I MUSICANTI DI BREME

Quella che leggerete non è una rivisitazione in chiave alieutica delle celebre favola dei fratelli Grimm, in realtà abbiamo un po’ scherzato col titolo per raccontarvi la storia di un team che nella pesca del pesce transalpino ha davvero una marcia in più. Noi scherziamo con il titolo, loro non scherzano affatto e quando ci sono da pescare le breme le “suonano” per bene… alla fine un po’ musicanti lo sono davvero…

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Neo campioni d’Italia e da sempre squadra al top, capace di vincere in lungo e in largo per tutto lo stivale e non solo. Stiamo parlando della Lenza Emiliana Tubertini, un team davvero temibile in tutte le situazioni ed un po’ più temibili quando si tratta di pescare le breme. Infatti i ragazzi di Bazzano in questo tipo di pesca sono davvero forti, quasi imbattibili. Ma perchè? Abbiamo fatto due chiacchiere insieme a loro per cercare di capire cosa c’è dietro questi successi.
RIVOLUZIONE NELLA PESCA

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E’ proprio Ferruccio Gabba, top player della Lenza Emiliana, a confermarci che l’avvento del pesce transalpino nelle nostre acque ha portato ad una vera e propria rivoluzione nel modo di pescare, sia a livello agonistico che a livello amatoriale. Fino ad una decina di anni fa le breme non esistevano nei nostri canali o meglio, c’erano ma erano presenti solo in pochissimi corsi d’acqua del nord Italia. Negli ultimi anni invece sono diventate la specie protagonista di moltissime battute di pesca, specialmente in competizione, e questo ha comportato tantissimi cambiamenti nel modo di affrontare una pescata rispetto a quando la specie prevalente da insidiare era il carassio. Partendo dalla pasturazione che nella pesca del carassio era effettuata esclusivamente con sfarinati e bigattini, con l’unica variante del lombrico o mais da utilizzare come innesco. Oggi le breme si insidiano in maniera quasi opposta, si utilizzano ancora le pasture ma si tratta di sfarinati completamente diversi da quelli dedicati alla pesca dei carassi. Si è lasciato inoltre spazio all’avvento delle terre, necessarie per veicolare sul fondo il fouilles, larva di cui le breme sono particolarmente ghiotte ed autentica protagonista in questo tipo di pesca. Come innesco ora a farla da padrone è il ver de vase, con il lombrico o il bigattino a fare da alternativa. Anche il modo in cui dobbiamo pasturare è cambiato passando da una pasturazione più parca e progressiva ad una pasturazione in cui il fondo iniziale rappresenta la vera chiave di volta del successo e dove le quantità sono notevolmente aumentate. Non solo, il modo di pescare è cambiato con una pesca che si fa esclusivamente sotto punta mentre nella pesca al carassio la maggior parte delle volte si pescava stendendo la lenza. Potremmo quasi affermare che si tratta di due sport diversi, tante sono le differenze tra un tipo di pesca e l’altro.
L’ESPERIENZA CONTA

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Come detto in questo tipo di pesca i ragazzi della Lenza Emiliana Tubertini sono quasi imbattibili. Su questo tema però sembra che non ci siano particolari segreti. Il fatto che la breme sia un pesce relativamente “giovane” per quanto riguarda le nostre acque sicuramente fornisce grossi vantaggi a quei pescatori che grazie all’esperienza internazionale possono vantare maggiori conoscenze e maggior tempo dedicato alla pesca degli abramidi. Anche perchè ci è stato confermato che, al contrario di quanto affermato da molti, non è vero che le nostre breme hanno comportamenti anomali rispetto a quelle straniere. Qualsiasi possa essere il paese dove andiamo ad insidiare questa specie le nazionali che emergono sono quasi sempre quelle, Polonia, Ungheria e anche l’Italia, questa è la dimostrazione che la conoscenza di questo pesce porta degli indubbi vantaggi e quindi l’esperienza internazionale dei campioni della Lenza Emiliana gioca un ruolo davvero importante.
DIVERSE SPECIE DIVERSE SOLUZIONI

