AMARCORD…SUPER SELEZIONI CLUB AZZURRO “LA SFIDA DEGLI UOMINI D’ORO”

E’ bello e sempre emozionante in queste serate fredde andare a rispolverare i ricordi dell’agonismo degli anni d’oro.

Gli anni dai primi anni 80 ai primi anni 90 sono stati davvero belli, e le super selezioni per formare la nazionale erano sfide epiche e da pura adrenalina anche per chi andava a vederle come semplice spettatore.

In questa rubrica “amarcord” siamo andati a riesumare dal nostro archivio un bellissimo articolo di Riccardo Galigani sulla rivista Pesca In del mese di dicembre 1986 e l’articolo si intitola…”LA SFIDA DEGLI UOMINI D’ORO”.

Vi invito a rileggerlo e sono sicuro che vi emozionerete ancora anche voi..

SUPER SELEZIONI CLUB AZZURRO “LA SFIDA DEGLI UOMINI D’ORO”

Club azzurro ultimo atto.

Con le prove di super selezione si è formata la nuova nazionale che il 19 ed il 20 settembre 1987 difenderà a Coimbra in Portogallo il titolo mondiale conquistato a Strasburgo nel 1986.

A questa super selezione ha partecipato la squadra azzurra campione del mondo integrata dai primi quattro classificati del club azzurro più il campione italiano 1986.

Dunque Colombo, Trabucco, Mantovani, Grisenti, Gabba, Galliani, Franchini, Tinarelli, Bonsi, Barbetta si sono dati battaglia con due prove in Arno a Firenze e due nel Mincio a Bagnolo San Vito per la conquista della maglia azzurra.

Il comitato di settore della FIPS, ha elaborato un regolamento particolare differenziato sui due campi di gara.

Nell’Arno le due prove sono state disputate con la sola tecnica all’inglese, con pasturazione pesante cinque minuti prima della gara e pasturazione leggera libera durante la competizione.

Nel Mincio, la terza prova è stata effettuata con la RBS di lunghezza massima di 12 m e la quarta prova con l’obbligo della canna fissa, telescopica o ad innesti di lunghezza libera.

Per la pasturazione valgono le stesse regole dell’Arno ed in tutte le prove è consentito l’uso del ver de vase e del fouile.

Molto eque le modalità di sorteggio.

Quello della prima prova verrà eseguito in ordine casuale, quello della terza prova sempre in ordine casuale, ma con l’accorgimento che non potranno risultare esterni coloro che lo sono già stati nella prima o nella seconda prova.

I posti di gara della seconda e della quarta prova verranno assegnati sulla base dei piazzamenti della prima e della terza prova, in ordine inverso, cioè, colui che ha fatto il 1º, nella prova successiva andrà al posto del 10º, il 2º al posto del 9º e così via.

LA PRIMA PROVA

Prima della gara una constatazione: abbiamo italianizzato anche la pesca all’inglese, nel senso che, abituati a montare sempre tante canne, anche con la tecnica di Ashurst, Heaps e compagni, che di solito ne montano un paio, seminiamo un bel canneto sulla sponda del fiume.

Reali necessità? Contorno coreografico? Esigenze di mercato? E chi lo sa? Sembra quasi che qualcuno si sia dimenticato che con la tecnica all’inglese, basta sostituire il galleggiante con la piombatura già predisposta.

Al via della pasturazione pesante si notano già condotte di gara diverse: alcuni effettuano un abbondante lancio di pastura, mentre altri affidano le speranze ai bigattini incollati.

Per quanto riguarda la pastura, si precisa che è costituita da impasti soffici, con bigattini e Pinkys, atti a disfarsi rapidamente senza infossarsi nel limo del fondo; del resto l’acqua è totalmente ferma e non c’è pericolo che la corrente disperda gli ingredienti in un vasto raggio.

Le catture iniziano subito e si va avanti con i cavedani pescando con lenze molto leggere (4/5 pallini dal 10 all’8 molto distanziati tra loro) e galleggianti da 2 a 3 g prevalentemente in penna di pavone.

Si pesca a circa 18/20 m da riva.

Per circa un’ora c’è una certa uniformità nelle catture, poi con l’entrata in pastura del pesce di fondo costituito prevalentemente da carassi e pesci gatto, comincia il sopravvento di Barbetta che al n° 1 cattura con continuità e di Colombo soprattutto nella seconda parte della gara.

I due Longobardi sembrano fare gara a sé: finiranno con un vantaggio a dir poco mostruoso rispetto agli altri concorrenti.

Nell’ultima ora e mezza di gara (che è di quattro ore) si muove qualche carpa, che altera anche se di poco la classifica che sembrava ormai consolidata, ma che salva provvidenzialmente Trabucco.

Nel frattempo Rapezzi, che è un vero e proprio computer in questo campo, ci ragguaglia sulle attrezzature dei vari concorrenti.

Trabucco pesca con canne Kunnan Trabucco ed il cardinal 4X, Mantovani monta mulinelli Browning, come Galliani, Gabba, Bonsi e Grisenti. Tinarelli pesca con il Dam, BS 40, Franchini con il SARFIX 2000 e Milo e Barbetta con il Contact.

Per quanto riguarda gli ami, Tinarelli usa il Kamagatsu, Barbetta Gabba e Milo il Match Winner, Grisenti i Browning XC, Trabucco i Mustad High Point.

