A PROPOSITO DI… CLUB AZZURRO

Eccoci con il secondo appuntamento di questa importante rubrica nella quale Antonio Fusconi della Fipsas ci racconta diverse interessanti novità che riguardano il nostro mondo.

Antonio, questa volta andiamo a toccare un tema molto caldo, il Club Azzurro: ci sono novità in tal senso?

Come comitato di settore è già da 3-4 anni che stiamo valutando un nuovo progetto per il Club Azzurro. Abbiamo valutato la possibilità di ringiovanire la nostra nazionale di pesca al colpo senza disperdere l’esperienza delle persone che da anni partecipano alle competizioni internazionali trasferendola a ragazzi giovani permettendogli così una crescita più rapida. In quest’ottica abbiamo deciso di affidare la nazionale under 25 alla stessa conduzione tecnica della nazionale seniores e di unire le competizione del club azzurro seniores a quelle del club azzurro under 25. Quindi facendo un esempio in una competizione del club azzurro avremo al centro i 50 agonisti del club seniores, alle ali due settori da 15 con i ragazzi del club azzurro under 25 ed esterni sia da una parte che dall’altra gli stoppers che, novità assoluta di quest’anno, saranno eccezionalmente 12 anziché 10, sei a monte e sei a valle del campo gara. Siamo convinti che il vivere insieme e preparare insieme queste gare potrà far migliorare i ragazzi. A tal proposito poi ricordo che lo scorso anno in occasione della sfida amichevole Belgio-Italia alcuni ragazzi della nazionale under 25 sono venuti in Belgio nell’ottica di una crescita. Anche quest’anno prevediamo di portare alle amichevoli Italia Belgio ed Italia Francia i ragazzi della squadra nazionale under 25 in un’ottica di crescita.

Queste amichevoli, davvero importanti per la crescita a livello internazionale, non si possono allargare?

Sarebbe interessante ma ci sono alcuni problemi di costi. Belgio Francia e Inghilterra si incontrano spesso tra di loro ma sono distanti davvero poche centinaia di km. Per noi sarebbe più complicato ma visti gli ottimi rapporti che abbiamo , oltre che con le già citate Francia e Belgio, anche con Inghilterra ed Ungheria potrebbe essere interessante in futuro uno sviluppo in tal senso.

Visto che parliamo di attività nazionale vorrei farti una domanda un po’ scomoda: si è sempre accostato questo tipo di attività alle sponsorizzazioni del Team Italia, cosa puoi dirci a tal proposito?

Hai fatto bene a farmi questa domanda perchè ho letto diverse affermazioni anche sul vostro sito e mi dai la possibilità di provare a fare chiarezza. Partiamo dal presupposto che per quanto riguarda la comunicazione ammetto che abbiamo ampi margini di miglioramento, non tanto la trasparenza poiché sul sito federale è tutto reso pubblico, ma per quanto riguarda la comunicazione sì perchè leggo a volte interventi errati, magari non in mala fede ma proprio per mancanza di conoscenza dell’argomento. Detto questo sono due anni che la nazionale italiana non ha alcuno sponsor, Tubertini Colmic e Trabucco che sono stati gli ultimi sponsor che abbiamo avuto hanno terminato il loro contratto nel 2016. Le sponsorizzazioni avevano un costo di 6.000 euro annui ed erano rivolte alle aziende italiane. Siccome questa sponsorizzazioni creavano una situazione di imbarazzo e di errate interpretazioni di alcune scelte federali si è preferito proseguire nell’attività senza sponsor.

Quindi nessun conflitto di interessi tra Federazione ed aziende?

Assolutamente no, a tal proposito mi capita spesso di ricordare la scelta della Federazione di accorciare le roubasienne da 14,50 a 13 metri con conseguente scontro con quasi tutte le aziende del settore. Va inoltre ricordato che i denari necessari all’attività agonistica di alto livello (quella delle squadre nazionali) provengono da fondi che il Coni da alle sue federazioni sportive anche in base ai risultati ottenuti.
I soldi del tesseramento vengono divisi a metà tra le sezioni provinciali e metà per la sede centrale che ne utilizza una gran parte per la gestione delle acque e la loro vigilanza; è ovvio che non tutte le acque pubbliche sono in concessione alla Fipsas ed in quelle che abbiamo solo in gestione per l’agonismo non possiamo fare alcun tipo di investimento, vedi le acque di Emilia –Romagna, Toscana e Umbria per esempio.

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