SPIGOLE A FLOATING FEEDER

Finora vi abbiamo presentato la tecnica del floating feeder, una variante del feeder fishing, soprattutto per la cattura di specie di superficie come occhiate, boghe e cefali, per questo motivo abbiamo deciso di alzare verso l’alto l’asticella, ponendoci come ambizioso obiettivo una specie considerata la regina degli ambienti marini costieri, stiamo parlando della Dicentrarchus labrax, nota comunemente come spigola o branzino. Una specie strettamente costiera che popola ambienti di ogni tipo nei pressi della riva, sia con fondali rocciosi che sabbiosi, e sopportando notevoli variazioni del grado di salinità dell’acqua raggiunge regolarmente, soprattutto in estate, le acque salmastre di lagune e foci, e può raggiungere non di rado le acque completamente dolci.

Uno degli ambienti in cui troviamo la spigola con facilità e in numero discreto di esemplari è sicuramente l’ambiente portuale sia nella parte interna sia esterna, sono ambienti nei quali la regina trova con facilità gamberetti o piccoli pesci come cefali ed altri di cui ne va ghiotta.

E’ una preda molto ricercata sia per la prelibatezza delle sue carni sia per la difficoltà nel catturarla, soprattutto quando il target è rappresentato dagli esemplari over chilogrammo. I cambiamenti importanti delle maree e le ore in prossimità dell’alba e del tramonto sono di certo i periodi migliori per tentare la cattura di questa ambita preda, che riduce a pochissimi momenti, della durata a volte di pochissimi minuti, la sua attività predatoria in cerca di cibo.
Lo scopo principale di questo reportage è quello di verificare la validità della tecnica e per questo motivo abbiamo scelto il porticciolo turistico di Manfredonia dove possiamo osservare a vista se questo diffidente pesce si farà ingannare dall’insidia proposta.

Il floating feeder prevede l’utilizzo di pasturatori galleggianti come i Chompers di Nisa, ideali per poter inserire al loro interno particelle come pastura e pellet, ma anche esche vive come bigattini, è sarà proprio un mix di questi tre elementi quello che useremo per attrarre le spigole. Per ingannarle invece ci affideremo all’innesco singolo o triplo di coreani interi appena appuntati per la testa, in modo da lasciargli liberi di muoversi ed assumere sinuosi movimenti che inganneranno la regina, o almeno è quello che speriamo che succeda.

La montatura dovrà essere realizzata all’insegna della semplicità con un assetto ultra light, per questo abbiamo optato per la classica running rig, che ci permetterà di sondare differenti strati d’acqua con un lentissimo affondamento dell’esca, dovuto al peso dell’esca stessa e quello della girellina che useremo per collegare il terminale. Assetto light che dovrà essere rispettato soprattutto nella scelta del terminale della lunghezza di circa un metro e mezzo e del diametro mai maggiore allo 0,14, caratteristiche di legerrzza che dovrà avere anche il nostro amo, ci affideremo anche questa volta alla serie 229 un amo resistente, leggero e con un’ampia curvatura, che ci permetterà anche nelle misure piccole di innescare due o più coreani. Per la realizzazione della montatura e dell’innesco vi rimandiamo al box tecnico.

Inizieremo la nostra sessione di pesca all’imbrunire per poi concluderla all’alba in modo da sfruttare i periodi migliori. Nel frattempo approfittando delle ultime ore di luce e di un’acqua cristallina vogliamo verificare se la nostra tecnica può darci qualche risultato anche nei periodi di minor attività dei pesci. Dopo un giro di perlustrazione tra i pontili notiamo alcune spigole di piccola taglia a circa due metri dalla superficie, ci avviciniamo con molta cautela e lanciamo in acqua il chompers innescato, l’esca scende lentamente verso di loro, ma viene completamente ignorata e dopo qualche istante le spigole si allontanano in tutta tranquillità. Facciamo altri tentativi sempre con esito negativo, i pesci presenti sotto di noi non hanno nessuna voglia di attaccare né la nostra esca e né le particelle che fuoriescono dal pasturatore. In questa situazione di assoluta apatia l’unica tecnica che potrebbe dare risultati è lo spinning, poiché la spigola in alcune situazione attacca più per difendere il proprio territorio dagli intrusi che per fame, cosi decidiamo di aumentare il numero di coreani innescati e lanciare lontano dai pesci presenti, e poi con un recupero a scatti far passare il chompers davanti ai loro musi. Finalmente riusciamo ad ingannare una spigoletta di pochi etti, sicuramente non è il target prefissato e cosi attendiamo il momento propizio per tentare la cattura di qualche esemplare degno di nota.

Il tramonto e le prime ore della sera trascorrono senza alcuna cattura, ma le previsioni danno un coefficiente di marea altissimo in prossimità delle prime luci dell’alba e questo ci fa ben sperare, e con tutta la pazienza, caratteristica dominante di un buon pescatore, attendiamo. Avendo la fortuna di avere la macchina vicina mi concedo un piccolo riposo, e per non rischiare di non svegliarmi punto la sveglia alle cinque del mattino.
L’ora tanto attesa finalmente arriva, riempito il chompers ed innescato un solo coreano lancio fiducioso, sperando che sia la volta buona. Stento quasi a crederci quando dopo alcuni secondi dall’arrivo in acqua dell’esca vedo il chompers prima muoversi in modo insolito e poi affondare lentamente, aspetto qualche secondo, per dar modo al pesce di ingoiare per intero il lungo coreano, e poi ferrò con decisione, e dalla curva assunta dalla mia Concept Sea intuisco che finalmente un bel esemplare di spigola ha attaccato l’esca. L’adrenalina sale soprattutto per l’assetto light che non mi concederà nessun errore, per questo motivo assecondo le poderose ripartenze verso il largo, ed ai primi segni di cedimento inizio il lento e controllato recupero, con anti ritorno rigorosamente aperto per concedere filo al primo accenno di ripartenza. Quello che vedo schiumeggiare in superficie è un bellissimo esemplare sicuramente over chilogrammo di spigola, che finalmente si arrende adagiandosi all’interno del gaudino, posso finalmente tornare a respirare e tirare un sospiro di sollievo. Dopo averla slamata e rilanciato, in pochi minuti riesco a guadinare altre due esemplari che non superano però il mezzo chilo di peso. Il sole è ormai alto e ora di porre la parola fine a questa stupenda sessione di floating feeder alle spigole.

Tanta stanchezza ma le emozioni della cattura ripagano e quasi fanno dimenticare le lunghe ore di attesa, e quell’immagine del pasturatore scomparire nel profondo blu rimarrà nella mia mente per tanto tempo ancora.

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