WAGGLER: LA STORIA E LA CLASSIFICAZIONE TRADIZIONALE

Da oggi parte la collaborazione con il portale PESCA ALL’INGLESE E AL COLPO. Anche loro grandi appassionati di pesca, in particolare della pesca all’inglese nelle sue varie inclinazioni tecniche.

Un portale dove scrivono diversi amici e che con questo primo articolo ci fanno capire come e quanta sia profonda la loro passione per questa disciplina.

Agli amici di PESCA ALL’INGLESE E AL COLPO un grande BENVENUTO da parte della redazione di M.F. e da tutti gli amici fedeli lettori.

Grazie per averci preferito.
Alessandro

WAGGLER:

LA STORIA E LA CLASSIFICAZIONE TRADIZIONALE

0

1

La questione relativa alla paternità dell’invenzione della pesca col waggler è, ancor oggi, molto dibattuta nel Regno Unito: alcuni sostengono che sia stata addirittura inventata in Olanda intorno al 1900, anche se la tesi maggiormente accreditata e verosimile lega l’ideazione del waggler all’inglese Mr. J.H.R. Bazley (l’autore, tra gli altri, dell’ormai storico volumetto intitolato “The Art of Coarse Fishing” édito nel 1932) che, per primo, utilizzò un galleggiante unito alla lenza solo nel punto inferiore, per vincere due Campionati Nazionali “All England” nel 1909 e nel 1927.

2

Solo successivamente, questo tipo di galleggiante fu legato alle gesta mitiche di pescatori ormai leggendari come Johnny Moult (da alcuni ritenuto il più implacabile catturatore di tutti i tempi, un autentico uragano nelle competizioni),
3

4

o come Dick Walker (significativamente conosciuto col soprannome di Carp Godfather, dal titolo di una sua famosa pubblicazione),

5

od anche Fred Taylor (insignito del titolo di baronetto per le sue pubblicazioni in materia di pesca sportiva … anche da questo si riconosce un paese civile),

6

7

e, sopratutto, dal duo Benny Ashurst (il papà di Kevin … quando si dice: tale padre, tale figlio!)

8

e Billy Lane, che ne svilupparono le potenzialità e le condizioni di utilizzo, vincendo ogni tipo di gare sui fiumi e, sopratutto, sui canali delle Midlands, rendendolo conosciuto anche al di là della Manica (Billy Lane diventò campione del mondo individuale nel 1963 sulla Mosella. Nell’immagine sottostante è ripreso proprio nella gara del mondiale).

9

Contrariamente a quello che pensano tutti, pertanto, Billy Lane non ha inventato i wagglers, ma ha fatto, se possibile, molto di più per la pesca all’inglese (in attesa dell’articolo che mi riprometto di fare in merito, vi posso soltanto anticipare che, ad esempio, nel suo negozio di Coventry è nata la prima tre pezzi: una 12 piedi in canna di bamboo spagnolo, munita di un centrepin storico e ricercatissimo dai collezionisti: il “Match Aerial” (quello originale prodotto dalla Allcock’s 1939 “Aerial Match reel model 9053-T1” e non la versione, altrettanto ricercata, realizzata successivamente dalla allora Noris Shakespeare); li è nata sicuramente anche la prima match rod in fiberglass: la “Billy Lane Float Rod”;li sono stati commercializzati i primi veri wagglers della ormai mitica serie “Ultra” – nelle loro varie releases succedutesi nel tempo – e vogliamo poi dire che Billy Lane ha inventato la pesca a scorrevole, sviluppando il suo famoso “sliding stop knot” e poi l’Encyclopaedia … ma questa è un’altra storia).
Del resto, anche Benny Ashurst non è stato da meno (tra una vittoria e l’altra, ha scoperto e commercializzato il caster affondante, inzialmente chiamato “sinking crisalys” e poi … ha inventato lo stick float … così, tanto per dire di che pasta era fatto).
E’ curioso sapere che, a partire dai primi del ‘900 e fino agli anni ’50 il nostro galleggiante all’inglese veniva chiamato comunemente “waddled float” in quanto, una volta lanciato in acqua e recuperato sulla supefice, riproduceva il modo di camminare delle anatre (to waddle: camminare dondolando come un’anatra). Soltanto a partire dagli anni ‘60 iniziò ad essere chiamato “Ducker Waggler” (sempre in ossequio al modo di camminare scomposto delle anatre) e, poi, solamente e semplicemente, waggler.
Da un punto di vista costruttivo il “Ducker Waggler”, nel suo progetto originario, risulta costituito da un corpo oblungo in sughero (sostituito, a partire dagli anni anni 50, dal legno di balsa e, più tardi ancora, dal polistirene) sormontato, ad una estremità, da uno stelo in sarkanda od, in alternativa, da uno stelo in piuma di cigno, di oca, finanche di condor e di corvo, oppure da un aculeo di istrice.
Alcune realizzazioni dei classici Ducker:

10

11

12

Una serie di Ducker in penna di istrice …

13

in penna di procospino …

14

in penna d’oca …

15

in penna di cigno …

16

ed in penna di corvo

17

Sono documentati anche alcuni “Ducker Waggler” con asta in celluloide, che sono stati commercializzati dalla Middy sino a pochi anni orsono.

18

L’asta in penna di pavone (peacock quill) venne introdotta solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando tale materiale iniziò ad essere importato con continuità dalle colonie asiatiche.
Le versioni originarie di questo galleggiante prevedevano misure decisamente piccole e paragonabili a quelle utilizzate nella pesca a roubasienne; pertanto i “Ducker Waggler” venivano commercializzati (ma, molto più spesso, autocostruiti) in misure che raggiungevano, al massimo, i quattro o cinque grammi.
Caratteristica peculiare dei wagglers inglesi è quella di essere “unloaded”: totalmente (o quasi) privi di piombo nel galleggiante, sia nelle versioni “straight” e sia nelle versioni “bodied”.
A testimonianza di questa particolarità, potete vedere le tre serie di wagglers forse più famose e più utilizzate in assoluto dai match anglers inglesi negli ultimi 50 anni: i “Billy Lane Ultra”, i “Dick Clegg Britannia” ed i “Drennan Drake” (questi ultimi utilizzati da Alan Scotthorne – con una piccola modifica – per vincere il mondiale individuale a Velence in Ungheria nel 1997).
Il buongiorno si vede dal mattino: “Billy Lane Ultra”, i progenitori dei moderni wagglers

19

20

Ed ecco un pezzo di storia della pesca all’inglese: i Dick Clegg Britannia

21

Un classico di ogni tempo: i Drennan Drake

22

23

Contrariamente a quanto ritenuto fino ai giorni nostri anche dai migliori inglesisti, parlare di “waggler” non significa affatto fare riferimento soltanto al binomio “straight – bodied”: nella più genuina tradizione britannica, infatti, sotto la dizione “waggler”, vengono ricomprese e minuziosamente codificate, a tutt’oggi, una articolata tipologia di galleggianti, tra loro accomunati unicamente dall’essere fissati alla lenza in un solo punto, come ha avuto modo di affermare, primo tra tutti, Dickie Bowker il quale, all’incirca nel 1967, dopo aver chiarito che il termine “waggler” deriva dal modo caratteristico di atteggiarsi del galleggiante in volo “waggler daddled in the air”, ha riassunto così l’essenza primigenia e più vera dei nostri amati galleggianti all’inglese: “plain lenght of peacock quill, attached bottom-end only with the main shot either side of the bottom ring”.
Sotto un profilo evolutivo, la prima versione di waggler, storicamente, è costituita dal modello c.d. “Antenna Float” (ancora oggi usato in U.K., anche nelle fisheries), formato da un’asta in penna od in canna od in midollo di balsa, con alla base un bulbo di sughero od in balsa dura, ideato per pescare in acqua totalmente ferma ed in condizioni di vento, nelle misure variabili da 2AAA fino a 3 SSG.

24

Molto simile a questo primo modello è il c.d. “Dumpy”, che è una variante ideata dai pescatori londinesi tra gli anni ’60 e ’70 e caratterizzato da un’asta e da un corpo voluminoso, al fine di poterlo lanciare più lontano ed agevolare la pesca sul fondo, grazie alla possibilità di fissare una cospicua piombatura attiva anche parecchio in basso alla lenza, con misure che vanno tra i 2 ed i 4 SSG.

25

Una ulteriore variante dell’”Antenna Float” è il famoso “Ducker”, visivamente molto simile all’”Antenna Float”, ma costruito usando o soltanto una penna di gallo di diametro molto generoso (successivamente sostituita dalla canonica penna di pavone), oppure anche montando la penna su un bulbo in sughero.

