BRACCONAGGIO IN EMILIA-ROMAGNA: PESCATORI DI FRODO NELLA RETE

Nel nostro paese manca una legislazione severa contro i ladri di pesce e per anni, infatti hanno potuto fare ciò che hanno voluto. Al massimo arrivava una piccola multa o il sequestro degli attrezzi da pesca.

Da diversi mesi però le iniziative per contrastare l’azione predatoria dei bracconieri si stanno intensificando grazie al buon lavoro delle forze dell’ordine ogni giorno in campo per individuare i malviventi che di solito operano nelle ore notturne.

Anche noi di match fishing insieme ad altre testate giornalistiche abbiamo dato voce tante volte al grido di dolore dei pescatori che giorni dopo giorno si sono dovuti arrendere impotenti.

Però qualcosa pare stia cambiando, dopo i vari convegni, le varie proposte di legge, in Italia è cresciuta una presa di coscienza sul problema che prima non c’era.
Anche le Forze dell’ordine stanno facendo il possibile e ogni tanto qualche delinquente nella rete ci casca.

Pochi giorni fa sul sito www.estense.com è stato pubblicato un articolo sul bracconaggio a dimostrazione che il problema esiste ed è più grande di quanto si possa immaginare.

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Articolo da estense.com:

“Campotto. Una banda di predatori colti in flagrante nell’atto di rubare 10 quintali di pesce per un valore totale di 4 mila euro. L’operazione che ha portato all’arresto dei responsabili del furto dopo ore di appostamenti notturni è stata condotta a termine grazie agli sforzi congiunti della Polizia provinciale e dei Carabinieri del Norb e del Radiomobile di Portomaggiore.

Tutto è avvenuto la notte scorsa nel cuore del Mezzano, nella zona del Consorzio di Bonifica di Renano, oasi di Campotto, lungo il canale Saiarino. Erano le 21.30 di ieri sera quando grazie ad una rete molto efficiente di informatori, il comandante della Provinciale Claudio Castagnoli è stato avvertito di strani movimenti vicino alla strada Cardinala.

In particolare gli informatori riferivano di un furgone avvistato all’interno della stazione 6 dell’area protetta Parco del Delta. Il comandante ha subito inviato due pattuglie e si è poi coordinato con il comandante Antonio Muzzi del Norm dei Carabinieri di Portomaggiore e con il collega maresciallo Angelo Tria.

Gli agenti della Polizia vestiti in tute nere e con i visori notturni sono poi rimasti oltre quattro ore appostati per poter cogliere i ladri in flagrante.

Si tratta di quattro cittadini di nazionalità romena: M.V.C., di 26 anni, N.N., di 35 anni, R.C.B. di 20 anni e P. G., di 27 anni.

Gli arrestati sono stati immediatamente condotti al carcere dell’Arginone, in attesa delle disposizioni del pm Stefano Longhi. Domani avverrà il processo per direttissima. La refurtiva, consistente in 10 quintali di pesce vivo, è stata recuperata e, grazie alla tempestività dell’intervento, è stato possibile liberare gli animali. Sotto sequestro il furgone, la barca e gli attrezzi usati dai malviventi.

“Ci tengo a sottolineare – ha dichiarato il comandante Castagnoli – che l’operazione è stata possibile grazie alla collaborazione con i nuclei dei Carabinieri. Ma un plauso va anche agli uomini della Provinciale che hanno passato tutta la notte al freddo in appostamento”.

“E’ da un anno e mezzo – ha ribattuto il comandante Muzzi – che lavoriamo per dare man forte alla Polizia nell’intento di arrestare un fenomeno importante come quello predatorio. I quattro responsabili sono stati arrestati per furto, ma abbiamo ipotizzato anche il reato di furto in abitazione perché la zona dove hanno operato è una dimora privata, dove ci vivono persone. Il reato 624 bis permetterebbe pene più severe”.

I quattro malfattori che passeranno la notte al carcere di Ferrara erano già noti alle forze dell’ordine, specialmente il ventiseienne M.V.C., che un mese fa aveva denunciato il furto del suo furgone, una tecnica per depistare le indagini riguardanti un furto avvenuto con il mezzo stesso.

I pesci catturati, normalmente allevati per la vendita, sarebbero stati probabilmente condotti all’estero per alimentare il mercato nero. Il pescato era stato raccolto in buste di plastica e avrebbe potuto essere venduto in condizioni igienico sanitarie non idonee al consumo.

La banda era attiva già da un po’ e aveva preso di mira proprio il territorio del Mezzano.

“Abbiamo contato – ha sintetizzato Castagnoli – che in due anni la perdita per il settore causata da atti predatori ammonta a circa 50mila euro, senza considerare i danni per l’ambiente”. “La nostra – ha detto il comandante della Polizia Provinciale riferendosi al lavoro svolto di concerto con i militari di Portomaggiore – è stata un bella prova d’orchestra e possiamo dire che questa volta gliele abbiamo suonate”.

 

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