ITINERARI DI PESCA: IL NAVIGLIO DEL BRENTA

Wikipedia ci dice che il Naviglio del Brenta o Brenta Vecchia è un ramo minore (27,37 km) del fiume Brenta che parte da Stra e sfocia nella laguna Veneta presso Fusina (in comune di Venezia), attraversando i comuni di Fiesso d’Artico, Dolo e Mira.

Tramite il canale Piovego, che collega il Brenta tra Stra e Padova, il naviglio rappresenta il collegamento fluviale fra la laguna di Venezia e Padova.

LA STORIA

Il naviglio è l’antico alveo naturale del fiume Brenta, prima che le imponenti modifiche idrauliche apportate dalla Repubblica di Venezia (che richiese più volte la consulenza ingegneristica di Leonardo Da Vinci) e poi sino al XX secolo deviassero il corso principale più a sud, allontanandolo dalla laguna veneta e portandolo a sfociare direttamente nel mare Adriatico.

Tali opere idrauliche sono rappresentate dai tagli della Brenta Nuova e della Brenta Nuovissima, e si compongono di chiuse e ponti mobili che hanno reso navigabile il fiume.

La zona abitata lungo il naviglio viene definita Riviera del Brenta; tra il XVI e il XVIII secolo vi sorsero infatti decine di ville venete, residenze estive della nobiltà veneziana.

Il naviglio del Brenta fa parte del sistema di fiumi e canali che fin dai tempi antichi collegava le città venete fra di loro e con la laguna di Venezia.

Su questi percorsi fluviali transitavano le merci dirette dall’entroterra alla Repubblica Serenissima di Venezia: materiali da costruzione come legno, marmo, pietre dai Colli Vicentini e la trachite dei Colli Euganei nonché granaglie e altri prodotti agricoli.

Il trasporto avveniva con barconi detti bùrci trainati lungo le rive da cavalli.

Vi transitavano anche le barche destinate a trasportare la posta e i passeggeri, i cosiddetti “Burchielli“, che erano delle lussuose imbarcazioni con un’ampia cabina e tre o quattro balconi, usate dai veneziani facoltosi per raggiungere le loro ville in campagna.

LA PESCA NEI NAVIGLI

Dunque il canale come detto è navigabile e per questo ha una profondità che varia dai 2,30 a 2,50 m, e sul fondo è presente pochissima vegetazione e l’acqua scorre quasi sempre.

Sono i luoghi prediletti per gli appassionati della passata a bolognese, serve un attrezzo lungo non meno di sei metri, o in tempi più moderni anche per i patiti della pesca con la roubaisienne, la tecnica inglese o il feeder.

Considerato che la corrente dell’acqua è variabile per pescare a rbs è necessario dotarsi di vele dalla grammatura da 2 gr ad un massimo di 15 gr o in alternativa i classici galleggianti da passata.

LE SPECIE ITTICHE E LE ESCHE

Come in tutti i canali di acqua dolce del basso Veneto le specie ittiche presenti sono diverse e si trovano i ciprinidi (carpe, carassi, scardole e tinche) dai più nobili pesci autoctoni come i cavedani, i barbi e i pighi, ma non mancano alborelle, breme, lucci e altre specie meno rappresentative come i gardon.

Ovviamente ogni specie che si intente insidiare richiede un approccio diverso. Ad esempio se vorremmo insidiare carpe e carassi dovremo far affidamento su pasture dolci chiare, cereali da pastura, e bigattini alternati a vermi, mentre se vorremmo cercare solo i cavedani con la tecnica della passata dovremmo preferire il solo bigattino che per l’alimentazione dovrà essere preparato o incollato con ghiaia se l’acqua corre veloce oppure anche a fionda con bigatto sfuso.

Per la pesca delle breme invece serve una pastura scura integrata di qualche bigattino morto, verme tagliato e caster e all’amo solo vermi alternati a un ciuffo di bigattini stirati.

Per pescare a feeder sono consigliate canne della lunghezza di 3,30 m o al massimo 3,60 m montate con filo di nylon in bobina dello 0,20. Nylon meglio della treccia perchè se si utilizzano dei terminali molto sottili la parte elastica che assicura il nylon ridurrà il rischio di rotture in caso di cattura di esemplari di grossa taglia.

Gli alimentatori che si adattano meglio sono i classici blakcap per veicolare i bigattini sfusi o incollati, oppure i classici open end dai 30 ai 60 grammi nelle misure medium inizialmente e small a seguire per veicolare esche chiuse da due tappi di pastura.

Il passaggio dei burchielli per il trasporto dei turisti che arrivano per visitare le splendide ville della Riviera del Brenta soprattutto nel periodo primavera estate, tende in parte a disturbare l’azione di pesca e la pasturazione eseguita accuratamente in precedenza.

Questo disturbo nel periodo invernale non avviene perchè il flusso turistico è sospeso quindi l’azione di pesca è più regolare e redditizia.

GLI SPOT DI PESCA

Il canale Naviglio del Brenta è pescabile ovunque, tutti i posti sono validi perchè la massiccia presenza di pesce assicura sempre un buon numero di catture con qualsiasi tecnica.

Uno dei posti più ricercati è quello che si trova proseguendo sulla strada dopo il comune di Strà dove si trova la casa cantoniera di Fiesso D’Artico che è una casa dell’ Anas; subito dopo la maestosa Villa Pisani c’è un altro spot che si riconosce tramite un buco nel guardrail dove si possono parcheggiare non più di 3 o 4 auto.

Il problema più grosso per i pescatori che intendono pescare nel Naviglio del Brenta è quello dei parcheggi delle auto che non sono facili da trovare anche se in alcuni tratti, è possibile parcheggiare lungo la strada vicino agli spot.

Andando in direzione nord del Naviglio si trova la località Paduello dove spesso si notano diversi pescatori provenienti anche da province lontane come Bologna e Ferrara veri patiti della pesca a passata.

Proseguendo si arriva a Dolo un altro bellissimo paese dove al centro della piazza c’è il vecchio mulino che crea una una deviazione del corso d’acqua e dove è presente una cassa idraulica che nel periodo estivo fa salire e scendere le imbarcazioni da turismo.

Al di sotto della cassa c’è questo famoso tratto  dove sono presenti parecchie breme, carpe, qualche cavedano che riesce a rientrare e dei gardon.

Questo spot è molto valido per pescare con la tecnica dell’inglese e la roubasienne.

Il ramo morto del Brenta è bellissimo per pescarci in ragione di una larghezza di 25/30 m per una profondità di 2,50m e ci stanno comodamente 50/60 persone sia da una parte che dall’altra è in questo tratto c’è la possibilità di parcheggiare l’auto comodamente. Spot spettacolare per chi ama la pesca della passata a bolognese o all’inglese.

Nel tratto di Strà sono presenti soprattutto grossi cavedani con qualche big che arriva oltre i 3kg (catturato anche dal sottoscritto) qualche barbo, carpe, tantissimi gardon, parecchi lucciperca, qualche tinca, carassi, e a chi piace la pesca dell’alborella in estate ha di che divertirsi compreso i lucci a spinning

La tecnica di pesca più praticata in questo tratto di Naviglio a Strà è senza dubbio quella a bolognese mentre nel tratto dove nasce si può pescare bene a roubasienne e lo stesso vale anche nel tratto “casa cantoniera” così come a Dolo.

In inverno oltre ai cannisti Emiliani di solito provenienti dal bolognese e dal ferrarese si incontrano anche tantissimi bresciani e bergamaschi e ogni tanto pure qualche toscano amanti della tecnica a passata ma non mancano anche gli amanti dello spinning che si divertono per via dei numerosi predatori presenti.

Fortunatamente risulta molto scarsa la presenza del siluro al contrario dei canali del basso veneto.

Questi posti sono stupendi dal punto di vista paesaggistico e possono coniugare interessi per tutta la famiglia alternando qualche ora da dedicare allo sport e altre al turismo.

Per pescare è sufficiente il versamento della tassa regionale e conoscere i limiti in termini di esche e  pescato.

Per MF, Ivanovic Battaglia

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