26

Il “Ducker” serve in condizioni di corrente superficiale rilevante e veniva realizzato in misure variabili dai 2AAA fino ai 5AAA.
Rimanendo in tema “Ducker”, va menzionata una release particolare che prende il nome di “Sheffield Ducker”, che si distingue per essere parzialmente piombato e per avere un’asta di misura pari a 3 inches (poco meno di 8 cm.), da un bulbo molto sfinato e dal peso unico di 3 piombi del n. 4 in lenza attiva.
Altra variazione sul tema “Ducker” è rappresentata dal modello “Onion”, che ha un’asta in penna di gallo particolarmente sottile. Si tratta, in sostanza, di un waggler con asta del peso massimo di 2BB ed una base del peso massimo di 3BB, per un peso complessivo di circa 5/6 BB al massimo.
Questo è un modello particolarmente ricercato dai collezionisti perché il bulbo a forma di cipolla è fatto … in ghianda di quercia!

27

Bisogna precisare che questi waggler furono realizzati anche con l’asta riportata in penna di pavone finissima e fissata ad un bulbo piccolissimo ed, in tal caso, si parla precisamente di “Fenland Float”.
Esiste una versione modificata del “Fenland Float”, propriamente chiamata “Swinger” che è addirittura priva del piccolo bulbo e che fu realizzata da Johnny Rolfe per stanare i difficilissimi gardons del Trent. Da questa ultima variante sono iniziati ad essere prodotti i moderni straight.
Di séguito due versioni dei vecchi ed apprezzatissimi galleggianti della ormai defunta storica fabbrica inglese “Premier”:

28

29

Da questa notazione possiamo apprezzare che, nell’evoluzione del waggler, è nato prima il bodied e, poi il waggler in penna semplice, che costituisce un adattamento posteriore che gli inglesi hanno utilizzato unicamente per pescare i gardons.
Esiste, poi, una ulteriore serie di modelli per la pesca a grande distanza (che, per gli inglesi, significa sino ai 30/35 metri), caratterizzata dalla foggia del “Ducker Waggler” e formata da due modelli per la pesca fissa (“Arrow” e “Missile”) di lunghezza fino a 12 inches e del peso massimo di 8SSG, parte del quale (fino a 5 SSG) pre-piombato sulla base del galleggiante e da uno per la pesca scorrevole (“Slider”), identico ai primi due, ma non piombato.
Questi due modelli sono stati resi famosi dai loro più accaniti utilizzatori, nomi da brivido quali Billy Lane, Peter Drennan e Peter Stone (gli inventori), nonché Ian Heaps e Ivan Marks .
La variante insert di tali tre modelli prende il nome di “Dart” ed ha un riporto in penna di pavone estremamente fine per meglio distinguere le mangiate “on the drop”.
Da ultimo, mi piace ricordare il c.d. “Rosebud”, un classic waggler che ha regalato vittorie in tutto il Regno Unito al suo ideatore Billy Lane, il quale lo realizzò partendo da uno stick float rotto (modello “Avon”), munito di una deriva metallica in fondo alla quale fu ricavato l’attacco unico alla lenza, nonché da un corpo più sottile del classico “Avon” che ricorda, appunto, un bocciolo di rosa.
Sempre al genio alieutico di Billy Lane dobbiamo tributare un applauso, oltre che per il “Rosebud” (ed anche per il citato “Missile”), anche per l’ultimo modello classico e codificato di waggler, il famoso ed ancor oggi attualissimo “Windbeater”.

30

Si tratta, nello specifico, di una versione baby del “Missile”, congegnato appositamente per battere il vento, cercando di pescare il più lontano possibile con il peso minore possibile, nella migliore e più genuina tradizione Britannica che ancora oggi detta legge nelle competizioni internazionali.
Non a caso, nell’”Encyclopaedia of Float Fishing” (due edizioni praticamente identiche) scritta da Billy Lane (una vera e propria Bibbia della pesca all’inglese ancora oggi di estrema ed incredibile attualità) il “Windbeater” viene definito con una frase che, in due righe, racchiude mirabilmente tutta l’essenza della pesca all’inglese: “cast the float beyond the baited area winding back quickly to the bait and thus burying the line deeply under the surface to prevent wind and surface drag on line”.
Se avrete la pazienza e la bontà di leggere anche la seconda parte di questa esposizione che, come sempre, rimane aperta al contributo ed alle osservazioni di tutti, spero potrete apprezzare le caratteristiche dei waggler attuali che utilizziamo nelle nostre uscite e nelle competizioni … a quelli da fantascienza ho riservato, invece, la terza ed ultima parte.

fedre-300x92

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *