RUDY FRIGIERI: IN NAZIONALE LAVORIAMO COSI’ !

Dopo la lettera aperta di Marco Solfanelli che esprimeva rammarico per alcune scelte non condivise ci siamo permessi di chiamare in causa colui che è chiamato a farle queste scelte.
Quindi, in attesa della consueta intervista al responsabile della Pesca al Colpo Antonio Fusconi che, come ogni anno, toccherà svariati argomenti, ci siamo permessi di disturbare il “mister” Rudy Frigieri per sentire quale fosse la sua opinione sull’argomento.
Rudy, molto gentilmente, si è concesso ai nostri microfoni condividendo con noi il suo metodo di lavoro.

Rudy, come sicuramente avrai letto un importante agonista del nostro mondo in una lettera aperta si è definito “deluso e incazzato”, ti senti di condividere questi sentimenti?

Direi di no, non lo condivido, anche se lo capisco. Tutti, quando otteniamo dei risultati, ambiamo ad avere dei diritti. Io sto dalla parte dei doveri, devo cercare di creare la nazionale migliore possibile stando attento a non offendere e non mancare di rispetto a nessuno. Ed ho un metodo di lavoro che porto avanti da diversi anni. Negli anni di mia gestione delle convocazioni non ho mai chiamato “i nuovi” nelle competizioni di cartello ma ho sempre scelto altre sfide internazionali per valutare l’inserimento nel gruppo e la disponibilità all’inserimento nel gruppo stesso. Quasi tutti, dopo due o tre anni in nazionale sono arrivati a competizioni importanti, e se hanno i numeri per mantenersi ad alti livelli ci sono ancora.
Nella mia gestione, che dura da otto anni, se non erro sono entrati 9 o 10 elementi nuovi provenienti dal club azzurro.
Mi stupisce sentirmi sotto attacco per alcune scelte fatte, ad esempio nell’europeo dove non solo siamo riusciti a vincere tutto quello che c’era da vincere, ma anche alla luce del fatto che in nazionale c’erano ragazzi nuovi e giovani cresciuti nel club azzurro. Io ho cercato di dar loro spazio senza stravolgere gli equilibri del gruppo e mettendo sul campo una squadra ai miei occhi competitiva e, visti i risultati, non solo ai miei occhi.

Ma com’è che una volta diramate le convocazioni hai mandato via gli agonisti meno impegnati?

Lì purtroppo c’è stato un malinteso e mi dispiace che sia stato interpretato in questo modo. Forse si poteva essere più chiari ma ormai è passato diverso tempo. Quando sono state prese le decisioni per le competizioni 2017 la riunione è proseguita con i dettagli organizzativi dell’europeo di Adria. Per questo motivo non è stata richiesta la presenza di chi non partecipava alla spedizione. Non si voleva mancare di rispetto a nessuno, al contrario, proprio per il rispetto dei non convocati si è pensato di liberarli dall’impegno.

Ma come mai non è stata offerta nemmeno la possibilità di fare il cosiddetto “portaborse”, anche se questo termine devo dire che non mi affascina….

Possiamo usare il termine che vogliamo anche se il “portaborse” come lo chiamano molti è un ruolo importantissimo all’interno del gruppo perchè è davvero importante per gli equilibri del gruppo e successivamente, durante le fasi di pesca, tutti sanno quanto sia importante il ruolo dello spondista. In ogni caso il “portaborse” è sempre stato deriso e mai preso in considerazione e per questo attendo sempre che siano gli atleti ad offrirmi la loro disponibilità, cosa peraltro avvenuta abbastanza raramente.

Ma il Club Azzurro è davvero così importante?

Come detto e dimostrato credo molto nel Club Azzurro. In più insieme alla Federazione stiamo partendo con un progetto che prevede importanti sinergie tra l’Under 25 (futuri papabili per la nazionale seniores) ed i seniores.

Quindi Rudy, in conclusione cosa ti senti di dire? Ti senti di aver fatto qualche errore?

Errori ne faccio tanti, ma per fortuna ogni tanto mi capita di avere ragione. Ad esempio in 8 anni insieme al mio team siamo riusciti a conquistare 4 ori a squadre, 3 argenti e due bronzi, e poi 2 ori individuali, 1 argento e 3 bronzi tra mondiali ed europei. Direi che questi risultati sono la dimostrazione che le nostre idee, seppur migliorabili, non sono poi così sbagliate. La porta non l’abbiamo mai chiusa a nessuno. Non voglio criticare chi ha idee diverse dalle mie, ma voglio condividere il nostro modo di lavorare così da renderlo pubblico e fare in modo che tutti possano comprendere i motivi di alcune scelte che, giuste o sbagliate che siano, sono sempre fatte in buona fede, per il bene della pesca, della nostra nazionale e della Federazione, cercando di mancare mai di rispetto a nessuno.

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