IL BOOM DEL FEEDER: A COSA È DOVUTO?

DE PASCALIS BIS

Per gentile concessione di Umberto Tarterini (Noi Pescatori), pubblichiamo una intervista ad Angelo De Pascalis apparsa sulla Rivista dello scorso mese in relazione ad un argomento che genera sempre interesanti dibattiti tra gli appassionati.

Buona lettura!

 

Già dal titolo di questa intervista è chiaro qual è l’intento di questa chiacchierata con l’amico Angelo De Pascalis.

Volevo prima però fare una premessa, partendo dal concetto che, personalmente, sono favorevolissimo a qualsiasi modo di pescare purché questo porti ad un incremento della partecipazione di pescatori alle competizioni, quindi  sono favorevolissimo anche alla tecnica del feeder.

L’ho definita volutamente tecnica e non specialità, perché sono convinto che specialità non lo sia. Però questa è solo una mia, personale convinzione.

E’ innegabile che il feeder, in questi ultimi due anni, abbia avuto un boom clamoroso, favorito anche da un notevole spazio che ha trovato sui vari organi di informazione, a cominciare proprio dalle pagine della nostra Rivista.

Per cercare di capire meglio questo fenomeno, ho voluto rivolgere alcune domande ad uno dei  personaggi più in vista tra i “feederisti” nostrani, Campione italiano individuale e con la sua squadra, componente della Nazionale azzurra di feeder,  Angelo de Pascalis, ha acconsentito volentieri a rispondere alle mie domande.

 

Cominciamo da quello che, a mio avviso, è il punto fondamentale: il feeder può considerarsi veramente una specialità a parte rispetto alla pesca al colpo? 

“Ciao Umberto, prima di tutto voglio ringraziarti dello spazio che hai concesso a me e al feeder fishing sulle pagine della tua Rivista.

La pesca a feeder a mio avviso è un sistema per catturare i pesci estremamente vario, complesso e tecnico, che ben si adatta a quasi tutti gli specchi d’acqua italiani quali che siano: fiumi, canali o laghi, con acqua ferma o corrente. Se analizziamo il sistema nella sua completezza, ci accorgiamo che esistono molte applicazioni possibili, ognuna delle quali  prevede un settaggio dell’attrezzatura in modo diverso con l’utilizzo di esche, accorgimenti ed accessori diversi. Pertanto, penso che essendo così completo, per diventare esperti ci si deve dedicare con costanza e devozione dunque il considerarlo specialità a mio avviso è corretto.”

 

E’ certamente vero che il feeder ha avuto un notevole sviluppo negli ultimi due anni, secondo te qual è la ragione o le ragioni?

“Mi ricollego a quanto detto nella risposta precedente, aggiungendo una precisazione che calza a pennello con questa domanda; in effetti un neofita o un pescatore esperto che si avvicina alla nostra specialità ha la possibilità di approfondire le varie tecniche che la compongono,  questo come tu ben sai per noi pescatori è molto accattivante e coinvolgente.  A questo aggiungi la possibilità di avvicinarsi  con una minima spesa  e di poter catturare in ogni circostanza di tempo o stagione e il gioco è fatto. Ho seguito lo sviluppo del feeder in questi ultimi anni e devo ammettere che, oltre alla volontà di alcuni singoli e Associazioni, la Federazione nella persona di Maurizio Natucci ha voluto fermamente questo sviluppo, anche in momenti nei quali tutto era molto più difficile e il feeder era visto dalla massa come una semplice pesca a fondo.”

 

Perché in altre nazioni, per esempio l’Inghilterra, il feeder è utilizzato normalmente nelle gare di pesca al colpo?

“Non ho una esperienza diretta del mondo della pesca Inglese, tutto ciò che conosco  proviene dai racconti di Tommy, Des Ship e Lee Kerry o da articoli che leggo su riviste o in internet. Quindi personalmente penso che questo sia dovuto principalmente alla propensione dei pescatori inglesi a svolgere la maggior parte delle competizioni in acque commerciali e con condizioni meteo tipicamente anglosassoni, dove per aumentare la spettacolarità il feeder, la roubasienne a 16m e l’utilizzo di svariati tipi di esche sia molto importante ai fini del risultato.

Non dimentichiamo comunque che, oltre al feeder, durante le competizioni in Inghilterra si usano più nasse per dividere il tipo di pescato, ami senza ardiglione e teste del guadino fish-friendly per trattare i pesci nel miglior modo possibile.”

 

Fin’ora ho visto poche gare di feeder ma in una ho visto un personaggio molto conosciuto che lanciava il pasturatore vuoto, utilizzandolo quindi solo come zavorra per lanciare l’esca lontano. Quindi dove stava la differenza con il ledgering?

“Si sarà dimenticato di caricarlo! Scherzi a parte, personalmente nelle gare di feeder fishing fino ad ora mi è capitato di usare il piombo solo per sondare il fondo.”

 

Facendo seguito alla domanda precedente, se è da considerarsi “specialità” il feeder, perché non lo è mai stato il ledgering che è praticamente la stessa cosa?

“Ad un primo esame potrebbero sembrare molto simili, infatti per entrambi non è previsto l’uso del galleggiante, ma mentre nel ledgering si utilizzano le regole della pesca al colpo (esempio la fionda per pasturare e il solo piombo come zavorra) sia come pasturazione che come attrezzatura, nel feeder fishing l’utilizzo del pasturatore per veicolare le esche o la pastura rende differente il tipo d’approccio. A mio avviso la tecnica del ledgering si adatta sia al feeder fishing che alla pesca al colpo, a seconda delle regole d’ingaggio.”

 

 

La Federazione ha voluto dare la patente di “specialità” al feeder, a stagione già iniziata, mettendo in difficoltà molti agonisti che, militando in società in cui non avevano compagni che si dedicassero a questa tecnica, hanno dato vita a squadre miste. Ti sembra una cosa giusta?

“Sembra che questa decisione abbia contribuito al successo avuto dal recente CIS feeder e comunque ha permesso a pescatori che sarebbero rimasti fuori di poter partecipare alla competizione, vorrà dire che in caso di vittoria si dovranno dividere il titolo ma questo non penso sia un problema.”

 

Esiste un Campionato del Mondo per il feeder e quindi parliamo anche di quello. Tu hai fatto parte della Nazionale nella poco fortunata spedizione in Sud Africa: pensi che ci siano elementi validi per riuscire, nel breve periodo, a formare una Nazionale competitiva?

“Nel 2014 disputerò il quarto Mondiale consecutivo; sinceramente penso che a volte il risultato finale è causa di circostanze o di errori ma ti assicuro che da parte di tutti i componenti delle Squadre nazionali con cui ho avuto l’onore di pescare finora c’è sempre stato il massimo impegno per ottenere un risultato all’altezza della maglia Azzurra.”

 

Che futuro prevedi per questo modo di pescare?

“Penso che col passare degli anni ci saranno molti pescatori che si avvicineranno a questa fantastica specialità, questo darà la giusta ricompensa a chi ci ha creduto e ha lavorato sodo perché questo si avverasse.”

 

Voglio ringraziare Angelo perché in una risposta ha chiarito quelli che fin da sempre sono stati i miei dubbi su quella che può essere la differenza tra il ledgering e il feeder. Fino ad ora pensavo che il ledgering si poteva usare in certe competizioni, quindi era considerata una tecnica della pesca al colpo, perché analogamente non si potesse considerare il feeder, cioè una tecnica della pesca al colpo. Mi chiedevo perché la collocazione di due tecniche così simili fosse così diversa.

La diversità consiste nel fatto che nel ledgering si può pasturare con la fionda, cosa vietata nel feeder.

Questo è vero, però va detto che il ledgering è sicuramente molto più simile al feeder che alle altre tecniche della pesca al colpo. E’ difficile equiparare una pesca che utilizza un piombo a fondo, con la roubaisienne, l’inglese o la bolognese.

Penso che a questo punto andrebbe presa in considerazione  l’idea di togliere il ledgering  dalle tecniche del colpo ed aggiungerla al feeder vietando naturalmente la possibilità di pasturare a fionda.

Mi sembra la cosa più logica da fare. Sbaglio?

 

 

TARTERINI-FOCUS

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