COPPA ITALIA FEEDER 2013 – L’agonismo ufficiale parte con il vento in poppa…..e che vento.

“Come dissero le ranocchie a Giobbe, tanto tonò che piobbe”; è con questa eloquente pillola di saggezza, frutto dalla cultura contadina senese, che voglio aprire il servizio dedicato alla Coppa Italia Feeder 2013.

Il motivo è quanto mai semplice poiché, come sempre accade quando un’idea è sana, la si può contrastare quanto si vuole, ma alla fine riuscirà comunque a fare la sua strada e questa frase contiene tutta l’essenza degli eventi riguardanti la pesca a ledgering: una disciplina prima snobbata, poi derisa, poi ancora guardata con sospetto e oggi letteralmente esplosa nelle coscienze dell’agonismo, con aziende leader di settore che si stanno organizzando per non farsi trovare impreparate ad affrontare quella che improvvisamente sembra essere una svolta epocale, pari solo all’avvento della pesca all’inglese, dopo i Mondiali fiorentini del 1984.

Comunque tutto questo ormai è solo retorica e il sentore che sia davvero facendo sul serio non è più solo una sensazione. Ora è il momento di raccogliere i frutti di quello che è stato seminato e a vedere il canale di Ostellato fiorito dalle tante vesti multicolori delle principali aziende di settore, con pescatori comuni che gareggiano fianco a fianco con i nomi eccellenti della pesca agonistica, pare proprio che il raccolto sia di prima qualità.

A questo punto rimane solo da sperare che il virus del profitto fine a se stesso non prevalga troppo sui contenuti sportivi e sociali di un’iniziativa che sta indiscutibilmente tracciando un percorso nuovo nella pesca agonistica.

Ora però basta con le chiacchere. Veniamo alla cronaca di queste due giornate di pesca, altrimenti lo Scarponi mi richiama al dovere……..a proposito, ma lo sapete che il nostro Alessandro, zitto, zitto, ha fatto…….ma ve lo racconto più avanti, un po’ di suspense non guasta. Parliamo della gara.

Dalle sporadiche notizie faticosamente raccolte qua e la nei giorni precedenti la Coppa Italia, pareva proprio che le breme ferraresi amassero intrattenersi intorno alla tre quarti del canale, preferendo una dieta basata più sui bigattini, preferibilmente vivi, che non su altre proposte alimentari. Comunque sia, il pesce mangiava senza troppe remore…….perlomeno fino alla domenica precedente la gara, quando una gelida perturbazione siberiana bloccava inesorabilmente “l’ars piscandi”.

Per fortuna, immediatamente dopo il picco gelido le temperature sono risalite alla stessa velocità con la quale erano scese e giorno dopo giorno, le breme di Ostellato, già palesemente in fregola nunziale, riprendevano le loro attività alimentari, scongiurando il triste presagio di un fine settimana all’insegna di tanti cappotti.

Venerdì 22 marzo. Nel corso di una splendida giornata primaverile, di quelle che si sta bene a maniche corte, il tratto di canale compreso fra il km. 5 e il km. 7 è occupato, a tratti distinti nel reciproco rispetto, da gruppi di pescatori più o meno omogenei, tutti egualmente intenti a decodificare le ultime incognite prima della gara di domani, confortati dall’attività del pesce che risponde bene, abbastanza da lasciar intravedere una gara divertente e combattuta.

Sabato 23 marzo. Al raduno ci siamo tutti e come sempre, ritrovarsi con gli amici è sempre motivo di sincero piacere. Tuttavia, nel contesto generale, la cosa che più mi ha colpito è stato il vedere l’evoluzione dei vari gruppi che solo pochi mesi fa erano ancora un po’, per così dire, in ordine sparso, mentre ora sono molto ben strutturati e seriamente inquadrati nelle loro rispettive identità sportive. Per la prima volta in una gara di ledgering ho il piacere (e spero che rimanga tale) di vedere veri e propri squadroni organizzati, come quelli di Milo, Tubertini, Daiwa, Colmic, Preston Innovation, Sensas, Maver e……….e poi ci siamo anche noi, quelli delle Forze di Polizia: quattro mosche in mezzo a uno sciame di calabroni.

Al segnale d’inizio gara, come previsto, i pasturatori volano tutti sulla linea dei 40/50 mt. e una nutrita serie di lanci ripetuti in rapida successione conferma che tutti o quasi abbiamo optato per un fondo iniziale, sopra la quale lanciare dopo i feeder armati per la pesca vera e propria.

Per i primi 15 – 20 minuti successivi la pasturazione iniziale il pesce, probabilmente infastidito dal rumore, è stato latitante, ma poi le prime breme hanno iniziato a farsi vive, anche se non dovunque, a causa dell’incipiente frega che come sempre altera non poco l’uniformità di ogni campo gara.

Intorno alla metà gara, le voci circolanti parlavano di picchetti con molto pesce e picchetti in cappotto, ma cinque ore di gara sono lunghe e i pesi si misurano alla fine. Niente è perduto fino al suono della sirena, basta trovare la giusta chiave di lettura e le sorti possono ribaltarsi nel giro di un’ora, proprio come ha fatto Angelo De Pascalis il quale, nel picchetto accanto al mio, dopo tre ore buone di stallo, ha reimpostato da capo la sua gara, facendo di nuovo il fondo dalla parte opposta del canale, strappando dall’acqua oltre 7 kg. di pesce in meno di un’ora, convertendo così un quasi cappotto in uno strabiliante secondo di settore, a conferma di un temperamento da campione.

Nel frattempo sulle onde di “radio squama” giunge notizia che il nostro Web Master, Alessandro Scarponi si è battuto come un leone, spalla a spalla con la storia del ledgering, Mister Mario Molinari, ma non se ne conoscono le sorti…..Vuoi vedere che….

Traendo il sunto di questa prima giornata di gara, possiamo dire che in linea di massima la pesca è stata impostata poco oltre il centro canale, con feeders piuttosto leggeri, 25/30 gr., riempiti con sfarinati e una “ciliegia” di bigattini incollati, oppure sfusi, in base alle preferenze personali, lasciando in acqua i pasturatori anche per 10 – 15 minuti, senza mai spostarli.

Gli sfarinati utilizzati dalle varie squadre sono stati quelli classici da breme di colore scuro, taluni di sapore dolce, ma perlopiù di sapore salato, che pare sia poi quello più gradito, sopratutto nei mesi invernali.

Non essendo in grado di entrare nello specifico, riguardo alle miscele utilizzate dagl’altri, vi posso parlare solo di quella che ho usato io………….anzi, è meglio di no. C’ho ripensato, perché ha funzionato molto bene e quindi, col piffero che ve lo dico………Così facendo però soffro. Il mio animo gentile non mi permette questa perfidia. Non voglio sentirmi un verme. Almeno qualche indicazione devo darvela, ma promettetemi di non dirlo a nessuno.

La mia pastura e quella dei fratelli De Pascalis, per ovvi motivi, non può che essere la Sonubaits e mentre io mi sono affidato alla F1 e alla Krill, Angelo e Massimiliano hanno preferito impostare la loro gara con la F1, la F1 Dark e la Match Metod Mix. Tutte pasture a base di farina di pesce, integrate con diversi componenti, in base al tipo.

Alla fine della prima giornata di gare, con un Ostellato non troppo generoso, i vertici di classifica sono occupati nell’ordine dalla prima squadra che è il Team LBF Italia (Fishingitalia.com) squadra A, con 6 penalità; seconda la Città Del Rubicone (Daiwa), con 11 penalità e terzi a pari merito con 12 penalità, la Lenza Mantovana (Daiwa), le Forze di Polizia (Out of pocket) e la storica Longobardi (Milo) squadra A.

Le condizioni del tempo, finora molto gradevole anche se non assolato, stanno mutando repentinamente, tanto che mentre riponiamo le attrezzature, iniziano a cadere le prime gocce di pioggia. Pare proprio che le nefaste previsioni meteo, che per l’indomani annunciano una giornata pessima, si stiano avverando.

Al raduno, mischiato fra i soliti noti, trovo a ritirare il premio del secondo di settore anche un raggiante Scarponi il quale, con un sorriso a trentadue denti, mi racconta il suo duello con Molinari nei confronti del quale ha capitolato solo alla fine e per un pesce di differenza…….Dall’intensità del suo racconto capisco che anche lui sta irrimediabilmente cadendo nella tela del ragno. Ormai è dei nostri.

