APPROCCIO INGLESE PER UNA PESCATA A FEEDER CON MARCO MAZZETTI

Ritorno al FOMA di Forlì per provare a catturare la breme da record.

In questo immensa cava situata nel forlivese, dove l’acqua è sempre azzurra grazie ad una sorgiva che lo alimenta di continuo, purtroppo gli spot di pesca non sono molti e le catture in certe giornate sono anche difficili.

Ma quando si fanno le cose per bene, esche, pasture e distanze di pesca giuste, i pesci si prendono e danno emozioni uniche durante il combattimento.

Sono pesci molto tenaci, abituati a vivere in grandi profondità, e quando entrano in pastura le catture si susseguono.

Gli orari migliori, dalle pescate fatte a maggio, sono quelli dalle 9 alle 11 e dalle 16 alle 19.

Marco Mazzetti del Team Bazza gli ha fatto visita pochi giorni fa, era attirato dalla conformità di questa lago che somiglia per ambiente e caratterisiche tecniche ad un classico lago inglese.

Il colpo d’occhio è sempre da mozzafiato, e si può pescare con la pedana in acqua per sfruttare uno spazio maggiore se si decidesse di pescare in più persone.

Il bolognese ha deciso per questa sessione di utlizzare la pastura da breme di casa Bazza, la Gold Super Big Breme un composto di colore scuro che pare sia molto gradito alle breme di grossa taglia e le catture si sono sempre succedute in buon numero anche sul canale di Ostellato.

La meticolosità di questo personaggio nel preparare esche, pasture e attrezzature è encomiabile.

Non è un caso se in passato ha fatto parte della nazionale di feeder, è stato campione italiano feeder a coppie nel 2014, ed è stato il più giovane campione italiano individuale di pesca al colpo nella categoria seniores oltre ad aver vestito pure la maglia della nazionale giovanile di pesca al colpo.

Un talento nella pesca con la competizione nel sangue, tant’è che anche una semplice pescata per Mazzetti si trasforma in una sessione di studio e analisi per cercare di capire i comportamenti di uno spot, di un pesce o di un prodotto.

Non capita spesso di pescare in un ambiente dove la profondità è notevole e i pesci mediamente sono di taglia molto grande.

Per veicolare le esche sul fondo senza disperderle durante la discesa serve trovare la giusta bagnatura della pastura e quella scelta del Team Bazza, la Gold Super Big Breme anche con una bagnatura più accentuata ha saputo disgregarsi rapidamente sul fondo rilascinado libere le esche e favorire così il potere attirante dei pesci.

Marco prima di tutto ha lanciato ripetutamente a varie distanze per capire il tipo di fondale, ha montato un pasturatore da 30 grammi e ha iniziato a contare i secondi impiegati durante la discesa; ad ogni secondo corrisponde un metro circa.

E’ importante anche la scelta dell’antitangle per evitare odiosi aggrovigliamenti durante la discesa della lenza e per questo ha scelto una deriva, autoprodotta, che distanzi il pasturatore dalla trave di cinque centimetri.

Inizia la pescata e le prime mangiate arrivano dopo un’ora e sono subito breme.

La pastura caricata all’interno del cage da 30 grammi assieme ad una nocciolina di bachi incollati pare sia stata la scelta giusta.

L’altro dilemma è caduto sulla scelta del terminale e l’amo.

Una acqua trasparente come il vetro imporrebbe un terminale molto sottile e un amo piccolo invece a certe profondità pare non siano così determinanti tant’è che Mazzetti ha preso pesce con un terminale dello 0,14 lungo 70 cm e un amo a pancia larga del n° 16 per innescare non meno di quattro bigattini stirati.

L’altra curiosità che è stata attenzionata ha riguardato i tempi delle attese tra un lancio e l’altro.

Marco ha l’abitudine di controllare i tempi che interocorrono tra il lancio e l’abboccata, questo è un particolare che gli inglesi mettono sotto controllo come una normale procedura della pescata.

Sapere quanto tempo ci mette il pesce per superare la normale diffidenza o paura dovuta alla caduta del pasturatore e avvicinarsi all’esca per mangiarla.

Abbiamo notato durante le gare che molti pescatori non hanno la pazienza di aspettare e per frenesia recuperano la lenza magari proprio mentre il pesce stava per avvinarsi all’esca.

In occasione della pesca al lago FOMA le attese, prima di vedere la mangiata, hanno avuto una durata media di 13 minuti tant’è che il livello di attenzione e concentrazione si alzava al superamento dell’11° minuto di attesa perchè da li in poi la mangiata poteva arrivare all’improvviso.

Questo è un accorgimento che fa la differenza quasi sempre, sapere quanto tempo ci mette il pesce ad abbocare.

Come non ha senso, e lo dice sempre anche Tommy Pickering “launch and wait”, dare degli inviti alla lenza perchè lo spostamento del pasturatore spaventerebbe il pesce in avvicinamento e la mangiata tarderebbe così ad arrivare.

Al contrario questa operazione è consigliata con una lenza pescando a RBS, all’inglese o a bolognese ma non con il feeder.

La mattinata è trascorsa via veloce anche se non è mancato il disturbo di ospiti poco graditi come le testuggini d’acqua che ogni tanto hanno attaccato l’esca rimanendo allamate.

Una bella pescata sviluppata tutta ad una distanza compresa tra i 50 e i 60 metri ad una profondità di 9 metri circa, una bella esperienza da alternare alla solita pescata in canale.

2 pensieri riguardo “APPROCCIO INGLESE PER UNA PESCATA A FEEDER CON MARCO MAZZETTI

  • 4 Giugno 2020 in 08:12
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    Articolo interessante. Complimenti a Mazzetti e a tutto il team Bazza. Vorrei aggiungere un pizzico della mia esperienza in acqua ferma: spesso mi sono ritrovato a dare un invito al feeder e vedere subito l’abboccata. Pesco in situazioni simili all’articolo ma con pasturatori da 20g. chiusi in testa. Muovendo faccio fuoriuscire meglio il composto ma, soprattutto, porto l’esca sulla pastura. Quindi rispetto il grande Pickering ma non sono completamente d’accordo.

    Risposta
    • 4 Giugno 2020 in 10:15
      Permalink

      Ciao Marco, penso che anche nella tua metodologia di pesca non sia da meno di quella adottata dagli inglesi ed in particolare da Tommy Pickering con il quale ho avuto l’onore di pescarci in squadra e devo confermare che quanto scritto nell’articolo risponde fedelmente al suo modo di pescare a feeder.

      Non ti nego che anch’io spesso sono tentato di dare degli inviti, tipico di chi pesca al colpo, ma credimi quello che fa la vera differenza è lo studio dei tempi di attesa che noi italiani spesso sottovalutiamo.

      Ciao e grazie deii complimenti per l’articolo.

      Alessandro

      Risposta

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