IL MONDIALE MASTER VISTO DA LUCIANO BAZZA E SERGIO SACCHETTI

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Gli echi del 7° Mondial Master di pesca al colpo si sono appena spenti e Roma, con il suo Tevere, palcoscenico che ha ospitato le 14 nazioni partecipanti, ha ripreso a vivere la sua estate indolente ed afosa.

A Bologna incontro Luciano Bazza, componente di questa fantastica selezione Azzurra che non finisce di stupire per la continuità di risultati da quando é stata istituita la rassegna iridata, e Sergio Sacchetti, chiamato quest’anno a far parte dello Staff Tecnico.

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Luciano, sei tornato da pochi giorni da Roma. Innanzi tutto complimenti per questo terzo oro in cinque stagioni, un risultato sportivo direi storico nella storia del nostro sport…

Si, credo che quello realizzato dai Master, in questi cinque anni, sia un risultato unico. Non dobbiamo dimenticare che, in mezzo, ci stanno anche un argento ed un bronzo, quindi un quinquennio assolutamente unico. Se poi penso al Portogallo, nel 2012, quando perdemmo l’oro per un soffio e ruppi due barbi dopo due combattimenti al cardiopalmo… Con uno solo di quelli avremmo vinto l’oro ed io anche una medaglia individuale… Ma la storia non si fa con i se ed i ma, quindi siamo contenti così ed andiamo avanti!”

 

Veniamo al campo di gara, il Tevere cittadino, un tratto di fiume descritto come terribile e molto difficile…

Il Tevere ce lo aspettavamo anche peggiore, in realtà si é rivelato un buon campo di gara, comodissimo e ben allestito. A questo proposito voglio fare i miei complimenti all’organizzazione per come hanno predisposto tutto. Anche in termini di pescosità è stato meglio del previsto e, se ben affrontato, ha offerto pesci un po’ per tutti, sia in prova che in gara.

Come pescosità generale pensavamo di trovare un fiume più avaro, invece sono stati realizzati anche diversi pesi importanti, a doppia cifra, nei due giorni di gara e anche in prova, quando si fanno diversi esperimenti per scegliere le strategie migliori, i pesci hanno risposto sempre piuttosto bene.

E’ un campo di gara molto tecnico e, modestamente, le due nazionali più forti, Italia ed Inghilterra, lo hanno confermato classificandosi nelle prime posizioni. Certamente alcune formazioni si sono trovate in difficoltà in questo Tevere e anche nazionali che in prova avevano dato buona impressione, come la Francia, nelle due gare hanno incontrato delle difficoltà. Ricordo che i galletti hanno schierato anche uno dei grandissimi nomi del nostro sport, quel Fougeat che tantissimi conoscono per aver vinto tanto con la Nazionale Seniores ed anche individualmente e che nel mitico Mondiale di Peschiera del ’96 fu uno dei pochi a tener testa allo strapotere dei nostri Azzurri. Anche lui, a Roma, ha trovato non poche difficoltà.”

Parliamo un po’ di come avete affrontato il Tevere nei quattro giorni delle prove ufficiali…

Il lunedì, primo giorno, abbiamo trovato il fiume con una piena in corso, frutto delle piogge della domenica. In quell’occasione abbiamo catturato solo in due, alcuni pesci, ma le condizioni erano veramente pessime, con una corrente fortissima anche nel tratto dove eravamo stati sorteggiati, solitamente quello a corrente più ridotta. Già dal martedì, grazie anche ai preziosi suggerimenti del C.T. Ardenti e di Serafino Iezzi, il vice, profondi conoscitori del fiume, siamo riusciti ad inquadrare meglio la pescata e abbiamo capito meglio come cercare i pesci del Tevere.

Come ti avevo anticipato nella intervista pre mondiale, occorre distinguere tra il tratto alto del campo gara,a corrente più lenta, e le altre zone, a corrente molto più sostenuta.

In prima zona avevamo capito che la pescata sarebbe stata prevalentemente impostata con terra e fouillis ed innesco di ver de vase; nella parte bassa, fouillis e ver de vase andavano bene ma la corrente così forte rendeva le cose più difficili e nella parte finale della gara era meglio integrare con palline di bigattini incollati pesantemente con tanta ghiaia. Ardenti ci ha fatto capire che la partenza andava fatta con terra di riviere e fouillis, piuttosto ricca, innescando il ver de vase. Tra queste palle iniziali, alcune andavano bagnate maggiormente, tipo pongo, altre meno, per avere dei tempi di disfacimento progressivi. E si é rivelata una impostazione proficua.”

 

 

 

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Sergio, per certi versi potrebbe ricordare una pescata a Medelana…

Solo marginalmente. Innanzitutto la pasturazione di mantenimento andava fatta quasi tutta a mano, il cupping kit é stato usato molto poco e poi i pesci sono molto più vari, come specie. La profondità del Tevere, qui, é di poco meno di 4 metri e la corrente é micidiale, tanto che in molti hanno usato lenze anche fino a 60/70 grammi per stare ben fermi sulla pasturazione.”

Però, Luciano, da quanto abbiamo capito, la scelta tecnica vincente é stata un altra…

Esatto. Inizialmente eravamo orientati per una pescata fatta con galleggianti pesantissimi, immobili sulla pasturazione iniziale, con la canna in barra ad aspettare la mangiata. I nostri C.T, profondi conoscitori del posto, ci hanno convinto che la carta migliore sarebbe stata una pesca più leggera, a passare, al massimo rallentando la corsa dell’esca, sempre a radere il fondo, perché la presenza di tantissimi incagli rendeva difficilissimo pescare appoggiato. Certo qualche straniero ha pescato immobile, probabilmente perché hanno trovato qualche spiazzo più pulito, ma in genere l’impostazione suggerita dai nostri capitani era la più proficua si é dimostrata vincente.”

 

Spiegami cosa intendi quando parliamo di pescata leggera…

Noi abbiamo usato dei galleggianti classici da 5/8 grammi, con una piombatura abbastanza raccolta, lasciati correre sul breve tratto pulito che trovavi sulla linea della pasturazione; al massimo si rallentava un po’ la passata, ma mai più di tanto. Solitamente erano passate abbastanza brevi come tempo di permanenza in acqua, vista la velocità dell’acqua, qualche secondo ma la mangiata la si aveva in quel breve lasso di tempo. In definitiva anche una bella pescata, tecnica, all’italiana, dove era richiesta una grande precisione di pasturazione a mano e una buona capacità di stringere bene l’alimentazione di mantenimento. In questo modo abbiamo catturato anche in prova barbi e breme, le specie prevalenti.”

 

Scorrendo la classifica individuale, viene subito all’occhio la sfortuna di Galligani, che termina al 5° posto assoluto, ad una incollatura dal podio…

“Riccardo, in entrambe le gare, è partito male, con alcuni pesci persi che certamente non aiutano il morale e… la classifica. In entrambe le prove, però, è stato molto bravo a mantenere la concentrazione ed è sempre riuscito a fare dei grandi recuperi. Soprattutto nella seconda prova é arrivato a sfiorare la vittoria mancandola per sole poche decine di grammi. Con qualche decina di grammi in più avrebbe vinto il settore e, con 5 penalità totali, avrebbe potuto avere quella doppia soddisfazione che io provai a Firenze, nel 2011: campione del mondo a squadre e bronzo individuale. Mi spiace veramente molto per lui.”

 

Sergio, tu sei stato la sponda di Tino Pagliari, che partiva con l’orgoglio di dover difendere la medaglia d’oro individuale dello scorso anno…

E’ vero, e posso dire che in entrambe le prove ha fatto di tutto per farlo. Tino ha pescato entrambi i giorni nel primo settore, nella parte alta, e si é sempre difeso molto bene, ha catturato molte breme pur essendo capitato sempre lontano dalla zona più pescosa, quella dei picchetti 9/10/11, dove in entrambi i giorni si sono fatti pesi importanti ed i piazzamenti migliori. Tino, nonostante i picchetti non ottimi, ha sempre fatto delle belle nasse, con grande regolarità.”

 

Arriviamo al tuo Mondiale Luciano, quello che hai disputato dalla panchina. Te lo aspettavi?

Non avrei voluto essere nei panni di Massimo Ardenti, giovedì pomeriggio, quando ha dovuto dichiarare la squadra titolare, perché credo fossimo tutti bene in pesca. Onestamente non me lo aspettavo e non posso dire che non mi sia dispiaciuto. Giovedì sera ero piuttosto amareggiato. D’altra parte, come ti ho detto, non era facile fare una scelta e uno doveva restare ai box. E’ toccato a me e lo debbo sportivamente accettare, con la consapevolezza però di aver fatto tutto quello che dovevo e di aver dimostrato, nei quattro giorni delle prove ufficiali, che i pesci li sapevo prendere bene anch’io, in tutte le situazioni e in tutti i picchetti in cui ho pescato, tanto che il mercoledì ho avuto anche i complimenti di Ardenti.”

 

Ti aspettavi di essere chiamato in pedana almeno nella seconda gara?

Certamente no! Vista la posizione di capoclassifica dopo la prima prova e visti i risultati dei nostri, un secondo e tre quarti, sarebbe stato impossibile eventualmente scegliere chi far restare giù e quindi non mi aspettavo di essere chiamato. Forse se i risultati della seconda gara fossero stati fatti il venerdì avrei potuto essere impiegato ma così non è stato e quindi va bene così. E poi abbiamo vinto l’oro, quindi…”

 

La domenica l’Italia ha rischiato grosso e gli inglesi hanno rosicchiato ben sei degli otto punti che avevamo di vantaggio. Cosa é successo?

“La gara di sabato è stata più difficile, meno pescosa per noi e, soprattutto, anche gli altri hanno messo a punto dei correttivi importanti. Torri e Bagarello sono capitati in picchetti difficili e poco pescosi e le loro gare sono state tutte in salita. Roberto, il sabato, ha iniziato con un bel cavedano alla prima calata poi ha terminato con 1,2 kg e questo ti da il segnale di quanto possa essere stata difficile la sua gara; analoga storia per Bagarello, a cui ho fatto la sponda nei due giorni, che dopo la bella prova di venerdì, il sabato si é dovuto arabattare a spigolare qualche pescetto in un picchetto in cui era difficile passare. Comunque, alla fine, le cose hanno girato bene e un po’ della fortuna che abbiamo perso in altre occasioni ci é tornata a Roma e quindi siamo nuovamente Campioni del Mondo e in Portogallo si andrà con quel titolo.”

 

Squadra che vince non si tocca! Credi che il detto famoso varrà anche per il 2015, in Portogallo?

“Naturalmente é una decisione che spetta al C.T. Certo i fatti dicono che il gruppo che si é formato in questi anni ha conseguito dei risultati importanti, che sono sotto gli occhi di tutti. Da parte mia so che darò il massimo per confermare il valore del mio score personale di 2,3 nelle gare del vari mondiali, e mi piacerebbe esserci anche nel 2015, tanto più che sembra che nel campo di gara lusitano ci siano da pescare le alborelle, tante e grosse. E le alborelle, modestamente…”

 

Come vogliamo terminare questa chiacchierata, Luciano?

Voglio ringraziare coloro che sono stati con noi per tutta la settimana, aiutandoci in tutti i modi: Sergio Sacchetti, Tario, Natucci che si é prestato a fare di tutto, la gentilissima Paolina, Serafino Iezzi oltre al CT Ardenti. Anche il Presidente Matteoli, che ci ha onorato della sua presenza un paio di volte, a cena ed è stato il nostro primo tifoso nei due giorni. Anche il  trattamento riservatoci è stato eccezionale: siamo stati ospitati all’interno del Villaggio Olimpico, molto bello e confortevole, e siamo stati accontentati veramente in ogni cosa di cui abbiamo avuto bisogno e di questo debbo rendere merito alla Federazione.”

 

 

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