AMARCORD 1987: LA COPPA DEL MONDO PER CLUB ALLA LENZA EMILIANA TUBERTINI

Trionfo Italiano in Svezia, alla Coppa del mondo per Club.

La Lenza Emiliana Tubertini, ha infatti vinto oltre al titolo per club, anche il titolo individuale con Galaverni.

dal Pesca In del agosto 1987 di Biagio Arduini

La Lenza Emiliana Tubertini ha conquistato sul Kinda Canal a Lingkoping in Svezia il campionato del mondo per Club succedendo così alla Longobardi Garbolino vincitrice l’anno passato dello stesso titolo.

Bandiera azzurra quindi ancora una volta sul pennone più alto, a conferma di uno stato di grazia generale del nostro agonismo, che ci lascia ben sperare per i prossimi mondiali portoghesi.

Soprattutto la conferma che oggi, quale sia il campo di gara, non abbiamo più timori riverenziali e possiamo batterci alla pari con tutti e soprattutto vincere.

È la più grande soddisfazione della mia vita di agonista – ha commentato Gabriele Tubertini subito dopo la gara – il coronamento di tanti anni di fatiche. Non credevo che si potesse provare una soddisfazione simile, 1000 volte più grande di quando ho vinto il titolo italiano o quando ho fatto parte della nazionale“.

Il Kinda Canal è un tipico canale nordico, quindi con presenza di breme e gardon ma con la piacevole sorpresa di offrire anche delle belle alborelle.

Il caratteristico campo svedese, un canale con acqua piatta come si trova solitamente nei canali del nord Europa. Contrariamente alle previsioni, la presenza di bremes è stata saltuaria e non influente ai fini del risultato.

Quando i modenesi sono arrivati, hanno trovato il campo chiuso, per cui si sono adattati a provare nelle vicinanze.

Tutte le formazioni presenti si allenavano pasturando sulla 10 m di rbs, ma osservando i risultati dei belgi, francesi e sanmarinesi i nostri si sono resi conto che la pesca era minima.

Hanno provato ad uscire con delle canne fisse di 11,5 m pasturando quindi a 15 m proprio sul fondo del canale ed in questa postazione, nelle prove almeno, i risultati erano migliori.

Anche pescando con la bolognese molto in fuori i risultati erano migliori soprattutto all’inizio per cui Tubertini aveva deciso di impostare la gara sia sulla rbs a 10 m che sulla fissa di 11,5 m oltre alla bolognese da utilizzare in quelle postazioni dove il canale era più stretto e subito all’inizio in attesa che la pastura facesse effetto.

Attenzione anche alle alborelle presenti in qualche tratto ma con qualche dubbio sulla reale possibilità di tenerle per tutta la gara.

Tra l’altro anche le altre formazioni quando hanno visto gli italiani catturare pesci al centro fiume, hanno cambiato tattica, utilizzando la rbs a filo lungo, salvo i belgi che come sempre hanno ritenuto che il pesce dovesse venire sotto la pastura.

Altra considerazione che ha indotto Tubertini a questa scelta tecnica, il fatto di aver appurato che il pesce era restio a venire a mangiare sottoriva.

È stata gettata della pastura con bigattini e fouilles sul primo gradino e si è constatato, dopo un’intera giornata, che la pastura era intatta.

Dato che la corrente era sostenuta, la squadra aveva preparato lenze da 4-5-6 g, costituite da una torpille ad 80 cm dall’amo e tre pallini del numero otto a 40 cm dall’amo, classica lenza da Gardon e da breme.

Ami del 16 della serie due, innesco base con verde base e bigattini pinky.

Sul mulinello una torpille secca da 6 g abbastanza bassa, anche perché si pensava di avere a che fare con un vento sostenuto.

Durante le fasi di sorteggio, Tubertini ha piazzato al centro canale, cioè nelle due posizioni dove si sarebbero dovute presumibilmente utilizzare le canne più lunghe, Agnoli e Comparotto ovvero i due che non hanno problemi a manovrare una canna fissa lunghissima per varie ore.

Tubertini invece sì è situato nel settore D in curva e dall’altra curva estrema a pescato Galaverni nel settore A.

È stato sorteggiato per gli italiani il numero nove e, guarda caso, si sono ritrovati a spalla con gli inglesi, è il nostro destino.

la formazione emiliana vittoriosa in Svezia 

Nel settore, che poi è quello iniziale dato che come accade ai mondiali, anche qui si picchetta al contrario, Tubertini ha iniziato pasturando sulla rbs e sulla fissa, con la prima ora piuttosto sofferta, dato che il commissario lo richiamava continuamente perché con la punta della canna andava in zona neutra.

Poi intervenuto il direttore di gara che ha spiegato al commissario che l’importante era che il galleggiante del concorrente rimanesse entro i limiti del consentito.

Dopo la prima mezz’ora con la canna fissa aveva una ventina di gardon media 50 g.

Poi si è alzato molto il vento e non era più possibile pescare con la telescopica.

Ha pescato allora con la rbs ma dopo qualche passata si è reso conto che l’alborella poteva essere un’alternativa vincente.

Allora è andato al fascio delle canne, aperto un 8 m, montando una lenza da 3 g con una torpille a 30 cm dall’amo e qualche pallino del numero 10.

Ha pasturato ed è andato avanti così sino alla fine. C’era, è vero, il lussemburghese che inanellava dei gardon, ma le informazioni davono tutti i compagni messi bene e giustamente Tubertini non si è sentito di rischiare un secondo sicuro contro un aleatorio primo posto.

Nel settore C ha pescato Agnoli che ha impostato la gara come gli altri sulle due pasture di fondo ma ha pescato sempre con la telescopica.

Ha lottato molto con il francese, perché in questo tratto di campo, oltre ai numerosi gardon sono state prese delle breme.

Tre ne ha prese Agnoli e quattro Aubry, ma il veronese ha catturato molti più gardon, sempre con la fissa e lenza da 6 g.

Le breme le ha catturate a fine gara con il verme di terra.

Comparotto era stato piazzato nel settore B.

Ogni tanto provava a vedere se entravano le alborelle, continuando a pasturare anche sulla 10 m.

Sono entrate nell’ultimo quarto d’ora e probabilmente i 10-15 pesci presi in finale possono avergli dato quei pochi punti necessari per vincere.

Ed eccoci a Galaverni, all’altra estremità del campo gara, in una zona riparata dal vento.

Come stabilito, è partito con il mulinello catturando subito qualche gardoncino sulla riva opposta, cosa che gli altri non avevano potuto fare a causa del vento forte.

Quando ha visto che gli svedesi si mettevano a fare l’alborella, chiaramente ha fatto lo stesso con 2,5 g ed ovviamente ha massacrato tutti, perché in questa pesca proprio non abbiamo avversari.

Comunque tutto è andato bene anche tatticamente, perché la prima pastura sulla 10 m rbs ha comunque rotto il filo delle pasture dei belgi, francesi ecc, mentre questi ultimi ovviamente si sono trovati in difficoltà ad inseguirci con la nostra pesca sulle canne lunghe fisse.

Resta da dire ancora dell’organizzazione, fin troppo perfetta, al punto da rimandare a casa la nazionale cecoslovacca giunta con i propri mezzi in Svezia e che aveva inviato l’iscrizione un giorno dopo il consentito.

 

 

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