“Un popolo di pescatori e campioni del mondo…”

“Un popolo di pescatori
e campioni del mondo…”

Parla Claudio Ugo Matteoli, presidente della Fipsas: “Tre priorità: le scuole, il mare e la vigilanza”. E i Giochi del 2011.
di FULVIO BIANCHI

ROMA – “Un popolo di pescatori? Certo, magari non sul livello magari dei norvegesi, dove l’80% della popolazione va a pesca ma anche in Italia sono tantissimi quelli che si divertono sulle rive dei fiumi o in mare. Dai bambini ai pensionati”. Il professor Ugo Claudio Matteoli di professione è professore universitario: insegna chimica industriale a Venezia, da 22 anni, anche se vive a San Miniato, fra Pisa e Firenze. Ma è un pescatore appassionato e dal 2001 presidente della Fipsas (federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee), che fa parte della famiglia del Coni, ed è anche numero 1 della Federazione internazionale.

Allora, presidente: come si spiega la passione degli italiani per la pesca?
“Le cifre, innanzi tutto: come Federazione abbiamo 250.000 tesserati e 3400 società, da Bolzano a Lampedusa. Negli ultimi anni siamo in piena crescita. Dopo calcio, volley e basket siamo la Federazione che ha più praticanti. Ma a questi tesserati vanno aggiunti gli appassionati che pescano, magari saltuariamente, in mare. Le nostre stime parlano di milione e mezzo di persone: d’altronde, in Europa i pescatori sportivi sono da 15 a 25 milioni, e , come detto, ci sono Nazioni come la Norvegia, la Svezia e l’Inghilterra dove questo sport è praticatissimo. Da noi c’è una passione forte, favorita da splendidi laghi, fiumi, e naturalmente dagli 8000 chilometri di coste”.

Quali sono i suoi programmi?
“Tre le priorità: il mare, dove la pesca dilettantistica può avere uno sviluppo gigantesco; la sorveglianza; la didattica. Vogliamo creare autentiche scuole di pesca per i ragazzi, in accordo col Ministero dell’Istruzione ma anche con la Lega Navale. Vogliamo abituare al rispetto della natura, al rilascio del pescato. Iniziando proprio dalla giovani leve. Sul mare poi si sta discutendo proprio in questi giorni se istituire una licenza di pesca, così come esiste già per le acque dolci dove la pesca è più disciplinata, corretta”.

Cosa cambierebbe con la licenza in mare?
“Molto: dobbiamo sapere quanti siamo, dove siamo. Sinora, come detto, si parla solo di stime. La licenza, a basso prezzo, dovrebbero portare vantaggi come zone di spiagge dedicate solo ai dilettanti, la possibilità di avere accesso regolamentato ai porti, l’assicurazione, i dissuasori (barriere sottomarine, ndr) contro la pesca di frodo, le riserve, eccetera. Noi, come le altre associazioni sportive, siamo pronti sia a fare la tessera che a curare la vigilanza”.

Un popolo di pescatori, ma anche di campioni?
“Certamente. Siamo stati, o siamo, campioni del mondo: abbiamo appena fatto il vuoto ai Mondiali in Francia. Canna da natante, la specialità: due ori, due argenti e un bronzo. Più di così… Pensi che nella disciplina della pesca a trota in torrente abbiamo vinto 17 campionati mondiali su 17. Cioè tutti. Riusciamo ad eccellere ovunque, dalla pesca a mosca sino alla subacquea. E non può essere questione di fortuna, mi creda. E nemmeno di attrezzature. Vero che quelle italiane sono le migliori in assoluto: prima le avevamo solo noi, ma adesso le hanno tutti. E’ merito di talento e organizzazione. gente come Marco Volpi, tanto per fare un nome, ha quella classe che altri non hanno”.

La prossima grande manifestazione in programma in Italia?
“Il massimo che ci può essere nel nostro sport. Nel 2011 infatti ospiteremo i Giochi mondiali di pesca. Un’autentica Olimpiade. Lo testimoniano i numeri: 25 specialità fra pesca e sub, 3-4000 atleti, 80-90 Nazioni. Si terrà in estate, probabile la cerimonia inaugurale a San Rossore. Saranno interessate diverse Regioni: la Toscana (avremo gare a Orbetello, i sub all’Elba), l’Emilia Romagna, l’Umbria, l’Alto Lazio. Per noi un impegno gigantesco”.

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IL PRESIDENTE CLAUDIO MATTEOLI

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UN MOMENTO DI PESCA

(La Repubblica 24 settembre 2009)

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