UNA TORBIDA SORPRESA

La sorpresa amara di trovare un fiume sporco alle prime luci del mattino per un passatista che si fa 80 km per andare a pescare l’ unico giorno libero che ha è qualcosa che non si può descrivere a parole.

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Lo stato d’animo si potrebbe definire “avere perso in partenza”.
La cosa più sensata da fare sarebbe tornarsene a letto e farsi una dormita, ma ormai sono sul fiume, il chilo di bigattini dovrei buttarli comunque e così deciso di provarci lo stesso! Male che vada me ne torno a casa con un’ora più tardi.

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Sono a pochi passi dal fiume e decido di scendere sull’argine, individuo l’unico punto dove l’acqua sembra lontanamente pescabile, ossia dove il fiume non passa i 50 cm di profondità.
L’assetto di pesca è composto da un nylon in bobina del 0,12, un galleggiante da 0,30 e spallinata aperta verso il fondo lunga circa 40 cm,
un terminale di circa 20 cm del 0,10 e a chiudere il tutto un amo del 25.

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Dopo qualche passata il galleggiante ha un sussulto, e subito mi viene il sospetto di aver sbagliato a sondare il fondo, e invece dopo qualche istante un affondata decisa mi coglie pronto per una ferrata rapida, mi rendo conto che la mia testarda insistenza è stata ripagata.
Nelle ore successive un carosello di barbi tra i 100 e i 1000 grammi faranno capolino dall’acqua torbida lasciandomi di stucco e un incredibile sensazione di appagamento.
Oggi i barbi del Bidente mi hanno fatto divertire più di quello che speravo con l’acqua chiara.
Giusto il caso di dire….”una torbida sorpresa”.

Christian Zamagna

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