ANCHE IN SPAGNA SI PARLA EMILIAN…A

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Due giorni dopo la “sbornia” spagnola che ha visto la Lenza Emiliana Tubertini dominare sia la graduatoria della gara classica di pesca al colpo con il suo uomo più rappresentativo, Ferruccio Gabba, che la classifica della prima edizione del feeder con il suo uomo più “eclettico”, Michele Capoccia, oltre che i bei risultati di Umberto “ballabio” Ballabeni (5° assoluto), Giuliano Prandi (11°), Moreno “moro” Ravaglia (14°) e Manuel Marchese (10°), ho voluto incontrare gli eroi di Bazzano per l’ennesima volta in pochi mesi, vista la messe di successi che la Lenza ed i suoi uomini hanno colto di recente.

Questa ennesima perla sportiva arricchisce un palmares ormai da brivido per la sua entità.

L’Iberian Master é una competizione che, al di là dell’entità numerica dei partecipanti, ha un valore simbolico elevatissimo per la capacità che ha sempre avuto, nei suoi dieci anni di vita, di attrarre a Valencia gran parte del gotha della pesca al colpo e, da quest’anno, del feeder agonistico europeo. Sulle rive del Rio Jucar si sono confrontati in queste dieci edizioni tantissimi campioni iberici, inglesi, francesi, belgi, ungheresi ed italiani, che hanno lasciato il loro sigillo nell’albo d’oro di questa classica che abbina il prestigio sportivo ad un montepremi altrettanto prestigioso in una combinazione vincente che non sembra avere eguali. Tutto questo é certamente merito dell’organizzazione del negozio Quinter Pesca e della graziosa Amparo, che tutti i partecipanti hanno potuto apprezzare.

 

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Allora ragazzi, siete appena tornati e da vincitori: una bella soddisfazione, credo…

(Michele)”Certo, una esperienza unica, bellissima, al di là della vittoria. Gente calorosa e simpatica, dei giorni molto belli assieme ai miei compagni della Lenza. Una soddisfazione grandissima poterci essere!”

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(Ferruccio) “Concordo con Michele: una gara bellissima. Io sono al mio 4° Iberian e posso dirti che vincere é difficile, occorre anche un pizzico di fortuna con i picchetti giusti. Questa volta è andata meglio che in passato, siamo riusciti a sfruttare bene le nostre conoscenze e… abbiamo vinto!”

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Come hai detto prima, questo é stato il tuo 4° Iberian, Ferruccio. Hai visto differenze rispetto alle precedenti edizioni a cui hai partecipato?

“Direi proprio di si. Innanzitutto il campo di gara non è stato il solito di Fortaleny ma eravamo in un tratto a circa due km, a Riola, un campo gara molto più largo e più profondo, in cui era molto più importante la pesca all’inglese rispetto alle edizioni precedenti. Anche le alternative erano maggiori, perché oltre alla linea dei 13 metri e alla pesca all’inglese fisso vicino alle cannette opposte, si poteva pescare anche all’inglese scorrevole a centro fiume”

 A livello internazionale individuale, Ferruccio, questo é stato il tuo primo successo assoluto?

“Se escludiamo i risultati con la Nazionale, a livello individuale questa é la mia prima vittoria assoluta in una kermesse di questo tipo.”

 Michele, tu sei da poco entrato nell’agone agonistico e in poco tempo hai già centrato alcuni obiettivi importanti, ultimo dei quali il CIS Feeder dello scorso anno. Cos’ha voluto dire per te questa tua prima esperienza internazionale, in una competizione al suo esordio per il feeder ed aver iscritto per primo il tuo nome nell’Albo d’Oro dell’Iberian Master Feeder?

“E’ una sensazione bellissima! E, come in ogni competizione, anche in questo caso ho imparato tanto, mi é rimasto tanto dentro, che nei prossimi giorni, a mente fredda, cercherò di elaborare meglio. E’ stato molto importante vedere come agonisti stranieri, quindi con un’altra mentalità, si avvicinavano alla gara, come si sono preparati.”

Ti sentiresti di dire che in Spagna avete pescato all’italiana o avete cercato di carpire qualche cosa dagli avversari…

“Essendo una esperienza nuova, non ti nascondo che abbiamo anche osservato molto come si muovevano gli altri, però, dovendo confrontarci con carpe e carassi, alla fine li abbiamo cercati e pescati alla nostra maniera. E i risultati ci hanno dato ragione. Abbiamo usato le nostre pasture ed abbiamo dato la prevalenza alle esche che siamo soliti usare, come i bigattini.”

 Veniamo alla parte più tecnica, Ferrucco, cercando di analizzare attrezzi e pasture che vi hanno portato a questo successo…

“Per pescare a roubaisienne abbiamo preparato le Concept Ice Carp Light con i kit Pro e Strong. Le lenze le abbiamo realizzate con del Tatanka Neutral da 0.18 mm su cui abbiamo montato dei Pro 117, galleggianti a filo passante interno con antenna cava rinforzata da un innesto di fibra di vetro. I terminali erano spezzoni di 25/30 cm. di Next da 0.148 mm per legare ami del 16 e del 18 della serie 26. Per la pesca all’inglese avevo montato le nuove T-Match3, canne un po’ più rigide per poter gestire con la massima sicurezza e precisione dei PRO 115 da 30 grammi. Per la pesca a centro fiume, dove ci sono 4,50/5 metri di profondità, l’assetto scorrevole prevedeva una sfera da 10/12 grammi. Anche per pescare fisso vicino alla sponda opposta il galleggiante era sempre un Pro 115 ma montato fisso. Come pastura abbiamo miscelato Gold Medal Brown e Gold Medal Yellow mescolate a Terra di Riviere. In aggiunta alla pastura c’era del mais e dei vermi tagliati, che alternavamo ai bigattini incollati con 3 litri di ghiaino.”

E tu e Manuel, Michele…

“Le nostre canne sono state le 12 e 13 ft delle Concept, azioni Light e Medium. Come pasture abbiamo coniugato la Catch di VDE con la Carassio Special Tubertini, al quale abbiamo aggiunto un pacco del nuovo pane belga VDE. La presenza di carassi e carpe ci ha fatto propendere per una pastura a base di pane, ingrediente che piace molto a queste specie. Le nostre lenze prevedevano una madre lenza dello 0,25 e dei terminali dello 0.165 e, l’ultimo giorno, anche da 0.20 del Next. L’ultimo giorno, quando ero quinto assoluto, sono capitato esterno ma in un picchetto che non aveva reso bene nei giorni precedenti, con qualche rottura di pesci importanti. Allora ho deciso di tentare la carta delle carpe, ho “ingrossato gli ormeggi”, come si dice, e sono passato ad un finale da 0.208 mm con un amo della serie 7 del n° 12, innescando anche 4 orsetti e pasturando regolarmente con pastura e mais o lombrichi tagliati o bigattini e alla fine ho avuto ragione, facendo anche il pesce più grosso, che ha fruttato anche un premio supplementare…”

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Anche per te, Ferruccio, una big carp…

“Si, da oltre 7.000 punti!”

Vorrei fare con te un analisi tecnica del campo gara del Rio Jucar che avete trovato quest’anno…

“Quella di quest’anno ritengo sia stata un edizione differente da quella di altri anni a cui ho partecipato, proprio perché il tratto utilizzato è stato un altro; la definirei più tecnica, magari un po’ meno pescosa ma più simile a certe condizioni che si trovano in Europa. Fortaleny é un campo gara più da pescatori che da agonisti, Riola lo definirei più difficile proprio perché era preponderante la necessità di pescare all’inglese scorrevole, anche a buona distanza, sui 45/50 metri

 In base alle tue conoscenze, credi ci sia un campo di gara in Italia che possa paragonarsi a questo spagnolo?

“Attualmente direi proprio di no; piuttosto si potrebbe confrontare con l’Arno di Firenze ai tempi d’oro, negli anni ’90, quando si pescavano tanti carassi con qualche carpa ogni tanto pescando all’inglese scorrevole in acque molto lente o ferme.”

Che condizioni avete trovato nei tre giorni di gara?

(Ferruccio) “Soprattutto nella prima prova il vento é stato veramente fastidioso, con raffiche che rendevano veramente difficile pescare, soprattutto a roubaisienne. E in gare di cinque ore anche il fisico é stato messo alla prova. Nelle ultime due ore di questa gara sono arrivato ad accorciarmi sino ad una ventina di metri, con lo scorrevole e la biglia a sfregare il fondo con un appoggio molto importante, per stare in pesca correttamente e prendere ancora qualche pesce sul finire della gara. Nei giorni seguenti la situazione é andata migliorando, per fortuna.”

Cinque ore di gara anche per il colpo?

“Si e debbo dirti che allungare le gare rende le competizioni più pesanti ma più belle, con la possibilità di verificare meglio la tipologia di pesca ed, eventualmente, cambiare strategia in corso di gara. Occorre un approccio mentale differente, diventa meno importante la partenza e aumenta l’importanza di saper valutare il picchetto e l’andamento della gara, in quel momento. Quando si iniziano a fare gare da 4 ore, come succede da un po’ di tempo in Italia, o addirittura di cinque come qui, la gara classica di tre ore diventa quasi troppo veloce. E’ una condizione mentale e strategica molto interessante.”

Scorrendo le classifiche mi è venuta spontanea una considerazione che vorrei condividere con voi, che non vuole sminuire il vostro successo ma che deve essere analizzata: mancavano diversi bei nomi dell’agonismo internazionale, dagli inglesi all’ungherese Tamas, ai vostri avversari/amici dell’Oltrarno…

“A livello di nazioni più o meno erano presenti quelle degli altri anni, ossia francesi, belgi, italiani, ungheresi oltre agli stessi spagnoli, c’era anche un inglese. Se vogliamo entrare nello specifico possiamo dire che non c’erano alcuni dei nomi famosi, tra cui i ragazzi dell’Oltrarno che quest’anno avevano un altro impegno. Può capitare che costoro avessero impegni concomitanti e quindi sono rimasti in patria, quest’anno”

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Ferruccio, tu hai una enorme esperienza internazionale ed una profonda conoscenza del mondo agonistico italiano. Secondo te, come mai non si riescono, o non si vogliono, organizzare anche in Italia eventi della portata dell’Iberian Master, con un prestigio ed un montepremi tali che fungano da attrattiva anche per i pescatori stranieri?

“Io non penso che noi italiani non siamo in grado di organizzare eventi del genere, anzi, come organizzatori sappiamo essere altrettanto efficaci, infatti mettiamo in piedi eventi numericamente impensabili all’estero come il Memorial Van Den Eynde o l’Italian Master. Il problema nostro, come peraltro anche di altri, é che abbiamo un calendario talmente denso di impegni, che alla fine restano sfruttabili solo i mesi invernali, che però ci condizionano con il meteo. In Spagna, soprattutto nella zona di Valencia dove si svolge l’Iberian, questo periodo stagionale gode di condizioni meteo generalmente migliori e quindi ecco che riescono a trovare qualche data in più ad inizio stagione e dei campi gara sfruttabili al bisogno. Anche loro comunque sono in difficoltà, tanto che proprio lo scorso anno dovettero annullare l’evento all’ultimo momento a causa di una piena del fiume proprio nel periodo previsto per le gare.”

 

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Credo giusto fare un commento sull’organizzazione e sulla logistica di questa gara…

“Hai ragione, è indispensabile! Credo che quest’anno Quinter Pesca ed Amparo, la simpatica mano femminile dell’organizzazione, si siano superati, sia dal punto di vista della logistica che da quello dell’accoglienza e del calore che hanno saputo trasmetterci; il giovedì ci hanno offerto addirittura la paella alla valenciana sul campo di gara, durante la pausa delle prove: quando sei lì veramente non devi pensare a nulla se non a pescare. Veramente unici!”

 

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Michele, oggi i riflettori e l’attenzione dei feederisti italiani sono giustamente per te, infatti hai ricevuto diversi messaggi di complimenti anche da avversari sportivi. Ma eri assieme al tuo Capitano Manuel Marchese, in Spagna. Allora, vogliamo dirlo come si è comportato il leader della Lenza Emiliana Tubertini a Valencia?

“Manuel si comporta sempre benissimo, é il Capitano! Abbiamo provato assieme e assieme deciso come pescare ed impostare le gare. E in due é sempre meglio, come dice la pubblicità: – Two is meji che uan! – Poi un pizzico di fortuna questa volta ha aiutato più me che lui. Ma siamo stati veramente bene, come puoi immaginare. Per colpa sua però ieri abbiamo perso l’aereo e siamo arrivati solo poche ore fa!”

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Manuel, alle sue spalle, sbotta sulla sedia e si “sveglia”…

“Angelo, chi si è addormentato é stato, come al solito, Michele e così siamo rimasti a terra, anzi a letto in albergo e… buona notte volo!!! Il nostro ritorno é durato 48 ore grazie a Michele! Fortuna che qualcosa abbiamo vinto ed abbiamo finanziato nuovamente RyanAir con un altro biglietto!”

 

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Il clima é chiaramente goliardico tra i ragazzi della Lenza, ci vuole il carisma di Ferruccio per riportare “l’ordine”…

“Facciamo i seri, almeno in questa occasione, visto che in Spagna oltre a vincere l’Iberian e gran parte del montepremi, probabilmente abbiamo vinto anche il premio come i più casinari!”

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