CACCIA AI CAVEDANOSAURI

Prefissarsi un obiettivo oppure un target costituisce molto spesso fonte di linfa vitale per questa passione chiamata pesca. Soprattutto quando si affrontano spot nuovi o, pochi conosciuti, che si presentano come molto difficili da sfidare per via della limpidezza dell’acqua e le profondità importanti, raggiunte a pochi metri dalla sponda, a tutto ciò si aggiunge la presenza di cavedanosauri sospettosi e poco propensi a farsi ingannare. Il target di questo reportage, infatti, saranno appunto i cavedanosauri del lago la Pozza del Mariotti, uno dei tanti laghi facenti parte del comprensorio Parco Fluviale di Montecosaro Scalo, ottimamente gestito dagli amici Simone e Giuliano.

L’idea di questa sfida nasce durante una precedente sessione di feeder fishing al Parcofluviale, quando insieme con Simone, Giuliano e Gianfranco Mariotti, proprietario dell’omonimo lago, durante un giro visita dell’impianto di pesca sportiva, mi fanno conoscere il lago La Pozza, che in origine faceva parte del più grande Lago Mariotti. In quell’occasione Gianfranco mi fa notare sotto sponda alcune sagome enormi, saranno carpe sentenzio, invece lui mi contraddice asserendo che sono cavedanoni, che è quasi impossibile ingannare, questo termine “impossibile” da vita alla sfida oggetto di questo articolo, e per questo motivo fisso immediatamente l’appuntamento per la settimana successiva.
Dovendo affrontare un lago con poca pressione piscatoria e a me sconosciuto, e con profondità superiore ai nove metri già a pochi metri da riva, decido di far ricorso alle due tecniche che nella ricerca di cavedani non mi hanno mai deluso, il floating feeder con i Chompers per insidiarli a galla ed in calata, e poi il pellet feeder per intercettare i pesci sul fondale.

Userò esclusivamente bigattini e della pastura che avrà il compito di far da tappo al mio Grippo Inline modificato riempito di bigattini, un assetto indicato quando si devono raggiungere profondità importanti. Per l’argomento terminale consiglio uno 0,12 per il chompers con un amo numero 18-22 della serie 229, pronti a scendere anche allo 0,10, mentre per il pellet feeder, essendo l’amo nascosto all’interno del pasturatore, possiamo anche esagerare con un amo numero 14-16 legato ad un 0,18.

La giornata è veramente splendida tanto sole e temperatura piacevole, ma di attività in superficie nessun segno di vita, ed essendo l’acqua molto limpida, con una visibilità superiore ai cinque metri, non percepiamo alcuna presenza neanche negli strati intermedi, per questo motivo decidiamo di raddoppiare la canna montata con il Grippo.

Dopo una buona ora di pesca ancora nessun segno di attività, è in questa fase che non bisogna farsi prendere dallo scoraggiamento e continuare ad aver fiducia sul proprio assetto pescante. Di fatti, poco dopo registriamo la prima timida partenza sulla canna di sinistra la Concept TB, però la frizione che aveva iniziato a cantare smette quasi subito….vabbè… comunque è un buon segnale.
Riempiamo di bigattini il pasturatore, chiudiamo il tutto con un tappo di pastura Lasca Cavedano Savetta e rilanciamo. Stavolta l’attesa dura pochissimo e la partenza è potente e prolungata, finalmente siamo in combattimento con un bel pesce, ma non vedendolo non abbiamo ancora idea di cosa possa essere. Poi finalmente intravediamo una sagoma, è veramente enorme per essere un cavedano, e quindi preferiamo pensare che possa essere una carpa, in questo caso un pizzico di sana scaramanzia non fa male, e come spesso capita, funziona quasi sempre.

Infatti,, quello che intravediamo a quattro metri dalla superficie non è una carpa ma un esemplare esagerato di cavedanosauro. Ci vuole tantissimo sangue freddo per concludere con l’epilogo desiderato questa cattura. Non vi nascondiamo che nelle ultime fasi registriamo assensa di battito e respiro ahahah…. fino a quando, dopo le potenti testate e repentine ripartenze questo pescione finalmente si lascia quasi accompagnare all’interno del guadino, e possiamo finalmente tirare un sospiro di sollievo, obiettivo raggiunto ma soprattutto sfida vinta.

Sinceramente non ci speravamo di vincerla al primo tentativo, anche se a essere sinceri il primo giorno che abbiamo visto questo splendido lago un breve tentativo di pochi minuti, non avendo tempo a disposizione, l’avevamo già fatto, senza esito purtroppo. Stavolta tutto è andato secondo i piani, e dopo le foto di rito rilasciamo questo big cavedano nel suo ambiente naturale.
La soddisfazione è tanta e per questo motivo terminiamo questa sessione di pesca in largo anticipo, non vediamo l’ora di incontrare gli amici Simone e Giuliano, ma soprattutto Gianfranco che quel giorno era visibilmente scettico sulle possibilità di successo, al quale però non conoscendo ancora le potenzialità di questa tecnica concediamo le attenuanti generiche, dovrà comunque pagare l’aperitivo, che suggella, è chiude in modo degno questa bellissima sfida con uno dei pesci più diffidenti e difficili da catturare, soprattutto quando raggiunge taglie notevoli: sua maestà il CAVEDANO.

Per le info sul Parco Fluviale contattare Simone 3338682655, Giuliano 3487797790, oppure visitare il portale www.parcofluvialepesca.it

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