IL MONDIALE IRLANDESE DI MANUEL MARCHESE E MASSIMO VEZZALINI

Il Mondiale di Feeder è ormai alle spalle da alcuni giorni, i nostri Azzurri sono tornati a casa ed hanno potuto “digerire” i giorni di prove e di gare disputati in Irlanda.

Nazionale feeder a fine giornata

Con Manuel Marchese, leader della Lenza Emiliana Tubertini e da sempre componente della Selezione italiana nelle rassegne iridate di specialità, ho voluto ripercorrere “a mente fredda” i giorni della trasferta nella verde, ed umida!, Irlanda.

Intervista di Angelo Borgatti

MANUEL RIDOTTA

Innanzi tutto, Manuel, com’era l’ambiente pre mondiale, l’organizzazione, la logisitica?

“Quest’anno, con la squadra che avrebbe pescato in Irlanda, abbiamo preparato il Mondiale con molte meno elucubrazioni mentali di quanto non possa essere accaduto in altre occasioni, poiché il C.T. Molinari ed il Vice Forni erano stati in Irlanda poche settimane prima del Mondiale, per una ricognizione in occasione di una competizione a cui hanno partecipato i migliori agonisti inglesi, irlandesi, olandesi ecc. I quest’occasione hanno realizzato dei video dai quali si potevano rilevare elementi come le pasture e le esche utilizzate, oltre che la tipologia di attrezzi da portare al seguito. Noi abbiamo consegnato la nostra attrezzatura il 9 luglio a Bologna, dove Stefano Linati e Angelo Pizzi si sono assunti l’onere di caricare e portare il tutto, in furgone, fino a Cork. Noi siamo partiti in aereo due giorni dopo, da Pisa.”

Come sono andate le prove?

“Come sapete le prove ufficiali sono iniziate lunedì 14. Noi abbiamo iniziato nel tratto denominato ‘Garden Center’, nell’ultimo box disponibile, il 25. Questa zona, in realtà, é un canale staccato dal resto del campo gara, il lago di Inniscarra, con caratteristiche di fondale, profondità e pescosità assolutamente differenti dalle altre 4 zone dislocate sul lago.

A dire il vero, il sabato precedente lo abbiamo trascorso cercando alcuni posti in cui pescare, fuori campo gara, ma erano tutti occupati da altre Nazionali. Domenica mattina, quindi, levataccia per cercare un posto in cui pescare, prima che tutti fossero nuovamente occupati. Nonostante tutto siamo stati preceduti dai portoghesi, comunque abbiamo trovato delle posizioni accettabili ed abbiamo iniziato a prendere confidenza con i pesci irlandesi. Tornando alle prove ufficiali, il nostro esordio é stato sicuramente clamoroso, con una pescata di breme memorabile, grazie ad oltre 140 abramidi di bella taglia portate a guadino nel complesso da tutti noi sei. Uno degli aspetti più curiosi, é che per tutto il resto della settimana non abbiamo avuto più notizie di catture di breme in tutto il tratto!

Nei restanti giorni della settimana abbiamo pescato nel lago vero e proprio, rispettivamente nei box 3, 10, 13, 18. In queste occasioni ci siamo resi conto di cosa significasse pescare gardon in lago, in questo lago, che ha un fondale con un dislivello pazzesco e il cui profilo varia anche in maniera importante da picchetto a picchetto. basti pensare che la profondità varia dagli 8 ai 12 metri alla distanza di più o meno 20 metri da riva. Anche solo usando l’immaginazione si può intuire come il pescare a queste profondità condizioni molto l’approccio alla competizione, perché occorrono pasture dalla meccanica particolare, in grado di arrivare bene sul fondo senza disperdere troppo, vette in grado di restituire con la maggior fedeltà possibile le tocche molto particolari dei gardon, grande concentrazione sulla vetta per accumulare confidenza con le mangiate dei gardon a quelle profondità, una precisione estrema nel capire dove pasturare e pescare, perché il fondo è irregolare e, in alcuni picchetti, costellato di ostacoli.”

Qual’era la tipologia di pesci da insidiare e con quali montature?

“La specie prevalentemente catturata è stata il gardon, con soggetti di 60/70 grammi di media e punte da 150.; skimmer da 250/400 grammi, meno frequenti e poi ibridi di 100/200 grammi e breme da 300 ad 800 grammi, con qualche raro esemplare over 1.000.

Le lenze che ci hanno convinto maggiormente sono state le running rig, classiche, abbinate a dei cage per insidiare i gardon ed a degli oper end per le breme. Come ami abbiamo usato dei modelli a gambo lungo e filo medio, a curvatura larga, nelle misure dal 10 al 14. I terminali li avevamo realizzati con fili da 0.12 mm fino a 0.15. Per i mulinelli abbiamo scelto del tracciato da 0.08/0.10 mm. sul quale abbiamo legato uno shock leader da 0.22 mm di diametro. Le linee di pesca, per forza di cose, erano a breve raggio, visto il digradare veloce del fondale ed io avevo impostato la mia pescata a 18 e 24 mt. da riva.”

Hai trovato qualche analogia tra il lago di Inniscarra e qualche campo di gara italiani?

“Personalmente no, non ricordo di aver frequentato nessun lago, in Italia, che possa ricordare quello che abbiamo trovato in Irlanda, come tipologia di fondale e di popolazione ittica.”

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Le vostre/tue aspettative venerdì sera, prima delle due gare?

“Nonostante le grosse difficoltà ad inquadrare una pesca per noi così inconsueta, dopo i cinque giorni di prove eravamo discretamente ottimisti, poiché, a parte i marziani inglesi, buona parte delle altre Nazionali potevamo considerarle alla nostra portata e noi ci sentivamo abbastanza in pesca per ben sperare. E poi si sperava, com’é logico, anche in un buon sorteggio, sempre indispensabile per ben figurare, che ci portasse sulle posizioni più frequentate da gardon e skimmer da pescare corti.”

Dopo la prima gara avete modificato qualcosa del vostro approccio per la domenica?

“Alla luce del 5° posto ottenuto sabato, con 41 penalità, la domenica abbiamo deciso di provare ad attaccare, non subito ma durante la gara stessa. Abbiamo puntato alla cattura di qualche breme grossa che potesse farci fare il salto di qualità, perché la terza piazza era alla nostra portata, con qualche bel pesce in nassa; purtroppo nessuno di noi ha avuto questa fortuna e così, invece di scalare fino alla terz aposizione ne abbiamo perso un paio, a vantaggio della Spagna e della Rep. Ceca. Ci supera, purtroppo, anche la Francia, che realizza le nostre stesse penalità ma ci batte per i piazzamenti…”

Oggi, a mente fredda, come inquadri il vostro Mondiale? Ritieni che qualcosa di meglio potevate farlo?

“Non mi sento di dire che abbiamo sbagliato qualcosa di particolare, noi tutti abbiamo dato il meglio delle nostre capacità ed il massimo dell’impegno. Onestamente credo che siamo arrivati dove ci ha portato il nostro valore di questo momento, perché non dobbiamo dimenticare che questo è stato il 4° Mondiale della specialità, che nel nostro Paese, a livello agonistico, é appena più vecchia. Siamo quindi in piena fase di apprendistato rispetto a tante nazioni che questa disciplina la praticano da sempre o comunque da molti più anni di noi.”

La domanda che è sulla bocca di tutti: questi inglesi sono veramente dei mostri sacri? Cosa ci manca rispetto a loro?

“Mostri sacri, marziani, extraterrestri… chi più ne ha più ne metta! Loro sono dei professionisti che per possibilità, mentalità, caratteristiche dei loro ambienti pescano a feeder 365 giorni l’anno. Noi ne dobbiamo mangiare ancora di polenta…!”

Un commento sul ‘tuo’ Mondiale…

“Mi spiace molto per i 15 punti della gara di domenica, venuti perché abbiamo deciso di abbandonare la pesca ai gardon e tentare la carta delle breme. Con senno di poi, credo di poter dire che, nonostante le tante difficoltà riscontrate nella pesca dei pesci piccoli, probabilmente potevo risparmiare 5/6 penalità alla squadra. Comunque resto dell’idea che sia stato giusto provarci, perché se la sorte mi avesse aiutato con qualche pesce di taglia, forse ora saremmo qui a parlare di un terzo posto, assolutamente alla nostra portata. Non dobbiamo dimenticare che dal 5° di sabato ad un eventuale 3° ci sarebbe stata molta differenza, mentre dal 5° al 7° non cambia molto, alla fine.

Ritengo, comunque, che per tutti sia stato un Mondiale da ricordare, con dei pesci spettacolari per l’intensità dei colori e dalle mangiate fulminee e difficilissime da decifrare, con quelle profondità e con i pasturatori pesanti che siamo stati costretti ad usare. Il lago ed il paesaggio circostanti sono splendidi, un posto nel quale pescarci é veramente un sogno. Peccato non potercisi allenare più spesso…”

Ed ora diamo la parola a Massimo Vezzalini

Intervista di Alessandro Scarponi

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Il team Italia si è presentato a questo mondiale carico di speranze grazie ad una formazione che sulla carta, come hanno riconosciuto tutti, è stata la più forte dalla nascita del campionato del mondo di feeder.

La tua esperienza internazionale acquisita nella pesca al colpo e soprattutto l’aver vestito la maglia azzurra in entrambe le discipline, colpo e feeder, ti ha elevato a regista della squadra o allenatore in campo come si usa dire nel calcio.

Innanzi tutto ti ringrazio per avermi nominato regista ma non è così , io ho partecipato da atleta e con gli altri si è fatto il possibile coadiuvati dal vero regista e capitano che in questa spedizione è stato Mario Molinari, aiutato dal vice Fulvio Forni.

Al termine delle due prove avete chiuso al settimo posto, meglio del Sud Africa ma peggio del Belgio, eppure tutta l’Italia aveva scommesso sull’exploit della nazionale azzurra e invece…..?

Per la precisione la classifica fino al nostro settimo posto non includeva il Belgio, ma Inghilterra, Irlanda Olanda, Rep Ceka, Spagna, Germania.

Certamente la nazionale messa in campo era, se fosse stato compreso anche Angelo Pizzi, anche a mio giudizio la più forte possibile al momento. Quando si affrontano questo tipo di gare, conta moltissimo oltre al puro aspetto tecnico di pesca, anche uno stato mentale appropriato, cioè ci vuole la testa per vincere e la cattiveria giusta, oltre allo spirito di sacrificio trattandosi di una gara a squadre. A mio giudizio in parte queste cose sono venute a mancare.

Hai visto notevoli distanze incolmabili tra l’agonismo del feeder anglosassone e quello italico oppure ritieni che in Olanda sulle breme potremo giocacela?

Al momento le distanze sono evidenti ma stiamo lavorando per crescere mentre per quanto riguarda il mondiale in Olanda non ho informazioni adeguate sul tipo di pesca che ci sarà da fare, ma sul tipo di pesca effettuato qui in Irlanda dobbiamo tutti lavorare molto.

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Gli inglesi hanno indovinato tutto alla perfezione, merito della loro esperienza secondo te o della capacità di leggere alla perfezione il campo gara dove sono chiamati a pescare? In tutte le loro interviste hanno detto che la chiave per ottenere il successo è stato l’aver trovato il giusto compromesso tra profondità e distanza…

Non ho letto le interviste degli inglesi, ma posso affermare che il campo di gara lo conoscevano alla perfezione e quindi hanno fatto una gara in discesa. Certo è che nella pesca in velocità sui gardon hanno dimostrato di non avere rivali. Riuscire a fare tutto alla perfezione per salpare gardon, uno ogni meno di un minuto, significa che le cose le sapevano fare molto bene.

Venendo al mondiale in Olanda, cosa serviva all’Italia per migliorare la quinta posizione del sabato?

ma guarda credo che il feeder in Italia sia ancora giovane mentre in altri paesi lo si pratica da decenni e quindi è normale che siano molto più avanti di noi ma abbiamo fatto vedere che sappiamo stare tra le prime di un mondiale e per migliorare la quinta posizione del sabato occorreva avere l’esperienza di livello internazionale. Un mondiale si gioca in due prove e li oltre ad essere capace occorre leggere le mosse degli avversari che fanno sempre cose diverse nelle prove rispetto a quelle che poi fanno nelle due manche che contano. Abbiamo già nel prossimo mondiale la possibilità di riscattarci, vedremo di trovare le soluzioni per fare meglio.

Ma davvero questi gardons sono così difficili da pescare, tanto da rimanere indigesti alle nostre lenze del colpo e del feeder?

Del colpo non dico nulla, del feeder dico che ci voleva una pratica maggiore su questo tipo di pesce in condizioni simili all’Irlanda, ma credo che qui in Italia le stesse condizioni siano introvabili, forse ci sono alcuni laghi dell’Appennino che hanno caratteristiche simili come il Brasimone nel Bolognese ma è poca cosa. Penso invece che con un paio di gare sul campo gara del mondiale sicuramente per quello che mi riguarda avrei sicuramente fatto meglio.

