CAMPIONATO ITALIANO FEEDER GIR. CENTRO SUD: ANCHE IL TEVERE HA CREATO PROBLEMI MA NON PER GIOVANNANGELI

IL COMMENTO DI MARCELLO CORBELLI 

Campionato Italiano Feeder Girone Centro-Sud……..Buona la prima…??

 

campionato italiano feeder girone centro sud 1 prova

 

Se questa è una domanda, la risposta purtroppo è no, se invece è un invito a parlarne….eccoci qui, pronti a farlo.

Prima di tutto, a scanso di equivoci, mi preme precisare che questo primo passaggio, decisamente poco esaltante, è solo la cronaca riassuntiva di una brutta gara che niente ha a che vedere con l’organizzazione che, per l’impegno profuso, è stata a dir poco encomiabile, sia per la complessa e delicata gestione di un importante evento, sia per l’enorme daffare al quale hanno dovuto far fronte i “ragazzi” dell’L.B.F. Centro Italia e della Sezione Provinciale FIPSAS di Roma, trovatisi a ripulire e mettere in sicurezza un tratto di fiume reso per mesi inaccessibile ai lavori, a causa delle continue piene del fiume di Romolo e Remo.

Io sono letteralmente innamorato del Tevere a Ponzano Romano, conosco le sue potenzialità e non esito a definire questo tratto di fiume il più bel campo di gara dell’Italia intera, perlomeno per quello che riguarda la pesca a feeder.

Un canale largo poco meno di cento metri, mosso di norma da una leggera, ma costante corrente; una colonna d’acqua verde smeraldo che va da una profondità minima di 6/7 metri fino a una massima di circa 10/12 mt., con una popolazione ittica unica fra tutti i campi di gara nazionali, dove sono frequenti le catture di tinche abbondantemente oltre il chilogrammo e dove, oltre a delle breme gigantesche e a dei carassi meravigliosi, si prendono con regolarità cavedani e gardons di taglia inusuale.

Purtroppo tutta questa bella poesia alieutica, anche se solo temporaneamente, si è interrotta nel corso di queste ultime settimane, a causa della stra-nota inclemenza meteo che ha mantenuto per mesi il Tevere in condizioni di impraticabilità e non solo per la pesca, ma anche per gli importanti lavori in preventivo che avrebbero dovuto trasformare e che trasformeranno, non appena l’intera zona interessata sarà agibile, questo stupendo campo di gara in un vero e proprio giardino.

In questi ultimo periodo, le piene si sono alternate al ritmo di una ogni due giorni e quando un corso d’acqua così imponente è interessato da simili eventi, pescare anche solo decentemente è un’impresa ardua.

In parole povere, quelli che nei giorni precedenti la gara volevano provare le varie strategie da porre in essere, hanno dovuto rinunciare mestamente, oppure fare come molti hanno fatto e cioè passare un giorno o due a recuperare e ripulire le lenze cariche di detriti vegetali di ogni genere, che riducevano i fili come delle trecce di capelli “rasta”, senza vedere nemmeno l’ombra di un pesce, se non in casi sporadici.

Queste sono le condizioni in cui i partecipanti alla prima gara del Campionato Italiano Ledgering sono arrivati all’appuntamento più atteso della stagione agonistica e quando i 67 concorrenti del girone centro-sud sono arrivati sul fiume e hanno trovato di nuovo il Tevere solcato da strisce di fango, quale inesorabile preludio dell’ennesima ondata di piena, ognuno ha capito che sarebbe stata sofferenza pura travestita da gara.

Al segnale d’inizio, visto che in pratica pescare anche solo a 15/20 mt. avrebbe significato recuperare continuamente quei famosi “boccoli rasta” tristemente noti a chi già li conosceva dal giorno precedente, quasi tutti hanno deciso di impostare la loro pesca a 4/5 metri da riva dove la forte corrente concedeva qualche “attenuante di legge” e dove nonostante tutto, durante le prove, qualche pesce era stato preso.

