TOLTI I SIGILLI ALLA DIGA DI MONTEDOGLIO

A marzo l’inizio dei lavoro per l’invaso, la prossima settimana il dissequestro sarà ufficiale.
Due milioni e sei mesi per ricostruire.

ARTICOLO DA IL CORRIRE DELL’UMBRIA


foto da prolocobadiatedalda.blogspot.com

PER RICORDARE COM’ERA MONTEDOGLIO

VI RIPROPONIAMO ALCUNE FOTO DEL 2010

Nel percorrere la super strada 45 direzione Cesena-Roma, dopo avere superato il paese di Verghereto incontriamo Pieve Santo Stefano, e subito dopo, guardando sulla destra, si scorge maestoso un grande lago dalle acque particolarmente limpide circondato da verdi prati e boschi.
Stiamo parlando dell’invaso di Montedoglio, questo il suo nome, specialmente negli ultimi anni, è diventato a livello paesaggistico ed ambientale, l’elemento dominante della Valtiberina Toscana, terra ricca di natura e storia al confine tra Romagna, Umbria e Marche.
E’ compreso nei comuni di Pieve Santo Stefano, Anghiari e Sansepolcro.
La Diga di Montedoglio, posta a circa 30 km dalla sorgente del fiume Tevere, è stata costruita negli anni ’80 a fini irrigui e idropotabili. Il lago sbarra il Tevere a valle della confluenza del torrente Singerna e Tignana. E’ un invaso di grandi dimensioni, ancora però in fase di riempimento e di assestamento del fondo.
All’interno della diga nuotano molte specie ittiche. E’ un lago molto pescoso dove sono presenti cavedani, barbi, vaironi, scardole, lasche, carassi, breme, tinche, carpe, trote e persici reali, lucci, pesci gatto, savette, alborelle, luccioperca, persico sole, alcuni persico trota e trote provenienti dal Tevere. Il Lago di Montedoglio è rinomato per pesca del luccio e ne fa uno degli itinerari più battuti dell’Italia centrale.

UN ANGOLO DI PARADISO A MONTEDOGLIO

UNA SPIAGGIA DOVE PRIMA SI POTEVA PESCARE ALL’INGLESE IN TESTA AL LAGO

Pescare nel Lago di Montedoglio

La diga è un invaso artificiale per fini irrigui e quindi l’escusioni del livello dell’acqua nel corso dell’anno sono molti forti: in inverno sia il Tevere che gli altri fiumi e torrenti, convogliano grandi quantità d’acqua che portano le sponde al livello massimo; al contrario in estate anche per l’intenso sfruttamento delle acque per l’agricoltura, si raggiunge la quota minima.
Questo fenomeno lascia lungo le coste un’ampia fascia sterrata e spesso melmosa, che a volte rende difficile avvicinarsi alla riva e sposta continuamente i punti buoni per i lanci dell’esca in acqua.
Ci sono però alcune zone dove l’argine è accogliete e la pesca al colpo con roubaisienne o canne inglesi è davvero comoda e divertente.
La diga di Montedoglio è divenuta meta degli amanti delle imbarcazioni a vela; sono invece vietati natanti a motore perchè essendo le acque adibite ad uso idropotabile, si cerca il più possibile di mantenere un alto livello di pulizia.

Nella diga di Montedoglio rimane vietato l’asporto di ogni specie di luccio ed è vietata la pesca con il pesce vivo o morto.

In alcuni tratti la pesca sul Lago di Montedoglio è no-kill ed è obbligatorio il rilascio; in altri tratti è possibile tenere il pescato, rispettando sempre le misure vigenti.

LA VEGETAZIONE SOMMERSA DIMORA DEI GRANDI PREDATORI

UN BELLISSIMO BIACCO CATTURATO DA DANIELE PESCARI


PIER PAOLO MARINI CON UNA BELLA BREME CATTURATA NELLA DIGA DI MONTEDOGLIO

PANORAMICA DEL POSTO DI PESCA

MARCO CORSI CON ALTRI ABITANTI DELLA DIGA

IL PESCE DI DANIELE

 

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