Pare che i pesci di taglia si potessero insidiare , tu in gara 1 al picchetto C/7 hai fatto una super pescata da 104 pesci il numero più alto di tutto il settore eppure hai chiuso in ottava posizione, ma se potessi tornare indietro cosa cambieresti nella tua strategia per prenderne meno ma più incisivi?

Certo i pesci di taglia si potevano insidiare, ma chi li ha pescati dritto ha fatto o tanto bene o tanto male vedi il 58 dell’Olanda la domenica, la gara era da impostare su i gardon, con la ricerca della taglia che era determinata dal tipo di pastura, di pasturazione e dal rapporto amo esca. Poi facendo le cose giuste il pesce di taglia entrava. Non c’erano breme a sufficienza per impostare una gara in quel modo.

Quanto è stata condizionante per il risultato finale la scelta della pastura? ce ne vuoi parlare?

Con il senno di poi potrei fare tante disquisizioni sulla pastura ma non servirebbero a nulla.

Massimo parlaci della scelta dei feeder, (tipo e peso), fili (diametro), terminali (lunghezza e diametro), ami (n°) e canne (piedi e azione) utilizzati…

Ma guarda come tutti abbiamo utilizzato dei pasturatori a gabbietta da 30 e 45 grammi e altri più chiusi tipo Open End dello stesso peso. Gli inglesi hanno anche pescato con 45 grammi. Nel mulinello abbiamo messo del trecciato del 8 e le canne utilizzate sono state quelle da 11 e 12 piedi. I terminali sono stati lunghi da 50 a 70 centimetri con del filo del 12 e 14 e ho usato ami generosi del 14 e 12.

Gli inneschi come sappiamo fanno sempre la differenza, l’Italia a quali esche si è affidata per lo svolgimento delle due prove?

Beh avevamo a disposizione tutti i tipi di inneschi quello principalmente usato e stato un pinki calzato su di un amo importante.

La sera dopo gara 1 avete deciso di ripetere la stessa strategia di squadra oppure avete cercato di capire come avevano pescato i concorrenti che erano capitati nello stesso picchetto?

Abbiamo impostato gara due alla ricerca dei gardon, chi ha fatto questo fino alla fine ha ottenuto un piazzamento.

Parlaci del lago, lo hai trovato omogeneo o come spesso succede il picchetto ha fatto la differenza? Ho sentito parlare di tanti incagli sul fondale, come ce la siamo passata noi azzurri?

Beh commentare la regolarità del lago dopo che una squadra vince un giorno con 11 punti e l’altro con 15 non mi sembra proprio il caso.

Alla fine di questo quarto mondiale avrai tracciato un bilancio personale, lo ritieni un mondiale da bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

Il mio bilancio personale è da bicchiere pieno, cioè ho fatto il pieno di nuove esperienze e ho sicuramente fatto tesoro della pescata fatta alla domenica a fianco di Adam, che ringrazio per la cortesia e la disponibilità di rispondere alle mie domande, certo dopo avermi suonato!!!!

Olanda 2015 è già dietro l’angolo, che suggerimenti ti senti di dare al CT della nazionale e al suo staff tecnico per arrivare competitivi a questo appuntamento?

Quando saprò chi sarà il nuovo CT ci penserò, magari non avrà bisogno di nessun consiglio. Se posso permettermi di dire qualcosa fuori onda credo che la nazionale debba essere strutturata con uomini di esperienza che non possono uscire ogni anno da un club azzurro con il rischio che qualcuno di valore per effetto di una annata sfortunata debba restare fuori. Penso che la soluzione migliore per scegliere le pedine della nazionale possa essere una classifica di rendimento e una volta scelti i sei della nazionale affiancarli ai primi sei del club azzurro che insieme dovranno fare esperienza a livello internazionale con trasferte più frequenti per fare esperienza. Se vogliamo crescere e in fretta penso che nel feeder la strada da prendere sia questa, ma è un mio pensiero personale e nulla di più.

Bene Massimo noi ti facciamo i complimenti per l’impegno e il risultato ottenuto che comunque al di la del mancato podio rimane pur sempre un bel risultato se si pensa che le squadre iscritte erano 25…

Penso che arrivare settimi in un mondiale da 25 squadre non ci renda giustizia. L’occasione irlandese era ghiotta, terzi con 77 punti non ricapiterà facilmente in un altro mondiale, e la squadra per farli ce l’avevamo, ne sono sicuro.

Allora in bocca al lupo per le prossime competizioni con e senza maglia azzurra.

Grazie.

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