italiano Individuale, a Borreto,dove ho acquisito il diritto a partecipare al mio primo Club Azzurro nel 1998. Dal 2001 faccio parte della River Club Padova Tubertini.

Partecipando anche al C.I.S., ma come riesci a far conciliare tutti questi impegni?

Con molti sacrifici e tanta organizzazione per far incastrare tutti i tasselli: lavoro, vita privata, risorse economiche e salute. Purtroppo non sempre ci riesco; o meglio per ottenere qualche risultato in più dovrei riuscire a frequentare di più i corsi d’acqua, ma sacrificare altro tempo al lavoro e alla vita privata è davvero complicato.

Bene, dopo questa breve parentesi ritorniamo a parlare del Club Azzurro,un’esperienza che insegna tanto?

Nella vita l’apprendimento non è mai finito e nel nostro sport vale la stessa regola. Nel club Azzurro, a dire il vero tutte le volte che un pescatore si reca lungo il fiume, c’è sempre qualcosa da imparare. Da tutte le persone che incontri. Nel Club Azzurro, che è il luogo in cui hai la possibilità di affiancare i pescatori più forti d’Italia, le nozioni che ti arrivano sono molteplici, a volte anche troppe. Dal mio punto di vista, i garisti devono prendere tutte le informazioni che ti arrivano sul modo di pescare, di preparare il materiale, di come chiamare il pesce nella zona di pesca e poi elaborarle e farle proprie. Ognuno ha un suo modo di pescare e a questi livelli voler copiare un altro pescatore ti pone in una posizione complicata e di inferiorità, in quanto non hai le sue conoscenze e le sue capacità e se lo trovi in settore difficilmente riuscirai a stargli davanti a meno di una botta di fortuna!

Come hai trovato questo ambiente?

Molto sereno, cordiale e amichevole; sai delle volte si lega di più con qualcuno che con altri ,comunque un ambiente piacevole. Le persone parlano di pesca e tutti sono accomunati da una grande passione, la pesca agonistica.

Tu chiudi con 10 penalita’, Prandi con 8, hai un po’ di rammarico,credi di aver potuto fare il “colpaccio”?

Penso che alcuni pescatori che partecipano a questo torneo partano con l’obbiettivo di vincerlo altri di confermarsi. Dopo quattro prove trovarmi in terza posizione, mi ha fatto sperare di riuscire a stare nei 5. Ho sempre saputo che con Giuliano Prandi ,sarebbe stato difficile riuscire a vincere, ma con la fortuna non si può mai dire. In Mincio ho fatto delle belle gare nella mia carriera e mi sono tolto qualche soddisfazione, ma vedendo pescare Prandi domenica, mi rendo conto che il risultato del Club Azzurro è giusto e veritiero.

In sei prove hai fatto 3 primi,qual’ è stata la gara piu’ bella in assoluto e perche’?

La gara più bella è stata quella di domenica in Mincio, in quanto ho rivisto completamente l’impostazione di sabato ed ho giocato il tutto per tutto. Nel 1998 sono entrato in Club Azzurro per la prima volta dal Campionato Italiano e la seconda prova di questo torneo era in Mincio, dove ho vinto il mio settore battendo per distacco Giampietro Barbetta (che all’epoca era all’Emiliana Tubertini). Oggi entro, arrivo secondo al Club Azzurro sempre in Mincio. Mi piace pensare che è il posto che mi porta fortuna.

Nella penultima prova,purtroppo fai 7,cosa credi di aver sbagliato  visto che poi il giorno dopo vinci il settore?

Nella gara di sabato ho fatto l’errore di non aver dosato bene i caster e la pastura e questo mi ha penalizzato. Nonché, non ero preparato in modo adeguato per la pesca a 50 mt., soprattutto non ero apposto con le fionde per pescare a quella distanza.

Comunque non hai mollato “l’osso”?

L’osso non si molla mai, si gareggia per vincere. Altrimenti non farei le gare. Non sempre ci si riesce, ma ci si prova almeno.

Ci racconti queste due gare?

