IL TEVERE A UMBERTIDE: IL DIVERTIMENTIFICIO

Il Tevere ad Umbertide …..grossi cavedani che qui chiamano “navi”

Le gare di pesca in acque interne fino a qualche anno fa avevano una sola ubicazione: i canali della bassa ferrarese.
Da un pò di tempo però, in questi posti isolati, non si prende più il pesce come una volta e così l’equazione viene naturale: pochi pesci, pochi pescatori.
Anch’io come tanti altri ho cercato le alternative e credo di averle trovate nel fiume sacro, il Tevere.
Nel tratto che scorre nei pressi di Città di Castello la pesca preferita è a passata con canna bolognese e mulinello mentre scendendo di qualche chilometro più a sud si incontra la cittadina di Umbertide dove si può trovare un bellissimo campo di gara per la pesca sportiva dove è preferibile usare la tecnica a roubasienne.
In questo posto l’anno scorso sono stati svolti i mondiali di pesca per club e così, grazie a questa competizione, hanno scoperto questo posto.
Dal punto di vista dello svolgimento della gara il fiume è stupendo in quanto c’è stata regolarità per tutti e gli ottimi pesi, financo a 12 chili, ne sono la riprova.
Ho potuto vedere da vicino campioni di pesca come Carraro, Premoli, Frigeri, Prandi, ed altri ancora: macchine umane da pesce che non sbagliano una fiondata o una pallina di colla.
La tecnica a roubaisienne utilizzata da questi garisti è a dir poco perfetta, e soprattutto il modo di impostare la pesca col mais.
Molto importante è stata la scelta dell’impiego di galleggianti sempre accorpati per una pesca alla < > ma con antenne cave che, essendo meno sensibili ti danno modo di appoggiare bene il chicco a terra senza che il galleggiante si affoghi causa la pesantezza dell’innesco.
Particolare di non poco conto che ho appreso osservando Carraro e Barbetta.
Finale corto appoggiato per terra, lenza raccolta in 30 cm..
Queste gare sono state fatte tutte a partire da sotto la zona della Carpina andando verso valle. L’unico tratto dove non è stata fatta l’immissione di queste carpette è proprio lei, la zona da sempre più bella di tutto il campo gara, dove sono rimasti i miei cari ed unici amici pinnuti: i cavedani della Carpina.
Ed è anche l’unico tratto rimasto il più naturale rispetto ai settori a valle, che dopo la piena sono stati ricostruiti sia come sponde che come letto del fiume.
La mia considerazione è negativa, in quanto penso che sia ormai diventato un carpodromo con l’acqua corrente, anche se però è tornato un campo gara dove ogni settimana si rifanno gare su gare, prove e tante altre manifestazioni: ad esempio, sabato passato c’era tutta la RAVANELLI TRABUCCO a fare una pool nel tratto che và dal campo sportivo ai fili, sabato e domenica 2 e 3 settembre c’è stato anche il Club Azzurro.
Ma torniamo alla mia settimana di vacanza: viste le gare ravvicinate, i miei amici imolesi, sono stati tutto il mese d’agosto in villeggiatura ad Umbertide ed io ho avuto modo di pescare assieme a loro tra battute e risate dalla mattina alla sera.
Fortunatamente loro come me, amano di più pescare nel tratto della Carpina, dove i cavedani la fanno da padrone: bigatto a fionda e lenze da 4×8 a 4×12, da mezz’acqua fino ad appoggiare tutto il terminale sul fondo, ci hanno fatto divertire, cercando di competere con quei cavedani grossi e cattivi che ti portano via il galleggiante con una velocità impressionante.
Anche se la pesca in Carpina è solo a fionda, la strategia di pesca prevede un fondo iniziale di bigatto incollato per poi pescarci sopra con una veletta da 0,50 gr., questo al fine di catturare le prime “navi” che si catapultano subito sulle palline di incollato.
Beh, a fine pescata faccio la pesa: kg. 14,800 di pesce!!!!
Che pescatona ragazzi, avevo messo in fila i miei cavedani, ogni passata era un pesce! Uno spettacolo da paura!!!
Spero con questo mio racconto di non aver annoiato nessuno, al contrario di aver suscitato in qualcuno ancor più voglia di pescare.
Un salutone a tutti e…. alla prossima pescata!

 

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