VINCERLO CON LE SUE STESSE ARMI


(Germano Guidi un tenace romagnolo in lotta con un super cavedano)

Lezione di pesca: Occhio, velocità e tutte le astuzie per farli abboccare

Possiamo essere più furbi di un cavedano

La nostra Regione è caratterizzata da un territorio appenninico e una sottostante pianura dove scorrono diversi fiumi dotati di acque più che accettabili e dove vivono numerosissimi cavedani.
Questi corsi d’acqua sono accomunati da una portata variabile in funzione della stagione, con flusso abbondante fino a metà primavera, ed un calo consistente di livelli da giugno ad ottobre.
Si verificano anche annate siccitose, come quella del 2008, dove il livello dell’acqua è sempre risultato inferiore alla media del periodo.
Con l’arrivo dei primi freddi la trasparenza dell’acqua aumenterà notevolmente rendendola decisamente gradevole alla vista, ma questa condizione renderà particolarmente sospettoso il pesce.
Ovvio che, in tali condizioni, le possibilità di prendere pesci a passata col bigattino calano drasticamente, e sia pure adottando tutti gli accorgimenti tecnici più raffinati, dovremo dotare le nostre lenze di piombature leggerissime, ami microscopici e finali capillari.
La debole corrente e l’acqua chiara aiutano i cavedani ad esprimere al massimo grado la loro proverbiale diffidenza.
Diventa frustrante per un pescatore osservare il girovagare di alcuni grossi esemplari attorno al luogo di transito del galleggiante, che però non vuole saperne di affondare.
Che fare in questi casi? Si può cambiare esca, provare con il lombrico, col gatoss, o con il chicco di mais…oppure si può sfidare l’astuto ciprinide sul suo terreno e cercare di ingannarlo utilizzando le sue armi preferite: la velocità e…la vista!
Per questo tipo di pesca vi dovrete armare, in primo luogo, di una canna bolognese lunga non meno di 5 metri, che dovrà risultare rigida ma flessibile di punta quanto basta per gestire finali mai superiori allo 0.08.
Tra i mulinelli ideali per questo tipo di pesca troviamo il mitico Crack, considerato dagli addetti il top per la pesca leggera a passata.
Questo raccogli filo ha sviluppato proprio nella frizione il suo grande successo tra gli estimatori.
Per una pescata super leggera dovrete costruire una lenza su un filo madre dello 0,10 sul quale fisserete un galleggiante di grammatura 4×8 e /o 4×10. Il filo terminale non dovrà essere superiore allo 0,7 lungo almeno 40/50 cm. e fondamentale, in queste situazioni, sarà l’amo che dovrà essere piccolissimo, il più leggero possibile, ottimo il 27 senza ardiglione serie K.
Su un amo di questo tipo potrete innescare un solo bigattino puntato sottopelle a metà corpo avendo cura di non fare uscire il liquido contenuto al suo interno.
In questo modo la presentazione della vostra esca in acqua sarà simile a quella dei suoi colleghi lanciati come richiamo.
L’elemento decisivo dell’attrezzatura sarà però un…paio di occhiali con lenti polarizzate, in grado di minimizzare i riflessi e le rifrazioni della superficie degli strati superficiali dell’acqua.
E adesso vi insegno il miglior posto della Romagna per effettuare una pescata a vista di grossi cavedani.
Recatevi sul fiume Santerno, sulle colline di Imola, fino a d arrivare nel paesino di Castel del Rio.
Li troverete una zona di pesca tabellata “No Kill” dove il pesce catturato deve essere sempre e immediatamente liberato in acqua.
Questo posto è strapieno di cavedani, di grossi cavedani, che riuscirete a catturare in gran quantità solo se effettuerete una costante pasturazione con lanci frequenti di pochissimi bigattini.
Noterete poco dopo i cavedani avvicinarsi e prendere confidenza con le larve che gli lancerete, e se il ritmo di pasturazione sarà regolare, li vedrete sempre più attivi e frenetici nelle immediate vicinanze della superficie.
Seguirete le loro traiettorie al seguito dei bigattini che scendono lentamente verso il fondo, e riuscirete a seguire visivamente il momento magico del contatto del pesce con la vostra esca.
Un potente risucchio porterà diritto nella gola del pesce anche la vostra esca con l’amo puntato.
A quel punto dovrà scattare fulminea la ferrata, perché il cavedano in una frazione di secondo si accorgerà di avere ingerito qualcosa di sospetto e risputerà con forza l’inganno.
Questa operazione avviene con una velocità tale che non si sarebbe mai potuta rilevare sul galleggiante.
Solo con gli occhi riuscirete a distinguere tutta la scena e per questo dovrete aumentare il livello di concentrazione e di perfetta armonia dei movimenti, quelli riferiti alla mano che pastura e alla manovra della canna.
Ricordatevi sempre di usare abiti mimetici di colore spento per non essere avvistati dai ciprinidi.
Alla fine di una giornata di pesca a Castel del Rio potrete ritornare a casa davvero soddisfatti per avere realizzato la più bella pescata di cavedani a vista.
Vi avverto che sarà una battaglia dura ma molto gratificante perché avrete ingannato il più furbo e astuto dei pesci d’acqua dolce utilizzando le sue stesse armi … la velocità e…la vista!
Buona avventura a tutti.

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