GIOVENTU’ NELLA PESCA? SEMPRE PIU’ RARE ECCEZIONI!
I giovani nel mondo agonistico della pesca sono sempre di meno, l’età media si alza, i campionati delle categorie giovanili sono ai minimi termini e quelli dei master e veterani sono sempre più numerosi.
Qualcuno dice che tra dieci anni l’agonismo sarà finito e a praticare gare di pesca saranno solo qualche centinaia di appassionati.
E’ chiaro che occorre fin da subito correre ai ripari e forse è troppo tardi.
La pesca purtroppo non è il tennis un fenomeno sociale esploso grazie ai successi di Sinner e soci.
La televisione ne parla in continuazione e qualcuno viene contaminato da questa moda e così i corsi per principianti sono presi d’assalto e per giocare una partita in un campo da tennis occorre prenotarsi mesi prima.
Ma se il calcio, ad esempio nella Gazzetta dello Sport, occupa più di tre quarti delle pagine poco spazio è dedicato alle altre discipline sportive.
La pesca sportiva agonistica, di qualsiasi specialità si parli, non compare mai sui giornali nazionali se non in rare occasioni, eppure di medaglie ogni anno la FIPSAS ne porta a casa ma nessuno mai ne parla.
Tutto è relegato ai social individuali oppure a qualche siti specializzato come ad esempio il nostro che sta in piedi per pura passione e grazie ai tanti collaboratori che inviano contenuti sulle gare varie.
Epppure i numeri che rappresenta la pesca di acqua dolce e di mare sono notevoli.
Ma quali sono le cause di questa indifferenza da parte dei giovani verso la pesca?
Ho cercato di fare una riflessione dopo aver visto negli ultimi tempi solo due giovani salire alla ribalta nazionale nella pesca agonistica, parlo di Jacopo Cesari di Firenze nella pesca al colpo e di Riccardo Dragoni di Ravenna nel feeder.
Due ragazzini folgorati sulla via di questa passione e sarebbe bello sentire il loro parere sul cosa fare per invogliare dei ragazzini ad avvicinarsi a questa passione e certamente organizzeremo una diretta se i genitori lo consentiranno.
Immagino che l’aspetto mediatico incida notevolmente perchè se i grandi media non ne parlano nessuno si potrà mai incuriosire ma d’altra parte gli ambienti di pesca sono luoghi riservati e l’intimità che si crea tra il fiume e il pescatore non sono luoghi da spettacolo di massa.
Il rapporto tra costi – divertimento – soddisfazione non è più sostenibile, le acque libere (fiumi e canali in primis) sono lo specchio dell’anti divertimento, argini pericolosi e mal gestiti, pescosità molto scarsa salvo qualche rara eccezione, come fa un giovane ad alzarsi all’alba, trovare qualcuno che lo porti, fare chilometri e prendere poco?.
Gli inglesi prima di noi, hanno abbandonato la pesca in acque libere per dedicarsi alle competizioni nelle fisheries, d’altra parte gli inquinamenti, i cormorani e il bracconaggio ha sterminato in tutta Europa la fauna ittica autoctona che ha portato ad un lento cambiamento culturale che è iniziato anche da noi in Italia.
In Inghilterra le fisheries sono ex aziende agricole progettate per essere ambienti attrativi sia per il pescatore che per le famiglie.
Le postazioni di pesca sono curate e conservano la belleza di un ambiente naturale con vegetazione sempre curata e pulizia oltre al rispetto dei pesci.
In Italia i laghi commerciali, salvo rare eccezioni, sono delle buche scavate e riempite di acqua con sponde dritte senza vegetazione senza quel fascino green che invece hanno le fisheries inglesi.
Nonostante tutto sempre più pescatori abbandonano le acque libere per riversarsi nelle acque commerciali dove il divertimento almeno è assicurato.
I giovani di oggi, cresciuti nella cultura del benessere e del zero sacrifici, come possono scegliere di andare in un canale rischiando di non prendere nulla?.
Ma la speranza è l’ultima a morire e qualche temerario c’è ancora.
Domenica scorsa abbiamo visto all’opera questi due giovanissimi che possono essere considerate delle vere mosce bianche, Jacopo Cesari è figlio d’arte di Andrea Cesari Il Nefa e fin dai primi vagiti ha sentito parlare in casa di lenze, bigattini e pasture, Riccardo Dragoni invece ha il papà che pratica la caccia eppure questo ragazzino di 14 anni si è appassionato tanto alla pesca a method feeder che domenica è salito pure sul podio del campionato italiano a squadre di pesca a free style con la sua società L. C. Ravenna.
Penso che le società di pesca abbiano un ruolo fondamentale per attirare i giovani ma servono politiche mirate che valorizzino i sacrifici fatti dalle società di pesca e dalle persone che dedicano tempo e risorse per i giovani.
Chi segue pazientemente i giovani reclutabili nelle comunità locali, nei laghetti o nel rapporto con le scuole deve essere sostenuto anche economicamente.
La FIPSAS ha fatto e sta facendo un grande lavoro in questa direzione e qualche risultato si sta vedendo ma la soluzione deve passare attraverso le società di pesca le quali devono essere stimolate a creare dei vivai quindi investire sulle società di pesca, sulla necessità strategica di rendere totalmente gratuito il primo accesso quindi attrezzature gratuite (dalle aziende), assistenti (indennizzati da FIPSAS) e divertimento organizzando anche pic nic con il coinvolgimento delle famiglie e dei laghi privati.
Istituire una giornata ecologica per trasmettere il valore del rispetto dell’ambiente cioè il senso dell’ecologia che è insita nel dna del pescatore (siamo le sentinelle dei fiumi) e coinvolgere i media locali per parlare di queste iniziative.
La pesca deve tornare al centro di una visibilità sostenendo anche chi la promuove e premiando chi porta progetti e la rende attrattativa.
Sarebbe interessante istituire una iniziativa del tipo “tu porti un amico a pescare e ti regalo una canna da pesca, o un abbonamento gratuito per dieci pescate in un laghetto” e tornando ai nostri due giovani Jacopo e Riccardo sarebbe bello sentire il loro parere e chissà magari qualche scintilla potrebbe accendere un fuoco.
Alessandro Scarponi
Se un giovane volesse iniziare a fare delle gare quanto deve spendere???
Per primo i prezzi per l’attrezzatura, negli ultimi anni sono lievitati notevole….non parliamo di pasture ed esche….
I campi gara sono quello che sono, cormorani, inquinamento e bracconaggio…..
In più ogni anno introducono regolamenti assurdi.
I giovani fanno bene a non iniziare.
Sono d’accordo con Cecco,
È da tanto tempo che si parla del problema giovani ma non è mai stato fatto niente adesso forse tardi trovare un modo x attirare giovani.
L’importante fino ad ora x le ditte è stato fatturare fatturare e fatturare e far pagare ruby al top 4/5 volte di più del dovuto ma questo ci sta perché una azienda DEVE guadagnare!
Secondo me e sbaglierò forse certe decisioni dovrebbero essere state prese molti anni fa e non pensare solo e esclusivamente alle categorie alte e ascoltare solo due aziende una in particolare e adesso cosa volete fare chiudere la stalla quando è troppo tardi?
La cosa è al quanto ridicola
La pesca x giovani è sostenibile solo se son figli di pescatori sinó la vedo dura