LUCA PERGREFFI: Dall’Italia alla Repubblica Ceca per una scelta di vita VINCENTE!

Siamo con il campione d’Europa Luca Pergreffi recente medaglia d’oro con la sua squadra della Repubblica Ceca e ciliegina sulla torta anche due medaglie individuali con i fratelli Konopasek, oro e argento, di più non si può.

Con Luca abbiamo scambiato una lunga conversazione per cercare di scoprire come affrontano una gara nei paesi dell’est, sempre più vincenti negli ultimi anni.

Dalla Pasquino, alla nazionale vincente della Repubblica Ceca

I modi di pescare le breme, i segreti per vincere, la pesca secondo il CAMPIONE Luca PERGREFFI

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le medaglie che Luca ha conquistato con la sua Nazionale Ceca

Luca che cosa c’è dietro a questo successo che sta creando tanta attenzione verso i vostri colori in tutta Europa?

C’è un movimento di pescatori principalmente localizzato a Pardubice che gira attorno a due ragazzi che sono un po’ gli accentratori, personaggi molto conosciuti e monto rispettati, che ultimamente si sono fatti valere su tutti i campi di gara nazionali ed internazionali.

Che cosa hanno di particolare questi due fratelli?

Hanno un approccio alla gara completamente diverso da quello che viene fatto in Italia, sono due personaggi che affrontano la gara con lo stesso spirito del livello amatoriale. Basta dirti che noi non abbiamo accompagnatori, gente che ti prepara le terre. Le esche, le pasture, spondini vari etc, loro cioè da noi si fa tutto da soli compreso il viaggio in auto. In più, pur essendo due campioni, i fratelli Konopasek non hanno lo stress mediatico che hanno altri e riescono con questa semplicità ad affrontare la gara ottenendo questi risultati che fino a qualche anno fa nessuno avrebbe mai immaginato.

E il tuo ruolo in tutto questo?

Io sono riuscito a valorizzarli da un certo punto di vista perché negli ultimi anni gli ho messo a disposizione a livello tecnico o a livello di materiali delle risorse che non si sarebbero mai potuti permettere tenuto conto anche della barriera che c’è con la lingua infatti questi ragazzi non parlano nessuna lingua internazionale.

Io penso che oltre ad avere fatto qualche gara ed avere avuto qualche risultato ho avuto il merito di averli messi in condizione di affrontare queste competizioni internazionali a livello tecnico in modo competitivo e con la giusta mentalità.

Vorrei fare a questo proposito anche un ringraziamento all’azienda Colmic, soprattutto nella persona dell’amico Jacopo Falsini, per avermi messo in condizione di avere informazioni e materiali che hanno permesso a questi due campioni di poter emergere e di poter competere con i migliori pescatori del mondo.

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Il team completo della nazionale Ceca del 2015

Un successo si raccoglie in due gare secche come solitamente vengono fatte in un europeo o in un mondiale, in un successo c’è sempre un retroterra fatto di agonismo, di prove, di cultura, e la Repubblica Ceca da quello che ho potuto vedere nell’albo d’oro è cresciuta molto alla pari di quello che è stato il movimento nell’est Europa. Dunque che cosa c’è dietro, che movimento agonistico c’è che permette di sviluppare queste squadre dell’est come la Repubblica Ceca ma potremmo dire anche Ungheria, Slovacchia, Polonia, Russia, Serbia, cioè come viene creato l’approccio ad un evento agonistico come un mondiale o un europeo?

In Repubblica Ceca si vive in modo molto sereno, perché non si vive solo di pesca, nelle nostre squadre alla base regna prima di tutto un rapporto di amicizia e infatti le squadre che hai citato prima sono prima di tutto composte da gruppi di amici che vivono la gara in modo molto più sereno e con meno stress da risultato come invece succede in altri paesi.

Certo, si parte preparati per ottenere il miglior risultato possibile però si va a fare questa gara mondiale o europeo che sia con una serenità diversa senza quell’ansia da prestazione che a volte ti manda in panico.

Noi finita la gara la sera ci cuciamo grigliate di carne e si beve birra che sia perso o vinto e si sta tutti allegri e sereni perché la pesca deve essere vissuta così-

Ci troviamo ad affrontare queste gare, come è successo quest’anno in Bieloriussia, in Rep. Ceca in Polonia, su campi gara particolari dove c’è una forte presenza di breme che noi per fortuna conosciamo molto bene e negli ultimi anni siamo riusciti a capire tante cose nuove anche grazie alla fornitura di nuovi materiali e tutto questo sapere lo abbiamo messo a disposizione di questo gruppo di persone con il quale ci si confronta in modo amichevole senza dover vivere con gli equilibri legati alla concorrenza tra marchi diversi che legano atleti della stessa squadra vedi altre squadre come Italia e Inghilterra.

I risultati stanno venendo, ha vinto un europeo la Russia due anni fa , ha vinto la medaglia individuale un ungherese, ha vinto l’oro individuale un russo, noi abbiamo raccolto due argenti in quattro anni , l’oro mondiale di Goran Radovic della Serbia nel 2014 e quest’anno le tante medaglie nostre nell’europeo di Bielorussia.

Questi sono risultati che solo dieci anni fa erano impensabili e questa è la nuova frontiera della pesca in Europa che si sta spostando ad est.

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ancora un podio per la nazionale Ceca: Croazia 2014 e Luca c’è!

Ma parliamo di numeri, per arrivare ad un vertice di persone così competitivo dietro c’è una vasta platea di praticanti e poi via via attraverso le selezioni si arriva alla nazionale?

Ma guarda in Repubblica Ceca c’è un bacino di agonisti veramente limitato, un po’ vuoi per motivi economici perché affrontare l’agonismo a questo livelli è veramente dispendioso un po’ vuoi perché da noi il pescatore preferisce andare a pescare carpe e siluri sui grandi laghi e fiumi dell’est e ci sono tanti pesci a differenza di quello che sta succedendo da voi in Italia.

Quindi la gente si diverte anche senza gareggiare. Vedi in una nazione di 11 milioni di abitanti chi fa agonismo ad un certo livello sono al massimo un centinaio di persone e di queste sono solo una ventina che possono permettersi di raggiungere la nazionale il resto sono tutti pescatori amatoriali.

C’è un movimento di giovani molto importante che sta crescendo e si vede anche dai risultati che sta raccogliendo.

Josef Konopasek

Josef Konopasek, un grande campione di pesca

Sarete anche pochi a fare agonismo ma quei pochi sono buoni…

Sio è vero noi abbiamo la fortuna di avere questi due personaggi che non a caso avevamo messo tra i favoriti alla vittoria finale in Bielorussia. Il pronostico lo avevamo fatto 15 giorni prima del campionato europeo e infatti così è stato e nella storia della pesca non credo sia mai successo un record del genere, oro a squadre, oro e argento individuale con due fratelli sul gradino più alto del podio. Incredibile!!

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Ladislav fratello di Josef, della premiata ditta Konopasek

Sicuramente in Repubblica Ceca non c’è solo la pesca al colpo, lo dicevi tu , ma siccome ci sono tante acque tra laghi e fiumi che si prestano a praticare diverse discipline. Abbiamo visto Josef Konopasek mettere una firma importante anche nel mondiale feeder in sud africa, giusto?

Si questo è vero nel ranking siamo i numeri uno nella pesca a mosca, abbiamo una squadra femminile nel colpo molto competitiva che ha vinto molto (negli ultimi 7 anni ha vinto 4 medaglie d’oro), nello spinning siamo sempre al vertice insieme alla Slovacchia. Insomma la pesca da noi è una risorsa anche grazie alla morfologia del territorio che ci permette ogni tipo di pesca. Saranno tutte queste combinazioni che favoriscono la crescita del movimento del sistema pesca.

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siamo in sud africa, Josef ha partecipato con successo nel mondiale di feeder fishing 

Entriamo ora anche sul personale, toccando anche lati emozionali del Luca Pergreffi .

Luca ti senti di più italiano o Ceco?

Il luca Pergerffi per motivi di trasformazione si sente un po’ di più Ceco, ovviamente non rinnego le mie radici di quando pescavo nella Pasquino, le alborelle, la Fiuma , la Lama, quante gare ci ho fatto… ma adesso con l’avvento di questi pesci mi sento un po’ di più Ceco perché qui mi diverto.

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uno dei tanti podi conquistati da Luca

Luca ti conoscono tante persone in Italia, grazie a questa intervista vogliamo far conoscere meglio la tua storia, un Pergreffi migrante non certamente con la valigia di cartone ma con altre ambizioni che pian piano sono diventate realtà attraverso il lavoro professionale, la famiglia, fino ad entrare nel business del commercio di materiali da pesca. Raccontaci questi particolari della tua vita..

Dopo avere finito l’università in Italia avevo iniziato così, per motivi di piacere turistico, a frequentare la Repubblica Ceca, è sempre stato un paese che mi ha affascinato come modi e stile di vita. Così ho preso questa strada a livello lavorativo professionale che non ha nulla a che fare con la pesca infatti mi occupo di materiali edili e poi grazie all’amicizia che ho rafforzato con questa persona che è il mio miglior amico Josef Konopasek ho allargato il mio business con la commercializzazione di materiali da pesca della Colmic in Repubblica Ceca . Sono molto soddisfatto di questa cosa che ha permesso al mio miglior amico Josef di sviluppare una sua attività economica con il commercio di materiali da pesca.

E oggi una parte del suo successo sul piano agonistico va strettamente legata anche alla sua attività legata alla pesca.

Luca Pergreffi oggi è un cinquantenne realizzato sia nella vita lavorativa sia in quella sportiva, ma come nasce il Pergreffi pescatore, le sue origini come sono state? Chi ti ha iniziato alla pratica della pesca sportiva, alle gare, quali sono state le tue prime gare, le tue società?

Come per molti la storia mia non è tanto diversa da quella di molti con il papà che ti portava a pescare e ricordo la mia prima gara, un sabato pomeriggio di un luglio torrido come quelli di questo periodo, ben 44 anni fa nella Fiuma mi ricordo di 450 alborelle in tre ore che mio padre mi slamò, e quell’anno arrivai quarto nella categoria dei pierin pescatori di Reggio Emilia.

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Luca e le alborelle, che passione

Poi sono andato avanti e per alcuni anni ho fatto parte della società Moby Dick Paco di Massezantico in periferia di Reggi Emilia dopodiché cominciai a seguire Prandi Roberto che poi è diventato il mio tutor, il papà di Giuliano Prandi, fortissimo agonista italiano che conosciamo tutti, e dopo la parentesi con la Moby Dick di Reggio passai nelle file della Pasquino dove trovai il mio amico Arcero Tampelloni con il quale si è creata una storia di vera amicizia che dura tutt’ora.

Poi circa 25 anni fa mi trasferii in Repubblica Ceca iniziando a partecipare alle gare in questo paese lasciando definitivamente l’agonismo in Italia.

Li sfruttai al meglio tutta l’esperienza acquisita in Italia con la pesca dell’alborella con la canna fissa e questo penso sia uno dei vantaggi che ho avuto dovendo portare ai miei amici l’esperienza su questa tecnica perché loro non erano minimamente a conoscenza. Sicuramente per la crescita dei valori tecnici acquisita dai pescatori in Repubblica Ceca penso che possono ringraziarmi.

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Due amici da sempre dai tempi della Pasquino: Luca Pergreffi e Arcero Tampelloni

La scuola della Pasquino l’hai esportata nel tuo nuovo paese e grazie a quella scuola ti abbiamo visto dominare in alcuni mondiali, ricordo quello della Repubblica Ceca..

E a Varsavia nel mondiale dove ho fatto uso della mia esperienza e in tante altre competizioni nazionali.

Voi in Repubblica Ceca avete varie acque molto popolate da questa specie che si chiama breme che pescate con il fouille e il ver de vase un’esca che avete sempre molto disponibile tutto l’anno e questa ricchezza di disponibilità vi ha agevolato nell’approccio di pesca a queste breme

Sicuramente questo è vero perché affrontare gare con queste esche, che da noi si usano da sempre, è un buon vantaggio e questo ci ha agevolato.

E’ vero che la presenza di questi pesci da noi è massiccia e anche la taglia è notevole, pensa che in certi laghi, come quello dove abbiamo disputato il campionato nazionale a squadre vicino a Brno con 20 pesci si possono fare anche 40 kg. e anche nei fiumi, vedi l’Elba dove abbiamo disputato il campionato nazionale di feeder abbiamo toccato punte vicine ai 90 chili di pescato di sole breme. Questo fa capire come sono ricche le nostre acque.

Questa situazione in Italia non c’è perché questi pesci ci sono da pochi anni e dove c’erano sono stati asportati da bracconaggio e pescatori di professione.

Quindi l’esperienza che abbiamo maturato in tanti decenni di pesca sulle breme l’abbiamo trasferita anche nell’agonismo. Ed è per questo che dove ci sono breme di grossa taglia sappiamo sempre come venirne fuori e come pescarle.

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Luca partecipa con successo anche alle competizioni nazionali: qui con una grossa breme nell’ultimo CIS

Un consiglio a chi vuole avere un approccio un po’ più incisivo nella pesca delle breme visto che voi ce l’avete nel dna, diciamo che in Italia è arrivata solo negli ultimi anni e ci sono diverse scuole di pensiero nell’approccio a questo pesce. Qual è l’elemento essenziale che può fare la differenza nella pesca delle breme?

Guarda Alessandro, questo è un tipo di pesce particolare che non si sposa molto facilmente con quella che è la mentalità italiana. La breme è un pesce che non ti sta nel post di pesca per quattro ore, può succedere, e questo te lo dico per esperienza, che puoi stare tre ore in cappotto e poi l’ultima ora puoi fare 15 chili di pesce.

Nei paesi dove la pesca al colpo ha fatto scuola come Italia, Francia e Inghilterra se dopo dieci minuti non vedi la mangiata ti innervosisci e inizi a fare i cambiamenti e ti fai prendere dal panico peggiorando quindi l’approccio della gara.

I fratelli Konopasek, che ormai conosco da almeno 15 anni, hanno questo grosso vantaggio, ovvero la sicurezza e credono molto nei loro sistemi di pesca che li porta e li ha portati decine e decine di volte a risolvere la gara nell’ultima mezz’ora senza avere nella nassa nessun pesce per le tre ore e mezzo precedenti .

E’ questione di approccio e di mentalità alla gara, bisogna crederci, bisogna usare la proverbiale pazienza, attendere il pesce e avere un approccio di attesa nel senso che bisogna avere solo tanta tranquillità e bisogna aspettarlo, niente di più.

Infatti hai ragione anche nell’ultimo Europeo avete messo in pratica questo approccio, una ricerca del pesce grosso che vi permesso di stravincere cercando le breme, aspettarle proprio come dicevi tu..

Si Alessandro questo è vero, lo avevamo dichiarato prima che avremmo cercato le grosse breme con l’inglese scorrevole . Siamo partiti da casa sicuri di fare questo tipo di gara, indipendentemente dall’assenza di alcune importanti nazioni storiche della pesca. Noi facciamo fatica a competere con certe squadre nella pesca con la roubaisienne vedi Francia, Belgio, Italia, Inghilterra, ma da informazioni ricevute ci veniva detto della presenza di queste grosse breme siamo andati a colpo sicuro. Posso dirti che avremmo vinto anche con la presenza di Francia o Inghilterra perché in questa pesca, su questi pesci, con questi agonisti, penso che non siamo secondi a nessuno.

Vedi abbiamo studiato per due – tre giorni l’acqua, abbiamo visto che questi pesci c’erano, bastava crederci e giovedì e venerdì, ultimi giorni di prove, abbiamo avuto la conferma e poi in gara le cose sono andate come dovevano andare.

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Quindi non era una questione di zone o di picchetti più o meno favorevoli?

No, quelle sono scuse, bastava fare le cose per bene, anzi no bisognava fare quelle giuste come sempre d’altra parte, crederci, aspettare, infatti il nostro successo è arrivato grazie alla certezza delle cose giuste da fare, perché diversamente non vinci due medaglie d’oro e una individuale d’argento.

I pesi realizzati dai ragazzi della squadra Ceca hanno quasi dell’incredibile e non è un caso.

Come le avete pescate queste grosse breme?

All’inglese scorrevole alla distanza di 25 metri, uno scorrere molto soft con circa tre grammi di piombo, che scendeva molto leggero, eravamo appoggiati molto perché c’era l’acqua in movimento e come sai la breme non ama aggredire l’esca in movimento, per cui c’era bisogno di stare fermi, abbiamo innescato del ver de vase.

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La lenza a scorrere utilizzata dai Cechi per la pesca delle breme in acque ferme

Il lombrico non l’avete usato all’amo?

Si ma no c’era reazione positiva delle breme come invece pensavamo tant’è che avevamo portato molti vermi da casa senza utilizzarli.

Parlaci del fondo e della pasturazione…

Abbiamo fatto un fondo iniziale molto consistente composto da 30 palle di terra farcite di caster, lombrichi tritati, fouille e ver de vase abbinate ad altre 30 palle di pasture con meno farcitura, alimentazione durante la gara scarica fino a quando in pesci non si sono fatti vivi per poi fare una alimentazione molto sporadica che serviva più per un semplice richiamo che per una vera alimentazione.

D’altra parte trovandoci in un campo gara ad acqua ferma il fondo iniziale era stato sufficiente per tutta la gara.

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Ladislav impegnato nella pasturazione

Siamo ad un mese dal mondiale per nazioni in Slovenia a Radece, un tuo commento su come affronterete questo campo di gara..