Come facilmente immaginabile, il tempo trascorre inesorabile con tante canne paralitiche che vibrano sotto il gorgoglìo dell’acqua torbida. Poi, mano a mano che la gara va avanti, la notizia di qualche cattura inizia a trapelare, alimentando le speranze di chi non ha ancora visto muovere niente……Mai dire mai…. Talvolta i fulmini cascano dove meno te lo aspetti.

A parte i due settori iniziali, dove sembra che un po’ di pesce sia uscito, forse grazie all’ampio curvone che tiene la corrente lontana dalla sponda picchettata, negli altri casi le catture sono solo a carattere occasionale.

Io sono uno di quei pochi fortunati che hanno messo in nassa un pezzo, che per l’occasione è un carassio di circa 200 gr…..forse il più piccolo di tutto Ponzano.

Quando ormai sono passate più di tre ore di gara l’acqua del Tevere, grazie all’interazione delle dighe del Corbara e di Nazzano, sembra un po’ meno torbida e anche meno veloce.

Questa seppur minima variazione porta nuova linfa alla gara, tanto che iniziano a rincorrersi voci sempre più frequenti di pesci usciti pure nei settori meno pescosi.

Io stesso posso vantare la seconda cattura di un gardon da meno di cento grammi e la slamatura in acqua di un terzo, giudicato dalla reazione poco più grande di quello portato a riva.

Purtroppo però, nonostante questo “sensibile” incremento dell’attività del pesce, a fine della gara si dovranno registrare numerosi cappotti, così come molte saranno le posizioni di vertice raggiunte con soltanto uno o due pezzi all’attivo.

Comunque la storia della pesca sportiva ci insegna che una gara è tale anche in queste condizioni anzi, forse sono proprio tali estremi che esaltano le caratteristiche della competizione e chi ha vinto merita che gli venga riconosciuta la capacità di aver interpretato meglio degli altri delle circostanze anomale come quelle che hanno caratterizzato la gara di quest’oggi.

Purtroppo non conosco ancora molte delle numerose facce nuove che hanno partecipato a questo girone di gare e quindi non sono in grado di parlare delle loro doti, ma riguardo a chi invece già fa parte del giro da tempo, posso dire senza timore di essere smentito che non mi sono affatto meravigliato quando ho saputo che il Sor Moscati ha vinto il suo settore, perché so bene che Michele a pesca è un mastino che non molla l’osso fino alla fine, così come conosco personalmente da una vita Vitantonio Zoppi e so che anche lui con la canna in mano ha la capacità di tirar fuori il sangue da una rapa e lo ha dimostrato il secondo piazzamento assoluto, perso rispetto al primo per soli 60 gr.

C’è poi c’è una promessa del feeder fishing come Gregorio Giovannoni che solo per poco è secondo del suo settore, anche questo, nonostante la giovane età, quando c’è da pescare lo fa eccome.

Un altro che conosco e so che non vince a caso è il Giovannangeli. Manuel è il pupillo di Nando Carnevale e Francesco Di Veronica, cresciuto (agonisticamente parlando) dai suoi mentori a pastura e feeder, che si porta casa l’assoluto di giornata.

Degli altri, come ho già detto prima non posso dire più di tanto e me ne scuso, lasciando alla pubblicazione delle classifiche il compito di rendere il giusto tributo ai vincitori che si meritano tutti gli onori del caso, ma quello che è il dato più rilevante di questa edizione 2013 del Campionato Italiano Feeder è l’aver raddoppiato la partecipazione degli iscritti rispetto all’anno scorso, segno indiscutibile che la decisione assunta della Federazione di aver diviso in due gironi territoriali il Campionato in questione, è stata una scelta decisamente azzeccata, che ha consentito di avvicinare quei molti che altrimenti non avrebbero potuto partecipare.

A questo punto, parafrasando Enrico Ameri e Sandro Ciotti, i mitici radiocronisti della storica trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto” concludo con un dissacrante:………”Scusa Scarponi…Scusa Scarponi. Qui allo stadio della pesca del Tevere a Ponzano la gara si conclude a pesci inviolati…da Marcello Corbelli, a te Adria” (frase da leggere con voce roca, come quella di Sandro Ciotti).

Un saluto agli amici di Match Fishing da Marcello Corbelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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