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L’esperienza consta non solo nel sapere come affrontare una sessione di pesca dedicata alle breme ma anche nel saper riconoscere le differenti specie e sapere quali sono le caratteristiche proprie di ogni varietà. Siamo abituati a pensare alle breme come ad un’unica specie, in realtà ne esistono di diverse e vanno affrontate sapendo che i comportamenti sono diversi da una specie all’altra. Ad esempio la bordelliere (quella specie di dimensione medio piccola caratterizzata da pinne di colore rosso/arancione) ha un comportamento che è completamente diverso da quello della breme classica preferendo spesso come esca il bigattino rispetto al ver de vase che sappiamo essere esca regina per le breme classiche. Ovviamente non solo le specie ma anche le dimensioni dei pesci che andiamo ad affrontare incidono notevolmente nel modo di affrontarle. Una breme di taglia medio piccola ad esempio necessita di una pasturazione che dovrà avere la tendenza a “fumare”, dovrà essere povera di fouilles ed anche il tipo di terra dovrà lavorare di più. Ovviamente questa regola vale se ci troviamo in un corso d’acqua con presenza esclusiva di breme di questa taglia poiché se dovesse esserci una presenza mista di breme piccole con altre di taglia maggiore è chiaro che questa regola andrebbe accantonata per cercare di selezionare solo i pesci di taglia maggiore. Quando parliamo di terra che lavori velocemente facciamo ovviamente riferimento al tipo di terra che utilizziamo poiché una terra dalla granulometria maggiore è tendenzialmente più veloce a sfaldarsi rispetto ad una più fine, ma la vera differenza sta soprattutto nel tipo di bagnatura poiché anche la terra di somma che se utilizziamo asciutta tende a sfaldarsi in pochissimi secondi quando viene bagnata in maniera importante tende ad “impongarsi”, diventando davvero tenace e quindi perfetta per affrontare correnti impetuose oppure grandi quantità di pesce. Quindi ben vengano i mix diversi tra le varie terre ma la vera differenza tra un composto ed un altro viene dato dalla bagnatura dello stesso. Tutte queste variabili portano ad un ventaglio di soluzioni davvero ampio ed è proprio la conoscenza di queste soluzioni che rende questa squadra davvero imbattibile. Non dimentichiamo poi che la dimensione dei pesci incide molto anche sul colore della terra o pastura da utilizzare. Le plaquette ad esempio vanno insidiate con composti di colore chiaro e che tendano a “fare nuvola” lasciando qualche larva di fouilles anche durante la discesa mentre per insidiare i pesci di taglia maggiore il nostro composto dovrà lavorare solo ed esclusivamente una volta raggiunto il fondo.
UNA REGOLA BEN PRECISA

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Di fronte a tanta esperienza abbiamo provato a farci dire alcune regole per meglio conoscere questa pesca e questi pesci. La risposta ci ha lasciato davvero di stucco, una regola tanto precisa quanto insolita. La prima regola è che non ci sono regole. Troppe sono le variabili che vanno ad incidere sulle soluzioni da adottare. La specie di breme maggiormente presente, la taglia delle stesse, il fatto che siano presenti o meno esemplari di taglia importante, la stagione, il tipo di campo di gara (un esempio può essere Ostellato paragonato al Fissero, stesso tipo di pesci che devono essere affrontati in maniera completamente diversa), la quantità di pesci presenti… davvero un rebus di soluzioni dal quale è difficile venirne fuori. Ecco perchè l’esperienza fa la differenza, ecco perchè i ragazzi della Lenza Emiliana Tubertini li troviamo sempre là nelle prime posizioni, ecco perchè possiamo simpaticamente definirli “i musicanti di breme”.

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