VIVA IL ROCK!!!

Viva il rock, si, ma non sto parlando dei Queen, o dei Pink Floid, ma di pesca! Più precisamente di Light Rock Fishing, una disciplinata inventata dai nostri “colleghi” giapponesi ed importata da noi occidentali. In Italia sta prendendo sempre più piede negli ultimi anni.
Su cosa si basa? La risposta è semplice, non è altro che uno “spinning ultralight”, ossia uno spinning praticato con attrezzatura di minor potenza ed esche artificiali di limitata grandezza.
A che prede possiamo ambire? Bè dobbiamo partire con il precisare che ci sono differenti tecniche per applicare il light rock, vediamole insieme. La prima e la più conosciuta, è il “mebaru game”, che punta alla cattura di predatori di fondo, primo tra i quali appunto il “mebaru” (il nostro scorfano) da cui prende il nome tra l’altro questa tecnica. Insieme a quest’ultimo, avremo la possibilità di catturare sciarrani, bavose, castagnole, saraghi e tutto il resto dei predatori presenti nei nostri fondali senza escluderne nessuno, razze e polipi compresi.

img4

img2

img3

img 1

La seconda variante per praticare il light rock è il cosiddetto “aji-game”. Una variante studiata per la cattura dei predatori di galla, come il sugarello o l’occhiata, senza escludere qualche spigoletta. E’ praticata nei porti preferibilmente di notte o all’alba.

La terza variante è il “kurodai-game” che nasce come tecnica per insidiare uno sparide tipico nei mari del Sol Levante, adattata da noi per la pesca del sarago, ampliandoci le possibilità del succitato mebaru game. Si montano delle piccole soft-baits e si lasciano calare alla profondità desiderata, per poi effettuare degli energici movimenti di polso in modo tale da conferire all’esca dei movimenti circolari, importante è non farla toccare con il fondo.

La quarta ed ultima variante è il “kisu-game” mirato alla cattura di un pesce totalmente inesistente lungo le nostre coste, per cui la tralasceremo.

Ma come si praticano queste tecniche? Lo spiegherò in sintesi, facendo una suddivisione delle varie tecniche.

Mebaru game: come esche opteremo per piccole jig-head innescate con siliconcini che raramente andranno a superare i 3 pollici, soft-baits o hard-baits. Caleremo l’esca sul fondo e andremo ad imprimere all’esca dei movimenti che la faranno saltellare sul fondo.
Kurodai-game: come detto prima useremo piccole soft-baits che lasceremo calare alla profondità desiderata e alle quali imprimeremo dei movimenti circolari grazie all’ausilio del polso, cosa fondamentale è non far toccare il fondo all’esca.
Aji-game: innescheremo sempre delle micro jig head e come innesco opteremo per dei mini siliconcini che imitano il pesce foraggio, il recupero va fatto facendo muovere la nostra esca nei pressi della superficie imprimendogli dei movimenti che simuleranno il nuoto di un pesce.

Ovviamente trattandosi di prede nel 90% dei casi di taglia medio piccola raccomando a tutti il rilascio, questa è una tecnica che deve soddisfare la vista, non il palato!!
..rock is the way..

Per Match Fishing Luca Chiovelli

Luca Chiovelli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *