CERTEZZE NELLA PESCA???….UN CONSIGLIO…..LASCIATELE A CASA!!!

Una delle poche certezze nella pesca e che i nostri amati amici pinnuti sono imprevedibili all’ennesima potenza, e per questo motivo cosi come recita il titolo di questo reportage, a volte è cosa buona e giusta lasciare a casa le nostre convinzioni, in alternativa possiamo optare per un bellissimo K8, che in questa stagione tutto sommato potrebbe tornare utile.

Quando ho deciso di affrontare una sessione di feeder fishing in un lago che oramai conosco da tantissimo tempo, in considerazione del periodo freddo, ma soprattutto forte delle precedenti esperienze, ho preparato tutta l’artiglieria pesante, tra cui un nuovo prototipo di casa Tubertini, di cui per il momento non vi sveliamo nulla, ma vi posso assicurare che sarà un’innovazione capace di migliorare una nostra serie molto apprezzata nella versione attuale, ma ne riparleremo appena i test in atto sanciranno l’effettiva efficacia.

montature bis

montature

Tornando alla preparazione della sessione di pesca al Pike’s Park, laghetto di pesca sportiva facente parte del Comprensorio Parco Laghi Adriatico, essendo il target, rappresentato dai bellissimi esemplari di tinche e cavedani, che in questo periodo preferiscono stazionare nelle zone del lago più profonde, ho deciso di preparare tre tipi di montature: quella classica a running rig, il method e come ultima alternativa il pellet feeder a bigattini.
Come esche ho preparato le immancabili pellet fai da te allo strawberry, vermi, bigattini, pellet all’halibut e mais. L’approccio era chiarissimo, almeno nella mia mente avevo già previsto tutto, anche perché, la medesima impostazione, qualche giorno prima aveva fruttato una bellissima sessione con la cattura di tinche, cavedani e tante altre specie presenti in questo bel lago, che ha una limpidezza dell’acqua indescrivibile…

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esche

Al solito la partenza è fissata per le prime luci dell’alba, e durante il tragitto ecco lo spettacolo che questa valle mi regala…

alba

Ho deciso di conquistare l’isola posta al centro di questo invaso, raggiungibile solo con l’uso di un’imbarcazione, che gli amici Gianluca e Cristiano mi hanno messo a disposizione. Pescare su di un isolotto è sempre stato un mio sogno, sarà come essere all’Isola dei Famosi ahahahahah

isola

barca

Arrivato a destinazione dopo aver aperto le tre canne con le montature sopra descritte, eseguo alcuni lanci per pasturare una zona che ho individuato grazie all’uso della barca e alla limpidezza dell’acqua, sita a circa venti metri dalla sponda.

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Inizia la fatidica attesa dei primi segni di attività dei pesci. La prima ora trascorre senza nessun segnale di vita, sicuramente dovuta alle temperature ancora basse nelle prime ore del mattino, ma son sicuro che quando il sole farà capolino la situazione cambierà. Passa la seconda ora e poi la terza, e le mie convinzioni incominciano a vacillare e ad affondare come una barchetta senza il tappo.

All’improvviso il silenzio è rotto da una bollata in superficie, eppur qualcosa si muove, con la convinzione che oggi sarà una di quelle giornate da K8, guardo nel borsone e tra le tante cose trovo il contenitore in cui ho riposto i pasturatori da floating, i chummers ed i chompers di Nisa, non ho nulla da perdere e quindi decido di montare la versione large di quest’ultimi e scoprire che pesci saranno quelli che bollano in superficie, in passato ho già catturato delle trote, e sinceramente pur di veder curvare i cimini delle mie canne, mi accontenterei anche di una bella trota.

Detto fatto, cambio il pasturatore sulla canna montata a running rig e collego alla girella con moschettone un chompers, affino il finale passando a uno 0,12 fluorocarbon della Momoi e come amo un nr.20 della serie 30.
Sfruttando la limpidezza dell’acqua, i primi lanci gli effettuo a pochi metri da riva, voglio verificare se la scia dei bigattini intercetta l’amo innescato sito a circa 50 cm dal pasturatore. Al terzo lancio, effettuato soprattutto per calcolare il tempo di svuotamento del chompers, noto delle strane ombre che dal fondo risalgono fino a pochi metri dalla superficie, non posso crederci sono dei bellissimi esemplari di cavedano, che dopo aver girato intorno al chompers si dispongono in attesa della scia di bigattini, che fuoriescono dal pasturatore.
E’ uno spettacolo vederli in azione, mentre s’ingozzano di bigattini, però non risalgono verso l’amo, cosi decido di allungare il finale passando a un metro circa. Scelta che si rivelerà azzeccatissima, infatti, all’improvviso vedo il monofilo che dalla canna arriva al chompers muoversi.

chompers in acqua

pronta ferrata è finalmente un pesce ha abboccato. Dopo alcune ripartenze verso il largo,

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il cavedano tenta la carta opposta è si dirige verso la sponda, nel tentativo di guadagnare la libertà, comportamento che contraddistingui questi furbissimi pinnuti,

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con un po’ di esperienza riesco ad allontanarlo e portalo finalmente a guadino.

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Nonostante il combattimento il branco di cavedani continua a cacciare sotto riva, regalandomi altre splendide catture.

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Pescare a vista questi astuti pesci è un divertimento allo stato puro, a volte riesco addirittura a ferrare non sul movimento della lenza o del chompers, ma osservando i bigattini innescati sparire nell’apparato boccale dei cavedani.

E cosi questa giornata che nelle prime ore era destinata ad essere una débâcle si è trasformata in una giornata di pesca da ricordare.
Sicuramente una sessione insolita di floating feeder, viste le temperature rigide, ma ancora una volta ho avuto una conferma…..le certezze nella pesca è bene lasciarle a casa… ed è proprio questo fattore di imprevedibilità che rende questo sport una vera e propria PASSIONE!!!

Per Match Fishing Giuseppe Trani

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