PASINETTI STORY: MI CHIAMO LEO IOTTI E TANTI ANNI FA HO VINTO LA QUARTA EDIZIONE IN PO

Il calendario gare del 2017 non è ancora stato ufficializzato ma già conosciamo le date di alcune gare di rilevanza nazionale da mettere in agenda.

Il 2 aprile sul Canalbianco di Adria si svolgerà il Memorial Marcel Van Den Eynde “colpo” mentre la domenica successiva sempre sullo stesso campo gara si disputerà la 32° edizione del Memorial Fausto Pasinetti.

La formula di questa edizione sarà la stessa degli anni passati e in tale occasione verranno rese note le classifiche di rendimento individuali elaborate come sempre da Stefano Bastianacci.

Il Memorial Pasinetti nel corso della sua lunga vita ha subito diverse modifiche, dai campi gara diversi al format, tant’è che dal 2012 alla gara di pesca al colpo è stata affiancata anche quella del feeder.

Uno dei vincitori del Pasinetti, prima versione, si chiama Leo Iotti, di Reggio Emilia, che allora pescava con la nota società Paco Daiwa.

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Paco è il nome del noto negozio di Reggio Emilia, PACO PESCA, ancora molto attivo il cui nome sta per “Pesca Acquari Cinofilia e Ornitologia” .

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Nel negozio gestito oggi da Massimo e Lauro ci siamo stati di recente per una visita e per incontrare alcuni amici e in tale occasione abbiamo scambiato due chiacchiere proprio con il vincitore della edizione del 1989:

Siamo con Leo Iotti, un nome che molti di voi faranno fatica a ricordare perchè delle ultime generazioni di agonisti ma per chi ha qualche capello bianco sulla testa è un nome che si ricorderà certamente.

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Leo Iotti ha messo la sua firma nell’albo d’oro del Memorial Pasinetti vincendo la quarta edizione sul campo gara del fiume Po a San Nazzaro.

Ecco cosa ci ha raccontato Leo di quella gara e dell’agonismo di quegli anni..

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Allora Leo cosa ricordi di quel periodo e di quella gara?

Eh tanti ricordi belli, con tante gare fatte su campi gara che oggi non ci sono più come il fiume Po o Pozzolo ad esempio. La gara del Pasinetti che vinsi nel 1989 la impostati a Bolognese alla ricerca dei cavedani in acqua corrente. Avevamo preparato canne a mulinello e canne fisse. Avevamo anche la roubaisienne nei primi modelli molto pesanti ma noi si preferiva la pesca classica all’italiana. La pesca a bolognese era la mia passione con i cavedani e i barbi che erano i pesci più presenti e quindi preferiti dai pescatori di allora.

Fare gare nel Po allora era normale con centinaia di pescatori che occupavano le sponde e si sfidavano ogni domenica. C’erano meno esigenze, oggi se non hai la macchina sul picchetto non si può gareggiare vista la tanta attrezzatura che uno ha al seguito.

Si proprio così, oggi vince la tecnologia mentre allora vinceva soprattutto l’arte dell’arrangiarsi e la pratica, chi sapeva pescare meglio i cavedani a bolognese o le avole a canna fissa vinceva.

Cosa ricordi Leo di quella gara vinta sul Po nel Pasinetti?

mah ricordo che non si prese  molto pesce ma io ebbi la bravura di pescare circa tre chili di cavedani che mi furono sufficienti per vincere.

Allora ci si accontentava anche di poco, le gare duravano tre ore giusto?

Si facevamo gare anche su pochi pesci e nessuno si lamentava, oggi se prendi in una gara cinque pesci non è gara. Sono cambiati i tempi.

Fare i cavedani a bolognese non è facile oggi nonostante i fili e gli ami finissimi ma allora?

allora li pescavamo con quello che c’era, filo sottile e amo del 20, per noi erano ritenuti già al limite. Ma sapevamo pescarli.

quali erano le esche decisive per prendere i cavedani?

Io sono sempre stato un bigattinaio e questi pesci qua li ho sempre pescati a bigattini, e qualche volta il verme ma nient’altro.

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Hai parlato di bolognesi e di canne fisse, era la pesca del momento, la pesca italiana del momento..

si eravamo dei maestri e con quella tecnica avevamo vinto in passato anche campionati del mondo, pescare a bolognese non era facile, far girare la lenza in acqua corrente è ancora oggi molto difficile soprattutto per le giovani generazioni. Saperla fare bene è una delle pesche più belle.

E poi è arrivato il carbonio a rendere tutto più agevole, ma allora con il fenolico e la fibra di vetro era dura..

si erano gli anni delle prime canne in carbonio , qualcosa avevamo come ad esempio una sette metri ma nonostante tutto erano pesanti lo stesso.

Oggi la tecnologia ha raggiunto dei livelli incredibili che mai avrei immaginato di poter vedere se ripenso alla nostra storia.

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In che società gareggiavi in quegli anni la?

Nella Paco Daiwa di Reggio Emilia , una società molto forte che ha raggiunto ottimi livelli in campo agonistico.

C’è qualcuno che ricordi con piacere di quei tempi la?

si come no, ho diversi ami con i quali ancora oggi mi vedo e ancora si va a fare qualche pescata, Uno di questi è l’amico mario Molinari, che ho l’onore di leggere ancora oggi i suoi articoli su Match Fishing. Con Mario ogni tanti si va anche a fare qualche pescata a feeder nei nostri fiumi come l’Oglio e l’Adda. Mario quando lavorava alla Daiwa è stato nostro sponsor per una ventina d’anni ma sui campi gara era un mio avversario ma sempre amico.

C’era un altro spirito sociale nelle competizioni di allora rispetto ad oggi?

si ieri si era avversari ma finita la gara si era tutti amici, ci si scambiava opinioni sulla pescata e sui materiali invece oggi con la logica degli sponsor questi valori si sono un po offuscati. Per noi quello che contava era il divertimento e l’amicizia e trascorrere una domenica insieme.

E oggi il Leo Iotti che fa?

sono tre anni che pesco con la Rubierese Milo e partecipo alle gare del regionale Emilia Ovest e tutti i campionati provinciali di Reggio Emilia.

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Allora tu sei il Re della Fiuma, lo conosci bene questo canale?

diciamo che lo conosco bene visto che adesso ho 72 anni e sono riuscito a vincere anche il campionato provinciale  a coppie nel 2016.

Hai visto che ci avevo visto giusto? sei il Re della Fiuma, ma come si fa a domare questo canale?

di consigli non ce ne sono, serve solo conoscere un pò il campo di gara, ad esempio se l’acqua va forte o se va piano, ogni gara è una storia a se.

I pesci di questo canale sono sempre difficili e maliziosi.

Ma tu sei più da breme o da carassi?

carassi senza dubbio, la breme per noi anziani è difficile da interpretare visto che è un pesce nuovo arrivato in Italia da pochi anni. e quindi meglio i carassi e i cavedani.

certo ho capito anche se nel tuo cuore ci sono sempre i cavedani, giusto?

si il cavedano è il re, poi ci sono anche altri pesci come barbi e pighi ma il pesce nobile è il cavedano perchè è un pesce furbo e difficile da prendere.

Ma tu che hai qualche capello bianco, hai l’esperienza giusta per domare anche questi pesci furbi li.

Eh si il pesce per prenderlo va rispettato tant’è che non ne ho mai portato a  casa nessuno. Il bello è prenderli e poi lasciarlo libero nel suo fiume.

Bene Leo noi abbiamo avuto piacere di incontrarti e di leggere il tuo nome sull’albo d’oro del Pasinetti e speriamo di vederti alla prossima edizione del 9 aprile del 2017.

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