BRRRRRIAN: UN CANALE DA BRIVIDI

Il canale veneto può essere catalogato con un solo termine: SPETTACOLARE!

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Vocato per la pesca al colpo con tanti alti e bassi nella sua storia in fatto di pescosità, teatro anche di un mondiale per club. Da pochi anni anche campo di gara per il feeder fishing.

Il Brian è un canale da brividi, di emozioni per certi pesci che qui si possono catturare oppure brividi di paura quando non lo si riesce a domare.

In ogni caso rimane un gran bel canale molto tecnico perchè ogni pescata non è mai uguale a quella del giorno prima. Il canale non si affronta mai allo stesso modo, occorre conoscerlo e interpretarlo, e un approccio sbagliato può regalare brividi di delusione.

Largo appena 40 metri, cannella sull’argine opposto, tre scalini presenti, acqua ferma e a volte mossa, ingresso di acqua dal fiume Livenza, livello dell’acqua, queste sono solo alcune variabili da gestire perché il pesce in base a certe situazioni cambia completamente atteggiamento.

Ad esempio, con il livello dell’acqua basso il pesce solitamente tende ad allontanarsi dalle cannelle e posizionarsi giù dal gradino, se invece il livello sarà alto allora sarà più facile trovarlo dentro le canne.

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Una volta era il regno delle “sgardole” e delle alborelle, poi sono arrivati i carassi ed ora le breme e qualche siluro.

Un canale dove tutte le pescate possono dare risultato ma oggi occorre fare attenzione alla pastura, ai bachi più o meno incollati, ai vermi da quelli di sabbia del Livenza ai vermi rossi di letame di cavallo che fanno sempre la differenza.

E poi ci sono tanti cefali che a saperli prendere in certe gare ti aiutano a vincere ma occorre farli bene altrimenti stecca.

Il Brian di questo WE è stato difficile a causa delle avverse condizioni meteo che hanno reso davvero difficile la preparazione e quindi l’approccio alla gara.

Domenica, giorno di prove, sotto un diluvio universale, arriva uno degli organizzatori che riferisce che alle 12 bisognava far su tutta l’attrezzatura perché le guardie avrebbero staccato dei verbali ai trasgressori.

Chi ha iniziato alle 9, perché la pioggia non permetteva di scendere in argine prima, di fatto non ha potuto provare il canale salvo poi scoprire al bar che c’è stato chi ha pescato fino alle 16.

Questa regola va chiarita ufficialmente dal comitato di settore per mettere tutti nella stessa condizione.

In ogni caso, il lunedì è stata la festa della Liberazione, il 25 aprile, e anche per i pescatori è stata festa nel trovare una giornata di splendido sole, ovvero la quiete dopo la tempesta.

La gara di Alessandro Scarponi

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Il sorteggio mi manda al picchetto A9 della terza zona, lo guardo e decido di preparare due linee di pesca, a 13 metri e staccato di 6 metri dalla sponda opposta, salvo poi andare a fare la barba alle cannelle nella seconda parte di gara.

Parto con un pasturatore cage da 30 grammi mettendo bachi leggermente incollati e pastura scura.

Lancio ogni due minuti per poi allungarmi di qualche minuto in base all’attività del pesce.

Alla mia sinistra, al numero 10, trovo il vice CT della nazionale di feeder, Marco Manni dell’Alto Panaro Sensas, una brutto cliente.

La nostra partenza è buona, iniziamo subito a prendere qualche pesce, lui bremette e io ci metto due discreti carassi.

Poi la mangianza cala e così prima Manni e poi io proviamo a vedere se sotto fosse entrato quaslche pesce, ……… buio assoluto.

Torniamo lunghi e qualche pesce continua ad uscire ancora, in una logica di gara a squadre meglio portare a casa tutto quello che passa il convento perchè anche un solo punto in meno a volte fà la differenza.

Il giorno prima nello stesso mio picchetto ci hanno pescato i ragazzi della Matrix e qualche pesce lo avevano pure preso e così decido di forzare andando a pescare nelle canne, meglio che ci vado prima io, mi dico, per assicurarmi i pesci della zona.

Tra l’altro avevo una leggera insenatura che se solo mi fosse capitata quando pescavo all’inglese ci avrei messo la firma e così insisto per un’oretta, ma nulla, niente tocche e così decido di ritornare a 35 metri dove trovo ancora qualche pesce.

Cambio pasturatore, passo da un cage ad un black cap e allungo il terminale e ovviamente mi affino di filo prima con il 12 e poi con il 10 e con ami del 16 prima e del 20 poi.

Prendo subito due pesci bellocci e una breme che mi si slama davanti al guadino, Manni capisce la situazione e modifica subito il suo assetto.

Mancano 15 minuti circa alla fine, mi dicono che io e Marco siamo quelli messi meglio a catture nel frattempo si alza un nero con tuoni lontani che fanno presagire ad una nuovo temporale ma per fortuna tutto passa in fretta.

Anche per Manni svanisce l’incubo di una gara mediocre, infatti gli ultimi cambiamenti sono fruttuosi e il cimino gli vibra un paio di volte tanto da portare a casa un cavedano da un chilo e mezzzo  e una bella breme.

Gran finale per il Vice CT della nazionale mentre io perdo il secondo e mi devo accontentare del terzo avendo sulla coscienza l’ora senza pesce trascorsa a fare la barba alle cannelle.

Questa è stata la mia gara in Brian e adesso è d’obbligo sentire il commento anche di Marco Manni che vince la gara con la sua squadra Alto Panaro Sensas.

Galleria fotografica di Natascia Baroni clicca qui

 

Marco Manni

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“abbiamo pescato in partenza a quattro metri dalla sponda opposta ed eravamo d’accordo che se le mangiate non venivano ci avvicinavamo alla sponda. Abbiamo dato pastura mettendo qualche bigattino dentro.

Nel mio caso verso metà gara mi sono reso conto che con le plachette che avevo preso non sarei andato lontano, e infatti fino a mezz’ora dalla fine non ero messo bene, così dopo un veloce consulto telefonico con i miei compagni di squadra abbiamo deciso di fare scelte diverse. Ad esempio Costantini ha vinto pescando in quarta zona a 10 metri da riva, io ho pescato aumentando la dose dei bigattini dentro la pastura, Venturini che era in settore terminale è riuscito a fare un bel terzo continuando a pescare come l’aveva imposta per tutta la settimana e Cauzzi è riuscito a prendere anche una carpa. Abbiamo avuto quindi anche fortuna e quando si vince la fortuna è sempre fondamentale.

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Il canale è bello e difficile perchè non ci veniamo mai e quindi lo affronti sempre con molta improvvisazione, e poi questa volta ci si è messo anche il freddo e la pioggia che ha fatto calare la pescosità. Poi ci sono dei pesci molto grossi, visto che qualcuno ha vinto anche con oltre 23 chili che possono fare sempre la differenza. Per cui ci sono tante varianti da valutare ma questo è il Brian, è sempre stato così fin dai tempi più remoti.

Questo è un canale che va capito nel suo comportamento nella giornata che ci peschi. Ogni giorno può essere diverso, una volta mangia a sponda una volta mangia staccato giù dal gradino e adesso ci sono ancne queste breme che si possono prendere a 15 metri da riva perciò è un canale molto vario ma bello”.

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