GIULIANO I°, RE DI ADRIA!!!

 

Continuiamo la carrellata di interviste ai Campioni d’Europa 2017 con il Campione individuale 2017, un agonista che ad Adria, nelle ultime stagioni, non é praticamente mai sceso dal podio, acquisendo, de facto, una vera leadership sul canale rodigino, una padronanza della pesca agonistica su questo campo che lo ha portato a fregiarsi del Titolo di Campione d’Europa individuale: Giuliano I°, Re di Adria!

 

I complimenti, Giuliano, sono quasi sott’intessi dopo alcuni giorni durante i quali te li avranno fatti tutti! Ma un Titolo europeo individuale li merita tutti e quindi eccoti anche i miei. Tu, però, non sei nuovo ai gradini del podio europeo, anche se ad un piano più basso…

“E’ vero, nella mia bacheca ho anche un bronzo vinto a Coruche, in Portogallo, nell’Europeo del 2010.”

 

Un bronzo, quello, che vale quasi come un oro, visto che davanti avevi due marziani come Scotthorne e Raison…

“In effetti, anche in quell’occasione ebbi una grandissima soddisfazione, perché arrivare subito dietro due mostri sacri come quelli, che io considero due tra i più forti ancora sulla piazza, fu bellissimo. Quest’anno Scotthorne non c’era e Raison… beh, lo messo dietro!”

 

Va detto che nelle Rassegne europee ti sei tolto diverse soddisfazioni…

“Già l’Europeo mi porta abbastanza bene, perché quell’anno vincemmo anche il bronzo a squadre; avevo già preso parte ad un Europeo, nel 2007, al mio primo anno in Azzurro, nella bellissima edizione del Cavo Lama: io non pescai ma in Squadra c’ero anche io, e fu un oro molto bello e sentito, vinto dopo uno scontro sul filo di lana con gli inglesi; nel 2012, invece, ci fu un altro oro a squadre, a Merida in Spagna, un edizione che ricordo con piacere e nostalgia perché c’era anche Simone Carraro… oltre al mio compagno di squadra Moreno Ravaglia. E  quest’anno ancora due medaglie pesantissime… Si, degli Europei ho dei bellissimi ricordi!”

 

Come ho scritto già in un’altra intervista, un Titolo Europeo vale, secondo me, come un Mondiale, perché le squadre più forti ci sono tutte e quasi sempre con gli agonisti più in forma del momento. Va ricordato, anche, che tu con Adria hai un feeling particolare, visto che nelle ultime stagioni hai sempre fatto molto bene, sia che si trattasse di CIS che di Club Azzurro o altro…

“Si, il campo gara di Adria credo di conoscerlo abbastanza bene; certo che, in occasioni come questa, quando il canale subisce una pressione di una settimana intera, ci possono essere anche delle modifiche alla risposta dei pesci ed infatti qualche cosa si é modificato rispetto a come lo troviamo in occasione delle nostre gare nazionali. Resta il fatto che questo é un posto che mi piace, mi é congeniale ed ho dato il massimo per fare bene.”

 

Come avevi trovato il campo gara durante le prove?

“Durante la settimana abbiamo trovato l’acqua sempre molto lenta mentre il sabato muoveva anche piuttosto bene, con delle escursioni di marea importanti, nell’ordine del mezzo metro. Abbiamo provato varie soluzioni, di solito due a due, alternando pasturazioni più o meno abbondanti, alimentazione più o meno frequente o carica di esche, alternandoci tra noi nel fare le medesime cose. La pescosità è sempre stata più o meno buona. Il sabato, invece, le condizioni meteo hanno stravolto molte cose, complicando un po’ tutto.”

 

 

Le tue gare?

“L’impostazione iniziale era simile per tutti, con un terzo delle esche da usare nella pasturazione iniziale; per il fondo iniziale abbiamo usato 8 lt di pastura a mano e 4 lt.  di terra scodellati; di tutto questo, un terzo lo abbiamo usato per la pesca corta e il rimanente a 11,50. Abbiamo tenuto 6 lt di terra per l’alimentazione e 2 di scorta per altre evenienze. Per entrambe le giornate io ho avuto la fortuna di trovare un buon fondale pari ad 11,50 e la mia linea di pesca é stata sostanzialmente sempre quella.

