Il Lago di Bolsena chiede aiuto!

Il Lago di Bolsena è situato nel Lazio in provincia di Viterbo e si trova a 305mslm. Ha una superficie di 113,5 km2, una profondità massima di 151m e media di 81, l’emissario principale è il Marta che sfocia nel Tirreno ed è lungo circa 52km.

Vi sono anche due isole la Martana e la Bisentina che sono residui dei vecchi vulcani.

La prima secondo alcuni avrebbe custodito le spoglie di Santa Cristina e si trova davanti a Marta, da cui ne deriva il nome.

È stata anche al centro della tragica vicenda di Amalasunta, regina dei goti.

La seconda è la più grande ed è possibile visitarla tramite dei battelli che partono sia dal porto di Bolsena che di Capodimonte, sull’isola sono presenti sette cappelle.

E’ anche chiamato Lacus Vulsinus e si è originato 300.000 anni fa da un collasso calderico degli 8 vulcani dei monti Volsini.

È il lago di origine vulcanica più grande d’Europa e il quinto assoluto in Italia.

I primi centri sorsero in età villanoviana e furono Bisenzio e Bolsena.

Nel lago è possibile insidiare le seguenti prede: luccio, persico trota, persico reale, persico sole, carpe, tinche, carassi, cavedani, scardole, lasche coregoni, pesci gatti e anguille.

Le tecniche utilizzate per insidiare le diverse predi sono: Spinning, traina, ledgering, carpfishing, bolognese, roubasienne…e altre interessanti varianti che vi illustreremo in seguito.

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Il nostro lago, fino a qualche anno fa, vantava una fama internazionale per quanto riguarda la pesca del carpfishing, e del bassfishing, a tal punto che vi sono stati disputati diversi mondiali delle entrambe discipline.

Purtroppo con il passare degli anni le condizioni del lago sono peggiorate in maniera drastica e sia le catture che la taglia media dei pesci si sono ridotte.

Colpa dei pescatori? Si, quelli di professione. Perchè? Perchè in questo bacino sono attualmente concesse 167 licenze di pesca professionale di cui solo poche decine risulterebbero effettivamente il primo reddito.

Una vera esagerazione, se pensiamo ad esempio che nel lago di Garda, tra l’altro molto più grande, sono concesse solo 7 licenze.

Come se ciò non bastasse c’è anche il più totale menefreghismo da parte della maggior parte dei “professionisti” che neanche rispettano le misure minime del pesce.

E più di una volta hanno accusato i carpisti di essere loro la rovina del lago, che paradossalmente effettuano il catch e release puntualmente.

Mentre il carpfishing chiude i battenti della pesca sportiva dal 15 maggio al 15 giugno i “professionisti” approfittano della situazione per calare le reti in ogni cm di acqua possibile.

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Altra cosa disarmate è che nel nostro lago sono ancora in uso decine e decine di mattavelli e filaccioni, vietati ormai in quasi tutta Europa.

Inoltre nel periodo concesso a noi pescatori per utilizzare le piazzole di carpfishing, ovviamente pagando, il più delle volte si arriva sul posto e la distesa d’acqua davanti a noi è completamente ricoperta da reti.

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Chilometri e chilometri di reti. Per farvi capire meglio la situazione, riportiamo una vicenda accadutaci personalmente.

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Nella prima notte di pesca, rigorosamente con le lenze calate entro i limiti, i pescatori di professione ci hanno tagliato tutti i segnalini.

Nella seconda notte un’altro peschereccio ha agganciato le nostre lenze, sempre entro i limiti, e le ha gentilmente tagliate e gettate in acqua.

La terza ed ultima notte, per finire in bellezza, mentre estenuati dalla situazione avevamo di nuovo calato le lenze entro i limiti, i gentili amici hanno calato le loro reti sopra le nostre boilies..anche se nonostante ciò il nostro lago ci ha regalato questa magnifica regina.

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Come se ciò non bastasse ad aggravare la situazione, da qualche anno è subentrato anche il problema fitosanitario\ecologico relativo ai riversamenti di liquami provenienti dall’anello fognario circumlacuale, gestito in modo non adeguato dalle autorità competenti.

Per farvi capire meglio; intorno a questo bacino ci sono sette paesi allacciati a questa rete malfunzionante che prevede 4\5 pompe attive ogni stazione, ma data la scarsità dei fondi economici, le pompe attive sono 2 ogni stazione, il che significa che l’impianto lavora al 50% e inevitabilmente una parte delle acque reflue si riversa nel lago.

Quest’anno, ad esempio, ogni giorno da giugno a luglio sempre alle 14.30 si verificava uno riversamento, causando un inquinamento dovuto maggiormente dal batterio “escherichia coli” che ha causato problemi con la balneazione portando anche notevoli danni economici legati al turismo.

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Tutto questo disastro è causato sia dai pescatori professionali che dall’anello fognario ma anche dalla debolezza del sistema che pare abbia deciso di subire passivamente senza reagire di fronte a questo scempio ambientale, sportivo ed economico.

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Quindi noi non volendo abbassare la testa chiediamo aiuto a tutti voi lettori e a quelle istituzioni che hanno una responsabilità oggettiva in materia.

Segnalate alle autorità ogni qualvolta vi trovate in una situazione del genere, perché prevenire è sempre meglio che curare.

Un saluto a tutti. Luca Chiovelli, Alessio Galetti, Daniele Coralloni.

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