FASE 2 : SI POTRA’ ANDARE A PESCA?

Il DPCM comunicato ieri dal Presidente del consiglio non ha chiarito se la pesca possa o meno rientrare tra le attività consentite. Affrontiamo l’argomento insieme al Presidente del settore Pesca di Superficie FIPSAS Maurizio Natucci e con i responsabili di Match Fishing Alessandro Scarponi e Luca Caslini e con il preziosissimo aiuto dell’Avvocato di Match Fishing Michele Lozupone che si è dovuto togliere la divisa da pesca e si è dovuto mettere la giacca di “freddo giurista” per aiutarci a capire al meglio le nuove normative.

Cliccate sull’immagine sottostante e… buona visione.

8 pensieri riguardo “FASE 2 : SI POTRA’ ANDARE A PESCA?

  • 28 Aprile 2020 in 09:33
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    Buongiorno a tutti,molto interessante questa intervista e fatta con criterio,grazie!
    Il buon presidente Natucci ripete più volte che basterebbe riaprire la pesca dentro al proprio comune,secondo me è più che sbagliato, ma è da riaprire almeno o provinciale o regionale per il semplice motivo che tanti come me nel comune di residenza non ci sono zone di pesca.
    Quindi molti pescatori come stanno a casa mentre altri vanno a pescare?
    Mi scusi e tanto rispetto al sig.Natucci

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    • 2 Maggio 2020 in 14:22
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      Recentemente il Coni e il Cip congiuntamente con il Politecnico di Torino hanno inviato uno studio che classifica gli sport in funzione del rischio diffusione Covid 19. La pesca, il golf, la ginnastica hanno rischio quasi nullo.
      Quindi non lascerei in mano alle regioni queste decisioni ma occorre un provvedimento governativo delucidatorio in funzione della tipologia di sport.

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  • 28 Aprile 2020 in 10:16
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    siamo iscritti al CONI come FEDERAZIONE ITALIANA PESCA SPORETIVA E ATTIVITA’ SUBACQUE se non erro

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  • 28 Aprile 2020 in 14:31
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    chi è tesserato come agonista…. potrebbe rientrare negli allenamenti sportivi individuali…. e quindi potrebbe praticare….

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  • 28 Aprile 2020 in 15:52
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    Mi sento di condividere le osservazioni del collega Michele Lozupone in quanto il testo normativo letterale, sia pure con le incertezze interpretative plurime a cui si presta, appare carente per giustificare lo spostamento dal proprio domicilio per recarsi a pescare. Quantomeno, allo stato attuale, non si può infondere la certezza che ad un controllo in itinere possa serenamente argomentarsi a propria giustificazione l’esigenza di andare a pescare. E ciò in quanto, obiettivamente, il possesso di una canna da pesca non può implicare automaticamente una giustificazione ragionevole che possa in qualche modo confrontarsi con tutti pericoli che sottostanno ad una incontrollata circolazione delle persone in questo momento di emergenza sanitaria.
    A prescindere dalla definizione della pesca quale sport, sulla quale purtroppo inciampiamo molto spesso aggiungendo l’aggettivo “ricreativa”, quasi a voler distinguere categorie di sportivi ( esiste il calcio ricreativo?), credo che ad oggi si possa effettivamente insistere presso le autorità Regionali per una apertura nel senso di consentire ai tesserati agonisti di andare a pescare ( ovviamente senza ipotizzare competizioni) avendo come lasciapassare la tessere “agonista”, mentre per i non tesserati o non agonisti, considerando la tipologia di sport – ovvero che può essere esercitata solo all’aperto e normalmente a distanze ben superiori a quelle definite di sicurezza sanitaria – si può ipotizzare una autocertficazione con indicazione precisa del luogo di destinazione, la durata della trasferta e l’orario previsto di rientro e persino la tecnica praticata, si da consentire controlli incrociati con le autorita competenti territorialmente con il luogo di destinazione, sia esso mare o fiume. Insomma occorre proporre una soluzione certa e tracciabile, indipendentemente dal possesso di attrezzatura da pesca al momento del controllo. In tal caso l’autorità Regionale ( o comunque locale) non modificherebbe quanto contenuto nel DPCM, ma lo espliciterebbe, essendo in definitiva ragionevole che la terminologia giuridica non riesca, in una situazione quale quella che stiamo attraversando, a comprendere tutte le attività umane nelle sue innumerevoli esplicazioni e tantomeno la pesca che facciamo fatica a definire sport a tutti gli effetti noi stessi pescatori.
    Un saluto a tutti.

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  • 29 Aprile 2020 in 21:07
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    Non capisco queste divergenze tra regioni. La Liguria, terza come casi covid19 in Italia, è stata la prima ad autorizzare la pratica della pesca, poi, in queste ore, è stata seguita da altre regioni. Capisco la non possibilità di Lombardia e Piemonte dove la possibilità di contagio è altissima, ma qualcuno in alto dovrebbe capire che è più facile contrarre il virus al supermercato che a pesca.Da quando vado a pesca non ho mai visto un assembramento di pescatori.

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  • 1 Maggio 2020 in 09:34
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    e un discorso sano ma io come faccio a sapere realmente se posso andare a pesca da napoli a castellamare di stabia in quanto nessun organono competente mi sa dare una risposta giusta grazie

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