Ostellato: cessata l’emergenza “aviaria” si pensa ora alla febbre da siluro.

Traditi dall’inclemenza meteo che aveva reso impraticabile il Tevere a Ponzano Romano proprio nel giorno individuato per la battuta di pesca organizzata con gli amici Nando e Francesco, dopo un breve consulto telefonico, io, Alessandro e il Mazzarella, abbiamo deciso di andare comunque a pesca, cambiando destinazione in favore di Ostellato, dove la pioggia non aveva certo influito sulla pescosità.

Alle 8,30 del mattino, dopo il caffè al bar da Miky, siamo sul Valle Lepri esattamente in corrispondenza del “boschetto” dove di solito, grazie al conforto dell’unica zona di ombra presente, staziona quello stramaledetto gregge di pecore che pare tragga dall’erba del Circondariale un alimento di particolare pregio, stante perlomeno l’enorme quantità di boli fecali lasciati lungo le sponde del canale e che io pesto regolarmente.

Cacche a parte, siamo a Ostellato, dove fra due settimane avrà luogo la prima gara finale del Campionato Italiano di Ledgering e per questo di comune accordo decidiamo di pescare provando per come ognuno meglio crede, proprio come fossimo in gara.

Sul canale ci siamo solo noi e quindi possiamo sbizzarrirci al meglio e già pochi minuti dopo la breve pasturazione iniziale, fatta con miscele di sfarinati diverse, le prime breme iniziano a far ballare i vettini. Per lo più sono placchette da 150 gr. quelle che assalgono voracemente le nostre lenze, anche se talvolta non manca la piacevole sorpresa di qualche pezzo di tutto rispetto.

C’è però il problema che, trascorse ormai alcune ore di pesca, Alessandro e il Mazzarella hanno mantenuto costanti i loro ritmi di cattura mentre io, in mezzo a loro due, pur senza un giustificato motivo sto arrancando nelle retrovie, con solo qualche pescetto ogni tanto.

Quei due loschi individui mi stanno massacrando e questo non è per niente carino, soprattutto tenendo conto del viaggio di ritorno, con due ore e mezza di strada da fare accanto a un avvoltoio come il Mazzarella…….C’è da diventare verdi di bile.

Il tempo trascorre a posizioni invariate con Marcellino e lo Scarponi che non perdono occasione per richiamare la mia attenzione ad ogni loro cattura fino a quando, durante il recupero la solita bremettina, la frizione del mio mulinello inizia a stridere come un gatto stretto all’uscio, per poi rilasciare improvvisamente la tensione, restituendomi tutta la lenza intera senza alcun danno e senza alcun pesce.

Richiamato dal rumore delle mie imprecazioni Alessandro, da navigato conoscitore del canale ferrarese, pronostica subito la presenza di un siluro e senza aggiungere altro si dirige verso la sua macchina, tornando svelto con in mano due canne tipo surf casting, munite di galleggianti grandi come pere williams e una lenza madre come il trave di un palamito professionale.

Io gli chiedo chi deve picchiare con quei bastoni e lui, con l’espressione del ghepardo che gattona la gazzella, mi risponde che la mia bremetta è stata mangiata da un siluro e questo significa che sono in caccia….non c’è da perder tempo. La febbre da siluro sta salendo!

Lo Scarponi, ormai in preda ai suoi rapaci istinti primordiali, mentre innesca una decina “mamme” in un amo che da solo pesa un etto, mi dice che un corposo polpetto di grossi lombrichi è quello che ci vuole in circostanze simili e subito lancia il tutto a una ventina di metri da riva.

Dopo pochi minuti, il galleggiante parte strusciando sul pelo dell’acqua esattamente come la boa del film “Lo squalo”.

Alessandro lascia il filo libero di uscire dalla bobina del mulinello e poi, dopo un bel po’ di secondi, quando il galleggiante sparisce sottacqua, assesta una virile ferrata che va però a vuoto, seguita solo da un seppur eloquente sguardo rivolto al cielo…..Si dice la differenza. Io avrei bestemmiato fino alla scomunica.

La scena si ripete ancora per quattro volte nell’arco di circa un’ora, ma sempre con lo stesso esito fino a quando, dopo aver speso un capitale di “mamme”, finalmente lo Scarponi annuncia la cattura dell’atteso siluro e mentre questo strapazza una canna già paurosamente piegata verso l’acqua l’altro, inarcato all’indietro per contrastare la fuga del pesce, sbuffando per lo sforzo dice: “Questo mi spezza le braccia”. È un momento dal sapore intenso e per un attimo mi sembra di essere a bordo del Pequod, trascinato da Moby Dick, appena colpita dall’arpione del feroce Capitano Achab.

Alessandro però, a differenza del Capitano Achab, è ormai avvezzo ad avere la meglio sui Moby Dick di Ostellato e quando ormai ha saggiato la mole dell’avversario, con generoso altruismo mi passa la canna, lasciandomi provare l’ebrezza di una lotta con un siluro lungo un metro e mezzo fino a quando la bestia ormai sfinita, si lascia agguantare per la mandibola dalla sapiente presa dello Scarponi il quale, con l’aiuto di Marcellino, lo tira in secca per le foto di rito.

Dopo il siluro abbiamo continuato a pescare le nostre bremette ancora per un’oretta buona, ma è stato come andare a letto con il Mazzarella dopo esserci stati con la Monica Bellucci.

Difficilmente si possono dimenticare quelle le sensazioni forti e la febbre da siluro è ampiamente giustificata.

Ora però, prima di lasciarvi al reportage fotografico, vorrei condividere con voi alcune serie considerazioni.

Dai recenti studi condotti riguardo l’ittiofauna del Circondariale di Ostellato è emerso che la prevalenza della biomassa presente nelle acque di questo canale è costituita dal pesce siluro.

Un dato sconcertante, che mette a nudo la reale sproporzione fra questo predatore e le altre specie del Circondariale, sopratutto in considerazione del fatto che la sua introduzione nelle nostre acque è avvenuta negli anni settanta e questo significa che la sua crescita nel canale di Ostellato è aumentata al ritmo costante del 20% ogni dieci anni, rispetto l’intera biomassa e se questa non è aumentata in proporzione rispetto al passato, ciò significa che una percentuale corrispondente è stata consumata e quindi, se i dati in nostro possesso sono reali, è fin troppo facile capire come solo una radicale inversione di tendenza possa scongiurare il raggiungimento del livello teorico di non ritorno (nell’Arno Fiorentino ci siamo quasi), quando il siluro dovrà nutrirsi di se stesso fino a rimanerne uno solo esemplare, sperando che non sia quello ermafrodita.

Personalmente credo che il futuro della pesca sia meno fosco di quanto descritto tuttavia, quando penso a quanto appena detto e al fenomeno ancor più devastante dei cormorani, mi domando quanto sia ancora accettabile da parte dei pescatori, votanti o meno che siano, che nessun organismo politico preposto si faccia carico di quello che possiamo considerare un vero disastro ecologico che si sta perpetuando nella demagogia delle sterili chiacchere.

Un saluto agli amici di Match Fishing da

Marcello Corbelli

Non si è mai soli, una nutria di pochi mesi cerca compagnia.

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Marcello impegnato nel tiro alla fune con il siluro

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il Corbelli ha messo a dura prova i suoi reni e i suoi gioielli visto dove ha messo il calcio della canna

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…e sembra che ci provi anche gusto

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ormai la lotta sta per finire

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ecco il siluro affiorare

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siamo sui 25 chili

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per salparlo servono guanti di cuoio

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e sembra che se la rida sotto i baffi

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primo piano delle fauci e delle tagliole che ha in gola

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Il Mazzarella non ha il fisico per sollevarlo

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ci prova ma l’ernia del disco è assicurata

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invece Marcello non ha nessuna paura con il fisico che si ritrova

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Alessandro ci è ormai abituato

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è un bell’animale da pesca sportiva

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ad Ostellato anche le breme hanno risposto molto bene

i due

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