LA SECONDA PROVA

Si va via sulla falsariga del giorno prima, anche se è chiaro fin dall’inizio che questa prova sarà più carpaiola della prima.

Ad aprire le segnature è Mantovani al numero 1, ma è proprio durante le fasi di recupero di questa carpa che altri (per tutti Bonsi) ne allamano altre, salpandole velocemente e senza tanti complimenti.

Questa prova passerà alla storia come la gara dei pesci persi: ne perdono tutti (e sono quasi tutte carpe) e il più sfortunato è Gabba che non so davvero come abbia potuto mantenere la calma e la compostezza.

Milo, ad oltre metà gara, non è in buone acque, mentre Barbetta è già saldamente al comando e Galliani, al numero 10, cestina carassi in serie, pur perdendone qualcuno di troppo, ma conquista un prezioso terzo posto dietro a Colombo che con una quarta ora eccellente acciuffa un secondo grazie anche ad un carpone che lo fa sudare non poco…

LA TERZA PROVA

Si svolge nel Mincio a Bagnolo San Vito immediatamente a valle dei laghi di Mantova, un Mincio molto basso nel quale non è possibile contare le savette che bollano alle prime luci dell’alba.

I concorrenti partono tutti con RBS (come imposto dal regolamento) di 10/11 m dopo una fortissima pasturazione con fouille e pochi bigattini dal momento che la legge regionale vieta l’uso di un quantitativo superiore al mezzo chilo di queste larve.

Le abboccate sono immediate ed il primo pesce viene guadinato da Barbetta seguito a ruota da Gabba che lentamente prenderà il sopravvento in virtù anche di una carpa (sembrava un grosso ibrido) di oltre 1500 g dopo averne strappate un numero notevole.

A metà gara si è indecisi per il primo tra Gabba, Barbetta e Tinarelli, mentre Franchini sta recuperando con la 8/9 m e Galliani invece perde molto pesce, ma riuscirà a spuntarla su Grisenti ultimo di gara.

Navigano in pessime acque Bonsi, Colombo e Mantovani rispettivamente al numero 1, 2 e 3 del campo di gara e Trabucco non riesce ad indovinare una serie sufficientemente costante di abboccate.

E dopo circa 30 minuti che le cose cambiano bruscamente: prima Trabucco e poi Colombo entrano in gara di prepotenza catturando savette e carassi a ripetizione.

Il primo arriverà a scavalcare Tinarelli e Barbetta mancando di poco più di 700 g la vittoria su Gabba, il secondo, ormai noto come l’uomo della quarta ora, recupera almeno tre posizioni in 40 minuti finendo in crescendo al quinto posto con affianco un 9º ed un 10º.

Alla fine della terza prova, Barbetta, Colombo e Gabba sono già matematicamente in azzurro, Trabucco non rischia niente, mentre per il quinto posto la lotta è tra Bonsi e Galliani, ambedue a 16 punti, anche se il primo sembra più avvantaggiato dallo scarto migliore e c’è sempre Tinarelli a 18,5 punti che pescherà ultimo di gara nella quarta prova.

Per quanto riguarda le lenze usate la maggioranza ha montato all’inizio galleggianti a goccia da 1,5 a 1,8 g con Torpille a 60 80 cm dall’amo e al massimo due o tre piccoli pallini a 30 cm da questo ultimo.

Le piombatura sono state alleggerite nella seconda parte della gara quando la corrente è diminuita.

Come esca è stato prevalentemente usato il verde di vase innescando due o tre larve insieme, oppure l’innesco misto di un bigattino rosso sul gambo dell’amo e un ver de vase sulla punta.

Naturalmente è stata continua la pasturazione con pastura è fouille e dalla precisione di lancio è dipeso molto il risultato.

LA QUARTA PROVA

Il regolamento permette l’uso della canna fissa classica, ma, eccettuato Franchini, almeno per un po’ di tempo, tutti hanno preferito la RBS che, se bene usata, è micidiale per la Savetta…

Se la rimonta di Trabucco nel giorno precedente è stata entusiasmante, la vittoria nella quarta prova è stata un vero e proprio show.

Al numero uno del campo di gara, dove il giorno prima Bonsi aveva fatto il nono, Trabucco ha totalizzato ben 18.465 punti mentre Colombo e Barbetta non sono stati da meno andando ambedue intorno ai 16.000 punti mentre Grisenti brucia Gabba di 30 punti, ma il vero colpo lo fa Galliani che arrivando settimo, stacca Bonsi di 2 punti annullando il vantaggio che quest’ultimo aveva con lo scarto migliore che comunque gli torna poi buono nei confronti di Tinarelli, che a pari penalità perde la possibilità di fare almeno la riserva ai mondiali.

Dunque la nazionale 1987 è stata varata e, alla luce delle prove fatte a Coimbra, da queste super selezioni forse è venuta fuori quella che era, a detta di tecnici ed osservatori, la nazionale tipo, come del resto lo fu a suo tempo, la nazionale del mondiale di Strasburgo ed è dunque, se ce ne era bisogno, una ulteriore prova che questi metodi di selezione sono i più validi per filtrare ogni possibilità e per evitare che un colpo di fortuna porti chi non ne ha meriti e capacità alla disputa della gara irritata.

Riccardo Galigani

Il campione d’Italia Mantovani

Piero Bonsi

Franco Galliani

Maurizio Gabba

Giampiero Barbetta

Roberto Trabucco

Emilio Colombo

Franchini

Grisenti

Tinarelli

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