NEL FREDDO FIUME, …PER UN ATTIMO DI FELICITA’!

Cos’è che spinge il pescatore ad andare a pesca nonostante il freddo pungente di questi giorni?

Le gare di cartello sono terminate, rimangono i tornei invernali organizzati nei vari laghetti, perlopiù carpodromi.

Dopo un anno intero passato a gareggiare a destra e manca macinando km sulle strade partendo di notte e spendendo un sacco di soldi, perdendo ore di sonno, perdendo ore di lavoro, cosa sarà che mi spinge ad andare a pesca anche adesso che arrivato l’inverno potrei finalmente riposare?

Ogni tanto me lo chiedo ma credo che la risposta non arriverà mai, o forse già la so, vado a pesca per vivere un attimo di felicità.

Proprio ieri mentre ero al lavoro vengo assalito dall’impulso di mollare tutto ed andare a pesca, basta breme, l’italianissima pesca alla passata, barbi e cavedani, poi ci ripenso e dico “no dai con sto freddo dove vado..”, anche i pesci ormai sono in letargo ma la visione della mia sei metri tutta piegata aleggia nell’aria ed io non resisto.

Si fanno le 12, esco dal lavoro, alle 12,45 sono già sul fiume, il tardo autunno regala colori al torrente che sono meravigliosi il giallo ed il rosso delle foglie si mischia al verde dell’acqua creando uno sfondo da dipinto, guardandomi attorno sono già soddisfatto e se anche l’uscita a pesca non sarà proficua mi consolerò con la pace che questo ambiente mi trasmetterà.

Inizio la passata e subito capisco che prendere un cavedano sarà molto difficile, il galleggiante tarato perfettamente va via liscio come l’olio ed arriva in fondo allo striscio senza dare segnali di abboccata, la seconda e la terza passata pure, e via così il tempo passa ma di pesci neanche l’ombra.

Il freddo sale dalle gambe e prende tutto il corpo, mentre accendo una sigaretta penso che forse era meglio se stavo a casa, probabilmente il gelo degli ultimi due tre giorni ha causato uno sbalzo termico all’acqua ed il pesce ne ha risentito.

Il livello dell’acqua non è alto, il fondo tappezzato di foglie mi crea sempre incagli con conseguente affondata del segnalatore ed è proprio in una di queste affondate lente che incoccio un pescione che parte in progressione, punta dritto sulla sponda opposta, e mi spezza il finale.

Non sto tanto a pensare, perché il tempo stringe, le giornate si sono accorciate ed il sole cala presto, avevo dello 0,8 cambio e metto dello 0,10 con la speranza di vedere un’altra abboccata, ma il tempo passa e l’abboccata non arriva, non mi scoraggio e continuo a pasturare in maniera regolare, poi improvvisa una affondata, ferro, e finalmente la mia 6 mt si piega, e come si piega!

In questo momento sono completamente scollegato da tutto ciò che mi circonda e la mia attenzione e orientata solo a lui, ….il pesce che tanto speravo di catturare!

In questo momento non esistono più i problemi del quotidiano, lo stress causato dalla routine, in questo momento mi sento vivo e sono concentrato esclusivamente alla cattura di questo pesce che a giudicare dalla curva della canna è di tutto rispetto.

Dopo un lungo tira e molla si arrende ed entra nel guadino, un barbo stupendo, la soddisfazione per la cattura mi lascia un sorriso sul viso, un sorriso che mi fa capire perché amo questo “sport”, una foto di rito poi restituisco il pesce al suo ambiente, mentre lo guardo allontanarsi capisco cos’é che mi spinge ad andare a pesca, vado a pesca per vivere un attimo di felicità.

Un saluto agli amici di Match Fishing da Galeotti Davide.

uno scorcio del fiume

la pesca ha dato i suoi frutti

strepitoso barbo

i colori dell’autunno

ancora una cattura

occhi gialli

rilascio del pesce, la pescata è finita!

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