Believe to be Alive – Credi per essere vivo: era presente anche la Lenza Orvietana

A Roma dal 3 al 5 ottobre s è tenuta una tre giorni dedicata allo sport paralimpico; una palestra a cielo aperto in via della Conciliazione, aperta a tutti per una giornata sportiva, contraddistinta dal motto “Believe to be Alive – Credi per essere vivo”, il primo Galà paralimpico che si è tenuto con l’obiettivo di trasmettere un messaggio che intende coniugare i valori della fede e quelli dello sport.

Sabato 4 c’è stato l’incontro con Papa Francesco in Vaticano.
“Nel vostro sforzo per uno sport senza barriere, per un mondo senza esclusi, non siete mai soli! Dio nostro Padre è con voi!”. Così si è rivolto il Papa agli atleti disabili che con i loro familiari si sono ritrovati presso l’Aula Nervi. Ha aggiunto poi:
«Grazie per la per la vostra presenza – numerosa e festosa! La disabilità che sperimentate in qualche aspetto del vostro fisico, mediante la pratica sportiva e il sano agonismo si trasforma in un messaggio di incoraggiamento per tutti coloro che vivono situazioni analoghe alle vostre.

E’ una prova del fatto che in ogni persona ci sono potenzialità che a volte non immaginiamo, e che possono svilupparsi con la fiducia e la solidarietà e diventa un invito ad impegnare tutte le energie per fare cose belle insieme, superando le barriere che possiamo incontrare intorno a noi, e prima di tutto quelle che ci sono dentro di noi.

La vostra testimonianza, cari atleti, è un grande segno di speranza. Siete venuti da tante parti del mondo e ognuno di voi porta con sé la propria esperienza di sportivo e prima di tutto di uomo e di donna – ha detto Papa Francesco –porta le conquiste, i traguardi raggiunti con tanta fatica, anche con tante difficoltà che ha dovuto affrontare.

Ciascuno di voi però è testimone di quanto sia importante vivere queste gioie e queste fatiche nell’incontro con gli altri, poter condividere la propria “corsa”, trovare un gruppo di amici che ti danno una mano e dove tu dai una mano agli altri.

E così ognuno riesce a dare il meglio di sé. Lo sport diventa un’occasione preziosa per riconoscersi come fratelli e sorelle in cammino, per favorire la cultura dell’inclusione e respingere la cultura dello scarto».
Papa Francesco ha poi salutato le quasi 5000 persone presenti con un importante augurio: «Che lo sport possa diventare una palestra nella quale allenarvi quotidianamente al rispetto di voi stessi e degli altri, una palestra che vi dia l’occasione di conoscere persone e ambienti nuovi e vi aiuti a sentirvi parte attiva della società…..”
Dopo il suo toccante discorso, Papa Francesco è sceso tra gli atleti, soprattutto tra quelli presenti con la propria carrozzina e ha continuato a stringere mani e volti, dopo aver abbracciato i cuori.
Prima del suo intervento, in sala si erano già vissuti momenti di profonda commozione grazie ad alcune bellissime testimonianze: prima tra tutte quella del Presidente del CIP Luca Pancalli che, visibilmente emozionato, ha portato il saluto di tutto il movimento: “Di fronte a Lei, Santità, non voglio nascondere l’emozione, grazie per il dono che ci ha fatto.

Le parole di un piccolo uomo come me non possono descrivere la nostra gratitudine ed il nostro affetto.

Questi ragazzi con disabilità fisiche, sensoriali o intellettive, insieme alle loro famiglie, sono i più autentici testimoni di quell’amore per la vita di cui lo sport paralimpico vuole essere il messaggero e comunicatore. Con loro le società sportive, i Dirigenti. Tutti crediamo nello sport come strumento di una sfida educativa, ma soprattutto come strumento riabilitatore della società e della cultura. Noi cerchiamo di cambiare la cultura dei Paesi anche con questo messaggio sportivo.

Se gli atleti abili hanno i cerchi olimpici, noi abbiamo tre agitos (dal Latino agito, mi muovo) che simbolizzano la mente, il corpo, lo spirito, la forza di chi è caduto e si è rialzato. Lo dice Lei, Santità, non lasciatevi rubare la speranza. Ecco, noi la speranza la coltiviamo ogni giorno attraverso lo sport. Un vincitore è soltanto uno che no smette di sognare. Noi continuiamo a farlo attraverso lo sport”.
E’ stata poi la volta di Annalisa Minetti, non vedente, che si cimenta nella corsa e che ha interpretato due sue canzoni. Ha poi raccontato la sua toccante storia la lanciatrice del peso Assunta Legnante, non vedente. E’ intervenuta anche la ballerina classica Simona Atzori, priva delle braccia, che si è esibita col suo corpo di ballo sulle note del “Magnificat” interpretato da Mina.
Tra le varie delegazioni sportive ricevute era presente anche quella azzurra della FIPSAS, presente in aula Nervi con un nutrito gruppo composto dal Presidente del Settore Acque Interne Maurizio Natucci, dal Segretario Generale Lino Zuccarello, dalla responsabile dell’Ufficio Immagine e Comunicazione Laura Giacomini, dal Presidente del Settore Nuoto Pinnato Carlo Allegrini, da alcuni componenti della nazionale di pesca al colpo disabili tra cui Giovanni Bottazzi ed il nostro Fabio Coscia.
Oltre a Fabio, per la Lenza Orvietana erano presenti alcuni ragazzi D.A. che gareggiano con suoi colori e che erano accompagnati dai loro familiari: Luca Albani,Mattia Basili, Andrea Biscardi, Flavio Zanchi. Come Dirigente accompagnatore della Società, era presente il Presidente Valentino Maggi.
Renato Rosciarelli

 

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