Feeder Fishing Agonistico ad Ostellato con Tubertini

Affrontare una competizione a Ostellato con la tecnica del Feeder Fishing è sempre affascinante e tecnicamente impegnativo. Il pesce che andremo a insidiare è quasi esclusivamente la breme. Data la presenza predominante rispetto agli sporadici carassi e alle carpe del Circondariale, l’abramide è un pesce che con le tradizionali tecniche della pesca al colpo fa ammattire più di un agonista, con tocche impercettibili sui galleggianti sia in affondata che in starata e che richiede una pasturazione millimetrica per far risultato; lo stesso pesce, pescando a Feeder è, non dico facile ma meno difficile del solito e spesso si allama da solo dimostrandosi in alcuni casi veramente brutale per la franchezza delle tirate sulla cima anche in esemplari di piccola taglia. Certo bisogna fare le cose a modo…

La stagione è importantissima per l’impostazione della gara. Nella mezza stagione il pesce si tiene a centro canale, sui 35 metri o anche in prossimità della tre quarti opposta, a circa 55/60 metri. Nel periodo caldo, invece, lo si trova anche sottosponda, sul tiro della roubasienne, infatti in quest’ultimo periodo il pesce è più propenso a spostarsi per accorrere sul luogo della pasturazione mentre nel periodo più freddo è fondamentale capire dove sono i pesci in quanto la bassa temperatura dell’acqua rende i pinnuti più statici e restii nel fare anche piccoli spostamenti per cibarsi a causa del metabolismo ridotto e del minor bisogno di cibo.

Di conseguenza la pasturazione sarà diversa a seconda del periodo: d’estate si potrà abbondare con le esche pescando anche con del bigattino sfuso o incollato all’interno del feeder, mentre nella mezza stagione, con la presenza di poco pesce, si tenderà ad usare più pastura e meno esche per non saziare troppo rapidamente i pochi pesci presenti.

I Materiali

In ogni caso bisognerà, per fare una gara seria, montare come minimo 2 tipi di canne, una che consenta di affrontare la suddetta linea corta (30-35 m), che abbia delle discrete caratteristiche di sensibilità ma che comunque mantenga una buona rigidità nel fusto, caratteristica quest’ultima che aiuta molto nel dare precisione al lancio, ed una più potente, magari con uno shock leader adeguato, per lanciare pesi anche consistenti a 55/60 metri.

Ho iniziato ad utilizzare da quest’anno le due canne della serie Ethnic Carp Feeder Tubertini che è composta da una 11’6” (3.50 m) perfetta per la linea corta e la sorella maggiore la 12’6” (3.78 m) più performante nel lancio e leggermente più potente e devo dire che mi hanno veramente soddisfatto nonostante il nome richiami alla mente pesci di specie diversa. La corta della serie se la cava benissimo anche sulle breme di taglia, che quest’anno sembrano caratterizzare il canale ferrarese, il tip da utilizzare sarà il più morbido, quello da 1.5 oz. per percepire anche le mangiate più impercettibili.

Abbinato a questi attrezzi impiego un Tubertini Ryobi Zauber CM taglia 4000, adattissimo a questo tipo di pesca e che nulla ha da invidiare a mulinelli di marchi più costosi e blasonati; in alternativa un altro mulinello validissimo è il Tubertini Ryobi Vertigo taglia 4500.

Il filo da imbobinare su entrambi i mulinelli sarà uno 0.18-0.20 mm, nel caso particolare di Ostellato meglio che sia di tipo affondante. L’Ethnic Camo Feeder è proprio il filo che fa al caso nostro, molto rigido per segnalare in maniera netta le mangiate anche a 50 metri di distanza, specifico per il Feeder Fishing. Per i terminali andremo ad utilizzare un Gorilla Silver nei diametri 0.12/0.14 mm oppure un Fluorine dello 0.128 mm. Più bassi di diametro non conviene stare a causa dei grossi pesci che possono capitare e che è un peccato perdere solo per amore di una presentazione inutilmente raffinata; in quest’ottica si sceglierà anche l’amo, personalmente uso con ottimi risultati la serie 26 nelle misure 14, 16, 18, scendendo al massimo al 20 in casi particolari.

I feeder sono il fulcro della nostra tecnica, per cui la scelta dei più adatti è importantissima. Per il Circondariale si tratta di utilizzare dei pasturatori non troppo pesanti, specifici per acque lente o ferme e su profondità ridotte (max 2 metri.); nella gamma Tubertini i più indicati sono il plastic cage feeder da 20 e 28 gr. un feeder in plastica a gabbietta che favorisce la creazione di una nuvola di pastura all’impatto con l’acqua e può essere utilizzato anche per i bigattini incollati; se invece si percepisce che il pesce tende ad alzarsi (il che può facilmente verificarsi nella stagione estiva) meglio passare ad un feeder come l’open End Plastic Feeder, che essendo formato da un cilindretto di plastica aperto alle estremità ma con pochi fori ai lati, porta la pastura contenuta al suo interno sul fondo senza “scoppiare” all’impatto con l’acqua e quindi con poca dispersione di contenuto durante il tragitto verso il fondo.

 

Per lanci lunghi i feeder più indicati sono il Long Range Blockend Feeder, un pasturatore chiuso per il bigattino sfuso con il piombo in coda che ha il pregio di mantenere benissimo la traiettoria del lancio e di volare molto lontano; se invece si vuole lanciare lontano la pastura il più indicato è l’open End Flyers, un pasturatore cilindrico aperto alle estremità il cui piombo posizionato su di un lato ha una conformazione particolare che ne favorisce il volo risultando più preciso su lunghe traiettorie.

Le Lenze

Le lenze che vi propongo sono anche le stesse che uso nella maggior parte dei casi e vanno benissimo in tutte le situazioni che vi si possono presentare sia di acqua ferma che in acqua corrente (anche se questo è raramente il caso di Ostellato). La prima lenza si chiama Multi Loop, ed é costituita da 4 asole realizzate direttamente con il filo proveniente dal mulinello. Le asole, come vedrete nel disegno allegato, sono di diversa ampiezza e vanno a decrescere verso il terminale; la prima, che è lunga circa 25 cm, presenta all’interno una girella con moschettone alla quale si aggancerà il feeder, che sarà libero di scorrere per l’intera lunghezza dell’asola e che servirà a rendere auto ferrante la lenza; le altre 3 asole, di ampiezza minore, servono per irrigidire la parte finale della lenza ed evitare grovigli; alla più piccola, la terminale, andrà collegato il finale di lenza lungo una cinquantina di cm. tramite una classica doppia asola. La seconda lenza è la più indicata in acque ferme, ed è il paternoster, una lenza ancora più semplice della precedente, che consiste nel montare la girella con moschettone su un bracciolo in derivazione della lenza madre, la quale andrà a terminare in un asola su asola con il finale di lenza, la caratteristica di questa lenza è di essere estremamente sensibile, infatti a causa del feeder montato sul bracciolo svincolato dalla lenza madre la tirata del pesce si trasmette molto più liberamente al vettino e il pesce non avverte direttamente il peso del pasturatore durante la mangiata; questa lenza è leggermente più difficile da utilizzare rispetto al Multi loop, essendo meno autoferrante.

 

Pasture ed Esche

Le pasture da utilizzare per la nostra gara non differiscono molto rispetto a quelle necessarie per una gara con l’inglese o con la roubaisienne in cui non siano permessi fouilles e ver de vase: la base sarà la Turbo Black nera di Van Den Eynde, poi personalmente aggiungo della Tubertini Gold Medal yellow nel caso ci sia in giro qualche carassio curioso e del brasem in dosi variabili a seconda della stagione.

Altre pasture specifiche da feeder Van den Eynde presenti nel catalogo Tubertini

 

Le terre, a parte casi particolari quali l’utilizzo di fouilles (che comunque da regolamento è generalmente vietato) e l’acqua con corrente molto veloce (che comunque non è il nostro caso) non hanno dato molto riscontro, probabilmente perché a portare la pastura e le esche sul fondo ci pensa il pasturatore e la quantità di pastura e di esche è comunque così ridotta che non c’è il pericolo di saziare i pesci; a maggior ragione essendo da quest’anno proibito il fondo iniziale fatto a mano o a fionda.

Strategia di Pesca

La cosa fondamentale nella pesca a feeder in generale e nella pesca a Ostellato in particolare, è la PRECISIONE nel lancio; questa precisione, in mancanza di riferimenti come è il nostro caso, e come in qualsiasi grande specchio d’acqua dove non ci siano boe a tiro di canna, la si ottiene clippando la lenza sul mulinello, cioè utilizzando la clip che hanno tutti i mulinelli che si rispettino alla base della bobina e che serve per stoppare in lunghezza il lancio; questo accorgimento, abbinato a un riferimento sulla sponda opposta (un albero, un tronco in acqua, un cartello ben visibile) rende possibile una precisione sufficiente a portare la nostra pastura ad ogni lancio nello stesso posto, in modo che i pesci si concentrino dove noi porteremo l’amo con l’esca.

Ovviamente, l’utilizzo della clip ha una controindicazione facilmente intuibile: in caso di carpa o siluro di taglia esagerata e che partano a 100 all’ora, potrebbe diventare un problema dare del filo al pesce e qui l’esperienza e il sangue freddo dell’ agonista devono aiutarlo a togliere la clip in tempo per evitare la rottura del terminale; va comunque detto che le bremes ed i carassi sono pesci che, anche se grossi, non fanno delle grandi fughe iniziali e sono gestibili con fili di dimensioni “umane”.

Altro trucco da utilizzare in gara è clippare due o più canne alla stessa distanza, infatti in caso di groviglio o di rottura di canna, cima o lenza si può riprendere immediatamente a pescare con la canna “di riserva” essendo ragionevolmente sicuri di pescare nel posto pasturato precedentemente con la canna inutilizzabile; l’ideale sarebbe che le canne e i mulinelli fossero uguali però la cosa non è fondamentale.

Teniamo presente anche che si possono definire 2 distanze diverse sullo stesso mulinello tramite due clippaggi differenti.

Marco Scartabellati – Angelo Borgatti

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