IBERIAN MASTER 2011: GABBA E VEZZALINI AI MICROFONI DI MATCH FISHING

Al ritorno in Italia dalla trasferta iberica, Match Fishing ha intervistato due protagonisti, Massimo Vezzalini e Ferruccio Gabba i quali hanno combattuto alla pari di tanti altri campioni internazionali in questa VI° edizione dell’Iberian Master.

MASSIMO VEZZALINI

Non potevamo sentire anche il commento del campione della YUKI Massimo Vezzalini non nuovo a questo evento avendoci già pescato l’anno scorso.

Allora Massimo una trasferta in terra valenciana che ti proietta su palcoscenici internazionali, gli stessi che presto avrai modo di frequentare indossando un’altra maglia quella della nazionale azzurra..

Ci racconti questo evento spagnolo terra a te molto amica visto che spesso ci vai anche per ragioni di lavoro…

“certo che si, la Spagna è un paese meraviglioso dove ritorno sempre volentieri e dove trovo una grande accoglienza di amici veri come Antonio e Carlos che mi fanno sempre sentire come un re. E’ anche vero che in Spagna ha sede l’azienda con cui collaboro, la Art Fishing che commercializza il marchio YUKI.

Proprio con i prodotti di questa azienda ricordo di avere vinto nel 2010 il club azzurro grazie al quale ho potuto rientrare in nazionale dopo una pausa di alcuni anni.

Sono molto contento di avere trovato una organizzazione da fuori di testa, robe mai viste in una gara di pesca. con una assietnza che andava dalla consegna delle esche sul picchetto, al pranzo con paella valenciana in riva al fiume, l’assistenza durante la gara con la consega del sacchetto pic nic, la cena alla sera e tutto il resto che non sto a dirvi.

Il campo gara è eccezionale, e pur essendo un fiume con caratteristiche non sempre uniformi, ha fatto emergere le doti non del garista ma del pescatore.

Il pescatore vede il posto e poi interpreta la gara trovando le soluzioni migliori per vincere e in questa competizione per arrivare sul gradino più alto del podio occorre fare punteggi molto bassi. Quest’anno ha vinto un concorrente spagnolo con 3 penalità.

La mia gara. come gli altri italiani, ha avuto qualche pecca nella prima prova del sabato, quando insistendo troppo sulla roubaisienne a 13 metri dopo 50 minuti dovevo ancora scapottare.

Se fossi uscito prima con le canne a mulinello sulla sponda opposta anche al sabato forse avrei raccolto qualcosa in più.

Comunque anche pescando all’inglese sulla sponda opposta non era facile entrare in pesca perchè i pesci per prenderli con continuità, occorreva pescarli a 15 metri dalla riva e non attaccati.

Infatti in gara 2 sono partito a rouba ma dopo dieci minuti ho imbracciato la canna bolognese e pescando come avevo capito dal giorno prima ho preso bene tanto da vincere il settore con un bel peso di carassi.

In gara 2 sono stato sorteggiato nello stesso settore con Gabba e Ballabeni e gli occhi del numeroso pubblico erano concentrati tutti sul nostro settore.

Ho buttato roba per cinque ore, e posso assicurare che se non si pasturava di continuo il pesce smetteva di abboccare.

Gli spagnolo sono abituati ad usare esche senza limiti per cui si è reso necessario preparare un pò di tutto dalla terra e pastura con vermi tagliati in mezzo, ai bigattini incollati con ghiaia.

Pasturare sempre su tre linee di pesca, a 5 pezzi di canna, sulla linea dei 13 metri e sulla sponda opposta.

Insomma un bel lavoro di mano e di fionda anche se va detto che per la pesca dei carassi non è stata richiesta una abbondante quantità di roba.

La mia canna inglese era costruita con filo del filo dllo 0,25 in bobina, galleggiante da 18 grammi (10+8) a scorrere con il palettone a sfiorare il fondo. Finale lungo 1,5 metri del 0,18 con formato da 1 metro di filo pesante choamto ledcor grazie al quale la mia lenza andava subito sul fondo, a questo filo particolare ho legato 50 centimetri di filo dello 0,18 con amo del n° 8 sul quale innescavo un bel verme.

Nella seconda prova ho pescato anche con la canna a bolognese sulla quale ho montato un galleggiante da 15 grammi, sfera da 14 grammi e sei pallini del 4 a coroncina sopra la girella a sstrisciare sul fondo.

Alla fine termino al 7° posto assoluto e su 59 agonisti iscritti credo che sia stato un bel piazzamento.

Non mancherò di ritornarci quanto prima in quel posto perchè la pesca è sempre assicurata e il posto meraviglioso”.

FERRUCCIO GABBA

“abbiamo partecipato ad un evento straordinario, indimenticabile in un posto bellissimo dove l’organizzazione è stata impeccabile dall’inizio alla fine. Una trasferta incredibile che ci ha visto parzialmente protagonisti per via della poca conoscenza del campo gara. Avevamo preso tutte le dovute informazioni, visto che l’edizione precedente era stata vinta proprio da un Italiano l’amico Jacopo Falsini, ma purtroppo proprio quest’anno le cose sono cambiate, io pesce che l’anno scorso ti faceva vincere quest’anno si è fatto desiderare e così abbiamo dovuto inventare tutto il diretta.

Infatti nella seconda prova, dopo avere raddrizzato il tiro, le cose hanno iniziato a girare meglio e i risultati ci sono anche stati.

La pesca prevedeva l’uso della roubaisienne nella prima parte della gara per poi girare sulle canne a mulinello con l’inglese e la bolognese.

Quella che ha reso di più è stata la canna inglese sulla riva opposta dove stazionavano tanti carassi di cui il fiume Jucar ne è pieno.

Stranamente per il tipo di pesce presente la pasturazione che ha reso di più è stata la terra con i vermi tagliati in mezzo mentre i bigattini incollati non hanno dato secondo le aspettative.

Il fiume è molto bello con profondità variabile tra i 2,5 metri e i 4 metri.

In queste condizioni per avere la meglio sugli avversari occorre pescare davvero bene.

Le canne inglesi le ho montate con galleggianti da 20 grammi (12+8) a scorrevole con filo del 0,25 in mulinello, finale dello 0,18 e amo del 10.

La piombatura prevedeva un pallettone ad 1 metro dall’amo che doveva sfiorare il fondo mentre con la bolognese ho montato galleggiante da 15 grammi con torpile a 70 cm. anch’essa a sfiorare.

Purtroppo ho pagato lo scotto della prima volta anche se con una preparazione e conoscenza della pesca si poteva fare di più fin dalla prima giornata di gara.

Ripeto un campo di gara molto bello e accogliente con piattaforme per ogni posto pesca, scalette per scendere dalla strada all’argine del fiume, e poi sono stato meravigliato dall’organizzazione la quale prevedeva l’assistenza in tutto e per tutto fino al pranzo a mezzogiorno in riva al fiume.

Anche l’orario è stato insolito ma decisamente favorevole infatti abbiamo pescato dalle ore 11 alle ore 16 cinque ore tirate ma di puro divertimento”.

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