L'”ORCO” DI OSTELLATO

Il Circondariale di Ostellato non finisce mai di stupire.

In questo canale Ferrarese, salito alle cronache in questi giorni per la notizia dell’influenza aviaria, c’è il “divertimentificio” della pesca e ne sanno qualcosa Alessandro Scarponi e Marco Mazzetti arrivati sul luogo per una battuta di pesca con un gran finale a sorpresa come nei migliori film.

I due Emiliano-Romagnoli, di Bologna Mazzetti di Cesena Scarponi, sono compagni di squadra, Città del Rubicone di Savignano s/R e spesso si trovano a provare i campi di gara insieme e nelle prove si lasciano andare a pescate fuori dal comune.

Infatti, dopo una mattina passata con il ledgering in mano, Alessandro decide di provare con la canna da siluri che porta quasi sempre con se quando si dirige in questi luoghi.

Dopo una mezz’ora di pesca il grosso segnalatore rosso da 80 grammi parte deciso verso la metà del canale e a quel punto Alessandro, con una pronta ferrata potente, aggancia il siluro che da un po’ di tempo gli gironzolava davanti come se implorasse qualcosa da mangiare.

E così ai cinque grossi vermi di terra chiamati volgarmente “mamme” infilati su un amo adeguato il siluro non ha saputo resistere ma ha incontrato l’attrezzatura di tutto rispetto che gli è stata fatale.

La lotta è durata una buona mezz’ora con l’”orco” di Ostellato che si dimenava come un matto avendo probabilmente compreso la sua sorte.

Ha tardato ad affiorare in superficie ma quando l’ha fatto ha sollevato un vortice di acqua impressionante come se sott’acqua ci fosse un cavallo impazzito.

Il problema è stato salparlo sull’argine con Mazzetti che non voleva saperne di prendere contatto fisico con il siluro, abituato com’è a catturare breme e carassi.

Non ci sono scelte, Alessandro si vede costretto a passare la canna a Marco, raccomandando di stancarlo e portarlo vicino all’argine.

Nel frattempo Alessandro corre in auto a prendere i guanti di cuoio per agganciare con la mano il pesce nella mandibola inferiore.

I denti sono taglienti, le fauci viste da vicino fanno paura.

Immaginare un pesce nella grande bocca di questo splendido killer, progettato da madre natura allo scopo di ripulire il fondale del fiume da quella parte di fauna più debole, è da brividi.

Un pesce sano e guizzante difficilmente si farà catturare dal siluro.

Il grosso esemplare di siluro stimato sui 40 chili ormai è esausto e finisce per farsi prendere dopo avere dato tutto per liberarsi.

Spesso la battaglia la vince il pesce tagliando lenze e ritrovando la libertà ma in quella occasione la meglio l’ha avuta l’esperto pescatore di Cesena.

Marco che gli è toccata la parte finale della lotta ha così commentato la cattura: “non mi era mai capitato di sentire in canna un bestione di questa stazza, una forza impressionante che spacca le braccia. Devo dire che dopo mezz’ora le mani mi tremavano ancora. Una esperienza straordinaria di pesca sportiva e solo adesso comprendo perché nelle nostre acque accorrono da tutta Europa per pescare questi siluri che pare abbiano trovato un habitat ideale per procrearsi e vivere”.

Al tramonto, dopo avere sbagliato almeno un’altra decina di abboccate, ma con il pesce che ha avuto la meglio sul pescatore, i due decidono di chiudere le canne e stringendosi la mano si salutano per la prossima avventura di pesca sportiva.

ECCO LA GALLERIA FOTOGRAFICA DELLE FASI FINALI DELLA CATTURA

Alessandro ha passato la canna a Marco e ne prova la forza bruta

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