Questo campo gara lo abbiamo già affrontato in competizioni internazionali due volte, ci siamo stati 6 anni fa in un Europeo, io lo feci da spettatore, l’anno scorso abbiamo affrontato il mondiale di club, è vero che lo abbiamo affrontato in una stagione diversa. Nel 2014 eravamo ad inizio giugno quando l’acqua era ancora fredda di neve e il pesce era in frega e non reagiva in modo regolare alla pasturazione. Nonostante tutto è stata una bella gara. Quest’anno andiamo a settembre che è un mese ideale e molto più pescoso, ti dirò che abbiamo già delle idee per fare un mondiale da protagonisti.

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Siamo a Radece  nel mondiale per club del 2014: Luca è impegnato nella cattura di una grossa breme

Dai siamo curiosi svelaci qualcosa in anteprima…

Cercheremo di fare qualcosa di diverso per poter competere con quelle nazioni di alto ranking più blasonate nella pesca a roubaisienne e non è facile contro di loro.

Sicuramente avremo un occhio di riguardo alla pesca inglese a scorrere perché l’anno scorso abbiamo visto che dava risultati e a settembre potrebbe dare i suoi effetti.

Hai detto di essere un collaboratore della Colmic e di distribuire in Repubblica Ceca i suoi prodotti, dacci due prodotti per la pesca delle breme a cui non rinunceresti mai..

Per la pesca delle breme c’è bisogno di pasture articolari, la Colmic ha un ottimo prodotto che è la “breme noir” una pastura nuova perfezionata da Jacopo Falsini molto adatta per questo tipo di pesca, e poi le canne match della Colmic delle vere compagne di gara a cui non rinuncerei mai e le inglesi Real xt professional che sono delle ottime canne per la pesca all’inglese.

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i fratelli Konopasek con gli italiani Falsini e Pergreffi che però ora è Ceco

Ogni quanto torni nel tuo paese di origine l’Italia?

Ultimamente meno spesso per motivi di lavoro e siccome nel periodo estivo sono impegnato con le gare faccio fatica ma una volta ogni due mesi mi faccio vedere e non rinuncio a vedere una gara del vostro CIS per ritrovare i tanti vecchi amici.

Devo dire però che non mi diverto a veder tanti campi di gara con la totale assenza di pesce, vedere tanta gente che sta delle ore senza prendere pesce è davvero triste. Vedere tanti bravi garisti passare un week end per prendere due o tre pesci è una cosa che porta la gente a smettere di pescare.

Questi sono problemi molto più grandi che sono risolvibili solo dalla politica con una legislazione ad hoc perché effettivamente i predoni delle acque hanno messo in ginocchio fiumi importanti come il Po ma anche canali limitrofi.

Un posto di pesca dove tu non rinunceresti mai a calare la lenza in Italia qual è?

In Italia ci sono tanti campo di gara molto belli, un campo di gara che mi piace molto è Peschiera, quando vedo questo posto con le acque limpide e con quei pesci ancora mi emoziono.

E la tecnica preferita da Luca Pergreffi?

Il vecchio amore non si scorda mai quindi dico alborella anche se la pesca alla breme ultimamente mi stimola molto. Diciamo che l’alborella è il vecchio amore e la breme è l’amante ah ah ah

Il prossimo anno abbiamo il mondiale per club ad Ostellato, un canale difficile per le note traversie di scarsità di pesce, riusciremo a vederti in quel contesto con i fratelli Konopasek?

Sicuramente il prossimo anno ci saremo o come pescatori o come spettatori, faremo il possibile per non mancare salvo sconvolgimenti anche perché in Repubblica Ceca sono dieci anni che vinciamo l’Eccellenza nazionale ma vedremo.

Una gara in Italia a cui non rinunceresti?

Sicuramente l’Italian Master e infatti quest’ano saremo presenti con i fratelli Konopasek e altri del feeder .

Ogni promessa è un debito, noi seguiremo da vicino per vedere come affrontano le breme questi fratelli Konopasek.

Bene Alessandro allora ci vedremo presto e grazie per il lavoro importante di informazione che assicuri con match fishing Italia un lavoro unico in Europa. In Repubblica Ceca, ti svelo un segreto, è il sito agonistico più visitato, tutti lo guardano. Grazie di tutto.

Grazie a voi della stima e ci impegneremo a fare sempre meglio.

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Luca con in braccio suo figlio promessa del tennis Ceco

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