FIUME TEVERE: INTERNATIONAL FISHING FEEDER… CHE GARA RAGAZZI!

Nel corso della mia vita di pescatore agonista, ho frequentato i principali campi gara italiani e anche molti fra i più famosi d’Europa, ma nonostante ciò, ogni volta che penso a quello ideale, inevitabilmente, il primo che mi viene in mente è il Tevere a Umbertide.

Le caratteristiche ambientali, la qualità delle sue acque e non per ultima, una lungimirante gestione capace di aver creato il giusto compromesso fra l’interesse locale a le esigenze dei numerosissimi pescatori, fanno di Umbertide un polo di attrazione alieutica di raro pregio.

In questo affascinante tratto di fiume si possono trovare dai cavedani alle carpe, dai barbi ai carassi e dalle alborelle ai triotti.

In base alla zona scelta, si passa da una pesca altamente raffinata a cavedani che sanno leggere e scrivere, a una più muscolosa, rivolta a carpe che riescono a sprigionare una potenza fuori dal comune.

In un contesto del genere, fra tutto, spicca la figura di un personaggio al quale, noi avventori del Tevere (ma anche molti umbertidesi) dobbiamo molto e questo signore, molto conosciuto nell’ambiente nazionale e internazionale, si chiama Sandro Zucchini: il principale sostenitore del “suo” fiume e senza ombra di dubbio, la maggiore forza trainante dell’intera attività agonistica che si svolge a Umbertide.

Ci vorrebbe troppo tempo per parlare dei tanti nomi di rilievo che hanno messo le loro lenze a bagno in questo campo gara e non mi è possibile farlo, ma quello che invece voglio fare, e lo faccio molto volentieri, è esaltare la “creatura” del Sig. Zucchini e cioè l’International Fishing: l’appuntamento più seguito di ogni estate, al quale partecipano i migliori pescatori del panorama agonistico nazionale e sarà forse proprio per l’inarrestabile crescendo della manifestazione, che il buon Sandro ha voluto arricchire il “piatto”, mettendoci sopra il “carico da undici”, con la versione ledgering, andando così a rispondere a una categoria di pescatori e a una tecnica di pesca che si sta guadagnando la ribalta nel mondo della pesca al colpo.

Consapevole di far cosa gradita ai tanti appassionati, forte della squisita ospitalità della Città di Umbertide e sapendo di poter contare sul solido appoggio di un poliedrico factotum come Michele Moscati, l’amico Sandro Zucchini ha dato vita a una iniziativa che le carte in regola per assumere la veste di una “classica” della pesca sportiva e mentre per l’International Fishing viene riservato il primo fine settimana di agosto, la versione “Feeder” dell’omonima manifestazione è stata messa in calendario l’ultimo weekend dello stesso mese.

La prima edizione dell’International Fishing Feeder ha sofferto di una scarsa informazione e a causa di ciò hanno partecipato all’evento solo quelli che ne sono venuti a conoscenza grazie a un rapido passaparola.

C’è comunque da dire che se la quantità ha lasciato un po’ a desiderare, la qualità è stata quella delle grandi occasioni, allietata anche dalla presenza di molte gentili consorti, venute per l’occasione a visitare le bellezze della Val Tiberina.

Tuttavia sono pronto a scommettere che già dal prossimo anno, quando anche colossi come il Team LBF Centro Italia e altri realtà meno numerose, avranno modo di organizzarsi per tempo, le presenze faranno certamente onore al valore dell’iniziativa.

Ma ora è venuto il momento di parlare di questa avvincente due giorni di gara, che ha visto la partecipazione di una chiassosa accozzaglia di amici legati dallo stesso spirito goliardico, che hanno saputo trarre il meglio dallo stare insieme, ma che contestualmente, una volta seduti sul panchetto da competizione si sono, seppur sportivamente, trasformarsi in agonisti con il pelo nello stomaco, di quelli che in gara si tolgono il cuore, per sostituirlo con un calcolatore da accendere al segnale di inizio gara e spegnere solo dopo il “su le canne” finale.

Premesso che la terribile siccità di questa torrida estate ha drasticamente ridotto l’ossigenazione dell’acqua, riducendo di molto l’attività del pesce, il Tevere di Umbertide, seppur con evidenti carenze, si è comunque dimostrato all’altezza della situazione, regalando un buon numero di catture fra carpe e carassi, pesci che meno di altri risentono di condizioni ambientali critiche come quelle attuali.

Il tratto di campo gara riservato all’International Fishing Feeder è stato quello compreso fra il Trivillino e Schioppe, un canale d’acqua largo circa 50 mt. e profondo mediamente 4 mt.

