A TENTAR SPIGOLE, ORATE E OMBRINE A MARINA DI RAVENNA

L’inverno è nella fase clou, le giornate fredde e nebbiose inviterebbero a starsene chiusi in casa al caldo di un camino magari a leggere qualche buon libro.
Ma qualcuno disposto a rinunciare al caldo delle fiamme c’è sempre e nella categoria dei pescatori ce ne sono parecchi disposti a sfidare giornate fredde per soddisfare la dipendenza da canna da pesca.
I canali sono fermi, i laghetti commerciali sono la meta più facile ma monotona, e così si guarda anche all’acqua salata del mare dove in questa fredda stagione invernale si possono realizzare pescate interessanti soprattutto se esercitate dalla scogliera alla ricerca di prede di bella taglia come spigole, orate, ombrine e cefali.

ale ombrina

ale spigola

In Romagna la pesca dalla scogliera per eccellenza si pratica sugli scogli della diga di Marina di Ravenna una struttura artificiale formata da due bracci lunghi 3 km dove possono pescare qualche centinaia di pescatori.

MARINA ROMEA

Infatti lungo i due bracci della diga formati da massi ciclopici e tripodi frangiflutti l’azione di pesca è praticata ad ogni ora del giorno e della notte chi con la bolognese e galleggio, chi a surf casting, due tecniche che in questo spot la fanno da padrone.

Conosciamo la storia di questa diga dalla fonte Living Ravenna:

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“Nei primi anni sessanta Marina di Ravenna conosce un periodo di sviluppo urbanistico e turistico: sorgono le prime villette al mare, la vita del paese si ravviva grazie alla presenza dei villeggianti, si costruisce la diga, una strada in mezzo al mare della lunghezza di circa 3 km. Aperta sui due lati, costituisce un vero invito alla passeggiata domenicale, diventa presto un punto di riferimento per il tempo libero, non solo dei marinanti, ma anche dei ravennati….. . A metà circa della diga è stata recentemente installata una pala eolica alta 20 mt circa. Si tratta di un esperimento fatto per valutare quanto può rendere una pala in zona esposta a ventilazione moderata.”

I posti buoni per pescare sono tutti e nessuno, ma certamente le catture migliori si possono realizzare nei cambi di corrente soprattutto per chi pesca con la bolognese.

I pescatori che da anni frequentano la diga di Porto Corsini, per percorrere il tragitto fino al posto di pesca si sono attrezzati con biciclette o tricicli con annesso carretto per il trasporto di attrezzatura.

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All’inizio dei due bracci che formano la diga è presente un ampio parcheggio che permette di lasciare l’auto in sosta. Le esche che si utilizzano per la maggiore in questo spot di pesca sono due: il verme coreano e il gamberetto vivo. Entrambi si possono reperire presso i negozi specializzati per la pesca in mare.

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gamberetti

il-coreano-è-un-verme-da-occhiata

Per pescare a bolognese occorre salire sui tripodi e lanciare ad una ventina di metri da riva. Occorre fare molta attenzione perché questi manufatti di cemento nascondono tante insidie che possono essere fatali per coloro che non usano tanta precauzione.

Un piede messo male su una parte di sasso scivoloso può provocare cadute rovinose e non sono pochi i casi di gravi infortuni accaduti anche recentemente per i quali si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco e ambulanza.

La pesca a surf casting è meno pericolosa perché si può pescare dalla banchina e restare comodamente seduti in attesa di vedere l’abboccata vincente.

E’ consigliato l’uso di un lungo guadino (almeno 6 metri di manico), una bolognese da sei metri (strong) per lanciare galleggi da 20 grammi circa, una canna da surf casting da almeno 4,40 mt per un casting da almeno 170 grammi mentre in assenza di corrente basta un piombo da 100 grammi.

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