Domenica 24 marzo. Si gioca per la “riavuta” proprio mentre Giove Pluvio e il suo compare Eolo si divertono a fare le “forzine”, e ci riescono alla grande rendendo le sponde del Circondariale, ormai pregne d’acqua, più simili a un girone dantesco che non a un campo gara, con i concorrenti vestiti come tanti “omini Michelin” che annaspano per non scivolare, immersi in un pantano viscido e insidioso, con gli ombrelloni che ballano sotto il vento come fossero tarantolati, incapaci di riparare il pescatore, le esche e le pasture, inesorabilmente bagnate da una pioggia che arriva in orizzontale, spinta dal vento gelido delle bocche di borea.

Nonostante tutto la gara si svolge regolarmente e il pesce, certamente stimolato dalle avversità meteo e dalla corrente mossa dal forte vento, pare più attivo del giorno precedente e le statistiche finali confermeranno poi questa tendenza.

La linea di pesca e la tecnica restano invariate rispetto la prima gara, ovviamente però risulta molto più difficile la corretta esecuzione dei movimenti e la gestione dell’attrezzatura. Pescare è roba da uomini duri, ma anche passare sette ore come commissario di sponda o giudice di gara non è certo un boccone da ghiotti e lo dimostrano le facce paonazze dei giurini, che camminano lungo le sponde come degli zombi, cercando di scaldarsi i muscoli infreddoliti.

A metà gara molti decidono di dare forfait, alterando così il corretto svolgimento della competizione e a questo proposito, seppur nel rispetto di chi se n’è andato per motivi di salute o di serio malessere fisico, mi sento in dovere di dire che un atteggiamento del genere è poco giustificabile poiché, non solo compromette l’esito di una gara, talvolta molto importante, ma appare soprattutto come una grave mancanza di rispetto nei confronti di chi rimane al suo posto, magari consapevole di un pessimo risultato.

Il suono della tromba che decreta il fine gara è per molti una liberazione, mentre per i componenti delle squadre di testa è la conferma delle posizioni acquisite nella prima delle due prove, poiché la classifica è rimasta invariata rispetto al giorno precedente, con i fortissimi componenti della squadra A del Team LBF Italia (Fishingitalia.com): Angelo De Pascalis, Massimiliano De Pascalis, Maurizio Maggiali e Angelo Pizzi, che si aggiudicano lo Scudetto Tricolore della Coppa Italia, seguiti a ruota da una matricola del feeder fishing, la squadra della Città del Rubicone (Daiwa), composta da Alessandro Scarponi, Massimo Vezzalini, Marco Mazzetti e Marco Trevisani. In terza posizione troviamo la squadra della Lenza Mantovana (Daiwa), formata da Mario Molinari, Gregorio Monego, Mirko Garzetti e Fabio Mosele.

Nel corso della cerimonia di premiazione, con l’Inno d’Italia cantato dai presenti, per la verità con qualche perdonabile variante sul testo, vedo lo Scarponi che sale sul podio e per curiosità decido di andare a vedere come si è classificato nella seconda gara…….Allora, cari amici di Match Fishing, l’Alessandro cibernetico, non si è accontentato del secondo di settore della prima gara, ma ha voluto mettere il suo sigillo anche nella seconda, classificandosi addirittura primo…..e pensare che veniva a chiedere a me le informazioni su questa tecnica……che sciacallo. Non vorrei essere nei panni del povero Luca Caslini, che dovrà sopportare le angherie del Capo, chissà per quanto tempo.

Questi però sono fatti loro, a me invece saltano agli occhi alcuni dati che trovo davvero interessanti e cioè che delle persone mai viste prima nel circuito del ledgering, si sono presentate all’esordio con due gare da manuale e questo significa che dei grandi pescatori si stanno avvicinando a questa tecnica e lo stanno facendo da protagonisti. Questa è la prova concreta e la soddisfazione di vedere premiato il lavoro finora svolto da quei pochi che ci hanno creduto.

Io ho finito, ma prima di chiudere approfitto del privilegio di poter scrivere su Match Fishing, per ringraziare ufficialmente i componenti della mia squadra, quelle quattro mosche che nello sciame di calabroni se la sono cavata alla grande. La nostra è una squadra neonata, senza soldi, senza pretese, ma con un grande cuore e il quarto posto in classifica (per la verità un po’ amaro) lo dimostra, perché è comunque un quarto posto a livello nazionale.

Grazie quindi a Marcello Mazzarella, a Simone Calissi, a Giancarlo Ricci e soprattutto a Francesco Cipolli, “sponda” di enorme importanza per la nostra squadra………Sentirete ancora parlare di loro, ne sono sicuro.

Un saluto agli amici di Match Fishing da

Marcello Corbelli

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