 In entrambe le prove la partenza é stata piuttosto lenta e mi sono adattato a prendere un po’ tutto quello che entrava, anche piccole bremette da meno di cento grammi, per le prime due ore. Sabato, a metà gara, sono venuto sulla pasturazione corta perché fuori era molto dura, ma ho trovato poco e sono tornato fuori, aumentando la frequenza e la quantità di pasturazione e la pescata é ripartita anche con dei pesci di taglia, nell’ultima ora, che fatto certamente la differenza. Domenica sono partito ancora peggio della domenica, perché l’antenna non affondava quasi mai. Il russo nel mio settore é partito molto bene invece, con una trentina di pesci prima della seconda ora mentre io ne avevo meno della metà. Anche Raison stava andando bene, come il francese Da Silva; mi davano 5°-6° con pesci di taglia piccola; a metà gara ho aumentato la frequenza di pasturazione e la quantità di esche nella terra e la pescata si é accesa, con una taglia migliore, ed ho iniziato il recupero. Nel finale la corrente si é praticamente fermata, dopo aver sbagliato un paio di mangiate con la lenza da 10 grammi, mi sono alleggerito al massimo e con un 4 grammi classico ho fatto altri due bei pesci ed uno l’ho slamato, 2 breme fondamentali per vincere perché alla pesa eravamo in pochi etti: io 9,800, il russo 9,500 e Raison mi sembra 9,300!”

 

 

Queste decisioni le hai prese tu, in autonomia, o ti sono state date dallo Staff tecnico?

“In parte lo avevamo già deciso a priori ma alcune cose si decidono lì per lì, in base alla situazione e alla sensibilità del pescatore. Debbo dire che é stato importantissimo il contributo di Andrea Santoni, che mi ha fatto da sponda in entrambi i giorni e, dopo aver provato con noi tutta la settimana, sapeva bene cosa fare a seconda del mutare delle condizioni.”

 

 

Uno degli argomenti che spesso fanno discutere, quando si possono usare, é relativo all’impiego dei lombrichi come pasturazione. Voi li avevate a disposizione, li avete usati? E come?

“Si avevamo a disposizione 1/2 lt di vermi oltre ad 1 lt di fouillis ed abbiamo usato tutto quanto. I lombrichi li abbiamo utilizzati tagliati, in parte nella pasturazione iniziale ed in parte durante l’alimentazione, ma non li ho praticamente mai innescati.”

 

Altro argomento ‘caldo’ per le pescate ad Adria sono gli appoggi. Tu come ti sei regolato?

“Si, la quantità di appoggio é spesso fondamentale quando si pesca in corrente; un po’ di terminale sul fondo io l’ho usato nelle gare, perché l’acqua muoveva anche bene, a differenza dei giorni di prova quando era sufficiente anche meno di mezzo terminale, ma non sono mai arrivato ad appoggiare sul fondo il primo pallino, perché le mangiate erano spesso piuttosto timide. La quantità di appoggio dipende anche come si cala la lenza in acqua.”

 

Fingi per un attimo di avere davanti una classe di allievi ai quali vuoi insegnare come si pesca ad Adria, come definiresti il tuo modo di pescare, come disponi in pesca la tua lenza?

“E’  una questione di manualità ed ognuno ha la sua. Io calo la lenza quasi dritta, perpendicolare sulla zona pasturata e quindi non mi serve dare tanto appoggio del terminale sul fondo; al contrario, se si stende la lenza a valle per poi riportarla sulla pasturazione, é quasi indispensabile appoggiare di più l’esca, altrimenti la mangiata si vede male o proprio non la vedi. Io faccio le mie lenze con pochi pallini, con una/due biglie che tarano quasi per intero il galleggiante e tre pallini sotto a scalare,  il tutto in 45 cm. oltre al terminale. Una lenza fatta in questo modo io preferisco calarla quasi in verticale, lentamente, sotto la vetta.”

 

Veniamo a parlare dei prodotti Tubertini che hai usato nella due giorni europea…

“I materiali di consumo come terre e pasture ce li ha forniti la Federazione mentre come lenze e canne abbiamo usato le nostre personali, come solito, quindi per me la C8 ICE Black Competition di Tubertini con kit Light, Match e Pro;  per la costruzione delle lenze ho usato del filo Tatanka  da 0.16 mm per i galleggianti  leggeri, piastre o classici; sulle piastre e sulle vele da 6 a 30 ho usato il Gorilla Verde nei diametri 0.18/0.20/0.22 in base all’aumentare della portata del galleggiante. Come galleggianti avevo preparato delle piastre Sting fino a 10 grammi e delle vele Round da 12 a 30 grammi per le varie situazioni di velocità di corrente, oltre a due punte montate con galleggianti classici, i PRO 129, da usare quando l’acqua rallentava molto

Come ami, pescando con gli Sting fino a 8/10 grammi  ho usato sempre i nuovi della serie 202, un amo a filo scuro e forma similare alla serie 2 ma più leggero e robusto, nella misura del 14; quando ho dovuto pescare più bloccato, con i Round, ho montato degli ami del n° 14 e 15 della serie 18 mentre sulle lenze molto pesanti, da 25 grammi, ho usato nuovamente la serie 202 ma nella misura del 12, che ha una sezione ed una apertura più importanti, accorgimento fondamentale per ridurre le slamate quando si usano galleggianti di grossa portata. Per i terminali ho usato il nostro Next, ottimo, nelle misure da 0.12 e 0.14 mm.”

 

Torniamo alle tue gare. C’é un segreto di Giuliano Prandi per Adria, un campo gara certamente difficile, complesso da interpretare di volta in volta…

“Io non ho segreti particolari per Adria o per altri campi gara, posso solo dire che Adria é un campo difficile, con pesci che vanno ‘pescati’, perché se non riesci a capire come e cosa vogliono quei pesci in quel momento si fatica a catturare; poi é fondamentale credere in quello che si fa, essere convinti che si stanno facendo le cose giuste, nel modo giusto. Nel mio caso, in entrambe le gare la prima parte è stata difficile, non andavo benissimo e quindi ti passano per la testa tante cose. Se non fossi stato convinto, e mi avessero confermato da dietro, che stavamo facendo le cose giuste, se non avessi saputo cosa fare nelle varie evenienze, probabilmente non avrei ottenuto i risultati che ho avuto.”

 

Non é retorico chiedere a chi dedichi questo tuo bel risultato…

“Innanzitutto alla mia famiglia, che accetta le mia tante assenze per dedicarmi agli impegni di questo sport. Voglio ringraziare anche Glauco e Lele e i miei compagni di squadra che mi sono stati vicini in quei giorni. Grazie anche a Rudy, che mi ha voluto come scelta tecnica, che spero di aver ripagato per la fiducia. Voglio ringraziare in modo particolare Ferruccio, per l’amicizia di tanti anni e per i consigli che sa sempre darmi. Un pensiero speciale, infine, per mio padre Roberto, che mi ha avviato a questo sport che lui ha praticato ed amato tanto da agonista, vincendo anche un Titolo individuale, e che ancora mi segue sui campi gara senza farmi mai nessuna pressione ed accetta anche le mie assenze dal lavoro di famiglia. E poi ai tantissimi, veramente, che mi hanno fatto i complimenti in questi giorni.”

 

Grande e modesto Giuly, come lo chiamano in Lenza, un vero talento naturale per la pesca, prima ancora che per l’agonismo. L’appuntamento, ora, é in Belgio, per il Mondiale. Ti ho intervistato due anni fa, quando hai vinto il Titolo italiano, oggi siamo qui per l’Europeo, domani…

Ma questa è già un’altra storia che andremo a raccontare.

 

Angelo Borgatti

 

 

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