Il colpo di mortaretto tipico di questa manifestazione ha dato inizio alla gara e, salvo qualche rara eccezione, i concorrenti hanno dedicato una buona decina di minuti a una preventiva pasturazione compiuta per mezzo di canne adeguate a lanciare pasturatori contenenti almeno un centinaio di grammi fra sfarinato, canapa, mais e ogni altro elemento attrattore ritenuto valido ai fini di un buon richiamo alimentare.

L’azione di pesca vera e propria ha visto gran parte dei concorrenti affidare la propria sorte ai method feeder, caricati di norma con pastura gialla, tipica da carpa-carassio, innescando un chicco di mais, esca ritenuta come la più adatta a non essere attaccata dalle nuvole di minutaglia, in frenetica ricerca di cibo.

Impossibile praticare nell’ambito dei suoi canoni la pesca al cavedano, poiché innescare il bigattino significava non riuscire nemmeno occasionalmente ad arrivare sul fondo con l’esca intatta, anche usando pasturatori da 30/40 gr……..manco fossero piranha.

Fin da subito la strategia più fruttuosa si è rivelata quella impostata contro la sponda opposta, dove il fondale tende a risalire e sopratutto dove i più “fortunelli” avevano qualche pianta sommersa o dell’ombra nell’acqua, elemento di riparo per il pesce, proprio come nel caso del sottoscritto, assegnatario del “picchetto della vita”, davanti a due alberi franati in acqua con tanto di spazio in mezzo dove poter lanciare senza incagli.

Tutto terribilmente perfetto, con una sola incognita: “Riuscirò a tirar via dalle ramaglie le carpe una volta allamate?”.

La risposta non si è fatta aspettare e già con il primo pesce ho capito subito che i pesci abitanti fra quei rami sommersi sarebbero rimasti li sotto e nemmeno con finali da 0,22 mm, i più robusti che avevo appresso, sono stato capace di reggere nemmeno una delle tante carpe agganciate, compromettendo in simultanea sia la mia gara, che (a causa di qualche innocente imprecazione) la mia probabile canonizzazione in vita.

Chiudo una gara teoricamente vinta, con un frustrante sesto di settore, dietro a Angelo De Pascalis, Mancini Enrico, Massimiliano del Pascalis, Manuel Marchese e Luca Gialletti……. la vicenda invita a una più attenta riflessione sul rapporto che c’è fra teoria e pratica.

Le classifiche del primo giorno di gara vedono al comando Angelo De Pascalis, seguito nell’ordine da Davide Strocco e da Michele Moscati.

Al sorteggio del secondo giorno mi viene assegnato il picchetto A1, ma non faccio nemmeno in tempo a essere contento che subito gli “amici” si affrettano a dirmi che ieri proprio in quel picchetto c’è stato un cappotto e come se non bastasse, il Sig. Tosti Vittorio, un simpatico pescatore locale, mi consola dicendo che a lui è toccato il picchetto A3, lo stesso dove il giorno precedente in cinque ore aveva preso un solo pesce.

Vado al mio posto con lo stesso entusiasmo di chi deve andare a farsi una visita alla prostata.

Il morale non è dei migliori, ma peggiora quando vedo che dalla parte opposta del canale, dove gli altri hanno una folta vegetazione, io ho una sponda coperta da una sottile striscia di erba alta qualche centimetro, che divide il corso d’acqua da una strada bianca frequentata, come è normale che sia, da veicoli a motore……. Sono così avvilito che non ce la faccio nemmeno a incazzarmi.

Nel corso della seconda di gara non ci sono stati sostanziali cambiamenti rispetto al giorno precedente, tanto che al segnale d’inizio, pressoché tutti i pasturatori sono volati dalla parte opposta del canale, a ridosso della vegetazione ripariale dove, già pochi minuti dopo la pasturazione iniziale, si potevano registrare le prime catture, ma non appena la gara ha iniziato a prendere forma, l’attenzione si è subito focalizzata sul settore C, dove era in corso uno scontro fra titani, poiché Angelo De Pascalis e Michele Moscati se le stavano dando di santa ragione (ovviamente a suon di pesci) in un avvincente testa a testa protrattosi per tutta la durata della gara.

Tutto è filato liscio fino a mezzogiorno, quando la tanto attesa “Beatrice”, che avrebbe dovuto rinfrescare l’aria bollente, ha visto bene di portare con se tutta l’ira di Dio, con acqua e vento come fosse uno tsunami, costringendo molti a mollare la presa, andandosi a riparare al sicuro da pioggia, fulmini e saette.

Solo i più stoici sono rimasti al proprio posto, dando il meglio di se proprio in occasione della prevista avversità meteo (ovviamente io sono andato in macchina in attesa di maggior clemenza).

Il segnale di fine gara vede confermata la classifica del giorno precedente, con il solo avvicendamento di Michele Moscati il quale, avendo strappato un primo ai danni di Angelo De Pascalis, secondo di settore, guadagna una posizione, surclassando in classifica la superba prestazione di un bravissimo Davide Strocco, anche lui secondo di settore, per soli 180 gr., su una mole di 6 kg.

Molto interessante è l’analisi del podio, a conferma di una indiscutibile eccellenza qualitativa rilevabile fra i partecipanti, tanto che si è reso necessario classificare i vincitori solo in virtù della differenza peso, poiché ognuno dei tre concorrenti ha totalizzato 3 penalità, ciascuno dei quali con un primo e un secondo, dimostrando di essere campioni veri, anche se la giusta legge dello sport vuole un solo vincitore e quindi, con un totale di 27760 punti, mette il suo sigillo alla prima edizione dell’International Fishing Feeder Angelo De Pascalis, seguito a ruota, con 22740 punti, da un mastino della pesca a leddgering come Michele Moscati, mentre la terza piazza, con 17500 punti è di Davide Strocco, al quale è mancato quel pizzico di fortuna che gli avrebbe permesso di mettere a tacere in un sol colpo, ben due Campioni Italiani: Michele Moscati, Campione Italiano 2010 e Angelo De Pascalis, Campione Italiano in carica.

in attesa dell’inizio gara

Prima di concludere, voglio brevemente portare a conoscenza i lettori di Match Fishing su come hanno impostato le loro gare Angelo De Pascalis e Michele Moscati, scusandomi per non essere in grado di poter parlare anche della gara di Davide Strocco perché, non avendo i suoi recapiti, non sono riuscito a contattarlo per farmi raccontare il suo terzo assoluto.

FOCUS SU MICHELE MOSCATI

In gara uno, Michele Moscati ha preparato due distanze di pesca: la prima a 5/6 m. dalla sponda vicina, pasturando con sfarinato dolce; la seconda a ridosso della sponda lontana, pasturando con sfarinato al pesce, per poi iniziare l’azione di pesca vera e propria al centro canale, alla ricerca di qualche cavedano, idea subito scartata, dopo aver preso atto dell’impossibilità di entrare in pesca a causa della enorme quantità di alborelle presenti.

Non appena riposta la canna per la pesca a cavedano, Michele affida le sorti della gara ad un più promettente method feeder carico di pastura al pesce, dove inglobare un innesco formato da due chicchi di mais, lanciato nella zona pasturata, vicino alla sponda opposta.

Questa è stata l’impostazione di entrambe le gare che porteranno a Michele il secondo piazzamento assoluto.

FOCUS SU ANGELO DE PASCALIS

In gara uno, Angelo De Pascalis è partito a testa bassa, pasturando per oltre venti minuti la sponda distante, con uno sfarinato a base di pane, veicolando nel contempo dei pellets da 4 mm, per poi andarci a pescare con un pellet-feeder carico di bigattini incollati, alternando varie esche, ma affidandosi prevalentemente all’innesco di un verme e un bigattino, che gli hanno permesso catture costanti, quasi esclusivamente carassi, per l’intera durata della gara.

Nella la seconda giornata, esattamente nello stesso picchetto, accorgendosi che i carassi non rispondevano come il giorno precedente, Angelo ha sostituito il pellet-feeder con un flat-method carico di pastura al pesce, innescando del mais, con il quale ha preso in prevalenza carpe.

Potrei chiudere qui, ma sicuro di farvi cosa gradita (?!?!) mi preme portarvi a conoscenza che in A1, quel picchetto di guano avuto in sorte la seconda giornata di gara, pescando con delle mini boliles rosse, al gusto di Strawberry Cream, seppur sudando, sono riuscito a guadagnarmi il terzo piazzamento, ricevendo anche i complimenti dei pescatori locali, che non avrebbero scommesso una cicca sul mio risultato…….Quando si dice che uno è forte.

Ringrazio Daniele Meotti per le foto e Michele Moscati per le classifiche inviate.

Un saluto agli amici di Match Fishing

Marcello Corbelli

classifica generale

settori gara 1

settori gara 2

il podio

I PRIMI QUATTRO CLASSIFICATI

Angelo De Pascalis, il vincitore dell’International Fishing Feeder con Sandro Zucchini

Michele Moscati, secondo assoluto, con Sandro Zucchini

Davide Strocco, il terzo classificato

Daniele Meotti

Enrico Mancini

Enrico Mancini

Gialletti Luca….l’ultimo di zona

Gianmarco Lombardi, per gli amici, il Segugio

Gregorio Giovannoni, una promessa del ledgering, amorevolmente custodito da Sandro zucchini

Il meglio pezzo…… Gregorio Giovannoni

l’Azzurro Manuel Marchese

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