AMARCORD NOVEMBRE 1986: DAL PESCA IN “QUI INGHILTERRA”

Con questo articolo inizia una rubrica in collaborazione con la gloriosa rivista PESCA IN dal titolo AMARCORD. A novembre 1986 uscì il primo numero con l’editoriale firmato da Antonio Del Campana.
Erano gli anni 80, quelli del boom della pesca sportiva e la stella dell’agonismo della pesca al colpo brillava di una luce potente.
Questo è uno degli articoli che abbiamo scelto dal primo numero di quella rivista alla quale collaboravano nomi importanti che via via scoprirete.
Per adesso rivolgiamo un ringraziamento agli amici bolognesi Roberto Generali e Aris Collina che ci hanno aiutato a recuperare diversi numeri di Pesca In.

La copertina del primo numero della rivista Pesca In. Correva l’anno novembre 1986.

Con questo numero inizia la collaborazione a Pesca In di Roger Mortimer, uno dei giornalisti più impegnati nel settore pesca del Regno Unito.

Lui stesso agonista, cercherà di descrivervi i vari sistemi di pesca che vanno per la maggiore in Inghilterra, soprattutto la pesca con il waggler che tanto appassiona anche i pescatori italiani.

Le corrispondenze dall’Inghilterra saranno alternate con quelle dalla Francia, almeno per il momento, in modo da avere ogni mese notizie fresche su quelle che sono scuole fondamentali della pesca Europea.

Parleremo anche di altri sistemi di pesca molto popolari in questi paesi e che possono trovare successo anche in Italia.

Tutto questo perché c’è sempre qualcosa da imparare ma senza inutili vittimismi come questo numero dimostra.

Non a caso esiste una scuola italiana riconosciuta da tutti e nella quale siamo imbattibili: passata a mulinello e pesca veloce del pesce piccolo ma è nostra opinione condivisa anche da altri che possiamo dire qualcosa di nuovo anche in settori tradizionalmente più anglosassoni come ad esempio la pesca a mosca o lo spinning.

Comunque il senso di questa rubrica rientra nelle caratteristiche che pesca in desidera offrirvi attualità e spettacolo da tutto il mondo.

In alto il nostro collaboratore Roger Mortimer, impegnato in uno dei tanti canali inglesi, ricchi di pesce da insidiare all’inglese ed a roubasienne.

 

Quando Pesca In mi ha chiesto di realizzare una serie di articoli sulla pesca inglese agonistica, al momento non avevo ben realizzato quanto sarebbe stato impegnativo il farlo.

È molto tempo che scrivo su questo argomento per Tight Lines e penso di aver visto almeno il 20% delle gare che si sono svolte in Gran Bretagna, oltre a quelle che ho disputato di persona.

Quello che penso di scrivere per i lettori di Pesca In, è un modo per inserirli nella mentalità agonistica inglese e fornire le basi dei vari sistemi che vengono utilizzati.

So ad esempio che quello che voi chiamate pesca all’inglese è divenuto molto popolare anche nei vostri concorsi ed in generale tra tutti i pescatori dopo la vittoria dell’Inghilterra a firenze.

Cinque o sei anni fa l’agonismo in Inghilterra si avviava verso un inesorabile declino, mentre diveniva molto popolare la pesca della trota o la cattura indirizzata verso grossi pesci.

Oggi proprio grazie alla vittoria fiorentina, la pesca agonistica è tornata ad essere decisamente popolare in tutto il regno unito.

Qualcuno anche dalle nostre parti si è chiesto come mai il team inglese da qualche anno sta ottenendo risultati così prestigiosi: la risposta è, consentitemelo, che il pescatore inglese è probabilmente il pescatore più versatile del mondo.

Per esempio Dave Roper che ha vinto il titolo individuale pescando con il waggler, è stato il primo ad ammettere di non essere noto come un buon pescatore da mulinello, dal momento che la maggioranza dei successi in patria li ha ottenuti pescando a canna fissa e con il ver de vase, ovvero pescando con la roubasienne ed usando quindi la tecnica francese.

Nello stesso modo è noto che Bob Nudd pesca con il wagler ad alto livello, ma non è a tutti noto che si è fatto una fama pescando all’italiana, ovvero usando canne cortissime e catturando piccoli pesci.

Quindi come vedete i pescatori della nazionale inglese ed in genere tutti gli agonisti inglesi sono molto versatili e questo consente loro di affrontare ogni tipo di condizione e di acqua e con una buona probabilità di vittoria.

Uomini del calibro di Bob nudd e Dennis White, negli ultimi 10 anni, hanno vinto annualmente dalle 5000 alle 6000 sterline nelle gare libere.

Le cose ovviamente cambiano leggermente nelle competizioni nazionali e del resto non è possibile pensare di vincere sempre a questi livelli e comunque questo fa comprendere ancor di più il concetto di versatilità accennato.

A questo proposito è interessante notare che Jan Van Shendal, cui avevo chiesto un anno fa un articolo sulla pesca agonistica in Germania, scriveva appunto che la pesca base degli agonisti tedeschi è basata sulla roubaisienne questa unidirezionalità non esiste in Inghilterra.

