PESCA SPORTIVA: SCINTILLE TRA SCARPONI E FILIPPI

Filippi (PDL): riequilibrare spazi tra pesca sportiva ed amatoriale

Regione – A firma Fabio Filippi (il Popolo della Libertà), l’interrogazione presentata alla giunta Regionale, sul problema della pesca. Il trattamento tra chi pratica la pesca a livello agonistico e chi la pratica a livello amatoriale è a tal punto diversificato che penalizza i semplici amatori, dichiara Filippi, Presidente del Gruppo Assembleare della Libertà.
“La licenza di pesca – afferma Filippi – ha lo stesso costo per tutti, ma i privilegi per le associazioni agonistiche sono maggiori, infatti gli spazi riservati alle gare sono sempre più ampi, oltre a quelli permanenti, vi sono quelli “provvisori” che, nella provincia di Reggio Emilia stanno aumentando in modo esponenziale, con notevole penalizzazione di gran parte dei pescatori. Infatti le associazioni sportive che praticano a livello agonistico controllano buona parte dei bacini reggiani adibiti all’attività alieutica. Mentre alle associazioni sportive non agonistiche sono riservati meno diritti e hanno poco potere decisionale nelle commissioni ittiche. Non solo, continua Filippi, ma diverse specie ittiche, che da sempre erano presenti nei nostri corsi d’acqua, sono state escluse, precludendo la possibilità di poter pescare e mangiare pesce di qualità”.
Filippi chiede quindi alla Giunta se non ritenga opportuno intervenire, di concerto con le amministrazioni locali, al fine di riequilibrare gli spazi destinati alle diverse attività alieutiche e di ripristinare alcune specie ittiche dove sono scomparse, in particolare l’Ictalarus melas (pesce gatto) e il Carassius carassius (Carassio).
ffilippi@regione.emilia-romagna.it

scarponi alessandro
ALESSANDRO SCARPONI PRENDE POSIZIONE CONTRO FILIPPI

Alessandro Scarponi risponde:
Egregio Dott. Filippi, ho letto sul giornale La Voce di Romagna di lunedì 28 gennaio 2008 il testo della sua interrogazione presentata alla Giunta regionale dell’Emilia Romagna sul tema della pesca sportiva.
La sua interrogazione mi ha molto sorpreso per le ragioni che di seguito proverò a spiegarle:
Innanzi tutto trovo bizzarro che un Consigliere Regionale, con tutti i gravi problemi che ci sono in questo momento nel paese, riesca a trovare tempo da dedicare alla pesca sportiva; ma questo non è un problema – ognuno spende il proprio tempo come meglio crede.
Si fosse interessato di ambiente, di inquinamento, di ripopolamenti, di come sviluppare l’associazionismo sportivo a favore dei giovani, di come tutelare i soggetti socialmente più deboli nelle attività sportive, avrei apprezzato e forse mi sarei adoperato con analisi e riflessioni, all’interno del mondo che frequento.
Ma le sue argomentazioni, mi permetta, lasciano il tempo che trovano almeno per quello che ho potuto leggere sulla stampa e adesso proverò a spiegarglielo.
Infatti, leggendo quanto riportato dal quotidiano La Voce di Romagna, si intuisce chiaramente che Lei non conosce la realtà dei fatti.
Sicuramente non è mai andato a pescare né tanto meno frequenta persone dell’ambiente perché se fosse vero il contrario non avrebbe difficoltà ad ammettere che tra la pesca sportiva e quella amatoriale non esistono incompatibilità o problemi di convivenza.
La pesca sportiva e la pesca amatoriale da sempre riescono a convivere benissimo tra di loro anche dove l’esercizio della pesca viene esercitato su campi di gara sia temporanei che permanenti. Infatti tutte le persone in possesso di regolare licenza e versamento della tassa regionale possono andare a pescare in ogni luogo rispettando regole e normative.
Non esistono acque riservate a pochi privilegiati o date in convenzione/gestione ad Associazioni sportive.
I campi di gara, permanenti o provvisori, sono liberi e accessibili a tutti tranne in alcuni momenti e per alcuni tratti quando vengono disputate gare di pesca che tra l’altro durano non più di tre ore.
Lei sostiene che i bacini, dove si effettuano competizioni sportive di pesca, sono controllati da Associazioni sportive: chiarisco che l’unico controllo che le Associazioni sportive esercitano sugli ambienti di pesca è quello fatto esclusivamente a scopo di protezione, sorveglianza e ripopolamento.
Infatti le Associazioni sportive dei pescatori, ad esempio la FIPSAS, si adoperano insieme alle Amministrazioni provinciali, Ufficio Caccia e pesca, con propri volontari per effettuare le semine annuali di pesce, per fronteggiare le emergenze idriche causate dalla siccità, per denunciare inquinamenti o scarichi abusivi lungo i fiumi.
Lei dichiara che le Associazioni sportive non agonistiche hanno meno diritti di quelle agonistiche e che hanno poco potere decisionale nelle commissioni ittiche.
Ma Lei sa cosa devono discutere le Commissioni ittiche provinciali?
Lei sa che le Associazioni sportive, come la FIPSAS, hanno un corpo guardie volontario che vigila e controlla non solo i pescatori ma anche gli ambienti fluviali?
Nel mondo della pesca per migliorare le cose c’è spazio per tutti basta avere voglia di lavorare. Tanto lavoro gratuito e zero quattrini da ripartire.
Addirittura i pescatori sportivi con le gare che organizzano tramite le quote di iscrizione si autotassano per racimolare due soldi per comprare il pesce e fare divertire così anche coloro che si definiscono pescatori amatoriali.
Egregio Dott. Filippi sono 35 anni che vado a pescare e da 30 anni faccio anche gare di pesca e non ho mai assistito ad un litigio tra un pescasportivo e un pescatore amatoriale.
Quindi non metta della zizzania dove non c’è bisogno.
In ogni caso i pescasportivi, che purtroppo stanno diminuendo anno dopo anno, sono sempre disponibili a raccogliere la collaborazione di chiunque volesse migliorare le condizioni degli ambienti di pesca e dei pesci che vi abitano.
Anzi visto che ha tempo da dedicarci le suggerisco di verificare l’attività che svolgono i volontari della sezione FIPSAS di Modena (quasi tutti pensionati) i quali ogni anno, in occasione del prosciugamento dei canali di bonifica, raccolgono tutto il pesce per trasferirlo con botti in altri canali per riseminarlo dopo pochi mesi quando viene riportata acqua nei canali.
A questo riguardo si informi cosa succede nel Cavo Lama nel tratto tra Moglia e Carpi.
Tonnellate di carpe e carassi, senza il duro lavoro dei pescasportivi, andrebbero incontro a morte certa.
Se proprio volesse fare qualcosa per la pesca le suggerisco di interessarsi ad ambienti di pesca da risollevare, come il canale di Ostellato (FE) che fino a qualche anno fa era ritrovo di migliaia di pescatori mentre oggi è abbandonato da tutti perché le sue condizioni (acqua, argini, fondali e pesce) sono peggiorate.
Il canale destra Reno a Ravenna divenuto impraticabile in lunghi tratti a causa dello smottamento degli argini.
Se poi volesse stupire tutti potrebbe proporre alla Giunta Regionale dell’Emilia Romagna di esonerare i pescatori più anziani (ultrasettantenni) dal pagamento della tassa regionale. In tal senso la Giunta regionale del Lazio alcuni anni fa ha adottato, su richiesta dei pescatori, un provvedimento del genere lasciando una buona impressione tra i pescatori anziani.
Ecco se proprio vuole dare una mano ai pescatori si adoperi verso queste problematiche e le assicuro che qualche simpatizzante tra i pescatori riuscirà a recuperarlo, perché dopo la sua interrogazione mi sa che ne ha persi parecchi.
Cordialmente.
Alessandro Scarponi
Cesena 31 gennaio 2008

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