PORTOGALLO: LUCIANO BAZZA TRA SODDISFAZIONE E QUALCHE RIMPIANTO…

E’ cosa nota che situazioni emotivamente forti ed importanti vengono analizzate sicuramente in modo migliore “a mente fredda”, quando l’adrenalina e la tensione del momento sono andate scemando per lasciare posto al raziocinio e all’analisi più approfondita.
E’ stato questo l’intento che mi ha portato ad incontrare a distanza quasi di una settimana il Master più master della nostra Nazionale Master 2012: Luciano Bazza.
Spero che mi si scusi il voluto gioco di parole per indicare che “Bazzone”, come viene amichevolmente soprannominato l’agonista bolognese da clienti, amici ed avversari sportivi, è colui che è nato prima di tutti gli altri componenti questa titolata formazione Azzurra, avendo già tagliato il traguardo dei 72 calendari agonistici della vita.
Nonostante questo importantissimo traguardo il bolognese ha dalla sua uno spirito ed una carica agonistica pressoché unici, a cui unisce una grinta da trentenne.
Ho incontrato Luciano nella sua storica bottega, come la definisce lui stesso, di Lavino di Mezzo (Bo) per una chiacchierata “a bocce ferme” sul recente Mondiale disputato a Penacova, nei pressi di Coimbra in Portogallo, dalla nostra Nazionale Master, l’undici e dodici agosto scorsi.

Angelo Borgatti

LUCIANO IN PROVA SUL RIO MONDEGO

Allora Luciano, innanzitutto complimenti per il vostro risultato: tornare in Italia con un argento al collo in una competizione mondiale è un risultato sul quale, probabilmente, ogni Nazionale farebbe la firma alla partenza. Eppure oggi, a giochi fatti, forse rimane un po’ di amaro in bocca…
“Certamente! Hai assolutamente ragione: una medaglia d’argento è sempre un grandissimo risultato ma se penso che, a poco più di mezz’ora dalla fine, ho avuto in canna due pesci che potevano ribaltare completamente l’esito della mia seconda prova e quindi del Mondiale di tutta la squadra, allora un certo rimpianto rimane, eccome!”

Andiamo con ordine, Luciano. Cominciamo dall’inizio per raccontare questa settimana lusitana a chi ci legge…
“Certo. La spedizione è iniziata lunedì 6 agosto con il nostro viaggio e l’arrivo in Portogallo. Già dal martedì abbiamo iniziato le prove del campo di gara, bellissimo e comodo, ottimamente attrezzato dai portoghesi che, bisogna riconoscerlo, hanno fatto le cose davvero bene per tutta la settimana. Bravi.
Ottima anche l’organizzazione dello staff federale che abbiamo avuto al seguito: dal Delegato della Federazione Amilcare Tanzi, all’incaricata della FIPSAS Paola, bella e bravissma, con una menzione speciale per Luciano Benassi e Domenico Baldi che sono stati veramente unici ed impagabili, sempre presenti in ogni occasione e per ogni evenienza o bisogno che abbiamo avuto. Grazie, veramente.
Non mi sono certo dimenticato di Massimo, Massimo Ardenti, ma l’ho volutamente menzionato per ultimo per rimarcare la grande opera, tecnica ed umana, che secondo me ha svolto per tutta la settimana, supportandoci nei momenti di difficoltà e dandoci spesso delle indicazioni tecniche molto importanti per inquadrare una pesca che non ci è stata subito congeniale.”

Hai accennato al campo gara del Rio Mondego ubicato a Penacova, lo avete trovato come ve lo aspettavate?
“Purtroppo no, non del tutto. Sapevamo di un corso a bassa profondità, un metro e mezzo circa, a corrente lenta o ferma, invece ci siamo trovati di fronte un fiume con sbalzi di profondità e velocità molto elevati, a causa delle manovre di una centrale idrolelettrica che tutti i giorni, regolarmente, alza ed abbassa il livello del fiume di oltre un metro, portandolo anche ad oltre 4 metri, con la corrente che richiede lenze da 3-4 grammi a scender fino anche a 0.30, quando il livello si abbassa e torna normale, sui 3 metri. Un vero rompicapo dovendo pescare dei pesci che stazionano esclusivamente a filo fondo e che se si appoggia o alza l’esca anche solo di pochi centimetri non rispondono più. Per comprendere bene questa cosa abbiamo dovuto fare svariate prove e durante la gara è stato necessario monitorare continuamente il livello per essere sempre in pesca correttamente.”

Parlami un po’ di queste “bogas” e di come vanno pescate…
“Le bogas non sono altro che le nostre lasche o strisce, che però nel Rio Mondego, il fiume su cui era ubicato il campo di gara, raggiungono delle taglie a noi sconosciute, con una media di 50/70 grammi e punte fino a 200. Sono praticamente l’unico pesce da gara in quel fiume, se escludiamo qualche occasionale barbo europeo e dei piccolissimi barbi canini, e quindi a loro ci siamo rivolte con le nostre lenze. Sono pesci che stanno in branco ed hanno un comportamento particolarissimo, alimentandosi prevalentemente ed esattamente a filo fondo e sulla pastura che si offre loro. Da noi, naturalmente, non vengono mai pescate in gara ed anzi sono diventate piuttosto rare e quindi non abbiamo particolare esperienza sul modo di affrontarle. Le prime prove sono state veramente difficili per tutti e non riuscivamo a raccapezzarci su come pescarle. L’unico che ha avuto da subito un buon approccio con le bogas è stato Tino Pagliari, che ha sempre realizzato un buon numero di catture. Io, Torri, Bagarello e Curarati invece, siamo andati migliorando di giorno in giorno nel nostro approccio alle bogas, non senza difficoltà. Abbiamo pescato questi pesci con ami piccoli del 22/24 e fili sottilissimi, 0.07/0.08. Come innesco il migliore in assoluto è stato il ver de vase innescato singolarmente. Proprio per queste difficoltà l’opera di Massimo Ardenti è stata oltremodo fondamentale, visto che ha saputo indirizzarci molto bene sulle cose da fare e su come farle.”

Dopo le prove il Mondiale vero e proprio…
“Nella prima prova, il sabato, eravamo in pesca piuttosto bene ed abbiamo chiuso a pari punti, 11, con gli inglesi. Natale ha vinto il suo settore, io e Tino chiudiamo al secondo posto ad una incollatura dal primo, Roberto chiude con 6 punti in un settore molto complicato. Ti confesso che un pensiero ce lo abbiamo fatto, sabato sera, al bis di Firenze e, in definitiva, lo abbiano sfiorato. La gara della domenica la formazione è rimasta la medesima, come l’impostazione di gara. Gli inglesi hanno avuto in sorte l’esterno a valle, un picchetto sicuramente positivo, si cui è andato il loro migliore atleta, Roberts Joe. Pensa che Natale, dal lato opposto del settore, al n° 7, ha realizzato un grandissimo secondo, battendo anche il penultimo di gara!”

Arriviamo quindi a quei due famosi pesci….
“Esatto. Verso la fine della seconda prova stavo catturando abbastanza bene le bogas, non un ritmo elevato ma costante ed ero nelle prime posizioni. All’ improvviso, una mangiata simile alle altre, ed ecco che il mio elastico si allunga esageratamente, come non era mai successo in 6 giorni di pesca! Ho attaccato un pesce molto grosso, probabilmente un barbo, che è partito verso il centro del fiume. Sono riuscito a tenerlo nonostante il terminale e l’elastico sottili che stavo usando per le bogas. Mi è rimasto in canna almeno 10 minuti poi, improvvisamente, non ho sentito più nulla se non la lenza in tensione, bloccata sotto qualche ostacolo sotto al quale il pesce era riuscito ad infilarsi. Conclusa male questa avventura, mentre gli altri continuavano a racimolare qualche pesce, sono rientrato sulla mia pesca alle bogas, ma al primo giro nuovamente l’elastico si è teso sotto l’azione di un altro pesce, questa volta sicuramente più piccolo, probabilmente 300/400 grammi, anche se non l’abbiamo visto. Questa volta il combattimento è stato un po’ più facile e già stavo per portarlo a guadino quando… il terminale dello 0.07 ha ceduto, improvvisamente. Non pensavo potesse essere a rischio ma probabilmente un’ultima testata del pesce lo ha fatto spezzare! Finisco la gara con 60 pesci, come il francese Pedriau che vince il settore con 350 grammi più di me. Sarebbe bastato il secondo pesce, il primo era incontenibile, per arrivare almeno al secondo posto o, più semplicemente, che avessi continuato a catturare le mie bogas: in mezz’ora altre 6/7 potevo prenderle, realizzando almeno 300 grammi… ed ora parleremmo di medaglia d’oro!”

Luciano, questi inglesi li abbiamo sempre lì! Non solo con i Seniores, ma anche con i Master…
Già! In Belgio, nel 2010, abbiamo perso da loro a pari penalità, quest’anno perdiamo per un punto, 22 a 23, dopo quello che mi è successo… Sono anche fortunati, pensa che nella seconda prova Lancaster batte l’ungherese Pausits per 7 grammi! Un pesce in meno e saremmo finiti a pari punti. Ma si parla di nulla: questa è la pesca, lo sappiamo, è fatta anche di episodi e dobbiamo accettarla così..”

Se dovessi partire domattina per disputare nuovamente il Mondiale, cosa rifaresti e cosa non rifaresti?
“Sicuramente non rifarei tutte le lenze leggere che avevo preparato in Italia, rivelatesi poi in parte inutili! Magari mi porterei al seguito una gamma maggiore di lenze, anche più pesanti. Per il resto rifarei tutto come ho fatto, come abbiamo fatto. In fin dei conti perdere l’oro per un solo punto è già un ottimo risultato e se lo rifacessimo forse potremmo anche vincerlo!”

Sei al tuo terzo Mondiale consecutivo sui cinque disputati. Puoi fare un bilancio organizzativo e globale di questa tua esperienza?
“Sono orgoglioso di dire che le cose vanno migliorando di anno in anno. Si è formato un gruppo veramente bello ed affiatato, che collabora veramente. Quest’anno, in condizioni di pesca molto difficili, siamo riusciti a mettere a punto un ottima strategia e tutto è filato liscio, dal punto di vista della squadra e della nostra organizzazione interna. Personalmente, poi, sono soddisfatto del mio Mondiale: il sabato sono arrivato secondo a poco dall’inglese Joe, quello che vincerà poi l’individuale, e la domenica è andata come ti ho detto; anche il mio bilancio di questi tre anni credo sia positivo: su sei gare disputate ho conseguito due primi, due secondi, un terzo ed un quarto posto ed un bellissimo bronzo individuale a Firenze.”

Purtroppo abbiamo dovuto registrare un calo di presenze a questo Mondiale portoghese, solo sette formazioni…
“E’ vero ma dobbiamo considerare gli alti costi che si debbono sostenere per queste manifestazioni. Voglio ringraziare anche la nostra Federazione che ci da’ questa opportunità nonostante la crisi economica attuale, mentre altre Organizzazioni di altri stati non hanno i mezzi per affrontare queste trasferte. Probabilmente nel 2013, quando il Mondiale sarà in Bosnia, la partecipazione aumenterà grazie alla presenza di qualche paese dell’Est in più.”

Allora appuntamento in Bosnia nel 2013, Luciano…
“Se sono ancora al mondo…”

Come vogliamo chiudere questa chiacchierata, Luciano?
“Con un ringraziamento ai miei compagni di avventura, a Natale, Roberto, Tino. Ad Antonio Curarati voglio dedicare un grazie di cuore perché mi ha sempre spronato ed è stata una sponda utilissima durante le due prove; a Massimo e a tutta la compagnia della Federazione. E per finire, ma non per ultimo, vorrei dedicare questo argento ed un pensiero per il mio, nostro grande amico Adriano Fumagalli, che non ha potuto essere dei nostri per motivi di salute. Voglio inviargli un grande abbraccio ed un augurio di riaverlo con noi al più presto!”

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