GIOVANNI GRISENTI: LA PESCA SECONDO ME …..

Giovanni Grisenti è un nome che circola nel mondo dell’agonismo da diversi anni. Quando ero un ragazzo e sfamavo la mia curiosità leggendo tutte le riviste, e le pagine che aprivo per prima scelta erano sempre quelle dove si parlava di agonismo, spesso mi capitava di leggere questo nome…Giovanni Grisenti.

GRISENTI

E’ stato un agonista di grande prestigio componente di squadre blasonate come la Longobardi e ha vestito pure la maglia azzurra della nazionale colpo seniores.

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Pesca da sempre e dopo avere militato per anni nella Lenza Parmense ha deciso di trasferirsi in Toscana alla Società di Fornacette.

Quando pesca rimane concentrato per le tre ore e nonostante i suoi capelli bianchi riesce a dare del filo da torcere a parecchi giovani.

L’ultima volta che l’ho incontrato è stato qualche domenica fa sulle rive del Circondariale di Ostellato vecchio, in occasione delle selettive del campionato italiano individuale, e in tale occasione sono stato incuriosito dalle canne che aveva sulla rastrelliera, canne da alborella realizzate in canna dolce con cimino in tonchino, oracoli della pesca realizzati manualmente da maestri artigiani che hanno reso grande l’Italia a livello internazionale quando la pesca era sul pesce piccolo.

Il maestro artigiano che ha fornito di canne tanti agonisti, compreso Giovanni Grisenti, è un certo Borgi di Firenze al quale rivolgo pubblicamente i miei apprezzamenti per la bellezza dei gioielli di canne che ha realizzato.

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Giovanni pochi giorni fa a Fornacette è stato protagonista di un fatto di delinquenza comune: dopo la gara di prova ha messo in moto l’automobile per attivare il clima per rinfrescarla. Pochi minuti ancora per seguire le fasi finali della pesca e nel mentre qualcuno si introduceva furtivamente nell’auto rubandogli ben dieci punte della roubasienne.

A Giovanni questo fatto lo ha molto provato tanto che lo stesso sta pensando di abbandonare a fine anno questo sport.

Con Giovanni abbiamo scambiato alcune chiacchere sulla situazione del canale Circondariale di Ostellato al termine della sua gara vittoriosa nelle selettive degli italiani seniores individuali.

Giovanni tu sei un pescatore che calca gli argini di questo canale da diversi decenni, lo hai visto nel suo massimo splendore e anche adesso che sta mostrando problemi di pescosità. Secondo te cosa si dovrebbe fare per aiutare il canale?
Ma guarda Alessandro, l’acqua di Ostellato è sicuramente inquinata e noi contribuiamo a questo a causa di tutta la quantità di terra e pastura che gettiamo in acqua durante la gara che è sicuramente inferiore a quella che gettiamo a fine gara. Quindi penso che sia arrivato il momento storico di diminuire le quantità, meno fouilles, meno terra anche colorata e meno pastura. E’ un acqua a scorrimento lento o ferma dove va tutto questo quantitativo di materiale gettato in acqua rimane sul fondo per sempre.
Vanno contati i quintali di merce che al giovedì, venerdì, sabato e domenica sono stati gettati, forse dai 70 agli 80 quintali di roba. Con meno prodotto gettato in acqua forse ci sarebbe sicuramente più pescato e meno spesa per i pescatori. Stesso discorso vale per altri campi di gara (Fiuma, cavo lama, Tevere, e per ultimo Fissero Tartaro). E poi attenzione siamo sicuri che tutta quella terra straniera che arriva dalla Polonia, Ungheria, e altri paesi sia compatibile con i nostri ambienti?

Secondo te perché ci sono sempre meno pescatori agonisti in Italia?
Il discorso sarebbe lungo e articolato ma mi soffermo solo su quello che ritengo il problema dei problemi. I giovani non fanno gare perché non si divertono più, non prendono pesce e devono fare dei sacrifici enormi che fanno saltare gli equilibri nelle coppie e nelle famiglie. I giovani preferiscono andare nel laghetto vicino a casa e divertirsi con meno sacrifici e spendere meno. Pensa che la gara di Ostellato l’hanno fatta iniziare alle 10,30, con quel caldo.

Cosa si doveva fare secondo te? impossibile abbassare le temperature…
Bastava avvisare i pescatori che il raduno era anticipato alle sei e non alle sette, visto che quel caldo torrido si prevedeva da dieci giorni e incominciare la gara alle nove. Una deroga per stare meglio si poteva fare, vedi a volte basta poco per andare incontro ai pescatori..
Sono arrivato a casa alle 17,30 di domenica pomeriggio. Non è possibile. Raduno alle sette distribuzione dei numeri quasi alle otto. Come si fa ad avere più adesioni a questo sport? Devo dire che i pescatori hanno un fisico eccezionale, non è intervenuta nessuna ambulanza, con quel caldo.

Quindi un richiamo alla Federazione ad essere più sensibile ai problemi veri dei pescatori, trovare il modo di fargli prendere più pesce e norme meno di sacrificio…
Si Alessandro, i giovani non si possono avvicinare alla pesca, con queste organizzazioni, con questi programmi, ma la federazione cosa fa?, le sezioni provinciali cosa fanno? a Parma quest’anno ai campionati provinciali delle varie categorie si potevano contare i partecipanti con le dita di una mano. Andiamo a vedere i giovani dei vari campionati come sono diminuiti, questi dovrebbero essere il nostro futuro e di fronte ai cali continui di tesserati regna sovrano il silenzio.
Nessuno se ne accorge, o tantomeno io ho questa sensazione, chiuderemo la porta quando i buoi sono usciti. Penso vada rifondato il sistema, con un grande cambio partendo dal vertice alla sezioni provinciali, certo che è molto facile e sbrigativo dire che ai giovani non gli interessa nulla. Nessuno si fa una analisi e si chiede il perché. Penso che la Federazione sia ormai un circuito chiuso, come tanti altri sistemi italiani, i pescatori parlano, parlano e poi nulla si fa. Qualche sporadica protesta, (il sig. Casini, Bergonzoni, qualche volta io e pochi altri) ma non si risolve nulla. Sicuramente hanno ragione i componenti della Federazione, e mi sono accorto che le parole vanno al vento.

Hai qualche proposta da fare?
Non le faccio io, basterebbe che si ascoltasse di più la gente, quelli che pagano la tessera federale, quelli che vogliono andare a pescare ogni domenica con la speranza di divertirsi, quelli che per fare questo sport non devono studiare mille regole e avere l’ansia di dimenticarsi qualcosa, quelli che ogni domenica per fare una gara si dissanguano con spese eccessive.
Bisogna semplificare, avvicinare il pescatore alla Federazione e la Federazione deve portare avanti le battaglie di chi rappresenta, ma qui mi sa che sia difficile ragionare con chi è sordo.

Quindi un messaggio esplicito anche sui format dei campionati e sui costi..
Non dico nulla, ma questo CIS così com’è non può durare, troppi sacrifici, troppi costi, e il tutto è finalizzato a sostenere un sistema dove dentro ci sono federazione e aziende che hanno grandi complicità, interessi e responsabilità.
Avrei molte altre cose da dirti ma meglio che mi fermi qui..

Tu che sei stato anche in Nazionale partecipando al mondiale del 1984 come trovi l’attuale metodo di selezione?
Io ovviamente sono legato al format dei miei tempi quando tutti partecipavano alle Superselezioni. Venendo ad oggi penso che tutti dovrebbero partecipare al club azzurro, le scelte tecniche non devono esserci più e i migliori 10/12 pescatori per quell’anno partecipano al campionato Europeo e Mondiale. E’ ora di finirla con le scelte tecniche. I bravi emergeranno ugualmente, ma anche qui deve finire il circuito chiuso. Tutti hanno il diritto di partecipare e di avere queste soddisfazioni.

Ti ringrazio Alessandro per la diponibilità e per il prezioso lavoro di informazione che da anni offri ai pescatori.

Grazie a te Giovanni, io cerco di dare voce a tutti , perché Match Fishing è dei pescatori.

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