La prima gara non è stata semplice, infatti sono capitato E1. Il problema è che il picchetto E5 cadeva proprio nella zona dove esce lo scarico ed i picchetti E7 ed E8, erano dove c’è il sasso in acqua. Tre picchetti buoni sulla carta. Ho preso subito tre pesci con l’inglese a metà Mincio ,pescando con i casteroni ed alimentando con pastura a spaccare e caster affondanti. Ma dopo un’ora e mezza non ho più visto una mangiata. Giambrone e Bruni ,affianco a me hanno allungato la pasturazione, mi hanno spostato il pesce più in la’. Io non ero pronto per questa soluzione per cui non sono riuscito a vedere più nessuna mangiata. Morale della favola finisco con tre pesci e faccio il settimo.

Il secondo giorno, ho deciso di giocare il tutto per tutto e di vedere un numero maggiore di mangiate nella prima ora. Per questo ho pasturato con tutti i caster che avevo in questo lasso di tempo. Fortunatamente ho preso 5 scardole ,che mi hanno consentito di vincere il settore. Le ho prese con il casterone, ma ho pescato più in profondità rispetto al giorno prima ,in quanto ho ritenuto che le mangiate fossero meno frequenti ,ma più sincere. E per fortuna è andata così! Ho visto 15 mangiate ed ho preso 5 pesci, mentre il giorno prima ne avevo viste una trentina per prendere solo 3 pesci. Entrambi i giorni ho pescato a 30-35 mt. da riva. Il fatto di aver visto dove Bruni aveva pescato al sabato, mi è stato d’aiuto la domenica, in quanto mi sono messo su quella scia sperando che fossero rimasti dei pesci sulla pastura del giorno prima. Alla fine è andata molto bene.

Che attrezzatura avevi preparato?

Ho preparato sei inglesi “Tmatch  Elite” della Tubertini. Tre da mt . 4.20 e tre da mt .4.50 ,con galleggianti “PRO 96” da 16 gr. e “PRO 115” da 20 gr .Quattro bolognesi “Level Tech 8307 CT” da mt. 7,  con galleggianti “PRO 50”, due per la pesca leggera sui tredici metri e due pesanti per il centro fiume. Tutte e dieci le canne erano asservite da mulinelli “Vertigo 5500”, con filo del 0.148 “Tatanka Neutral”.

La difficolta’ maggiore che hai incontrato in questo bellissimo campo di gara?

In questo frangente la difficoltà maggiore che ho incontrato, era capire quanto pesce fosse sceso dal lago, in modo tale da regolarsi sulla quantità di pastura da dare e la frequenza nel darla.

La prima sensazione che hai provato quando hai letto la classifica ufficiale e ti sei visto li’ in alto?

Felice ed emozionato, un sogno realizzato dopo tanti anni di impegno. In poche parole un sogno ad occhi aperti. Ancora adesso faccio fatica a crederci.

Adesso cosa ti aspetti dalla prossima stagione?

Consolidare i risultati ottenuti e se possibile anche migliorarli.

Chi ringrazi ?

Ringrazio la mia compagna ,che ha capito quanto sia importante per me questo sport e mi lascia il tempo per praticarlo. Ringrazio i mie genitori ,per il supporto che mi hanno dato e che continuano a darmi. La ditta Tubertini ,nelle persone di Glauco Tubertini e di Ferruccio Gabba, per i preziosi consigli datemi in questi ultimi anni. La Società in cui milito l’ASD RIVER CLUB PADOVA TUBERTINI ,che si prodiga nei suoi limiti, non solo per me ma anche per tutti gli associati, affinchè non ci manchi nulla come materiali e come logistica.

Grazie mille e complimenti,ci si vede domenica ad Ostellato per il C.I.S. 

Tanti saluti  anche a te ed a presto.

 

 

GIANNI LAZZERETTI – L.P. VALDERA L. PONTEDERESE Colmic

Lazzeretti

Gianni,un sogno avverato quello di entrare in nazionale?

Quando da ragazzo ho iniziato questo bellissimo sport, mai e poi mai avrei immaginato di poter arrivare un giorno in nazionale. Un’emozione grandissima, unica!

A mente fredda, oggi ti sei reso conto del traguardo raggiunto?

Faccio parte del Club Azzurro da 4 anni, ed anche negli anni passati ho visto in lontananza la maglia azzurra che passava, ma è mancato sempre quel qualcosa che mi permettesse di raggiungerla.

Devo dirti che dopo la gara del sabato, ero rassegnato a vedere svanire anche quest’anno il sogno, tanto la pescata è risultata difficile, poi per fortuna non è stato così.

Come ho fatto con Thomas,anche a te vorrei fare subito qualche  domanda per farti conoscere meglio dai nostri amici che seguono il sito: quanti anni hai, di dove sei e che lavoro svolgi?

Sono nato nel lontano 1967 a Pontedera, la patria della Piaggio, per cui non possiamo dire che io sia proprio una giovane promessa. Adesso vivo a Livorno, dove lavoro in ospedale come tecnico di radiologia.

Da quanto tempo pratichi questo sport?

Ho iniziato a pescare nel 1987.

Chi ti ha avvicinato alla pesca?

Un amico di famiglia sapendo della mia passione per la pesca mi ha fatto provare a fare qualche gara di prova, da lì è partito un vortice irrefrenabile che non si è ancora fermato.

Con quali societa’ sei stato tesserato fino ad oggi?

Ho iniziato appunto nel 1987 con una piccola società locale, la neonata Lenza ‘87 Pontedera, dove ho gareggiato fino al 1993, anno nel quale sono passato all’APS Ponsacco, fino al 2008. Dal 2009 sono passato alla Valdera, dove sono ancora oggi.

Quante volte riesci ad andare a pescare durante la settimana?

Quando siamo in periodo di competizioni, con i compagni di squadra andiamo a provare i campi di gara dove disputeremo le sfide future in ogni occasione possibile, in altri periodi più “tranquilli”, vado a pescare il sabato e la domenica, come la maggior parte dei miei colleghi.

Ed ora parliamo di questa bella esperienza che hai vissuto nel Club Azzurro dove chiudi con 12 punti,ma cosa si prova ad essere davanti a tanti grandi pescatori?

E’ un’emozione grandissima, proprio perche durante l’annata, pescando più volte accanto a tanti pescatori di altre società, ti rendi conto di quanto siano bravi e preparati. E’ proprio questa considerazione che ti da lo stimolo a fare sempre del tuo meglio, a perfezionare tutte le fasi della pescata,dall’approccio al campo di gara, all’attrezzatura necessaria, alla pasturazione ecc.

Tra le sei prove disputate qual’ è stata la tua gara perfetta?

Io sono innamorato oltre che di mia moglie, del Po’ di Volano a Medelana, per cui ricordo con piacere la gara della domenica proprio a Medelana, dove faccio un bel primo di settore dopo una gara tiratissima con il bravo Fabio Negri.

E quella invece dove recrimini qualcosa?

La gara del sabato a Ostellato. In questa gara ho fatto uno sbaglio di valutazione credendo nella pescata a 13 metri, che si è rivelata inefficace, ripiegando sulla pescata corta a 6 pezzi di canna ho agganciato tantissimo pesce, ma sia le lenze che gli elastici non erano quelli giusti e quindi ho slamato molti pesci importanti ,che mi hanno portato a fare il quinto di settore. Quel pomeriggio ,nonostante un violentissimo temporale, sono rimasto sul canale per preparare al meglio la gara della domenica, nella quale ottengo un bel primo di settore

Sabato a Peschiera purtroppo non vai oltre il 6,ma poi domenica ti rifai con un secondo di settore,hai cambiato impostazione di gara, oppure è stato solo un fattore di picchetto?

Nella gara del sabato sono stato vittima di un’invasione di piccole scardole da 10 grammi, che di fatto dopo la prima ora di gara mi hanno impedito di pescare, un fenomeno che non si era mai verificato durante i giorni di prova e mi ha trovato impreparato. Nella prova finale sono andato nel settore più a valle ed ho continuato a credere nella pasturazione effettuata nei giorni precedenti, e questa volta è andato tutto nel verso giusto.

Ti va di raccontarci queste due ultime prove?

Ho impostato la pescata sulla linea dei 35 metri, nella pasturazione pesante ho fatto un fondo importante con 8 grosse palle di pastura arricchite con dei caster galleggianti, sono partito con la canna bolognese passando a filo delle erbe sul fondo, e questo mi ha permesso di catturare due scardole sia al sabato che alla domenica. Quando le mangiate si sono dapprima diradate e poi scomparse del tutto, sono passato alla canna inglese, alternando quelle con la montatura cosiddetta a “fisso” e quelle con la sfera e il galleggiante scorrevole, a seconda delle condizioni di acqua e vento nelle varie fasi della gara. Pescando con la canna inglese ho cambiato il tipo di pasturazione, passando ad una pastura meno bagnata ed arricchita con del torteau di mais fine e con dei caster affondanti. La cosiddetta pastura a spaccare, che mi ha permesso di arrivare a fine gara con una discreta regolarità di mangiate.

Quali materiali del tuo sponsor avevi preparato?

Per quanto riguarda le canne bolognesi ne avevo preparate quattro. Due “Fiume 180” da 8 metri, armate con dei galleggianti “Menta Pisa” a filo passante, in bobina del filo “Steel Resistance” dello 0,12, con uno schock nella parte terminale della lenza con del filo “ X5000”  dello  0,185,  amo “ Nuclear  B957” n°16 ,montato con del filo “Riverge” dello 0,112.

Le altre due “Fiume 180” erano da 7 metri, armate con dei galleggianti “Carpina” da 1 e 2 grammi, per la pesca corta a filo delle erbe, in bobina del filo “Steel Resistance” dello 0,12 ,con un finale “Mimetix” dello 0,083 ed un amo “Nuclear B900” del 22 e del 20.

Le canne inglesi erano le “Real XT” da 4,5 metri, con due azioni diverse 4 da 16 grammi per la pescata sui 35 metri, e due da 25 grammi per la pescata di difesa sulla tre quarti del canale. Le due canne più leggere per la pesca a fisso, le ho montate con degli “Aeroblindo” da 14 grammi, amo “Nuclear B957” n° 18 ,con del filo “Mimetix” dello 0,09. Per le canne a scorrere invece ho usato dei “Victory Competition “,con delle sfere da 6 e 8 grammi, stesso finale delle altre due.

Le canne inglesi più pesanti le ho preparate invece con dei galleggianti “Aeroblindo “da 25 grammi per poter pescare facilmente a distanze maggiori ,con in bobina del filo “Steel Resistance” dello 0,14 ed uno schock di una decina di metri con del filo “X5000” dello 0,185.

La pastura impiegata è stata la classica “Peschiera” della ditta Colmic, arricchita con del torteau di mais fine.

La bellezza del Mincio di Peschiera?

La cornice del campo di gara è unica, un vero stadio della pesca, a tal proposito devo fare i complimenti a tutti coloro i quali contribuiscono al mantenimento di questa meraviglia.

Non ti fa’ un po’ paura pensare al grande impegno che dovrai affrontare il prossimo anno?

Il sentimento della paura di non essere all’altezza è certamente presente, però conoscendo e stimando personalmente molti componenti della squadra azzurra, spero di poter crescere tecnicamente pescando con loro.

Partecipi anche tu al C.I.S.  con i tuoi soci della Valdera L.Pontederese,una squadra che sta dando del filo da torcere anche alle grandi societa’ e vi trovate nelle prime posizioni della classifica generale?

Noi della Valdera, siamo arrivati alla disputa del C.I.S. attraverso la vittoria del trofeo di Eccellenza Nord del 2013. Devo dire che il divario tecnico che abbiamo riscontrato ed affrontato è senzaltro notevole. Se siamo in quella posizione di classifica, lo dobbiamo alla forza del gruppo che si è venuto a creare all’interno della società ed all’aiuto significativo, sotto tanti aspetti, dello sponsor tecnico :la Colmic.

Vuoi ringraziare qualcuno in particolare?

Il primo ringraziamento va senza dubbio alla famiglia, certamente sacrificata nei mesi di attività agonistica a causa delle numerose trasferte lontano da casa.

Un altro ringraziamento devo farlo ai colleghi della Medicina Nucleare di Livorno per lo stesso motivo.

Venendo ai ringraziamenti tecnici, non posso fare a meno di ringraziare la ditta Colmic, nella persona di Jacopo Falsini, con cui ho rapporti diretti, per il grande aiuto fornitomi. L’aiuto importante anche dal punto di vista economico della società di pesca di appartenenza la Valdera Pontederese Colmic, senza il quale sarebbe impossibile seguire l’attività sportiva a questi livelli.

Un ringraziamento particolare ai compagni di squadra, con i quali ho un rapporto di confronto e amicizia splendido, in particolare con il mio “mentore” Andrea Gelli che mi ha insegnato molte delle  cose che so adesso, un vero campione.

Ti rifaccio i complimenti e buona fortuna per queste ultime gare a te ed ai tuoi compagni di squadra.

Grazie Natascia, ma sono io che faccio i complimenti a te ed a tutto lo staff di Matchfishing, per la grande visibilità che date al nostro sport.

Ciao a presto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *