CANALE DELLE REGATE: COME TI AGGANCIO LA CANOISTA CON L’AMO

Ciao Alessandro, mi chiamo Cristian M……. e sono un pescatore non agonista di Cesenatico. Ti scrivo per segnalare un fatto avvenuto ieri mattina, 28 Dicembre e per fare una considerazione.

Dunque, ieri mattina mi sono recato a Padova, sul canale delle regate, per una pescata tra amici.

Per la precisione eravamo una decina e non avevamo nessuna velleità agonistica, volevamo solo fare una pescata tra amici e magari fare anche due chiacchiere e due risate insieme mangiando una fetta di salame e bevendo due dita di sangiovese.

Alle 7,30 eravamo sul canale. Ci siamo posizionati, abbiamo aperto canne, bagnato pasture, incollato i bigatti ed abbiamo cominciato a pescare.

Il pesce non faceva a botte per mangiare ma ogni tanto qualche bel cavedano saltava fuori e ci stavamo divertendo tra amici, scherzando e facendo battute.

Ogni tanto passavano delle imbarcazioni (del resto si chiama Canale delle Regate…) ma non ci davamo fastidio anche perchè pescavamo tutti o quasi in bolognese e facevamo passate sotto la punta della 7 metri. Chi conosce il regate sà che si pesca appena fuori dallo scalino e anche con la roubasienne si pesca sulla linea dei 1o metri, non in mezzo al canale insomma.

Verso le 10/10.30 il fattaccio: vedo arrivare da valle una barca condotta da una ragazza che stava molto sottospoda (l’ho vista all’ultimo poichè avevo un albero appena sotto il mio picchetto), provo a togliere la lenza ma la canoa la aggncia e comincia, a portare via filo finchè metto la canna dritta per agevolare la rottura della lenza.

Dico qualche madonna e me ne torno sulla sponda a rifare la lenza ma a questo punto la ragazza, nel tentativo di togliersi di dosso la lenza, tira il filo e si aggancia all’orecchio con l’amo, un 25.

Comincia a strillare che ha male e si chiede cosa sia che la punge. Noi le facciamo presente che in fondo alla lenza solitamente c’è un amo e quindi interviene la barca d’appoggio che le “presta le prime cure”.

Mi rimetto a pescare ma con tutto il casino di barche che c’è stato non mangia più niente.

Ma le sorprese non erano finite: dopo qualche tempo, forse un’ora, arrivano ben due volanti dei carabinieri chiamate dell’allenatore della ragazza.

Mi presento spontaneamente dai militari (anche perchè la ragazza aveva detto che chi “l’aveva agganciata” aveva la giacca bianca mentre io avevo un giubbotto marrone) e fornisco loro documenti e la mia versione dei fatti, mentre per l’atleta era presente l’allenatore.

Comunque i carabinieri hanno preso le nostre generalità e noi ce ne siamo tornati al nostro mini raduno.

Oggi scopro che sul giornale il Mattino di Padova è stato pubblicato un articolo, intitolato “Bassanello, agganciata dall’amo mentre si allena in canoa” http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2012/12/29/news/agganciata-dall-amo-mentre-si-allena-in-canoa-1.6265955
dove si legge che la ragazza sarebbe stata agganciata del mio lancio e che invece di scusarmi l’avrei coperta di insulti.
Per questo motivo starebbe valutando se procedere con una denuncia!

Capito? sono io che dovevo chiedere scusa: mi è passata sulla lenza, a momenti mi rompe in due la canna e sono io che devo scusarmi!

Ora, premesso che è stata lei a passare sulla mia lenza, in realtà io non ho minimamente insultato la ragazza e fortunatamente ho una decina di testimoni che lo possono confermare.

Ma vorrei sottolinare l’atteggiamento dei canoisti.

Cito l’articolo dove dicono «Senza fare di tutta l’erba un fascio, c’è qualcuno che si fa prendere troppo da ciò che sta facendo, pensando che noi siamo semplici diportisti. Ma non è così» evidenzia Rossano Galtarossa campione olimpico e colonna della Canottieri Padova, «la preparazione invernale è fondamentale per gli atleti. Tra l’altro noi procediamo all’indietro quindi non sempre riusciamo ad accorgerci di ciò che accade davanti. L’unica regola che rispettiamo sempre è di viaggiare sulla sponda sinistra per evitare scontri. Noi non vogliamo disturbare nessuno ma se qualche gruppo di pesca decide di organizzare eventi non ufficiali ci deve avvisare.”

Avete capito? noi paghiamo le tasse, la licenza, la tessera federale ma se andiamo a pescare dove si allenano “gli atleti” dobbiamo avvisarli e togliere le canne dall’acqua quando ci sono loro, perchè vanno al contrario e non vedono dove vanno.

Inoltre devono stare vicino a riva per sicurezza – come ha detto l’allenatore – ma non portano il salvagente
Quindi loro sono gli atleti e noi pescatori non dobbiamo interferire.
Ancora una volta una prova che paghiamo e non contiamo nulla
Che tristezza!

Ciao Alessandro, scusa lo sfogo ma sono anni che vado a pesca nel Tevere e ho a che fare con i kayak. Non ho mai trovato da discutere nonostante spesso qualcuno lo faccia apposta. Stavolta non sono riuscito a togliere la lenza e oltre al danno di aver fatto 200+200 km ed avere la pescata rovinata, scopro pure che magari mi denunciano.
E’ veramente un paradosso.

panoramica del canale delle regate a Padova

 

Caro Cristian, ho letto con attenzione la disavventura che ti ha colpito. Per prima cosa ti porgo la mia solidarietà per il disagio che hai dovuto sopportare a causa di una ragazza che per un nulla ha voluto amplificare una situazione che invece doveva essere risolta con buon senso e scuse reciproche tra due soggetti che vivono il fiume per ragioni sportive diverse.
Credo proprio che non ci sarà nessun seguito perchè non sono stati arrecati danni ne fisici ne materiali a nessuno e i carabinieri sono intervenuti solo perchè chiamati dal loro allenatore arrabbiato perchè da questo episodio ha interrotto momentaneamente la concentrazione sull’allenamento in corso.
A volte la rabbia e l’impulsività fa fare cose impensabili ma poi tutto rientra.
In ogni caso la presenza dei tuoi testimoni è fondamentale per confermare il fatto, se necessario, per confermare che nessuno ha inveito parole offensive verso qualcuno e che se anche fosse uscito un vaff… non ha ucciso nessuno.
Ma qui hai incontrato sulla tua strada una campionessa di canoa e quindi come la maggior parte di persone abituate ad essere adulate per l’essere un campione non sempre sono pronti a prendersi un vaffa per avere rovinato una lenza ad un pescatore.
Io se fossi in te invierei la stessa lettera che hai scritto a me alla redazione del giornale Il Mattino di Padova che ha riportato la notizia e per far si che l’opinione pubblica non si faccia un’idea a senso unico sulla questione danneggiando così l’immagine dell’intera categoria di pescatori.
Se mi autorizzi posso dare risalto alla tua disavventura pubblicando sul sito l’incidente di percorso che ti ha visto protagonista per mettere in guardia altri pescatori su attenzioni maggiori da osservare quando vanno a pescare nel canale delle Regate a Padova o il altri ambienti simili.
Se hai bisogno di me su questa storia fammelo sapere. Ciao a presto e buon anno.
Alessandro

ARTICOLO PUBBLICATO DA IL MATTINO DI PADOVA

Bassanello, agganciata dall’amo mentre si allena in canoa

Giovane atleta della Canottieri ferita all’orecchio dal lancio di un pescatore. Il direttore Furlan: «Si è presa anche degli improperi e ho chiamato il 112»

PADOVA. Si stava allenando in canoa sul Bacchiglione quando l’amo di un pescatore si è agganciato alla parte superiore dell’orecchio destro. Vittima dell’incidente è un’atleta di 25 anni della Canottieri, già vincitrice di alcuni titoli italiani. È successo ieri mattina verso le 10.30 sotto ponte Quattro Martiri. Ma invece di trovare comprensione e aiuto, la giovane è stata ricoperta di improperi. Per questo motivo è stato richiesto l’intervento dei carabinieri.

«La nostra atleta si stava allenando, con lei c’era anche il preparatore» racconta Massimo Furlan direttore della Canottieri, «sull’argine erano presenti alcuni pescatori e uno di questi sollevando l’amo ha colpito la ragazza. Ma quel che più ci dispiace è che poi non è stato molto gentile. Anzi, l’ha pure aggredita verbalmente. Il suo allenatore, Alberto Rigato, l’ha fatta salire sull’imbarcazione di appoggio (il catamarano) e le ha tolto l’amo senza che fosse necessario l’ausilio di personale medico. Poi, vista la reazione del pescatore, l’allenatore ha chiesto l’intervento dei carabinieri. Quel che è successo, comunque, ci fa riflettere».

Parlando con i responsabili della Canottieri si scopre che tutte le gare ufficiali di pesca vengono segnalate all’associazione sportiva di via Polveriera per rendere più agevole la convivenza sul fiume. Esiste persino un accordo per cui, quando c’è una competizione tra pescatori i canoisti si fermano al ponte del Bassanello, viceversa quando a gareggiare sono i vogatori nessuno si ferma a pescare sugli argini.

Ieri mattina, effettivamente, fin dalle prime ore dell’alba c’era un gruppo di pescatori ma, evidentemente, si trattava di un evento non ufficiale.

«Senza fare di tutta l’erba un fascio, c’è qualcuno che si fa prendere troppo da ciò che sta facendo, pensando che noi siamo semplici diportisti. Ma non è così» evidenzia Rossano Galtarossa campione olimpico e colonna della Canottieri Padova, «la preparazione invernale è fondamentale per gli atleti. Tra l’altro noi procediamo all’indietro quindi non sempre riusciamo ad accorgerci di ciò che accade davanti. L’unica regola che rispettiamo sempre è di viaggiare sulla sponda sinistra per evitare scontri. Noi non vogliamo disturbare nessuno ma se qualche gruppo di pesca decide di organizzare eventi non ufficiali ci deve avvisare. In passato è successo anche a me di avere qualche alterco con i pescatori. Quello di stamattina (ieri) invece di chiedere scusa ha cominciato a colpevolizzare la nostra giovane. Ecco perché ci siamo rivolti al 112». Nei prossimi giorni la ragazza deciderà se sporgere denuncia o meno.

 

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