Per darvi un esempio, l’anno scorso ho partecipato a 12 gare, in due di queste ho usato lo stick (galleggiante inglese in balsa e fisso, utilizzato con canne fisse), in tre gare ho usato il waggler, in un’altra ancora ho pescato all’italiana a piccoli pesci ed infine ho pescato a fondo come dite voi a ledgering con lo swim feeder come diciamo noi.

È inutile quindi che per arrivare ai primi posti nella graduatoria delle classifiche inglesi, bisogna essere bravi nei più disparati sistemi di pesca ed è questa la chiave di volta su cui si è basato il successo della nazionale inglese di questi ultimi anni.

Che questa possa essere una strada da battere anche per altre nazioni non sta a me dirlo, certo è che parlando con la maggior parte dei costruttori di articoli da pesca inglesi, ho avuto la conferma del grande interesse degli italiani per i nostri sistemi di pesca.

Questo può anche significare che diventando popolare ad esempio la pesca con il Vaggler da voi, anche i vostri nazionali avranno un’arma in più da giocare.

Ci sono in Inghilterra all’incirca 20.000 gare di pesca che si svolgono durante l’anno e mi riferisco al circuito Open settimanale, dove l’iscrizione è libera e dove al contrario di quanto avviene da voi, la pesca ha una impostazione e risultato individuale e non a squadra.

Partecipo a 2-3 di queste gare settimanalmente, gare che in generale durano 5 ore, un tempo più lungo di quanto non si faccia in Europa.

L’inizio è fissato generalmente alle 10:00 del mattino e quindi la gara termina alle 15:00 del pomeriggio e come detto dissimilmente da quanto avviene in italia, sì gareggia per vincere del denaro.

Una gara al sabato in genere raccoglie 100 persone, che pagano una iscrizione di circa 5 sterline: vanno a premio i primi 6 classificati.

In particolari aree dove la pescosità è scarsa, si usa dividere i concorrenti in settori da 10 e vince chi dei 10 totalizza il maggior peso.

Oltre a questo circuito aperto vi è però un circuito che vede impegnati circa 18.000 pescatori che solo occasionalmente partecipano al circuito open.

Questi pescatori esercitano la loro attività in piccole gare fatte da 30 – 40 concorrenti, dove prevale lo spirito di club e della massima sportività.

Questi Club che organizzano questo circuito sono il cuore dell’agonismo inglese, soprattutto perché sono loro che radunano e scoprono i giovani talenti.

Tutti i nostri pescatori più in vista hanno fatto apprendistato per quattro o cinque anni o comunque hanno trascorso la loro gioventù in questi clubs, dandosi da fare per vedere ed imparare.

Sono passati ai circuiti aperti solo quando avevano dato prova della loro abilità in questo circuito di livello inferiore, ma pur sempre elevato.

Come sapete da noi l’agonismo è impostato più a livello individuale che su risultati di club, anche se questo aspetto piano piano sta trovando una nuova fortuna.

Comunque in ordine di importanza, le nostre vere competizioni che a livello di Club interessano la gente e focalizzano l’interesse della stampa sono tre: National championship, Tuborg cup, angling Times Winter league.

Il campionato nazionale ha cinque divisioni ed è ovviamente la prima divisione quella che riunisce quelli che noi chiamiamo top match angler.

Ogni anno vi partecipano 80 società con 12 agonisti e questo consente a molti pescatori di assaporare la prima divisione.

Le ultime 10 società retrocedono in seconda divisione ed al loro posto entrano ovviamente le prime 10 della seconda divisione.

Per darvi un’idea della popolarità di questa competizione, basta dirvi che negli ultimi 10 anni si è dovuto dar vita a cinque divisioni, per accontentare tutti.

La Tuborg Cup è meno importante e viene disputata da oltre 300 squadre.

Le Essex Country è l’attuale campione e sono loro che, come qualcuno ricorderà, qualche anno fa vinsero in Italia il campionato del mondo per società.

Nei mesi invernali domina l’interesse per la Angling Times Winter League, con un calendario complicato che coinvolge molte leghe locali e si disputa su 6 prove.

Ciascun vincitore della Lega locale passa ad una finale regionale ed i migliori 4 team di questa prova si qualificano per la finale che si svolge il secondo giorno dell’inizio della stagione, stagione che da noi va da giugno a marzo.

Questa è l’essenza dell’agonismo inglese e penso vi sia utile per entrare nel nostro mondo;

Nel corso dei prossimi articoli cercherò di descrivere più profondamente i vari sistemi di pesca e soprattutto la pesca con il Waggler che credo sia l’aspetto che almeno attualmente interessi di più i pescatori agonisti italiani e non solo gli agonisti.

di Roger Mortimer

Sopra Dennis White nazionale inglese in una tipica posizione sotto l’ombrello per ripararsi dal vento che sui fiumi inglesi è sempre molto forte.

 

Sopra uno dei Pescatori più popolari di Inghilterra, Ivan Maks, uno dei padri della pesca all’inglese.

Tommy Pickering altro uomo famoso della nazionale britannica, impegnato a pescare a fondo con lo Swing feeder. La migliore caratteristica dei Pescatori inglesi è la versatilità, che consente loro di pescare con i più svariati sistemi di pesca, adattandosi sia le acque che al tipo di pesce che vi si trova.

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