ALLA FOMA E’ SEMPRE L’ORA GIUSTA

Dopo aver visto innumerevoli foto del mio socio Alessandro Scarponi con breme da paura in uno scenario stupendo ho deciso di lanciarmi anche io in questa avventura e ho obbligato Alessandro a portarmi al lago Foma di Forlì.

L’intenzione è quella di affrontare una pescata all’inglese provando a dimostrare al feederista Scarponi di essere più catturante di lui.

Arrivato al lago piazzo in acqua la mia attrezzatura e non posso fare a meno di notare la bellezza del paesaggio…. acqua limpidissima, silenzio interrotto solo dal canto degli uccelli e delle rane… un vero spettacolo!

Per quanto riguarda l’azione di pesca decido di optare per una abbondante pasturazione iniziale con pastura di colore giallo (l’idea di poter agganciare qualcuna delle enormi carpe presenti in queste acqua mi intriga parecchio) farcita con bigattini morti per poi non alimentare ed attendere che il pesce entri in pastura. La mia convinzione personale è che in questi luoghi molto naturali il rumore di una palla di pastura che cade sulla testa possa non piacere troppo ai pesci.

Vista la profondità decisamente importante (siamo intorno ai 7/8 metri di profondità a 35 metri di distanza da riva) opto per un galleggiante inglese scorrevole con una biglia generosa da 10 grammi che mi permetta di controllare perfettamente lo scorrere del filo fino alla profondità desiderata. Lenza semplice semplice: biglia da 10 grammi fermata da due pallini, uno spezzone di filo di circa un metro e mezzo di diametro generoso (per evitare fastidiosi ingarbugli) con tre pallini del numero 5, girellina e terminale da 40 cm.

Finalmente si comincia! Passano una ventina di minuti ed il galleggiante si stara leggermente per poi sparire lentamente in profondità. L’emozione è tanta, chissà quale pescione starà mangiando. Pronta ferrata e… il pesce non sembra granchè, viene a riva con una resistenza minima, sicuramente non si tratta di una big breme.

Ecco il colpevole! Un bellissimo persico sole (“orologio” come lo chiamano in Romagna) rimane agganciato all’amo. Innesco e rilancio e dopo pochi secondi altra affondata e nuova mangiata e…. ancora un orologio! Scarponi prende in giro ma lui (con ben due canne a feeder) deve ancora scappottare ed io forte dei miei gobbi (altro soprannome del persico sole) mi godo il temporaneo primato in classifica.

Le mangiate si susseguono in continuazione ma la taglia e la specie dei pesci non cambia. Decido così di cambiare impostazione e comincio a pasturare con bigattini incollati nella speranza di sfamare gli orologi e attirare qualche over size.

Niente da fare, ancora orologi, decido così di tentare l’ALL IN, butto in acqua tutto quello che nei secchi e spero nel pescione di taglia…

Il risultato non cambia, credo di aver attirato sotto il mio galleggiante tutti i persici sole del lago. Mi devo arrendere anche perchè ormai è giunta l’ora di tornare a casa visto che nel pomeriggio ho un impegno ancora più gratificante, un pomeriggio da passare con mia figlia.

In ogni caso la mattinata è stata davvero divertente, sarà la magia della location, sarà la buona compagnia, sarà la straordinaria bellezza di questi pesci con colori davvero bellissimi.

Ci si può divertire anche così, non serve necessariamente una nassa con quintali di pesce: alcuni ingredienti fondamentali uniti al galleggiante che affonda fanno una ricetta diversa dal solito, ma comunque gustosa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *