LO STATO DI SALUTE DI OSTELLATO: ECCO LE COMUNICAZIONI UFFICIALI

Dando seguito a quanto scritto un po di tempo fa sono a comunicare quelle che sono alcune risultanze, e rilievi fatti sul campo di gara del Circondariale nel tratto delle Vallette e più precisamente sul tratto che ha visto la disputa delle due prove del Club Azzurro Nazionale.

Aspettando quelli che sono ulteriori dati che mi saranno forniti dai tecnici a breve, mi permetto però di fare alcune considerazioni su quanto ho visto fare e non fare e dire e non dire da parte di tanti.

ROSSI MASSIMO

Partendo dal presupposto che criticare è sempre la cosa più facile soprattutto quando si parla con ignoranti, non voglio essere offensivo non è mia abitudine, ma parlando con chi le cose a diversi livelli non le sa è facile poter fare credere anche quella che verità non è.

Porto un esempio, si legge da più parti e da più fonti che al momento attuale, sulla base di quello che ha detto questo Consigliere Regionale e scritto quell’altro che è uno che le cose le sa, in Emilia Romagna abbiamo una legge che ci permette di intervenire più efficacemente sul bracconaggio.

Sono PALLE, Io personalmente faccio parte da ormai quasi 7 anni della Commissione Ittica Regionale, bene la legge attualmente in vigore è quella del 7 Novembre 2012 N.11 e il regolamento applicativo alla legge, quello che tanta confusione ha creato, ma di cui parlerò in seguito, non è ancora stato approvato, quindi siamo ancora a quello approvato il 16 Agosto 1993.

Finchè la Commissione Ittica Regionale non si riunisce e porta in approvazione le modifiche alla legge e quelle relative al regolamento applicativo, non può cambiare niente.

Per cultura di chi avrà la passione di leggere queste righe comunico che dopo l’insediamento della nuova Giunta Regionale, Dicembre 2014, i nominativi delle Commissioni Ittica Regionale non sono ancora passati all’approvazione e quindi non esiste ancora una delibera di nomina, in soldoni da quando si è insediata la Regione noi non abbiamo ancora fatto una sola riunione per il non banale motivo che ancora non esistiamo.

Per quel che concerne invece il regolamento applicativo che tanto subbuglio ha creato mi preme sottolineare che come Regione Emilia Romagna abbiamo fatto esattamente la stessa cosa che già il giorno 8 Marzo del 2005 aveva fatto la Regione Lombardia, inserendo la carpa tra le specie alloctone, tabella 3-3 a pagina 13 e tabella 3-4 della stessa pagina, ma prevedendo per questo esemplare di interesse storico- culturale una regolamentazione particolare che sarà appunto inserita nel regolamento applicatico alla legge del Novembre 2012.

Per puro dovere di cronaca ricordo che anche la Regione Veneto ha visto bocciare dalla Corte Costituzionale una sua proposta di legge per l’inserimento della carpa tra le specie parautoctone.

Vorrei dire, e spero possa essere l’ultima volta, che non è la Commissione Ittica Regionale o la Regione a stabilire che la carpa è autoctona, sono altri che possono decidere in merito, noi, tutti insieme, possiamo dire che la carpa fa parte della nostra cultura da tanto tempo e quindi per questo motivo può avere un trattamento anche legislativo diverso da tante altre specie che sono invasive e devastanti per quella che è la flora e la fauna presente nei nostri corsi d’acqua.

Fatte queste, secondo me, doverose precisazioni, arriviamo a parlare del campo di gara di Ostellato sul quale ho letto tutto e il contrario di tutto un esempio banale è proprio di questi giorni, io per avere alcuni dati relativi ai principali parametri dell’acqua ho dovuto cercare la collaborazione di tecnici amici e grazie ad un chimico, presente con me ad Ostellato martedì 16 Giugno posso dire che i valori dell’acqua del Circondariale sono nella norma stagionale per il periodo, qualcun’altro, sulla base di quattro cappe a galla, ha stabilito che l’acqua aveva una forma di inquinamento che poteva interessare anche i pesci e questo poteva essere uno dei motivi della scarsa pescosità del campo di gara.

A parte che per procurato allarme si potrebbe anche prendere in esame la procedura di fare partire una denuncia da parte del Comune di Ostellato o dagli imprenditori locali, ma soprattutto mi offende la superficialità nello sputare sentenze senza avere la pazienza di leggere i risultati che hanno fornito in passato e che forniscono i tecnici, poi se non ci piacciono non andremo più ad Ostellato, non siamo obbligati.

E’ ovvio che anche su questa considerazione ho un mio modo di vedere le cose e siccome non parlo poi così spesso questa volta le dico tutte. So per mia cultura personale che quando c’è una malattia la prima cosa che si tende fare è trovare una cura e non lasciare morire chi forse di colpe ne ha decisamente poche.

Mi spiego, siamo proprio sicuri che parte delle colpe della strana pescosità del Circondariale non siamo imputabili anche a noi agonisti, chiaramente non colpevolmente, ma per superficilità. Da un po di tempo a questa parte si effettua la pasturazione pesante, in un canale con acqua corrente forse non da grandi variazioni, ma in un canale con l’acqua ferma chissà.

La biologia e l’ecologia delle acque dolci dice che durante la notte e le prime ore del giorno l’ossigeno nei canali del piano si abbassa vistosamente per poi ricominciare a crescere durante la giornata (grazie alla fotosintesi), bene quando l’ossigeno comincerebbe ad aumentare noi gettiamo in acqua quantità industriali di sostanze che contengono anche materiale organico il quale potrebbe contribuire a mantenere bassa la % di ossigeno sul fondo e quindi quando il fondo comincia a riprendersi noi lo affossiamo quasi definitivamente, se non c’è ossigeno i pesci li non ci stanno, mi sembra chiaro.

A questo punto, detto quello che potrebbe essere un possibile “virus/influenza” che ha contagiato il campo di gara di Ostellato, mi permetto di presentare una cura anche se medico non sono.

Perchè non proporre alla Sezione Fipsas di Ferrara di diversificare i due campi di gara che ha in gestione, visto che il prossimo anno alle Vallette ci sarà il Campionato del Mondo per Club e quindi questi signori che vengono dall’estero vorranno usare fouillis e vers de vase, sul quel tratto verranno concesso autorizzazioni a gara che possono prevedere l’uso dei vermetti rossi, sul tratto vecchio invece autorizzare solo gare che vedono il solo utilizzo di pastura e bigattini, non credo sia un compito così difficile ed in un solo anno i tecnici che cotrollano le nostre acque avranno tutta una serie di dati su cui poter lavorare.

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E’ chiaro che prima di tutto questo bisogna fermare il BRACCONAGGIO estreno ed interno, altrimenti parliamo del niente. Su questo tema io personalmente ho chiesto e scritto alla Regione per poter avere l’esercito, come fanno per i monumenti, a presidiare almeno il Circondariale.

A questo punto andiamo a vedere cosa hanno rilevato i tecnici nell’uscita fatta il giorno 16 Giugno sul tratto che aveva ospitato due giorni prima le gare del Club Azzurro Nazionale, tecnici che sono intervenuti esclusivamente per l’amicizia che ci lega, perchè questo tipo di rilevamenti li avrebbero dovuti richiedere ufficialmente gli organi territorialmente competenti, ma la confusione politica che oggi vige in Italia fa si che chi dovrebbe avere le responsabilità sta per essere soppresso e quelli che dovrebbero tutelare i nostri canali e i nostri pesci andranno a controllare il traffico, comunque questi sono i dati e le osservazioni che gli amici tecnici mi hanno fornito.

Il campo di gara denominato “Vallette” nel comune di Ostellato (Fe), posto sulla sponda sx idrografica del Canale Circondariale, per una lunghezza di 3 km, è ritenuto da tutte le associazioni piscatorie uno tra i più importanti campi di gara d’Italia, per tipologia, pescosità, fruibilità e qualità dell’ambiente circostante.

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La conferma d’eccellenza per Ostellato, come campo di gara di pesca al colpo, nel palinsesto nazionale ed internazionale della pesca sportiva è stata confermata nel 2011 dalle innumerevoli manifestazioni svolte ed in particolare dall’enorme successo ottenuto durante lo svolgimento del Campionato Mondiale della Pesca (28 agosto-4 settembre, 2011).

Inoltre va ricordato che l’area in cui è inserito, le Vallette o Anse Vallive di Ostellato (Ferrara) dal 1976, sono sottoposte a: “vincolo di oasi di protezione faunistica” (valle S Zagno e valle Fornace) e che sulla sponda antistante al campo di gara, attualmente è in vigore il vincolo a Zona di Ripopolamento e Frega.

Modalità di campionamento
Il campionamento è stato effettuato, attraverso l’impiego di un set di reti, secondo le direttive ministeriali “Protocolli di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (UNI EN 14757: 2005.

Le reti impiegate sono state scelte in modo da catturare tutte le specie quantitativamente più rappresentative, ovvero tutte quelle aventi biomassa superiore al 2% del totale, coprendo nel modo più ampio possibile lo spettro di taglie con cui risultano essere presenti; fa eccezione la carpa erbivora (Ctenopharyngodon idella) che pur presentando nel C. Circondariale ancora una biomassa superiore a tale valore, non è stata campionata perché la sua cattura richiede reti appositamente dimensionate. Con tali finalità ed in base all’esperienza pregressa nello stesso sito, è stata utilizzata la seguente attrezzatura:
n.1 rete branchiale (gill-net), in monofilamento in nylon, con maglia di 20 mm di lato, lungh. di 50 m e altezza di 2 m;
n.1 rete branchiale (gill-net), in monofilamento in nylon, con maglia di 30 mm di lato, lungh. di 50 m e altezza di 2 m;
n.1 rete branchiale (gill-net), in monofilamento in nylon, con maglia di 50 mm di lato, lungh. di 50 m e altezza di 2 m;
n.1 rete branchiale (gill-net), in monofilamento in nylon, con maglia di 70 mm di lato, lungh. di 50 m e altezza di 2 m;
n.2 tramaglio affondante di maglia di 70 mm di lato, lunghezza di 50 m, altezza di 2 m.
n.1 tramaglio affondante di maglia di 120 mm di lato, lunghezza di 100 m, altezza di 2 m.

Durante l’uscita di campionamento il set di reti è stato messo in pesca per un tempo di 1.30 ora, in un tratto di lunghezza pari a 500 m, localizzato al centro del campo di gara, nelle ore iniziali del giorno.

Le reti sono state messe in posa a partire dalla sponda in sezione diagonale uscendo verso il centro del canale per un transetto pari a circa 15 metri.

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Va ricordato che lo sforzo messo in campo è da considerarsi ridotto rispetto alle caratteristiche del corso d’acqua ed alle normali tempistiche di campionamento dei sistemi lotici di questo tipo (una sola pescata di 1.30 ora per ciascuna delle reti impiegate), operato in un momento sfavorevole del giorno, tarda mattinata, ma coincidente con l’orario delle manifestazioni sportive.

Detto ciò, in questa modalità, è doveroso considerare l’efficienza di cattura delle reti non superiore ad un 30-32% sul totale degli esemplari potenzialmente presenti nel tratto indagato.

Catture
Complessivamente nel tratto preso in esame sono state catturate 6 specie, di seguito elencate: abramide (Abramis brama), blicca (Blicca bjoerkna), , siluro (Silurus glanis), carpa comune (Cyprinus carpio), lucioperca (Stizostedion lucioperca), pescegatto punteggiato (Ictalurus punctatus) e carpa testa grossa (Hypophthalmichthys molitrix), per un totale di 169 esemplari e 110,5 kg di peso (Tabella 1).

Le specie abramide e blicca, in relazione alla stretta somiglianza morfologica e comportamentale, per le finalità del presente campionamento sono state espresse come unica specie.

Inoltre va precisato che gli esemplari di carpa testa grossa censiti, n.2, non sono stati catturati ma solo censiti all’interno della rete in quanto al momento dell’issata a bordo sono riusciti a liberarsi e quindi il loro peso è da considerarsi una stima indicativa tramite visual census.

La distribuzione in biomassa di ogni specie, come percentuale sul totale è riportata in figura 1.

Tabella 1. Numerosità e stima della biomassa totale delle specie ittiche catturate

Fig.1. Distribuzione in biomassa delle singole specie pescate come percentuale del totale.

Principali osservazioni rilevate sulle specie

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Abramide/blicca
Il campione analizzato, e risultato composto complessivamente da 156 esemplari di taglia compresa tra i 40 g. e 1,2 kg, con una rappresentanza sufficientemente omogenea nella ripartizione delle taglie, con le classi comprese tra 50 e 130g maggiormente rappresentate rispetto alle altre.

La maggior parte delle catture circa 80% è avvenuta nel transetto d’acqua compreso tra la riva e gli 8 m, e circa il 70% nello strato d’acqua compreso tra la superficie ed 1 m. tutti gli esemplari catturati, ad un primo esame macroscopico, si presentavano vitali e non evidenziavano manifestazioni patologiche rilevabili ad occhio nudo.

Carpa comune
La carpa, è risultata la prima specie in ordine di biomassa percentuale, con 4 esemplari pescati di taglia compresa tra un minimo di 9 ad un massimo di 18 kg. Anche per la carpa tutti e 4 gli esemplari sono stati catturati nel transetto d’acqua compreso tra la riva e i 10 m. Gli esemplari, ad un primo esame macroscopico, si presentava in ottimo stato di salute, vitali e non presentavano manifestazioni patologiche rilevabili ad occhio nudo.

Siluro
Il siluro, è risultato la seconda specie più abbondante in ordine di biomassa (21%) al pari di abramide (20%) e carpa testa grossa (20%). Il campione esaminato, è risultato composto da 2 individui, rispettivamente di 1,2 kg e 18,5 kg.

Lucioperca
Sono stati catturati 4 esemplari, di taglia media compresa tra 400 g e 1,5 kg di peso. Tutti gli esemplari sono risultati privi di manifestazioni patologiche rilevabili ad occhio nudo.

Carpa testa grossa
Come precedentemente riportato gli esemplari censiti all’interno della rete sono stati 2. Al momento dell’issata a bordo sono riusciti a liberarsi e quindi il loro peso è stato solo stimato tramite visual census, corrispondente a due animali adulti superiori ai 10 kg ciascuno.

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Alcune ulteriori osservazioni
Il tratto di campo di gara interessato dall’indagine si conferma essere dominato da specie ittiche alloctone o acclimatate da tempo, caratterizzato da una buona densità ittica (parliamo di una stima semi/quantitativa riferita ai solo esemplari censiti di circa 1,5 quintali ettaro).
Tutti gli esemplari al momento della cattura sono risultati vitali e senza manifestazioni patologiche rilevabili ad occhio nudo.

Tutte le specie censite ed in particolare, abramide, lucioperca e carpa, come riscontrato dalla posizione delle catture nella rete, tendono in questo periodo ad alimentarsi e stazionare nel tratto di corso d’acqua compreso tra la riva e gli 8-9 m.

L’abramide è risultata essere la specie più rappresentata in ordine numerico e la seconda in biomassa percentuale al pari di siluro e carpa testa grossa.

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Osservazioni sul mancato rendimento delle catture.

Premessa: si possono solo fare alcune considerazioni generali, in quanto va tenuto presente che è stato un monitoraggio puntiforme a distanza di 3 anni dall’ultimo campionamento, e che solo monitoraggi stagionali ripetuti e maggiormente dettagliati, permetterebbero di completare un quadro esaustivo delle dinamiche che interessano i popolamenti ittici del tratto adibito a campo di gara

Detto ciò, l’assenza o l’andamento altalenante delle catture durante le manifestazioni sportive, durante i mesi di marzo-giugno, al momento non sembrano attribuibili ad una bassa disponibilità di prede ma più probabilmente riconducibili ad una concomitanza di fattori legati alla variabilità e comportamento delle specie e a fattori ambientali, biologici e antropici concomitanti quali:

a) bassa percentuale di saturazione di ossigeno nello strato di acqua di fondo, a partire dalla distanza di 5 metri da riva e ad estendersi in quasi tutto il letto del canale, le cui cause sono probabilmente molteplici e meriterebbero un approfondimento ed una successiva trattazione più estesa;

b) pressione di pesca di frodo, un calo delle densità riferita a questo fattore è stimabile nell’ordine del 10-15% ed in particolare su individui di media a grossa taglia per le specie siluro, carpa e carpa erbivora (va considerata probabilmente anche come un’azione di disturbo che rende maggiormente sospettosa la fauna ittica);

c) periodo riproduttivo per abramide/blicca fino al mese di aprile;

d) competizione alimentare tra specie diverse (carpa/abramide/carpa testagrossa/siluro) le quali vengono attirate dall’abbondante e facile disponibilità alimentare.

Breve nota sull’ossigeno.
Premettendo che i principali parametri misurati, sono riferiti al solo giorno 16/6/15, e hanno riportato valori pressoché nella norma stagionale per il periodo.

La saturazione dell’ossigeno in O2% lungo la verticale della colonna d’acqua, effettuata con sonda multiparametrica, ha rilevato basse concentrazioni a livello del fondale, per intenderci gli ultimi 20-25 cm, ed in particolare durante il primo rilievo, quello effettuato alle 9 del mattino. In ogni caso le concentrazioni rilevate sull’intera colonna d’acqua non sono risultate limitanti alla vita dei pesci, cioè concentrazioni che non portano ad asfissia.

La bassa percentuale di saturazione di ossigeno nello strato di acqua di fondo è una risultanza comune in sistemi di acqua dolce di pianura come i canali di bonifica a lento corso, situazione che ad oggi purtroppo si prolunga per periodi temporali più lunghi rispetto al passato.

Tale stato di deossigenazione tardo-primaverile/estiva del fondale probabilmente può incidere sulle mancate catture durante le manifestazioni, in particolare durante le prime ore del mattino, in quanto limita il reperimento di cibo per le specie detritivore di fondo (carpa, carassio, abramide e blicca).

Probabilmente rende difficile l’applicazione delle normali tecniche di pesca con roubasienne, che prevedono il posizionamento dell’esca in adiacenza del fondale e alla distanza da riva, proprio dove si riscontra la minor concentrazione di ossigeno e, quindi, dove le specie target tendono a non essere presenti per lunghi periodi della giornata.

Tuttavia, a nostro modesto parere, limitato alla giornata del 16 Giugno, per la disponibilità di esemplari evidenziata e le condizioni ambientali generali, ad oggi il tratto potrebbe risultare ancora idoneo alle competizioni, magari più calendarizzate ed in un ottica di gestione concordata/condivisa da tutti i portatori d’interesse, in base alle esigenze che necessita il nostro “malato” anzi non proprio malato direi un po’ “influenzato”.

Al termine di questa lunga considerazione personalmente mi sento di ringraziare chi è intervenuto fisicamente sul canale, ma anche chi ha seguito i lavori non potendo essere presente e chiudo con una considerazione sicuramente personale, se, come sempre più spesso leggo, decidessimo di abbandonare il campo di gara del Circondariale, egoisticamente mi toglierei un grosso peso, ma non avrei fatto quello che mi sono chiesto di fare facendo il dirigente di Federazione, quindi l’abbandono del campo di gara vorrebbe dire darla vinta ai bracconieri e a tutti quelli che ogni volta che c’è un problema girano le spalle e vanno in altre direzioni, se effettivamente invece come dice la maggior parte di chi gareggia e scrive il campo di gara è importante, cominciamo a cambiare quella che è la nostra mentalità nell’approcciare le gare su questo canale, una volta c’erano i carassi poi non è stata la legge sull’alloctonia a farli sparire, ma fattori di cambiamento che tutti abbiamo visto, ma ci è più facile dimenticare.

Chi ha la mia età, oltre 60, si ricorderà che tutte le domeniche, dal primo di Febbraio e 15 di Dicembre si facevano gare sul Circondariale, anche 1000 concorrenti, al termine delle gare si mettevano i pesci in sacchetti di nailon, li portavamo davanti alla Casa del Popolo ad Ostellato, li pesavamo e poi li portavamo in discarica, tutte le domeniche, ma tutte le domeniche facevano dai 5 ai 10 chili tra carassi, scardole ed alborelle, poi è sparita l’erba sono cambiati i pesci e dopo anni di sofferenza sono comparse le abramidi, altro pesce rispetto al carassio, una volta c’erano le risaie poi sono sparite e adesso stanno tornando, quelle erano incubatoi di pesce a costo zero.

Insomma bisogna che anche noi cambiamo le nostre abitudini e per questo fa bene la Fipsas di Ferrara a non tagliare più selvaggiamente l’erba e il canneto sulle sponde, ma lasciare vegetazione tra posta e posta, rafforza l’argine e piano piano cercar di ricreare habitat per i pesci, poi se anche noi ci metteremo del nostro chissa che non ricominciamo a prendere alborelle e carassi insieme alla abramidi, se ce ne andiamo, scaricando come facciamo spesso la colpa sugli altri, avremo perso l’ennesima guerra.
Grazie per l’attenzione Rossi Massimo

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