QUANDO LA TERAPIA DEL BUON UMORE SI CHIAMA PESCA

Siete mai stati un giorno intero a pescare in compagnia di amici toscani?

No?… Beh vi consiglio di farlo se vorrete uscirne con dei bei ricordi e con una riossigenata di buon umore.

Al sottoscritto è capitato quest’oggi grazie ad una bella giornata di pesca trascorsa in un laghetto collinare situato tra le province di Arezzo e Siena.

Siamo nella Val Chianina, per arrivarci seguo le indicazioni che l’amico Franco mi ha fornito ma il navigatore fregandosene mi suggerisce un altro percorso.

L’appuntamento con Franco è a Bucine, nelle vicinanze scorre il torrente Ambra e i cartelli stradali mi indicano Siena da una parte e Firenze dall’altra.

Franco è un simpatico amico che pesca con l’Oltrarno Colmic e con lui ci sono alcuni amici della società SS Lenza Turris.

“Alessà.. all’Italian Master ti ho visto un pò stanco… tu devi venì a fare una pescatina rilassante in un bel laghetto, stai tranquillo che quando te ne torni non ne sarai pentito”

Ecco queste sono state le parole che Franco mi ha detto ad Ostellato convincendomi definitivamente quando mi ha inviato una mail con allegate foto che per uno come me che ama la buona cucina casereccia hanno prodotto lo stesso effetto come le ghiande per un cinghiale.

“pronto Franco sono arrivato ormai a Bucine, tu dove sei?”

“maremma maiala ma home a Buccine io sono anhora dalle parti di Grosseto, pensavo arrivassi più tardi, ma stai tranquillo parto subito e arrivo in fondo sono solo a 70 km”.

“Mannaggia, a 70 km? chissà a che ora arriverà, madonna sono arrivato troppo presto”

Dopo 15 minuti mi suona il telefono…

“Alessà dimmi dove sei..io sto a già a Bucine nel parcheggio del distributore”

…azzarola già qua sei?

“guarda la strada è abbastanza diritta, c’ho l’alfa 159 che da un pò di tempo non la sparavo sopra ai 200 e così eccomi qua!”

Rimango subito colpito da quante attenzioni mi dedica Franco, tant’è che prima di dirigersi al lago la sosta per un buon caffè è d’obbligo.

Arriviamo finalmente a destinazione, dopo avere fatto alcuni km di strada comunale piena di curve in direzione della collina più boschiva, l’ultimo tratto di strada è sterrato e termina in una grande area a ridosso del lago.

Luciano, il titolare del lago, è già sul posto intento a sfamare le capre che sono rinchiuse in un recinto, in un altro pollaio aperto invece ci sono diverse galline dominate da un gallo che non smette mai di cantare a squarciagola.

Questo è il benvenuto migliore, gallo che canta, aria pungente e fresca, e da lontano arriva Luciano che scuote la testa come se stesse smoccolando…

“sti verri…sono entrati sta notte e mi hanno arato mezzo campo, cinghiali di tutte le pezzature” e che questa sia una zona assai popolata da questi suidi lo dimostra la massiccia presenza di cacciatori che da li a poco inzieranno un bombardamento di spari che la guerra in Libia al cospetto è stata solo una nottata di capodanno.

Per due ore spari continui hanno accompagnato la mattinata, spari echeggianti nelle valli integrati dall’abbaiare di cani e da urli a squarciagola di persone.

dice “devono farli uscire dal bosho e poi gli si spara”

Roba da matti!

Intanto la pescata ha inizio, l’acqua trasparente mi spinge a scegliere lenze adeguate e poco sospettose, apro due punte da rouba, elastico cavo del 1,8 e madre lenza a filo diritto del 15 la prima e filo del 14 con terminale del 11 la seconda, ovviamnete grammature leggere da 4×12 e 0,50.

Lego un amo del 16 serie 26 e un amo del 18 serie 501, innesco mais e bahini, (se fossimo stati in Emilia avrei detto bigattini), Franco mi allunga due sacchetti di pellettes con il primo più grande che ammorbidisco con una spruzzata d’acqua e con il secondo più piccolo da fiondare.

La mattinata è fresca, la temperatura dice Luciano il titolare del lago, durante la notte è scesa sotto di 3-4 gradi, ma noi non si demorde.

E come sempre succede, quando non si piglia nulla per rallegrare la compagnia si comincia a daje da sotto prima all’uno e poi all’altro.

Ovviamente le risposte alle provocazioni non si fanno attendere e così tra “maremme maiale” “faccia di….” riferimenti a presunte appartenenze sessuali strane di uno e dell’altro, senza dimenticare poi la citazione alle mogli di uno o dell’altro a chiedersi dove potessero essere a quell’ora.. la mattina scivola via.

Insomma una caciara da “amici miei” tipo film di Tognazzi che comunque credo abbia reso l’idea.

Suona il campanile di una vicina chiesa, sono campane vere e non come il prete della mia parrocchia che accende lo stereo con il suono delle campane registrate, tant’ che una volta si incantò il registratore e suonò mezzogiorno per almeno due ore.

Meglio le campane di una volta, quelle vere, dal suono armonioso e mi sono immaginato il sacrestano intento a tirare nelle corde.

Intanto in lontananza scorgo del fumo uscire dal camino della baita.

Il fuoco è acceso e infatti la fame fa sentire i suoi primi morsi.

In due secondi tutti abbandonano i panieri e si avviano nella stessa direzione attirati dal richiamo di pastasciutta fumante già in tavola.

La pescata alla mattina non ha reso granchè e per me la prima carpa la porto a guadino proprio mentre gli altri sono andati.

Entro nella baita e il fuoco acceso nel camino sprigiona una bella atmosfera, sulla griglia si intravvede una montagna di carne che sfamerebbe almeno 15 persone (noi si è in 7), c’è un bel cesto di pane toscano che da li a poco verrà coperto con delle belle fette di prosciutto di cinta senese (maiale tipico di quella zona) e altro ancora.

Ovviamente non manca del vino rosso che al primo sorso fa salire la temperatura trasformando in rubiconde le facce di ognuno.

Poi arriva la bruschetta con aglio e olio nuovo, e ancora vino rosso e per finire grappa per digerire tant’è che arrivati al lago per vedere l’antenna del galeggiante ho dovuto togliere due pallini.

Il sole intanto è salito alto e non so perchè l’aria è decisamente più calda, anche i pesci invidiosi del pranzo appena consumato non vogliono essere da meno e iniziano a mangiare con più voracità rispetto alla mattina.

Le carpe arrivano spesso a guadino, e chi sta parco di catture non smette di inviare le maledizioni impronunciabili ai gufi della zona.

Arriva sera, il sole sparisce oltre la collina e all’improvviso l’aria diventa fresca, il calore del sole e del dio bacco si è già esaurito da tempo e tutti si affrettano a smontare l’attrezzatura.

Ovviamente non c’è silenzio, la discussione, adesso che tuti sono rinsaviti, si concentra sulla pescata da farsi il giorno successivo.

Un altro caffè preso alla baita serve per dare un pò di freschezza alla mente che dovrà rimanere concentrata per almeno due ore giusto il tempo per il viaggio di ritorno a casa.

Lascio la Toscana, lascio una bella giornata di buon umore e di serenità, lascio un gruppo di persone che nel nome dell’amicizia, della goliardia e della pesca sanno come rendere la vita più bella.

Grazie amici, la bella giornata trascorsa con voi è stata come una terapia del buon umore.

Alla prossima.

Alessandro

LAGO DI LUPINARI

PESCA SPORTIVA

di Ciabattini Luciano

Località Il Fornello

San Leolino (Bucine) (AR)

Tel. 338-9907572

 

c’è posta per te! ecco il biglietto d’invito dell’amico Franco

paesaggio delle colline toscane

A questa pescata nel lago di Lupinari hanno preso parte: Marco Andrea Fabio e altri…

 

la baita

scorcio del lago al tramonto

una bella carpa a specchi

Alessandro e Franco

panoramica

un bel castello abitato nelle vicinanze

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